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90 F-35 come previsto,ma per 6 miliardi invece di 12 ?


marcopa
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Avanti sui tagli agli F35

La riduzione di spesa per gli F35 potrebbe portare denaro utile al Disegno di economia e finanza. È soprattutto grazie al lavoro del sottosegretario al governo Graziano Del Rio e del vicesegretario del Pd se l'ipotesi di tagliare le spese per i 90 F35 che l'Italia ha commissionato agli Stati Uniti diventerà realtà. Il documento che hanno sottoposto ai deputati democrat sembra aver raccolto consensic sufficienti a fare in modo che il testo sia votato dalla Commissione Difesa alla Camera già ai primi di maggio.

In sostanza il provvedimento prevede l'abbattimento della cifra che l'Italia spenderebbe, e non il numero di aerei che acquisterebbe. La spesa scenderebbe quindi da 12 a 6 miliardi di euro. Una proposta salutata con favore anche fuori dal partito di maggioranza. Ieri il leader Udc Pier Ferdinando Casini ha detto: «Credo che il governo faccia bene ad alleggerire la spesa per gli F35».

(Metro)

http://www.metronews.it/master.php?pagina=notizia.php&id_notizia=20805

Il Manifesto cartaceo invece pubblica un articolo:

Indiscrezioni/Riduzione anche per il programma degli F-35
TUTTI I TAGLI PER FINANZIARE IL BONUS ELETTORALE: SI COMINCIA DALLA SANITA?

Ma l' articolo riguardo agli F-35 scrive solo:

..."Sarebbe previsto un risparmio anche sul programma degli F-35"....

In compenso il pezzo è arricchito da una piccola foto di areo militare.

Per impegni in questi giorni ho seguito poco i media,

Vedrò di capire meglio in questi giorni,

ma solo questi due articoli mi sembrano assolutamente grotteschi. Si da credito a tutti gli annunci di Renzi senza verificare quali reali azioni sono state predisposte.


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marcopa
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F35: IL GOVERNO STUDIA TAGLI ALLA DIFESA AL 50% ANCHE PER I CACCIA USA. A MAGGIO IL VOTO IN PARLAMENTO –

