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Tutti siamo teleSUR


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Laura Becquer Paseiro

Molteplici sono gli strumenti utilizzati per posizionare idee, da qualsiasi parte del mondo, in questi tempi di interconnessioni.
L'attentato, lo scorso gennaio, contro il settimanale satirico francese Charlie Hebdo, in cui perirono 12 persone, ha generato quasi un milione di commenti sul social network Twitter con l'etichetta #jesuischarlie con un impatto vicino a 1,5 miliardi di persone. Questo è stato certificato dalla società SocialBro che, con sede a Córdoba (Spagna meridionale), ha spiegato che l'etichetta ha generato un totale di 997470 commenti a livello mondiale, in un solo giorno. Gli utenti, di diverse latitudini, hanno mostrato i loro punti di vista sugli eventi attraverso la diffusione di immagini e lavori apparsi sul web sul tema.

Un altro caso recente è stato quello del canale multi-statale TeleSUR. Nuovamente i social network servirono da piattaforma perché milioni di persone esprimessero il loro giudizio su un particolare evento.

Tale mezzo di comunicazione, con sede a Caracas, era uno degli obiettivi del piano di tentativo di colpo di stato denunciato, il 12 febbraio, da parte delle autorità venezuelane. Il canale tv sarebbe stato bombardato con altre sedi di istituzioni ubicate in questa capitale.
Immediatamente, la direttrice del media, la giornalista colombiana Patricia Villegas, ha chiesto rispetto per la vita dei suoi quasi 800 lavoratori. L'etichetta #SomosGenteteleSUR fu il modo per mostrare il sostegno di fronte all'evento.

Consuelo Alvarez lavoratrice del media ha scritto, "perché il giornalismo è una professione impegnata nella verità e la lotta dei popoli". Nel frattempo, Sergio Rodrigo, un giornalista del canale che vive nel sud Europa ha commentato: "questo non è un lavoro, è un impegno, ogni giorno raccontiamo storie e rivendicazioni del dimenticati".

I corrispondenti Rolando Segura (Venezuela), Julio Cesar Mejias (Russia) e Thiare Valenzuela (Cile) si sono aggiunti alla campagna. La Direttrice della Comunicazione e produttrice audiovisiva, Helga Malave, ha riassunto in una frase i sentimenti dei suoi colleghi: "Io non sono un'antenna".

Quelle erano solo campioni degli stessi lavoratori del canale, che ancora una volta sentirono minacciate le loro vite. L'anno scorso durante le guarimbas (proteste violente) il canale è stato attaccato.

Perché Telesur?

Fin dalla sua creazione, il 24 luglio 2005, TeleSUR è diventato l' alternativa informativa dei popoli. Il multimedia regionale ha guadagnato uno spazio di credibilità e di riferimento in soli nove anni di esistenza. Il compito di posizionarsi nell'attuale voragine mediatica è una lotta uno contro uno con grandi corporazioni guidate da interessi informativi di parte e che rispondono al capitale.

Le lotte dell'America Latina e dei Caraibi e il ruolo dei popoli del Sud hanno una voce grazie agli sforzi congiunti di una grande squadra di professionisti della comunicazione e con una vasta rete di corrispondenti e collaboratori in tutto il mondo che consente, a questo canale, arrivare dove nessuno era mai giunto prima.

Il tentativo golpista contro il presidente Rafael Correa nel 2010, il golpe consumato contro l' hondureno Manuel Zelaya un anno prima, le coperture speciali per le elezioni presidenziali in diversi paesi, le rivolte in Libia, i funerali di stato del leader bolivariano, Hugo Chavez, e anche i dettagli della Coppa del Mondo in Brasile sono stati la prova del fuoco di questo media gestito dalla Nuova Televisione del Sud.

Ciò che all'inizio era meramente informativo, oggi si è andato ampliando verso programmi d'opinione a cui partecipano diversi esperti per discutere vari temi di interesse.


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