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Uriel Fanelli & democrazia


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Interessante intervista (a cura di Raffaele De Sandro Salvati di Democrazia in Movimento) ad Uriel Fanelli sull'argomento Democrazia.

“… quando nacqui ero molto giovane…”

Uriel Fanelli, 42 anni. Laureato in Matematica a Bologna, è consulente come architetto di sistema per il mondo telco. Vive in Germania, ad Erkrath, dopo essere emigrato, circa 6 anni fa. Attualmente si occupa di backbones SDH e signaling SIGTRAN M2M (machine to machine).

È titolare del blog www.keinpfusch.net

“…mi piace scrivere di fantascienza, il giardinaggio e nel tempo libero... uhm. Quale tempo libero?”

Ringraziamo Uriel Fanelli per aver accettato il nostro invito con l’auspicio che da questa intervista nasca una discussione costruttiva per tutti.

Chi sono i lettori del suo blog Keinpfusch.net?

So che questa risposta vi deluderà, ma la quantità di lettori di KeinPfusch ha superato i 290.000 lettori a settimana, ben oltre quello che immaginavo. Non so di preciso chi sia il lettore, nel senso che non ne ho un identikit preciso. L’unica costante, che vedo riportata nelle richieste di iscrizione al forum delle discussioni, è che “non la penso come te, ma mi piace leggere il blog”. Credo di poter dire che il mio blog è letto da gente che non la pensa come me. Dal mio punto di vista questo è un complimento, anche se il mio punto di vista è quello di una persona che per Hobby scrive libri di fantascienza, che ama scrivere le proprie idee, e che tiene un blog per diletto. Non saprei dire se dovendo formare un movimento politico una simile base di lettori sia quella giusta, per fare un esempio. Posso dire ci sono molti “hard scientists”, per via del taglio scientifico che alcune discussioni implicano, molti appassionati di informatica, che attiro per via del mio lavoro e del mio punto di vista “professionalmente deformato” sulle cose. Ci sono pochi fanatici politici, o meglio quelli di solito vengono cacciati dal forum – non reggo i fondamentalisti! – per cui se leggono leggono in silenzio e non so stimarne il numero.

È possibile attuare la democrazia all'interno di un movimento politico o è meglio "l'uomo solo al comando"?

La risposta matematica alla questione è che i teoremi di Arrow prima e Sen dopo hanno dimostrato come non sia possibile attuare alcuna cosa come la “Democrazia” in generale. Almeno, non rispettando con assoluta precisione formale tutte le aspettative che normalmente si associano al termine.

È possibile però attuare giochi (si tratta di teoremi relativi alla teoria dei giochi) molto simili alla democrazia. “Quanto” simili alla democrazia è proprio il punto.

A che cosa rinunciare? Abbiamo diverse scelte:

Universalità (o dominio non ristretto): la funzione di scelta sociale dovrebbe creare un ordinamento delle preferenze sociali deterministico e completo, a partire da qualsiasi insieme iniziale di preferenze individuali;

Non imposizione (o sovranità del cittadino): qualsiasi possibile preferenza sociale deve essere raggiungibile a partire da un appropriato insieme di preferenze individuali (ogni risultato deve poter essere raggiunto in qualche maniera);

Non dittatorialità: la funzione di scelta sociale non deve semplicemente seguire l'ordinamento delle preferenze di un individuo o un sottoinsieme di individui, al contempo ignorando le preferenze degli altri;

Monotonicità, o associazione positiva tra i valori individuali e sociali: se un individuo modifica il proprio ordinamento di preferenze promuovendo una data opzione, la funzione di scelta sociale deve promuovere tale opzione o restare invariata, ma non può assegnare a tale opzione una preferenza minore (nessun individuo dovrebbe essere in grado di esprimersi contro un'opzione assegnandole una preferenza maggiore);

Indipendenza dalle alternative irrilevanti: se si confina l'attenzione ad un sottoinsieme di opzioni, e la funzione di scelta sociale è applicata ad esse soltanto, il risultato deve essere compatibile con il caso in cui la funzione di scelta sociale è applicata all'intero set di alternative possibili.

Le scelte che dominano normalmente la scena sono l’attenuazione della non imposizione (si vietano alcune opzioni, come per esempio fa la costituzione antifascista vietando il fascismo, o imponendo alcuni diritti come irrinunciabili), ed è frequente anche la dittatorialità, per esempio quando un piccolo partito blocca una decisione (paradosso di Condorcet). Ci sono anche altre scelte, come per esempio andare contro la monotonicità (il voto che non piace viene definito “di protesta” e valutato meno) dicendo che l’opinione di alcuni valga meno dell’opinione di altri , o meglio che una opinione valga in sè meno delle altre (quando si grida al populismo, per esempio). Ad Atene, dopo le riforme timocratiche di Solone, esisteva una limitazione dell’universalità; di solito nota come “suffragio universale”: il sistema era timocratico, votavano solo i più ricchi, circa l’1 per mille della popolazione in pratica. In definitiva per far funzionare una democrazia qualcuno di questi assiomi va contraddetto, altrimenti la democrazia si ferma nei paradossi. È dimostrato matematicamente, per cui non c’è niente da discutere. La democrazia è utopia, ma cose simili alla democrazia possono esistere. L’uomo solo al comando ha tutti i difetti delle strutture piramidali: i problemi possono diventare più complessi a piacimento, il capo non può diventare più intelligente a piacimento.

