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statuto dei frontalieri?


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http://www.liberatv.ch/cms/articolo/13002/unia-e-uil-uniti-chiedere-roma-uno-statuto-dei-frontalieri/index.html

Crisi e Lavoro
UNIA e UIL uniti per chiedere a Roma uno "statuto dei frontalieri"
Enrico Borelli: "Siamo di fronte a una concorrenza brutale. Difendere i diritti dei frontalieri vuol dire battersi per i diritti di tutti"

Scritto il: 22.04.2013

BELLINZONA - Dopo la stretta collaborazione con il colleghi italiani della CGIL, il sindacato UNIA allarga le sinergie anche alla UIL. "In un contesto come quello attuale diventa decisivo per un sindacato sviluppare delle collaborazioni internazionali - ha detto durante una conferenza stampa il segretario cantonale di UNIA Enrico Borelli - Siamo di fronte oggi a politiche europee di smantellamento dei diritti e ci vuole una resistenza. In Ticino la situazione è difficile anche perché i lavoratori sono messi di fronte a una concorrenza sempre più brutale. Per noi è necessario evitare la divisione tra i lavoratori. Battersi per i diritti dei frontalieri vuol dire battersi per i diritti di tutti i lavoratori in Ticino. Proporremo al prossimo governo italiano uno "statuto del frontaliere" all'interno del quale bisognerà codificare una serie di aspetti che riguardano i frontalieri per dare una risposta ai fenomeni legati al forntalierato.

Per Renzo Ambrosetti, coopresidente nazionale di UNIA e membro della Centrale europea dei sindacati: "Questi accordi hanno una dimensione europea e rispondono a una strategia decisa dalla Centrale europea dei sindacati e dai sindacati di settore. Si tratta di fare pressione sulle istituzioni dell'Unione europea. Questi accordi - come quello siglato tra UNIA e UIL - hanno come scopo lo scambio e il coordinamento delle attività con particolare attenzione al dumping che non é un fenomeno prettamente ticinese ma riguarda tutto il continente. Per il Ticino i problemi sono grossi e stiamo cercando di trovare soluzioni. Qualche accorgimento è stato preso grazie ai contratti normali di lavoro che ha portato al direttore di AITI a dire scemenze quando sostiene che tremila franchi vanno a tutto vantaggio dei frontalieri".

Presente alla conferenza stampa anche Raimondo Pancrazio, dirigente della UIL che ha spiegato come viene vissuto il problema dal versante europeo: "L'idea di fondo è che riteniamo necessario che quando, finalmente si deciderranno ad insediare un governo, aprire un tavolo di confronto. Il problema in Italia è che i frontalieri vengono fuori quando ci sono casi eclatanti, se no vanno nel dimenticatoio. Vogliamo predisporre un impianto per lo statuto che comprenda: sicurezza sociale, la questione fiscale, il mercato del lavoro che deve essere meglio regolato. Bisogna far diventare il problema dei frontalieri di importanza nazionale. Un problema che è sentito a livello regionale ma non riesce ad esserlo a livello nazionale, laddove le leggi si fanno. In questo momento il pericolo è la guerra tra poveri e di contrapposizione tra lavoratori residenti e frontalieri".

Rolando Lepori, segretario cantonale di UNIA, è andato all'attacco del padronato ticinese: "Per noi, quando si parla di frontalieri, si parla di lavoratori a pieno titolo, contrariamente a ciò che sta avvenendo con le associazioni padronali che sfruttano la manodopera frontaliera considerata il grimaldello per scardinare i diritti. Tutelare loro significa tutelare anche i lavoratori ticinesi. Noi stiamo vigilando per la corretta applicazione delle misure di accompagnamento dell'accordo di libera circolazione. Ci occupiamo anche di informare, perché ad esempio se noi consideriamo 1'800 franchi un salario da fame, dobbiamo farlo capire anche al frontaliere per il quale invece è un salario decente".

Concetto ribadito da Enrico Borelli: "tutelare i forntalieri vuol dire battersi per i diritti dei residenti. Garantire diritti minimi per evitare che il lavoratore sia sempre più ricattabile". E in questo a cosa serve uno statuto?. "La novità è che finalmente i frontalieri potranno avere nome e cognome contrariamente a quanto succede oggi. Il problema attuale è che per il diritto i frontalieri non esistono, non se ne parla in nessun accordo bilaterale".

ItaCa

-- Commento --
A dir la verita' se ne parla, eccome se ne parla, in un accordo bilaterale di parecchi decenni fa'. Andrebbe rinegoziato perche' non siamo piu' negli anni '70-'80, le condizioni quadro sono completamente altre. Forse andrebbe rivista anche la nozione tradizionale di frontaliere e la sua fiscalita', l'impatto che causa sulle infrastrutture, e sull'inquinamentio dell'aria, quella fisica e quella del lavoro. Se Berna pare sentirci, Roma fa orecchio da mercante, non solo, ma fa finta di non capire. L'ultima esternazione di Monti a proposito faceva intendere che "il gran pavone secco" non aveva chiaro quasi niente dei problemi sul tappeto. Ed i sindaci di confine non sanno far altro che ragionare all'italiana, cioe' sragionare e sputare nel piatto in cui mangiano, pure bene.
Ma chi s'illude piu' che i sindacati in Italia abbiano un peso. Ce l'avessero! Per non far imbufalire qualcuno e' meglio non rendere noto lo stipendio che si pappa Renzo Ambrosetti. Alla faccia dei giovani ticinesi senza lavoro per via dei frontalieri che glielo fregano. A me indispongono i sindacalisti alla Borelli: giovinastri sbarbatelli che il lavoro vero non sanno nemmeno cosa sia. Se non altro Lurati, il presidente del PS ed ex sindacalista, il lavoro lo conosce. Borelli non sa nemmeno cosa sia un callo alle mani. Un po' come Monti. Non e' strano?


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vic
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http://www.mattinonline.ch/tutelare-i-frontalieri-per-tutelare-i-ticinesi/

...
Non è la prima volta che UNIA cerca collaborazioni oltre confine con sindacati e associazioni per difendere i lavoratori frontalieri, ma è la prima volta che viene esposta la singolare teoria che, per difendere i lavoratori ticinesi, quelli che IN TEORIA dovrebbero essere difesi dai sindacati svizzeri, si debba partire dalla difesa dei diritti dei lavoratori frontalieri.

Possiamo solo immaginare i sindacati italiani che adesso, per ricambiare il favore a UNIA, si stanno fasciando la testa per aiutare i lavoratori ticinesi, ovviamente per tutelare i loro affiliati italiani…

Per l’ennesima volta, e per loro stessa ammissione, i lavoratori ticinesi passano in secondo piano per i kompagni di UNIA: poco importa se i casi di assistenza e disoccupazione stanno aumentando esponenzialmente! Ma in Ticino l’unica manifestazione recente del sindacato ro$$o è stata quella in difesa degli ultra pagati fuchi statali dagli stipendi e pensioni d’oro!

MS


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