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Sibialiria-Kobane,Kurdi,Isis e una scheda sui Kurdi in M.O.


marcopa
Illustrious Member
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Di seguito all' articolo "L'assedio di Kobane-Chi aiuta i Kurdi, chi combatte l' Isis" ,su Sibialiria troviamo una scheda sui Kurdi nei diversi paesi del Medio Oriente, un testo che ha una sua importanza anche presentato da solo.

Marcopa

su www.Sibialiria.org

SCHEDA SUI KURDI:
di Vincenzo Brandi

I Kurdi sono un’antica popolazione indo-europea (attualmente circa 30-40 milioni), simile agli Iraniani, che abita nella Mesopotamia settentrionale e nelle zone montuose limitrofe ai confini dell’Iran e dell’Armenia. Loro stessi si ritengono discendenti degli antichi Medi. Hanno vissuto a lungo nell’ambito del mondo arabo-musulmano, convertendosi all’Islamismo, e successivamente all’interno dell’Impero Ottomano. Il famoso Saladino (Salah-ed-Din) era un condottiero di etnia kurda.

La storia dei Kurdi presenta luci ed ombre, come per ogni popolazione del mondo. Non si può tacere ad es. sul fatto che durante la Prima Guerra Mondiale molti Kurdi collaborarono con i Turchi nei massacri della popolazione armena cristiana che abitava nell’Est della Turchia.

-Dopo la sconfitta e la disgregazione dell’Impero Ottomano alla fine della Prima Guerra Mondiale (1918), i Kurdi non ottennero dalle potenze vincitrici un loro stato, cui i loro gruppi nazionalisti aspiravano, ma furono divisi dagli accordi Sykes-Picot (Inghilterra-Francia) tra la Turchia sud-orientale (la maggior parte), Iran, Iraq, e Siria, con piccole minoranze anche nell’Armenia sovietica.

-I rapporti tra i Kurdi e i rispettivi governi nazionali sono sempre stati difficili per l’aspirazione dei Kurdi all’indipendenza o a una forte autonomia con il diritto di parlare la loro lingua (molto diversa dall’arabo e dal turco). Vi sono state insurrezioni e rivolte in Turchia negli anni ’30 e in Iran e in Iraq dopo la Seconda Guerra Mondiale.

-Particolarmente tesi sono stati i rapporti tra lo stato turco e i Kurdi del Sud-Est turco (da loro definito Nord-Kurdistan) specie dopo la nascita del PKK (Partito dei Lavoratori Kurdi), una formazione di ispirazione marxista-leninista fondata da Abdullah Ocalan, che aspirava contemporaneamente all’indipendenza, ma anche all’instaurazione di uno stato socialista con una forte attitudine al processo di emancipazione femminile, problema delicato in ambito islamico-conservatore. La lotta armata scatenata dal PKK negli anni ’80 e ’90 è costata circa 40.000 morti.

Dopo la cattura e l’imprigionamento di Ocalan la lotta armata è stata sospesa e le formazioni guerrigliere si sono ritirate nel Nord dell’Iraq. I partiti kurdi legali (ma sempre legati sottobanco al PKK) hanno cercato di trattare con il governo Erdogan sulla base di un’ampia autonomia ed il riconoscimento della lingua e della cultura kurda, finora con scarso successo. Durante la guerra civile esisteva anche una milizia kurda filo-governativa arruolata tra gli elementi più conservatori, che hanno anche fornito una certa base elettorale al partito AKP di Erdogan.

-I Kurdi dell’Iraq del Nord (da loro chiamato Sud-Kurdistan) hanno organizzato anch’essi una lotta armata contro il governo nazionalista arabo del Baath, senza però andare troppo per il sottile nella ricerca di alleati e mantenendo spesso una struttura per clan. Infatti furono sostenuti prima dallo Scià di Persia (che poi li scaricò raggiungendo un accordo con Saddam Hussein) e poi, durante le due guerre del Golfo, furono sostenuti da USA, Turchia e Israele come alleati contro il governo di Bagdad. Durante la guerra Iran-Iraq, nel corso di una furiosa battaglia tra eserciti iracheno ed iraniano, nella cittadina di confine di Halabja migliaia di Kurdi furono soffocati da una nube di gas tossico. Secondo il mainstream mediatico kurdo, iraniano e occidentale furono gli Iracheni a lanciare il gas (ma esiste anche una versione irachena, sostenuta anche dai servizi segreti USA, secondo cui sarebbero stati gli Iraniani a lanciare il gas). I principali partiti Kurdi dell’Iraq sono il PDK (Partito Democratico Kurdo), stretto alleato di USA, Turchia e Israele, che fa capo a Massoud Barzani e domina nella zona di Erbil, e il PUK (Unione Patriottica Kurda), di tendenze più socialdemocratiche che faceva capo all’ex-vice-presidente dell’Iraq Talabani, oggi defunto, che domina nella zona di Suleymania. Oggi è sorto un terzo partito, Goran, da una scissione del PUK.

