Pur non condividendo per niente i programi del nuovo presidente polacco, qualsiasi cosa che metta i bastoni fra le ruote della UE è ben venuta.
Naturalmente la sinistra è non pervenuta... Chi è causa del suo mal pianga sul cesso.
Polonia, il nazionalista Duda nuovo presidente della Repubblica
Il leader antieuropeista vince il ballottaggio con il 53 per cento dei voti
dal nostro inviato ANDREA TARQUINI
Andrzej Duda (reuters)
VARSAVIA - Shock orrendo per l'Europa dalla Polonia da cui partì la svolta democratica del 1989, quella della caduta del Muro e dell'"Impero del Male": stravincono i nazionalisti euroscettici, russofobi e carichi di tentazioni autoritarie in stile ungherese al secondo turno delle elezioni presidenziali, qui in uno dei 'big seven' dell'Unione europea (oltre a Polonia, Germania, Italia, Francia, Uk, Svezia, Spagna). Il giovane sfidante Andrzej Duda del PiS - diritto e giustizia, il partito oltranzista di Jarek Kaczynski - è il nuovo capo dello Stato: con il 53 per cento dei consensi, secondo i primi risultati, ha sconfitto il presidente in carica, Bronislaw Komorowski, esponente di PO (Piattaforma dei cittadini, i centristi liberal europeisti al governo dal 2007 e artefici del boom economico).
'Duda, Duda, Duda presidente', gridavano esaltati i supporters del vincitore al loro quartier generale, poi hanno intonato l'inno nazionale. Hanno vinto con slogan duri, dal no alla fecondazione in provetta all'appoggio della Chiesa reazionaria ostile a papa Francesco, fino alla macabra promessa del loro capo storico Kaczynski, 'portiamo Budapest a Varsavia', cioè imitiamo l'autoritarismo del premier-autocrate antieuropeo e filo-Putin magiaro Viktor Orbàn che ha svuotato la democrazia scippando ogni autonomia a media, corte costituzionale, giustizia, banca centrale. E hanno saputo, avvertono qui i commentatori e gli osservatori internazionali, cavalcare il malcontento dei giovani disoccupati, delle campagne, dei molti occupati precari, esclusi o marginalizzati dal boom economico. E non a caso soprattutto tra i giovani, col 60,8 per cento dei consensi, è stata forte la vittoria di Duda. Priva di una sinistra moderna e critica come sponda per progetti e idee sociali, la leadership liberal ha perso la simpatia del paese. Non solo nelle campagne influenzate dalla Chiesa iperconservatrice o reazionaria.
A metà ottobre si terranno qui a Varsavia le elezioni politiche, decisive perché il premier ha più poteri del capo dello Stato. Ma dopo otto anni di governo europeista di PO, una svolta a destra anche alle parlamentari, una vittoria del PiS che farebbe di Kaczynski o di un suo uomo il prossimo premier, appare inevitabile. Per l'Unione europea e la Nato, significherà la perdita di un partner e alleato del peso geopolitico, economico e militare superiore a quello della Spagna, nel mezzo delle grandi crisi dal confronto tra la Russia di Putin e il mondo libero all'emergenza migranti alla sfida del terrorismo. E la russofobia isterica dei nazionalisti polacchi potrà aumentare seriamente i rischi di confronto militare con Mosca.
"E'un cambiamento radicale, e sarà ancora più radicale se i nazionalisti vinceranno anche alle politiche", commentava in tv a caldo pochi minuti fa Adam Michnik, veterano della leadership laica di Solidarnosc e della rivoluzione non violenta dell'89 e padre di Gazeta Wyborcza, il primo e oggi maggiore media indipendente dell'ex impero sovietico. E aggiungeva: "Vedremo se allora la Polonia poi dopo sarà ancora, o invece no come temo, un paese democratico. Sento avanzare idee di ricette autoritarie, di una democrazia formale che poi diventa 'demokraturà e qualcosa a un passo dal regime autoritario... faccio appello al nuovo presidente perché rispetti la Costituzione, base della libertà per cui lottammo tanto a lungo". Dalle prossime ore, alla sfida dello Stato islamico a Palmira e alla paura di un default greco e di un'uscita volontaria britannica dalla Ue il dossier polacco si aggiunge agli incubi dell'Europa.
http://www.repubblica.it/esteri/2015/05/24/news/elezioni_polonia-115176908/
Sogno che gli antieuropeisti se ne vadano al più presto, a partire dall'Inghilterra.
"...l'autoritarismo del premier-autocrate antieuropeo e filo-Putin magiaro Viktor Orbàn che ha svuotato la democrazia scippando ogni autonomia [...] alla banca centrale..."
Questa è la migliore che sento da parecchio tempo a questa parte.
Non sapevo che su Repubblica avessero un così spiccato senso dell'humour.
Repetita iuvant:
Nell'ultimo rapporto Previsioni del decennio 2015-2025 di Stratfor, nel capitolo dedicato all'Europa:
“.... al centro della crescita economica e e della sua influenza politica ci sarà la Polonia….mentre la Germania subirà cambiamenti dolorosi nell’ambito economico e demografico, la Polonia diversificherà le sue relazioni commerciali per emergere come la potenza dominante nella regione strategica delle Pianure Europee del Nord. Inoltre ci si aspetta che la Polonia assuma la guida di una coalizione anti-russa che potrebbe includere la Romania entro la prima metà del decennio. Nella seconda metà del decennio questa alleanza giocherà un ruolo nel ridisegnare le regioni ai bordi della Russia attraverso strumenti formali ed informali. Alla fine, mentre la Russia si indebolisce, questa alleanza potrebbe influenzare in modo dominante sia la Bielorussia che l’Ucraina e anche regioni ancora più ad est …. La Polonia beneficerà dell’alleanza strategica degli USA . Tutte le volte che la potenza globale dominante entra in relazione con un partner strategico, è nell’interesse della potenza globale rendere il partner il più economicamente vigoroso sia per stabilizzare la società che per renderlo capace di costruirsi una forza militare. La Polonia sarà in questa posizione con gli USA così come la Romania. Washington ha reso evidenti i suoi interessi nella regione.”
Questo Duda è un clerical-fascista. Potrebbe significare anche una rinuncia ad entrare nell'euro da parte della Polonia, che furbescamente finora sta sfruttando i vantaggi dell'EU, evitandone le trappole come l'euro. Però alla fine dovranno decidere dentro o fuori, magari con un referendum. Per il resto, credo che sulla politica estera non cambierà nulla, questi sono ancora più russofobi dei predecessori, per cui il nemico da battere è sempre e più di prima la Russia.
Stanno facendo un doppio gioco economico e politico, vediamo dove andranno a parare.
Sogno che gli antieuropeisti se ne vadano al più presto, a partire dall'Inghilterra.
La perfida Albione non se ne andrà mai. Ha i vantaggi dell'appartenere alla EU senza gli svantaggi dell'Euro. Usa il referendum come minaccia......
Sogno che gli antieuropeisti se ne vadano al più presto, a partire dall'Inghilterra.
i pro eu sono invece migliori?
" Per l'Unione europea e la Nato, significherà la perdita di un partner e alleato del peso geopolitico, economico e militare superiore a quello della Spagna, nel mezzo delle grandi crisi dal confronto tra la Russia di Putin e il mondo libero all'emergenza migranti alla sfida del terrorismo".
in queste parole si sente aleggiare lo spirito di Scalfari, che aspira a divenire Padre dell'Europa, padrino del mondo libero, grande dell'universo.