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Verso l'insurrezione europea


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Verso l'insurrezione europea

Mercoledì 22 Giugno 2011 14:07
Franco Berardi Bifo

Primavera 2011: l’Europa è sull’orlo della catastrofe, perché il dogmatismo neoliberista impone il diktat della classe finanziaria sugli interessi della società.
Che succederà nei prossimi mesi, nei prossimi anni? In Italia siamo a tal punto (comprensibilmente) concentrati sull’inverosimile pagliacciata che non smette di srotolarsi sotto i nostri occhi che rischiamo di pensare che il nemico della società è Silvio Berlusconi, e una volta rimosso il gaglioffo tutto filerà decentemente. La realtà è molto diversa. Il centrosinistra, quando mai riuscisse a vincere le prossime elezioni, sarà lo strumento più acuminato nelle mani della classe finanziaria per portare a termine il crimine che si sta commettendo contro la civiltà sociale.
E’ la Banca centrale il nemico della società. E’ il dogmatismo neoliberista che sta provocando una catastrofe senza precedenti.

Nel 1933 Julien Benda, nel suo Discours à la nation européenne scrive queste parole :
“Voi farete l’Europa grazie a quello che direte non a quello che sarete. Europa sarà un prodotto della vostra mene, non un prodotto del vostro essere. E se mi rispondete che non credete all’autonomia della mente, che la vostra mente non può essere altro che un aspetto del vostro essere, allora vi dichiaro che non farete mai l’Europa. Perché non c’è un essere europeo.”

Benda dice che non c’è un’identità europea: né identità etnica, né identità religiosa, né identità nazionale. Questa è la forza e la bellezza del progetto europeo. Dice che Europa può essere solo il prodotto della nostra mente. Vorrei aggiungere: un prodotto della nostra immaginazione. E il problema d’Europa oggi è esattamente qui: la classe dirigente europea, e anche la intelligentzia europea, se qualcosa di questo genere ancora esiste, ha perduto ogni visione, ogni immaginazione del futuro, e è solo capace di riaffermare i vecchi dogmi fallimentari dell’accumulazione capitalista e della crescita economica obbligatoria e del profitto finanziario. Questo sta conducendo chiaramente la società europea verso la catastrofe.

Cosa è stata Europa nel secolo passato? Come Benda ha previsto, è stato il prodotto di una visione. Nel 1945 Europa fu la visione di una costruzione politica che superava la opposizione filosofica di Illuminismo e romanticismo, la opposizione di Ragione universale e identità culturale. Era la visione e il sogno di un mondo di pace, il sogno di un processo post-nazionale. Questa fu la forza e l’attrattiva dell’idea europea.
Poi, negli anni ’70 e ’80 Europa fu il progetto di superare l’opposizione tra Est e Ovest, tra socialismo e valori democratici. Fu anche l’aspettativa di prosperità per tutti. Il sollevamento dell’89 e la successiva unificazione fu la realizzazione di quel sogno europeo.
La prosperità è stata il piano di identificazione comune dei vecchi e dei nuovi cittadini europei. Ma quando il declino del dominio occidentale sull’economia mondiale ha cominciato a mettere in discussione la prosperità europea che ne è stato delle aspettative politiche europee? Europa, una volta vista come il simbolo della speranza e come un oggetto di desiderio da molti popoli, improvvisamente si è trasformata in un simbolo di oppressione economica e nell’alfiere dell’impoverimento.
In un articolo pubblicato sul New York Times quando la crisi europea era appena esplosa, Roger Cohen osserva che quel che è più inquietante nella situazione non è tanto la prospettiva di un collasso finanziario, quanto nella assenza di visione nelle parole dei leader europei. Quel che sono capaci di ripetere è solo che bisogna rispettare i criteri di Maastricht, che bisogna pagare i debiti e che le banche debbono essere protette alle spese dei salari e delle pensioni e dell’educazione pubblica.