È giusto definire il MoVimento 5 Stelle un “movimento democratico" quando a decidere è in buona sostanza il vertice?

Come ho scritto, nessun movimento è davvero democratico, e la democrazia in sè non può esistere in un sistema ben funzionante. A quel punto rimane da chiarire quanto distante dalla democrazia sia un movimento. Bisogna capire quindi quale assioma sia più importante. L’universalità oggi è considerata irrinunciabile, quindi l’espulsione di qualcuno dal corpo elettorale (di un partito o di uno stato) è considerata più “barbara” della mancanza di sovranità del cittadino, perchè si crede che sia più importante partecipare che determinare la scelta. Si pensa cioè che status di cittadino quasi ininfluente – ma partecipante – sia preferibile allo status di ostracizzato. Di conseguenza, sono pronto a scommettere che chi la pensa come il capo si ritiene rappresentato dal capo, a differenza di chi non la pensa come il capo. Nei partiti più vicini alla democrazia questa è una situazione normale. Nel movimento di Grillo si preferisce rinunciare l’universalità: chi aderisce si sente sempre rappresentato, altrimenti non gli è concesso aderire. Si tratta di scelte, che saranno considerate buone solo finchè vincenti sul piano elettorale. Per ora vincono, ma è un movimento politico estremamente giovane. In breve, è un movimento distante dalla democrazia perchè espelle parte corpo elettorale. Ma ci sono tanti modi di essere distanti, alcuni sono arbitrariamente accettati, ed altri no.

Qual è la sua idea di fattibilità della Democrazia Diretta in Italia e cosa si dovrebbe fare per poterla realizzare?

Occorrerebbe prima di tutto un luogo di dibattito moderato. Per moderato intendo che la discussione dovrebbe essere possibile, evitando comportamenti che la rendano impossibile. Il guaio è che così facendo stiamo venendo meno ad alcuni principi democratici, perchè dovremo escludere alcuni dal disturbare gli altri. Ho esaminato, e per curiosità professionale installato, la piattaforma “LiquidFeedback” su una mia istanza EC2. Onestamente, non manderei online Liquid Feedback nel luogo in cui lavoro su milioni di utenti, perchè non la ritengo pronta per un ambiente di produzione. È un buon tentativo e introduce idee interessanti, ma a parte questioni tecniche ci sono a
nche idee strampalate, come il voto palese di tutti. Si tratta di un errore che in Italia ha già portato il fascismo: oggi, immaginate soltanto cosa succederebbe se in un’azienda che ha dieci precari, il capo potesse sapere che non hanno votato come voleva lui. Il capo potrebbe costringere i precari a votare come vuole. Quindi direi di no, per ora non vedo strumenti informatici che siano sia pronti per un ambiente di produzione che pronti ad affrontare i problemi classici della democrazia, come il voto di scambio, il voto coatto, eccetera.

Infine, le rivolgiamo la stessa domanda formulata a Dario Rinco, esperto di Democrazia Diretta: Strutture di democrazia, quanto si può chiedere in partecipazione agli italiani?

Negli ultimi anni, il popolo italiano si comporta come una massa, ovvero di fronte a qualsiasi cosa reagisce formando due fazioni, una ferocemente contraria ed una ferocemente a favore. Questo fa sì che la partecipazione sia legata all’adesione emotiva ed irrazionale degli individui. Si va da gente che vota perchè odia Berlusconi a gente che vota perchè ha paura dei comunisti. A parte le motivazioni nel merito, nel metodo paura ed odio sono due sentimenti forti che non parlano di razionalità. Tuttavia, questa è la cifra della partecipazione in Italia: 20.000 persone vanno a votare per eleggere i loro rappresentanti online accontentandosi di presentazioni di pochi minuti, inadatte persino al colloquio per un lavoro precario, (l’esperimento di Grillo, nonostante i palesi limiti professionali di Casaleggio, rimane interessante), ma 8 milioni votano poi ascoltando Grillo che ruggisce in piazza: è chiaro che sino a quando la partecipazione non torna ad essere tale, anzichè essere una forma di tifoseria calcistica senza stadio, il valore della partecipazione sarà basso. Rinunciabilissima. Per fare un esempio, possiamo discutere di politica estera serenamente quanto vogliamo, anche dissentendo, ma se la partecipazione è “gli indiani puzzano” e “viva i Marò”, si potrebbe anche fare a meno del dibattito e lasciare che il capo decida. Meglio un capo che forse è un cretino di una massa che lo è sicuramente.

Le domande rivolte all’intervistato sono state selezionate da tutti gli iscritti e simpatizzanti di Democrazia in Movimento attraverso scambio di opinioni e votazione finale.

ndr: Democrazia in Movimento si dissocia nettamente da alcune terminologie a sfondo razzista contenuti negli ultimi post pubblicati da Uriel Fanelli sul suo blog.

http://www.democraziainmovimento.it/index.php
http://www.democraziainmovimento.it/99-interviste/136-intervista-a-uriel-fanelli


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