-I rapporti tra i Kurdi che abitano nel Nord della Siria (lungo il confine con la Turchia e in parte lungo il confine con l’Iraq), che i Kurdi chiamano Ovest-Kurdistan o Rojava, sono stati complicati, ma certamente meno conflittuali di quelli tra Kurdi e il governo turco. Lo stesso “leader maximo” dei Kurdi, Abdullah Ocalan, nato in Turchia vicino al confine siriano, è stato ospite, come rifugiato politico, per 20 anni del governo siriano di Afez Assad, che non ostacolava la resistenza dei Kurdi in Turchia.

-Ocalan fu poi costretto a lasciare la Siria perché la Turchia minacciò di invadere la Siria se Ocalan non fosse stato espulso. Sono note le peregrinazioni di Ocalan: prima nella Russia post-sovietica dove non era gradito; poi in Italia, chiamato dal responsabile esteri di Rifondazione Mantovani e poi tradito dal governo D’Alema che gli negò l’asilo politico; infine braccato e catturato in Kenia dai servizi segreti turchi mentre cercava di raggiungere il Sudafrica.

-Negli anni 2000 vi sono stati incidenti tra Kurdi nazionalisti e governo del Baath in Siria. L’incidente più grave sono stati gli scontri del 2004 a Qamshilo (città più importante dei Kurdi in Siria, al confine con la Turchia) con morti e feriti.

-All’inizio della rivolta in Siria i Kurdi ne hanno profittato per sollevarsi e rendersi autonomi. L’esercito nazionale si è ritirato senza opporre grande resistenza, concentrandosi nelle zone nevralgiche del paese e abbandonando l’area kurda periferica. Alcune guarnigioni isolate dell’esercito sono rimaste ed ora non vengono attaccate per una specie di tacito accordo.

-I Kurdi si sono poi mantenuti neutrali nella guerra tra governo e jihadisti, da loro definita come una “sporca guerra”. Non sono stati più attaccati dall’esercito e non hanno attaccato l’esercito da almeno due anni e mezzo. Essi parlano di una loro posizione “prudente” e di una loro “terza via”.

Da parte turca giungono accuse di accordi segreti tra i Kurdi siriani che fanno capo al partito PYD (partito di sinistra alleato al PKK) ed il governo Assad.

-In effetti all’inizio della crisi in Siria i Kurdi hanno collaborato con l’ESL (Esercito Siriano Libero), ma, dopo il progressivo scioglimento dell’ESL, e la progressiva collaborazione dei resti dell’ESL con le formazione qaediste Al Nusra, Fronte Islamico e Al Sham, le zone kurde autonome hanno subito attacchi concentrici dalle formazioni islamiche estremiste quali Al Nusra, Al Sham, dall’ISIS, da bande provenienti dalla Turchia e dalle milizie dello stesso PDK (il partito del Nord-Iraq guidato da Barzani e alleato dei Turchi, USA e Israele). I Kurdi siriani, hanno accusato nei loro documenti USA, Israele e Turchia per essere dietro questi attacchi. Hanno denunciato il fatto che USA, Arabia Saudita, Turchia, Pakistan hanno liberato prigionieri jihadisti per poi avviarli verso la Siria, e anche contro di loro. Sono invece stati sostenuti dal PKK (il partito marxista leninista dei Kurdi della Turchia fondato da Ocalan). Tutti questi scontri sono descritti in dettaglio nei loro documenti.

-Attualmente i Kurdi occupano tre cantoni al confine turco: Efrin nel Nord-ovest, Kobane (detto in arabo Ain-El-Arab) nel Nord, e la regione del Nord-est dove si trova la città di Qamshilo. Occupano militarmente anche il quartiere kurdo di Aleppo dove sono neutrali tra esercito e jihadisti.

V.B.


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