Visione o governance
Dove si trova il pensiero creativo nello spazio europeo del nostro tempo? Dove sono i pensatori i poeti i creatori che possano produrre la visione e l’immaginazione che secondo Julien Benda è il prerequisito vitale d’Europa?
I pensatori sono una specie in Europa estinta. Il conformismo e il dogmatismo sono le fattezze prevalenti del discorso pubblico. Negli anni ’70 la filosofia francese fu capace di prefigurare l’evoluzione del capitalismo neoliberista e la costruzione del controllo biopolitico sulla vita sociale. Ma l’ultima generazione, quella degli ex stalino-maoisti diventati apologeti della democrazia di mercato, è incapace di pensiero creativo. E’ una generazione di pentiti e cinici.
Europa ha bisogno di pensiero non di dogmatismo servile.
Jurgen Habermas ha saputo qualche anno fa dare un contributo che era fondato sulla generosa idea che la comunicazione sia uno spazio di dialogo aperto e una forza per la democrazia. Ma l’esperienza italiana degli ultimi tre decenni ha abbondantemente provato il contrario.
Niklas Luhmann ha saputo concettualizzare la forma attuale della realtà europea, rivelando in maniera realistica che il governo democratico è stato sostituito dalla tecnocrazia e dalla governance. Qual è il significato di questa parola, usata spesso come una magica formula esoterica, enfatizzata ma non spiegata? Definire la governance come un potere fondato su informazione senza significato.
Governance è la parola chiave della costruzione europea: pura funzionalità senza intenzione. Automazione del pensiero e della volontà. Incorporazione di astratte connessioni nella relazione tra organismi viventi. Sottomissione tecnica delle scelte alla concatenazione logica.
Europa è la perfetta costruzione postmoderna in cui il potere è incarnato da strumenti tecno linguistici di interconnessione e interoperatività.

L’entità europea è stata concepita fin dall’inizio come una possibilità di superamento delle passioni: nazionalismo ideologia passioni culturali, pericolosi segni di appartenenza. Questo è stato il contributo positivo dì Europa all’evoluzione della storia politica, ma questo spazio vuoto di identità è stato riempito dall’assolutismo del dogma economico.
La governance è la sostituzione della democrazia e della volontà politica con un sistema di tecniche automatiche che costringono la realtà dentro un contesto logico che non si può mettere in discussione. Stabilità finanziaria, competitività, riduzione del costo del lavoro, aumento della produttività: l’architettura sistemica dell’Unione è fondata su questi fondamenti dogmatici che non si possono mettere in questione perché sono incorporati nel funzionamento dei sotto sistemi tecnici di gestione. Nessuna enunciazione o azione è operativa se non è compatibile con le regole incorporate dei dispositivi tecno linguistici di scambio.

Insurrezione europea autonomia del cognitariato precario
Finora nessuno ha messo in questione la costruzione dogmatica e l’ideologia della governance, dato che la prosperità sostituiva bene la democrazia. Ma ora la situazione sembra pericolosamente volgere verso il crollo e se l’Europa cade allora le porte della violenza e del nazional populismo sono apertissime.

Dato che Europa non è una democrazia e le decisioni non sono mai prese da un organismo democraticamente eletto, che può accadere nei prossimi mesi e anni? Il Parlamento europeo è un luogo puramente simbolico, e non ha alcuna influenza sulle decisioni della Banca centrale che è il solo reale decisore (o meglio, l’interprete delle regole monetariste incorporate nella macchine di governance finanziaria). Di conseguenza la sola maniera di fermare la corsa verso l’abisso è l’insurrezione. Solo l’insurrezione europea può disperdere la nebbia e i miasmi della recessione della violenza, dell’impoverimento e del fascismo, e aprire una nuova storia che è a portata di mano.

La
nuova storia è fondata sulla liberazione della potenza dell’intelletto generale, le potenze della ricerca dell’innovazione tecnica, della creazione scientifica. Reddito di cittadinanza, redistribuzione della ricchezza, espropriazione delle risorse accaparrate dalle corporazioni finanziarie sono la premessa di quella liberazione.
A questo punto cominciamo anche a correggere un certo idealismo e volontarismo che si può trovare nelle parole di Julien Benda, quando dice che Europa sarà solo la costruzione della nostra mente. Ora sappiamo che la mente non è qualcosa che appartiene all’individuo isolato, qualcosa che agisce in uno spazio astratto. La mente è la rete del lavoro cognitivo: intelletto generale, nucleo della produzione sociale.

