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TI - il rapporto "prime i nostri"


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http://www.liberatv.ch/it/article/34721/la-commissione-prima-i-nostri-ha-consegnato-il-suo-rapporto-traccia-la-radiografia-del-fenomeno-frontalieri-e-critica-il-governo-atteggiamento-deludente-marco-chiesa-lancia-un-j-accuse-contro-il-consiglio-di-stato-dormiente-menefreghismo-disarmante-e-contro-il-parlamento-e-i-suoi-tenori

La Commissione 'Prima i nostri' ha consegnato il suo rapporto. Traccia la radiografia del fenomeno frontalieri e critica il Governo: "Atteggiamento deludente". Marco Chiesa lancia un j'accuse contro il Consiglio di Stato: "Dormiente... Menefreghismo disarmante". E contro "il Parlamento e i suoi tenori"
Il consigliere nazionale: “Grazie Gabriele, grazie Tamara, grazie Bingo, grazie Andrea, grazie Simone, grazie Mauro. Il rapporto che avete elaborato è serio e competente. Tutti i cittadini dovrebbero leggerlo per rendersi conto di come ci siano ancora persone che hanno a cuore il rispetto della volontà popolare"

8 aprile 2017

BELLINZONA – “Grazie Gabriele, grazie Tamara, grazie Bingo, grazie Andrea, grazie Simone, grazie Mauro”. Marco Chiesa ha voluto ringraziarli uno ad uno i membri della Commissione parlamentare per l’attuazione dell’iniziativa ‘Prima i nostri’: Pinoja (il relatore), Merlo, Bang, Giudici, Ghisla e Minotti. I sei deputati hanno concluso nei giorni scorsi il loro lavoro e hanno consegnato il rapporto finale. E liberatv ha chiesto a Chiesa, tra i promotori dell’iniziativa, un breve commento. Ma ci arriviamo.

Nel loro rapporto i commissari hanno indicato alcune soluzioni per applicare l’iniziativa e hanno fotografato il mercato del lavoro, in particolare l’evoluzione della manodopera frontaliera, con cifre inequivocabili: “Mentre nel 2002 la maggior parte dei frontalieri lavorava nel settore secondario (il 56,7%, a fronte di un 42,6% attivo nel terziario), nel 2016 i rapporti sono invertiti: quasi due frontalieri su tre lavorano nel terziario (61,6%), poco più di uno su tre lavora nel secondario (37,6%). E in valori assoluti nel terziario si è passati da 13'390 unità nel 2002 a 38'336 nel 2016: i frontalieri nel terziario sono triplicati (+186%); mentre vi è stato "solo" un +31% nel secondario. Non è necessario ricordare che quelli nel terziario sono lavori che tradizionalmente i residenti in Ticino non hanno mai disdegnato. Né è possibile invocare una lacuna nella formazione che coinvolga numeri così grandi e tali varietà d'impieghi. La spiegazione è una e una sola: la concorrenzialità al ribasso sul salario, cioè il ben noto effetto sostituzione".

Poi, in conclusione, hanno tirato una stoccata al Consiglio di Stato (**): “La Commissione speciale non può esimersi dall’esprimere la propria delusione riguardo alla scarsa proattività del Consiglio di Stato, malgrado le promesse fatte a suo tempo davanti al plenum del Parlamento. Se, da un lato, la Commissione ha potuto beneficiare di informazioni precise e puntuali da parte di diversi servizi dell’Amministrazione cantonale e di utili scambi con i Coordinatori dipartimentali su vari aspetti delle attività dei singoli Dipartimenti che riguardano i temi sollevati dall’iniziativa popolare, non risulta, d’altro lato, che il Consiglio di Stato quale organo collegiale cui compete il governo di questo Cantone abbia intrapreso misure concrete o si sia assunto specifici compiti o responsabilità ai fini dell’attuazione del volere popolare, al di là del mantenimento di quanto già in essere. Al riguardo, sembra mancare una visone prospettica da parte dell’Esecutivo.