HUFFINGTONPOST.IT

F35: Il governo studia tagli alla Difesa al 50% anche per i caccia Usa. A maggio il voto in Parlamento – di - Angela Mauro - [email protected]
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Non se ne parlava più dal giorno della visita del presidente degli Stati Uniti Barack Obama a Roma, il 27 marzo scorso. Nel colloquio con l’interlocutore americano, Matteo Renzi non scese nel dettaglio dei piani dei tagli alla difesa che il governo in fondo non ha mai escluso dall’orizzonte dei suoi piani economici. Men che meno, Obama e il premier italiano parlarono dei 90 F-35 che l’Italia ha commissionato alla americana Lockheed Martin con uno stanziamento pari a 12 miliardi di euro. Però l’idea di andare a incidere proprio lì sull’acquisto dei caccia nonché sulle altre voci di spesa per i sistemi d’arma è mai tramontata a Palazzo Chigi. Ci hanno lavorato il sottosegretario Graziano Delrio e il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini, a stretto contatto con il gruppo Pd in commissione Difesa e le aree del partito più sensibili all’argomento. E ora il piano, a meno di stravolgimenti dell’ultim’ora, sarebbe in dirittura d’arrivo: pronto per approdare all’assemblea dei deputati del Pd ai primi maggio che sarà seguita dalle prime votazioni in Commissione Difesa.
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L’ipotesi cui si sta lavorando per recuperare risorse da redistribuire – a cominciare dagli 80 euro in più nelle buste paga per i redditi fino a 28mila euro, a partire da maggio – è quella di dimezzare gli stanziamenti previsti per gli F-35: da 12 a 6 miliardi di euro. Perché si ragiona a partire dal taglio dei costi, non dalla riduzione degli aerei ordinati. Lo stesso criterio di abbattimento del 50 per cento dei costi dovrebbe essere adottato per il programma dell’esercito ‘Forza Nec’, che al momento assorbe 20 miliardi di euro dalle casse dello Stato. Il principio generale resta quello indicato anche nel documento elaborato dal gruppo del Pd in commissione Difesa, al termine dell’indagine conoscitiva sui costi dei sistemi d’arma. E cioè: tradurre in realtà la proposta avanzata a suo tempo dall’ex ministro della Difesa Di Paola (governo Monti) e mai attuata. Vale a dire: equilibrare le “spese per la ‘funzione difesa’ sulla base del paradigma 50-25-25, cioè 50 per cento per il personale, 25 per cento per l’esercizio e 25 per cento per gli armamenti”. Se così fosse, si produrrebbero “risparmi nella spesa militare per armamenti non inferiori ad un miliardo di euro annui per il prossimo decennio”. Al momento, invece, gli investimenti previsti per i sistemi d’arma per i prossimi anni eccedono la quota del 25 per cento prevista da Di Paola.
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E’ vero che il documento conclusivo elaborato dal gruppo Dem in commissione Difesa è molto più avanzato del testo prodotto dalla mediazione tra i gruppi nella stessa commissione di Montecitorio. Ma, secondo fonti Pd, il lavoro di Delrio e Guerini in queste settimane è servito proprio a convincere le resistenze, presenti anche nello stesso Partito Democratico. Fuori dal Pd, basti vedere l’inedita dichiarazione del leader Udc Pier Ferdinando Casini: “Gli impegni militari servono ma io credo che faccia bene il governo, pur confermando gli impegni internazionali, ad alleggerire il programma previsto sugli F35 perché siamo in una fase di difficoltà economiche e abbiamo necessità di dare ossigeno all’economia». A meno di cambiamenti di rotta dell’ultimo minuto, il decreto che il governo varerà domani per i tagli all’Irpef per i ceti medio bassi e per le altre misure economiche, dovrebbe contenere anche una voce relativa ai tagli alla Difesa. Poi, subito dopo il ponte del primo maggio, si andrà al lavoro in Parlamento: assemblea del gruppo Pd, commissione Difesa, aula.
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Si tratta di una tabella di marcia che raccoglie il plauso della Rete Italiana per il Disarmo, da tempo attiva sulla questione F-35 e dei tagli alla Difesa e in contatto anche in queste ultime settimane con esponenti parlamentari per andare avanti sul dossier. “Le ipotesi di taglio basate su fondi e non su numeri di aerei – dice il coordinatore della Rete, Francesco Vignarca – è un passo avanti perché rende il tutto più concreto e non legato a piani di acquisto del Segretariato Generale della Difesa – Direzione Nazionale Armamenti, che possono essere poi modificati..”. Però ora devono seguire i fatti. Perché, aggiunge Vignarca, “tutto questo mal si concilia con il mancato blocco (formale, efficace, concreto) da parte del Governo verso il Segretariato generale della Difesa e relativo a nuovi atti contrattuali. Nel documento Pd (e non solo) si parla invece esplicitamente di un blocco simile. Speriamo non diventi efficace solo a ‘buoi scappati’…”.
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marcopa
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Dall' articolo precedente, si conferma che si spenderebbe 6 miliardi di euro invece di 12 miliardi, come non si dice,

e c'e' il plauso delle rete Italiana Disarmo.....
Non facciamoci prendere in giro così per favore, i numeri sono ostici spesso, ma se compriamo per 6 miliardi quello che avevamo previsto di comprare per 12 miliardi una spiegazione la devono dare.

Marcopa

L’ipotesi cui si sta lavorando per recuperare risorse da redistribuire – a cominciare dagli 80 euro in più nelle buste paga per i redditi fino a 28mila euro, a partire da maggio – è quella di dimezzare gli stanziamenti previsti per gli F-35: da 12 a 6 miliardi di euro. Perché si ragiona a partire dal taglio dei costi, non dalla riduzione degli aerei ordinati. Lo stesso criterio di abbattimento del 50 per cento dei costi dovrebbe essere adottato per il programma dell’esercito ‘Forza Nec’, che al momento assorbe 20 miliardi di euro dalle casse dello Stato.........

