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Turchia-Siria:ancora scontri.Dubbi sul casus belli


marcopa
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06 Ottobre 2012 11:48
Turchia-Siria: ripresi gli scontri. I primi dubbi sul ‘casus belli’
di Redazione Contropiano

Ancora proiettili in territorio turco e ancora “rappresaglie” turche contro Damasco. Ma perché mai Assad dovrebbe concedere ai turchi la scusa per invadere la Siria?

La tregua armata tra Turchia e Siria è durata poche ore ieri. Il governo di Erdogan non vuole certo farsi sfuggire l’occasione che gli ha concesso il casus belli dell’altro ieri e l’esercito turco nelle ultime ore ha ripreso a martellare le posizioni delle truppe siriane dall’altra parte del confine dando una mano alle milizie del Consiglio Nazionale Siriano finora impantanate.

Un casus belli che ieri ha avuto un bis, quando un colpo di mortaio “proveniente dalla Siria” avrebbe sfiorato la cittadina di Altinozu, nella provincia di Hatay, senza fare vittime, ma fornendo l’ulteriore scusa ai comandi militari turchi per riprendere i bombardamenti dall’altra parte della frontiera. “La guerra non è lontana” ha ammesso ieri il premier turco, l'islamico-nazionalista Erdogan.

Assad nei giorni scorsi si era scusato per "l'errore". Ma davvero la Siria è interessata a fornire una scusa così ghiotta agli appetiti turchi rimasti finora parzialmente inappagati? Sembra davvero paradossale che Damasco sia davvero caduta in una trappola così scontata, che infatti ha subito permesso all’Akp di incassare dal parlamento di Ankara il permesso di realizzare operazioni militari oltreconfine per almeno un anno.
In rete da alcune ore girano presunte immagini di miliziani dell’opposizione siriana che preparano un attacco con razzi contro il territorio turco.

Immagini tutte da verificare visto la disinformazione scientificamente organizzata dalle parti in causa parallela alla guerra combattuta. Qualche commentatore ha anche ipotizzato che può essere anche che alcune unità dell’esercito siriano stiano sparando contro il sud del territorio turco - tra l’altro abitato da popolazioni arabe di origine siriana! – fornendo così appigli alle rappresaglie di Ankara.

Ma che non necessariamente queste unità rispondano agli ordini di Damasco. In questo anno e mezzo di rivolta contro il regime di Assad sono stati molti i dirigenti dell’esercito e i semplici militari che hanno disertato e sono passati dall’altra parte, e magari qualcuno ha deciso di rimanere al suo posto pur lavorando per l’opposizione.

Opposizione che ieri in maniera più che esplicita ha chiesto a gran voce l’intervento militare ‘internazionale’ contro Damasco, perché è ovvio che le sue milizie da sole non riusciranno mai ad avere la meglio sulle unità rimaste fedeli al governo in un paese in cui settori ampi della popolazione – per convinzione, per timore o per necessità – continuano ad opporsi all’avvento delle fazioni anti-Assad.

Per tornare alla cronaca, stamattina “l'esercito turco ha risposto a un nuovo colpo d'artiglieria giunto dalla Siria, che ha colpito il suo territorio nella provincia di Hatay (sud-est) senza fare vittime”.

Ieri sera invece i turchi avevano pesantemente cannoneggiato il territorio siriano dopo un altro tiro di mortaio contro Altinozu, come dicevamo più sopra. Ankara sta facendo affluire nella zona di Akcakale – teatro del primo ‘incidente’ mercoledì – mezzi militari pesanti, soprattutto tank e missili antiaerei, in vista di una massiccia operazione oltre la frontiera. Dall’altra parte della frontiera le forze armate siriane avrebbero ritirato carri armati e cannoni a più di un chilometro per evitare uno scontro diretto con le truppe turche.

