PD e M5S hanno già pronta legge elettorale in senso completamente proporzionale per impedire

Francesco Erspamer
25 agosto alle ore 11:53 ·

La ragione per cui i media descrivono l’attuale congiuntura politica in termini di caos è che il liberismo non tollera la politica. La sua idea di democrazia è che chi vince, anche con un terzo dei voti in elezioni in cui abbia votato un terzo degli aventi diritto, si prenda legittimamente tutto il potere e per alcuni anni faccia quello che vuole, inclusi trattati internazionali di fatto irrevocabili (vedi euro) e contratti con corporation private non più abrogabili o emendabili se non con penali miliardarie. Nessun compromesso, nessuna mediazione, nessun reale pluralismo: ai ricchi e alle loro multinazionali e lobby fa comodo sapere chi debbano corrompere, senza sorprese; e siccome purtroppo i dittatori a volte si montano la testa e si ribellano ai loro padroni, il modello preferito è da tempo quello americano, che comporta la scelta fra due sole opzioni, preconfezionate e quasi identiche: tutte le riforme elettorali succedutesi nella seconda Repubblica puntavano a replicarlo in nome della governabilità, da tanti ancora accettata come un valore assoluto benché abbia portato al declino dell’economia italiana e al disfacimento di un sistema sociale ovviamente imperfetto ma che era di grande qualità.
C’è però il problema della nostra Costituzione, che impone il proporzionale. De Gasperi fallì nel tentativo di stravolgerla a causa della resistenza di comunisti e socialisti (e dei missini) e così Renzi per via dell’inattesa opposizione del M5S. Ma i liberisti si piegano e non si spezzano. Ovvio che ci riprovino e il folle desiderio di premi di maggioranza di molti pentastellati fa temere che un governo giallorosso possa partorire anche una legge truffa elettorale blindata costituzionalmente. Per evitare che accada, va chiarito che il sogno di “governare da soli” è un effetto del mito una volta fascista e oggi liberista del decisionismo, e che il decisionismo non è altro che una fuga dalla fatica di convincere la gente oltre che un trucco per non dover rispondere delle future conseguenze delle proprie azioni.
In Italia, e nel mondo in generale, non servono governi forti, capaci di fare “quello che è giusto” o “quello che è necessario” a dire della minoranza più consistente o influente. Servono governi deboli e dunque costretti a fare politica e capaci di fare politica, ossia di negoziare costantemente e con numerosi interlocutori le forme di un bene davvero comune, e anzi a inventarselo attraverso i negoziati. Anche con la Lega, malgrado il tradimento, e anche con il Pd, che continuo a detestare ma meno di un partito unico, quale che sia.