....Si tratta di una tabella di marcia che raccoglie il plauso della Rete Italiana per il Disarmo, da tempo attiva sulla questione F-35 e dei tagli alla Difesa e in contatto anche in queste ultime settimane con esponenti parlamentari per andare avanti sul dossier. “Le ipotesi di taglio basate su fondi e non su numeri di aerei – dice il coordinatore della Rete, Francesco Vignarca – è un passo avanti perché rende il tutto più concreto e non legato a piani di acquisto del Segretariato Generale della Difesa – Direzione Nazionale Armamenti, che possono essere poi modificati..”. Però ora devono seguire i fatti. Perché, aggiunge Vignarca, “tutto questo mal si concilia con il mancato blocco (formale, efficace, concreto) da parte del Governo verso il Segretariato generale della Difesa e relativo a nuovi atti contrattuali. Nel documento Pd (e non solo) si parla invece esplicitamente di un blocco simile. Speriamo non diventi efficace solo a ‘buoi scappati’…”.
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...dimezzare gli stanziamenti previsti per gli F-35: da 12 a 6 miliardi di euro. Perché si ragiona a partire dal taglio dei costi, non dalla riduzione degli aerei ordinati.

c'è qualcuno in grado di spiegarmi come si fa a spendere la metà dei miliardi previsti senza incidere sul numero degli F35 da comprare?
Saranno F35 con una sola ala oppure avranno un solo motore?
Saranno costruiti in plastica anziché in metallo?
Ma come si fa a scrivere simili fregnacce?
Qui o qualcuno ha capito male oppure qualche illusionista alla renzi sta facendo il gioco delle tre carte!


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duplicato cancellato!


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marcopa
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F-35, ecco cosa (non) cambia con Renzi

“F35, revisione del programma aereo per 150 milioni”.

Lo ha annunciato via Twitter il presidente del Consiglio, Matteo Renzi in conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri sul decreto Irpef.
#F35 revisione del programma aereo per 150 mln #oraics— Palazzo_Chigi (@Palazzo_Chigi) 18 Aprile 2014

Il premier ha parlato di “rimodulazione” (per un importo preciso di 153 milioni di euro), senza però entrare nel dettaglio. Non è arrivata, dunque, la temuta sforbiciata del 50 percento dei 90 velivoli di Lockheed Martin opzionati dall’Italia.

La possibilità che il governo di Roma tagliasse ulteriormente le proprie spese militari aveva preoccupato la Casa Bianca, che ha chiesto agli alleati della Nato, compresa l’Italia, di non cedere alle sirene del populismo ma, citando Barack Obama, di riflettere sul fatto che “la libertà ha un costo” che non può essere addebitato solo a Washington.

La titolare del ministero della Difesa, Roberta Pinotti, ha però annunciato però la volontà di riorganizzare l’intero comparto, anche attraverso l’introduzione di uno strumento programmatico come il Libro Bianco.

http://www.formiche.net/2014/04/18/f-35-renzi-def/


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F-35, ecco cosa (non) cambia con Renzi

“F35, revisione del programma aereo per 150 milioni”.

Lo ha annunciato via Twitter il presidente del Consiglio, Matteo Renzi in conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri sul decreto Irpef.
#F35 revisione del programma aereo per 150 mln #oraics— Palazzo_Chigi (@Palazzo_Chigi) 18 Aprile 2014

Il premier ha parlato di “rimodulazione” (per un importo preciso di 153 milioni di euro), senza però entrare nel dettaglio. Non è arrivata, dunque, la temuta sforbiciata del 50 percento dei 90 velivoli di Lockheed Martin opzionati dall’Italia.

La possibilità che il governo di Roma tagliasse ulteriormente le proprie spese militari aveva preoccupato la Casa Bianca, che ha chiesto agli alleati della Nato, compresa l’Italia, di non cedere alle sirene del populismo ma, citando Barack Obama, di riflettere sul fatto che “la libertà ha un costo” che non può essere addebitato solo a Washington.

La titolare del ministero della Difesa, Roberta Pinotti, ha però annunciato però la volontà di riorganizzare l’intero comparto, anche attraverso l’introduzione di uno strumento programmatico come il Libro Bianco.

http://www.formiche.net/2014/04/18/f-35-renzi-def/

Perchè gli F35 non se li ficcano in culo !!!!!


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Perchè gli F35 non se li ficcano in culo !!!!!

Troppo piccoli...non godrebbero a sufficienza!
Un tempo qui sopra c'era qualcuno che non si accontentava dei carriarmati...pensa te!