Di fatto Ankara sta ottenendo quella famosa ‘zona cuscinetto’ all’interno del territorio siriano che ha sempre caldeggiato finora senza successo in nome della protezione dei profughi, ma che sta già permettendo alle milizie del Cns di riorganizzarsi e riprendere fiato. E’ infatti di questa mattina la notizia che i ribelli affermano di aver conquistato un valico informale di frontiera con la Turchia, nella regione nord-occidentale di Idlib. Durante l’assedio delle milizie sunnite ai reparti dell’esercito che difendevano la frontiera nel villaggio di Drakush, scrive l’agenzia governativa italiana Ansa, è possibile che i ribelli abbiano sparato verso il territorio turco per scatenare la reazione di Ankara contro Damasco. Beata sincerità…

Fonte www.contropiano.org


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marcopa
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Un siriano a Baba Amro, Homs
6 ottobre 2012
Nota della Redazione di SibiaLiria

Iyad Khuder, autore dell’articolo che state per leggere, e' un giovane ingegnere informatico siriano di Damasco che in qualità di traduttore ha accompagnato Marinella e altri giornalisti in Siria nei mesi scorsi. Non sappiamo molto di lui tranne che appare come una persona, certamente “filogovernativa”, ma comunque onesta, e obiettiva. Anche per questo, pur non avendo noi molti riscontri alle sue affermazioni (che parrebbero, comunque confermati da alcuni reportage) pubblichiamo questa testimonianza proveniente da Baba Amro che in Occidente, nell'immaginario collettivo è il quartiere di Homs già, mesi fa, raso al suolo – con tutti gli abitanti - dall'esercito siriano.

Un siriano a Baba Amro, Homs

Testimonianza dell’ingegner Iyad Khuder – traduzione e adattamento a cura di Pierangela Zanzottera

Un breve premessa: nei miei tour di accompagnamento dei giornalisti stranieri in Siria ha avuto modo di notare che tutti sostenitori del mio Paese contro questa aggressione mediatica che sta subendo sono generalmente giornalisti indipendenti, freelance o quasi, che lavorano con un sostegno minimo di alcune associazioni, sono arrivati in Siria a loro spese, scegliendo di preferenza hotel da una o due stelle; mentre, al contrario, i giornalisti in linea – per convinzione o per denaro – con un certo pensiero propagandistico (tipo quello di al-Jazeera, per intenderci) alloggiano in noti hotel 5 stelle o anche oltre, come il Four Season o lo Sheraton, alcuni noleggiano anche l'auto con autista, etc. Due modi di intendere il Paese, due modi di conoscerlo, due modi opposti di viverlo.

Ad esempio, i giornalisti tedeschi che sono con me in queste settimane, in 10 giorni in Siria hanno speso quanto un giornalista embedded in una giornata!
La scorsa settimana ci è stata concessa l'autorizzazione di visitare Homs.

Per prima cosa abbiamo incontrato il governatore della città, Ahmad Munir Mohammed, nel suo ufficio. Al nostro arrivo lo abbiamo sorpreso mentre si trovava in riunione con alcuni cittadini che esponevano le loro esigenze più varie.
Abbiamo avuto modo di osservare come il governatorato si stia adoperando per fornire servizi e opportunità di lavoro con particolare riguardo alle famiglie dei martiri, dei feriti e dei rapiti. Poi ci siamo addentrati nelle vie della città.
Mi ha fatto piacere notare nel giornalista tedesco le differenti reazioni man mano che ci spostavamo: era stranito, quasi scioccato, per la sensazione di calma che si percepiva in città. Una tranquillità per molti versi in contrasto con quanto raccontato dai media su Homs......

l' articolo integrale al link:

http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=980


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marcopa
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Su Rainews24, poco prima delle 17, un giornalista di origine araba presentato come appartenente alla redazione esteri della Rai ha affermato, intervistato dalla conduttrice, che i paesi Nato devono dare una appoggio maggiore alla Turchia affinche' l' esercito di questo paese possa entrare ,ovviamente con le armi,in Siria.

I Turchi dovrebbero aiutare i "ribelli" perche' il loro paese (la Turchia) "non ce la fa piu'", essendo troppo coinvolto e in difficolta' per il conflitto siriano.

Quindi, se ho capito bene, un giornalista Rai esprime una opinione a favore di una invasione della Siria da parte della Turchia. Questo paese fa parte della Nato, quindi un suo coinvolgimento nel conflitto potrebbe interessare direttamente anche l' Italia.

Questo giornalista e' andato oltre la sua liberta' di opinione. Cerchero' la trasmissione e vorrei farla vedere a piu' persone possibile.

marcopa


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