Il lavoro intellettuale è sotto attacco, e il capitalismo finanziario sta cercando di disattivare la forza di milioni e milioni di cognitari che sono la vera risorsa d’Europa. I popoli europei stanno andando verso la insurrezione. Solo chi è obnubilato dal dogmatismo può non vederlo. Quel che è accaduto a Londra e a Roma nel dicembre 2010, quel che è accaduto in Spagna nel maggio 2011, quel che accade ogni giorno in Grecia è solo l’inizio di un’onda che si espande e inevitabilmente si radicalizzerà.
Il nostro compito non è organizzare l’insurrezione. L’insurrezione è nelle cose.
Il nostro compito è suscitare la coscienza dei precari cognitivi, organizzare la loro collaborazione politica e intellettuale, rendere possibile l’autonomia della loro attività al di fuori delle regole del mercato.
Per questo dobbiamo mobilitare risorse: denaro, spazi, strumenti tecnici.
L’insurrezione è il processo che darà al cognitariato precario la forza per ottenere quel che gli è necessario.

Fonte: http://www.looponline.info/index.php/component/content/article/583-verso-linsurrezione-europea


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buran
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Articolo di lancio della parola "cognitariato"


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hylly
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Si, la gente a forza di sentire programmi e politici e di vedere come gira il mondo, ne ha le tasche piene, questo non e' la vita dei piu' che vogliono, e il prezzo di questa schivitu' forzata, non e' degna di quello che si considera stato che tutela la vita stessa, degna, semplice e vivibile.

Invece di programmare primavere arabe, gli europei e tutto il mondo, dovrebbe programmare una primavera contro tutto questo, ed eliminare personaggi, poteri, e organismi, e creare un mondo nuovo.
Questa e' la verita' e la vera azione da fare.
Non c'e' rimedio diverso.

Liberi da una concezione mentale di questo uomo moderno ma demente.

Ogni risorsa e' del mondo, e la deve usare per vivere, e non per per complicarsi l' eistenza. Poco di tutto quanto basta.
Il rimanente, non si puo', ne di concetto ne di fatto.


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hylly
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Post: 13
 

Quando l' uomo ha una casa e del cibo e dei vestiti, il rimanente e' subdolo.
Ha ancora da coltivare etica, educazione, espressione, comprensione, vita,
semplicita', l' uomo di oggi, cosi allevato da allevamento selettivo e interattivo.
Dov'e' il tempo libero affinche' vivi la dimensione naturale, e non la adulteri o la vedi come oggetto da manipolare e da vendere e distruggere?
Dov'e' la dimensone di quando guardi una persona nelgi occhi, e ti senti parlare del tutto nel poco?
Questo lo abbiamo dimenticato, se mai l' avessimo avuto.
E non e' poco. E' esenziale, e' vitale.
E' la cosa per cui potrai dire che sei esistito.


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dana74
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son d'accordo hylly.COme con buona parte dell'articolo ma che intende per:

"Ma ora la situazione sembra pericolosamente volgere verso il crollo e se l’Europa cade allora le porte della violenza e del nazional populismo sono apertissime."

Chi diche che se crolla l'Europa si accenda una spirare di violenza dettata dal nazional populismo?

In europa sta avanzando l'idea di ritornare alla propria moneta, non di combattersi tra nazioni!
Mah.
Prima tra le premesse diceva che da una parte la "cancellazione" delle identità nazionali era una cosa buona ma ha lasciato un vuoto.

Guarda che ci si può sentire a posto ad essere italiani, francesi, tedeschi e inglesi senza buttarsi bombe addosso eh.
Proprio la cancellazione delle identità nazionali (che stranamente sono da tutelare e proteggere ed esaltare per certe etnie che sò tipo curdi etc ma se riguarda le nazioni europee è unsacrilegio, vai a capire perché) sta alla base dell'imposizione del diktat DEL PENSIERO UNICO del consumatore unico, decisamente più pericoloso che sentirsi appartenente ad una comunità con valori diversi dalla comunità accanto.


