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«La terra trema» In Basilicata sciame record: 1.119 scosse


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di PINO PERCIANTE
MARATEA (POTENZA) - Non solo in Emilia, la terra trema anche nel meridione ed in particolare nell’area sud della Basilicata, vicino alla Calabria dove dopo lo sciame sismico che da due anni interessa il Pollino ieri si è avuta uno scossa di terremoto a Maratea. Sono le 5.16 quando la terra inizia a tremare infondendo panico nella popolazione della cittadina tirrenica. La magnitudo della scossa è di 3.0.

«Mi sono svegliato di soprassalto, il letto si muoveva. In un primo momento non ho capito che cosa stesse effettivamente accadendo poi quando mi sono reso conto che era il terremoto preso dal panico sono uscito in strada”. È la testimonianza di un abitante di Maratea. Come lui, altre decine di persone si sono riversate in strada per paura di una scossa più forte. La scuola media «Casimiro Gennari» è rimasta deserta. Gli alunni in preda ad un evidente panico hanno disertato le lezioni. Comunque l’edificio scolastico che si trova nella centrale Piazza Europa, a quanto pare, non ha subito danni dopo il sisma di ieri mattina tanto che oggi le lezioni si dovrebbero tenere regolarmente. Chiuse, invece, a scopo precauzionale, le materne di Porto scalo e di San Basile che si trovano in edifici vecchi e devono essere sottoposti ad ulteriori verifiche.

Alla scossa di magnitudo 3.0 è seguita una replica di minore intensità. Infatti, la magnitudo di questa seconda scossa è stata di 1.0 e si è verificata alle 5.33. L’epicentro di entrambe le scosse è stato localizzato al largo della costa compresa tra Basilicata e Campania, a 8, 7 chilometri di profondità, nel golfo di Policastro. I paesi dove il sisma è stato più avvertito sono quelli salernitani di Ispani, San Giovanni a Piro e Sapri, e Maratea.
La preoccupazione maggiore per le popolazioni della zona è dovuta alla presenza, al largo del litorale calabro – lucano, di due vulcani marini denominati «Palinuro» e «Marsili». Al momento, tuttavia, sarebbe da escludere un collegamento perché non si è registrato, fino ad ora, una sequenza sismica in prossimità dei due vulcani.

Contemporaneamente la terra ha continuato a tremare anche sul Pollino. La punta più alta dello sciame sismico in atto da due anni nell’area compresa tra Basilicata e Calabria si è avuta nella notte tra domenica e lunedì scorsi quando è stata registrata una scossa di magnitudo 4.3. Il conto della giornata di ieri ammonta a sette scosse. La più forte di magnitudo 2.6 è stata registrata alle 13.03 ed ha avuto ipocentro ad 8,3 km di profondità ed epicentro in prossimità dei comuni cosentini di Morano e San Basile, e di Viggianello in Basilicata. In quest’ultimo comune a causa delle numerose scosse di questi giorni sono caduti alcuni pezzi di cornicione sia all’interno che all’esterno della chiesa di San Francesco sulla quale si è appuntata l’attenzione degli organi tecnici comunali che, per precauzione, ne hanno sconsigliato la frequentazione. Anche nella chiesa madre, a quanto pare, sono state rilevate lesioni alle arcate del lato sinistro, anche se non tali da pregiudicarne l’agibilità.

Al momento sarebbe da escludere un collegamento tra i fenomeni in atto sul Pollino e quello verificatosi a Maratea, malgrado la distanza che divide le due aree sia alquanto Nelle popolazioni interessate c’è una diffusa preoccupazione, anche sull’onda emotiva di quanto è accaduto e sta accadendo in Emilia e soprattutto per le previsioni che parlano di un terremoto catastrofico che potrebbe colpire il meridione d’Italia da qui a due anni al massimo. Il presidente dell’Istituto nazionale di geofisica, Stefano Gresta, ribadisce che è difficile fare previsioni. Aggiunge che, a suo avviso, le previsioni contano poco. «Bisogna intervenire soprattutto sul piano della prevenzione. Le Regioni hanno gli strumenti per farlo. Presupposto essenziale per difendersi da questo tipo di eventi è proprio la prevenzione, come in tutti i paesi più avveduti».

Per il presidente dell’Ingv è difficile fare previsioni sulla portata dello sciame sismico sul Pollino e se prelude a fenomeni di maggiore intensità. La sequenza sismica che sta interessando il Pollino ha avuto inizio due anni fa, esattamente nell’autunno del 2010. Da quel momento e fino al 27 maggio scorso, nella zona di confine tra Calabria e Basilicata, si sono verificate 1.119 scosse a cui ora vanno aggiunte le nuove che ammontano ad una settantina circa.

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=523978&IDCategoria=12


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