Ciò precisato, la Commissione speciale è convinta dell’utilità delle proposte formulate negli atti parlamentari elencati; proposte che vanno a toccare non soltanto il settore pubblico e para-pubblico, ma anche il settore privato con interventi mirati in ambito fiscale e, attraverso la proposta di legge di applicazione della preferenza indigena, subordinando a determinate condizioni – preferenza indigena e salari dignitosi – il rilascio e il rinnovo di permessi a stranieri che intendono esercitare in Svizzera un’attività professionale”.

di Marco Chiesa (*) - 8 aprile 2017

“Grazie Gabriele, grazie Tamara, grazie Bingo, grazie Andrea, grazie Simone, grazie Mauro. Volevo ringraziarvi uno ad uno. Vi sono riconoscente per quanto avete fatto all’interno della commissione parlamentare incaricata di attuare il mandato costituzionale “Prima i nostri”. Il rapporto che avete elaborato è estremamente serio e competente. Tutti i cittadini di questo Cantone dovrebbero leggerlo per rendersi conto di come ci siano ancora persone che hanno a cuore il rispetto della volontà popolare.
Le iniziative e le proposte che avete sottoscritto sono ben formulate nei relativi atti parlamentari e meritano di essere immediatamente applicate (leggi qui (***)).

Peccato che il Gran Consiglio (+) e i suoi tenori si siano rimangiati la parola. Tutti avevano pubblicamente affermato che il vostro compito era quello di portare le leggi in aula, belle e pronte da far votare. Cosa che sarebbe avvenuta senza battere ciglio. Niente a che fare con le porcherie bernesi, qui siamo in Ticino e le votazioni si rispettano, fino in fondo. Questo era il concetto. Ora invece si scopre che tutti gli atti parlamentari dei primanostristi verranno vagliati e valutati da altre commissioni, meglio assortite, allungando decisamente i tempi della loro realizzazione. Anzi mettendone in dubbio la loro applicabilità, c’è da scommetterci.

A me, che da un po’ non sono più così ingenuo, l’intento sembra chiaro. Facciamo lavorare questi della commissione mettendogli una grossa pressione addosso e poi, se riescono a partorire la concretizzazione del principio, così come è stato il caso, insabbiamo il tutto rimandando il loro lavoro in altre commissioni dove noi, contrari al volere popolare, abbiamo la maggioranza. Spero vivamente di essere smentito. Non soffro di permalosità e sarò il primo ad ammettere di essermi sbagliato ne fosse il caso.

Ciò che al contrario è estremamente deludente, per dirlo con le parole della commissione, è il ruolo di comparsa giocato dal Consiglio di Stato nell’ambito dell’applicazione di Prima i nostri. Se dovessimo stilare una pagella comparirebbe la dicitura NP: non pervenuto.

Il menefreghismo dimostrato nei confronti di 56'101 votanti ticinesi è davvero disarmante. Ma non lo dice il sottoscritto, che è evidentemente di parte, ma ben sei rappresentanti di sei partiti diversi. Da Pinoja a Bang, tanto per intenderci.

Ora mi vien da credere che un fondo di verità ci sia se tutti hanno sottoscritto queste parole in quanto dubito che tutti si siano ammattiti in un colpo solo. E il rapporto della commissione parla apertamente di un Esecutivo deludente. Un Consiglio di Stato scarsamente proattivo che traduco in parole meno politicamente corrette con ‘dormiente’ a cui, al contrario, competerebbe la concretizzazione del volere popolare. Comprendo l’amarezza delle cittadine e dei cittadini ticinesi che si lamentano di come la volontà popolare venga manifestamente e sistematicamente sabotata. Mi fa piacere comunque che oggi non ci sia più solo l’UDC a criticare l’atteggiamento di questo Consiglio di Stato. C’è da sperare che la politica ritorni nuovamente a servire il popolo”.

--
(*) consigliere nazionale UDC, cioe' parlamentare a Berna
(**) Governo cantonale
(***) http://www4.ti.ch/user_librerie/php/GC/caricaAllegato.php?allid=117011
(+) Parlamento cantonale


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