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terzaposizione
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1210 paperoni detengono 4milae500miliardi, pari a quanto possiedono 4miliardi di umani.Mi domando : se io fossi uno dei 1210 sarei un filantropo benefattore dell'Umanità o un cinico mandante del kaos globale?


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Affus
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fino a quando saranno i banchieri o i politici a dirci come si deve vivere non si andrà da nessuna parte .


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hylly
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son d'accordo hylly.COme con buona parte dell'articolo ma che intende per:

"Ma ora la situazione sembra pericolosamente volgere verso il crollo e se l’Europa cade allora le porte della violenza e del nazional populismo sono apertissime."

Chi diche che se crolla l'Europa si accenda una spirare di violenza dettata dal nazional populismo?

In europa sta avanzando l'idea di ritornare alla propria moneta, non di combattersi tra nazioni!
Mah.
Prima tra le premesse diceva che da una parte la "cancellazione" delle identità nazionali era una cosa buona ma ha lasciato un vuoto.

Guarda che ci si può sentire a posto ad essere italiani, francesi, tedeschi e inglesi senza buttarsi bombe addosso eh.
Proprio la cancellazione delle identità nazionali (che stranamente sono da tutelare e proteggere ed esaltare per certe etnie che sò tipo curdi etc ma se riguarda le nazioni europee è unsacrilegio, vai a capire perché) sta alla base dell'imposizione del diktat DEL PENSIERO UNICO del consumatore unico, decisamente più pericoloso che sentirsi appartenente ad una comunità con valori diversi dalla comunità accanto.

Come si fa a tornare alla prorpia moneta come europa quando si e' dipendenti dal mondo intero, e l' europa non si isola come continente.

Come si fa a tornare a una prorpia moneta nazionale, senza tener conto che con la mentalita' che abbiamo, l' altro stato rimane un concorrente,
e che la logica dell' umano e' non farsi sopraffare dall' altro ma di attingergli danaro e potere e di misurarsi in economie e in produzioni?
E come produci se se i dipendente da altri e non ti aggreghi a politiche monete affari ecc ecc?

Se gli usa cadranno, o l' europa fara' un crak, o l' economia e la destabilizzazione mondiale e sociale si fa vedere, voglio vedere da subito, come la tentata chiusura delle frontiere francesi-clandestini, che misure prenderanno i paesi, e che effetto domino si avra'.
Voglio vedere dove sono i nomi italiani francesi tedeschi ecc ecc,
quando saranno le etnie o razze le prime a sostenersi o ad andarsi contro, nell' escalecion di farsi muro per crisi e dissesti vari.

Ora, gli americani sono a casa loro, gli eurpei sono qui, e vediamo che italiani ci sono o saranno, come daltr' onde gli altri paesi.

Vorrei vedere i francesi con i loro emmigrati o nazionalizzati di colore,
i tedeschi con il loro senso patriottico, e cosi via discorrendo.

Se l' europa gestisce una politica reale a come la sappiamo,
e abbiamo degli auropei, che sgaloppano e tacciono,
non solo sono sicuro di che razza sia chi comanda, ma anche di che razza sia l' uomo, al di la di dove e'.

Se taccio la fame ( ed e' da quando sono nato che esiste) se taccio le guerre, le tasse per sperperi, se taccio il frastuono di questo modo di vivere, il deterioramento della qualita' della vita in tutti i sensi,
se taccio l' occulta ingnoranza e violenza che c'e' dentro l' essere umano,
vorrei vedere quando c'e' da esprimersi dopo il risveglio sonnaccioso del benessere d' allevamento dovendosi trovare in picchiata per la sopravvivenza.

Non cambiamo ora avendone le possibilita', anzi, le usiamo per non cambiare, figuriamoci quando si manifestara' quello che di vero c'e' in una societa'.

Ma... avete mai sondato le menti e le persone per vedere vuoti alti o bassi come sono? Da rabbrividire.
O usi uno standard, o se usi un proprio, ogni entita' ha la sua guerra da sfogare.


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