Comunque, oscenità a parte, aspetto di sapere tramite quale ingegnoso sistema riusciranno a comprare lo stesso numero di aerei però dimezzando il costo! parlare di "sconto" non è possibile... che facciano pagare l'altra metà del prezzo agli ucraini? ma no! non è possibile, quelli sono già tanto inguaiati col raddoppio del prezzo del gas di Putin! mi sovviene un terribile, spaventoso dubbio...vuoi vedere che l'altra metà del prezzo la faranno pagare a me e pantalone?


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marcopa
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Una persona alla quale avevo inviato le stesse impressioni che ho postato su CDC mi ha risposto così,

vedremo nelle prossime settimane, ma dobbiamo anche pretendere dettagli, tutti i dettagli.

Marcopa

" Neppure la destra Usa ama gli F-35?
Duro attacco agli F-35 dal super-falco della politica estera americana, John McCain. Il senatore repubblicano si scaglia contro la decisione di sostituire i vecchi caccia A-10 “con un’idea nebulosa di un sostituto, un aereo come l’F-35 che costa 10 volte tanto”. Per McCain “è del tutto ridicolo”."

Leggi sulla rete fascista internazionale :

Venezuela: sconfiggere il fascismo prima che sia troppo tardi
http://albainformazione.wordpress.com/2014/04/18/venezuela-sconfiggere-il-fasc/

Insomma certi veterani usa professionisti golpisti in casa d'altri si sono talmente specializzati a far fallire gli altri paesi prima di occuparli, che non disdegnano secondo me di fingere di ribaltare anche Obama se può servire a stringere un fruttuoso legame di sangue con i fascisti di tutto il mondo, compresa la mafia russa

ecco che Obama, probabilmente consigliato dalla fanta sinistra europea, ha ribassato i prezzi purchè la destra eu che serpeggai nelle forze dell'ordine non si scagli contro gli f35 che servirà a Obama per pagare le varie propagande di guerra prossimo future della sinistra americana


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marcopa
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La parte relativa agli F-35 e a tutta l' Areonatica Militare della relazione del gruppo Pd alla Commissione Difesa della Camera:

3) Per quanto riguarda l’Aeronautica militare, come è noto, vi è la necessità di rinnovare le principali linee di volo. Si tratta di una esigenza che deve rispondere a fondamentali requisiti operativi di difesa dello spazio aereo nazionale e alla possibilità di pervenire all’assunzione delle necessarie responsabilità in operazioni fuori aerea. L’ipotesi fin qui sostenuta è stata basata sull’acquisizione di un cacciabombardiere di profondità, prodotto dalla Lockheed Martin, in un primo momento stimata in 131 velivoli, ridotti poi a 90. Nel corso dell’indagine è stata per
contro sostenuta, con argomenti di varia natura, anche l’ipotesi di una soluzione articolata su due linee di volo, fra loro complementari, costituite da F35 ed Eurofighter. Il rinnovamento e la modernizzazione delle nostre forze aeree dovrà coniugarsi con la necessità di sviluppare una politica industriale nel settore aeronautico, rafforzando le basi produttive, di ricerca e sviluppo delle nostre industrie nazionali che operano nel settore. In relazione, poi, al programma Eurofighter, dagli elementi acquisiti nel corso dell’indagine, risulta che il medesimo sia pienamente operativo, con importanti prospettive di sviluppo commerciale e tecnologico. Appaiono, pertanto, destituite di fondamento le considerazioni critiche basate su una presunta obsolescenza di questo programma. Il caccia multiruolo Typhoon, nella versione di attacco al suolo, non solo sarà prodotto, ma risulterà competitivo con il JSF della Lockheed. Questa versione dell'Eurofighter sarà messa a disposizione delle missioni UE, NATO e ONU da numerosi alleati europei (Austria, Spagna, Germania e Inghilterra, mentre la Francia utilizzerà la versione “Raphale”).
E' necessario quindi che il nostro Paese mantenga e rafforzi con convinzione la partecipazione delle aziende italiane a questo programma, tenendone sotto controllo i costi, ma anche avendo presente che il sistema di works-shearing, che tiene insieme tutti i programmi di cooperazione europea, garantisce ad ogni paese ritorni in nessun caso inferiori alle proprie quote di investimento.

4) Per quanto riguarda il programma F -35, i molti dubbi che circondavano il medesimo hanno trovato nell'indagine conoscitiva la sede istituzionale più idonea a confermarli. Infatti, al di là delle molteplici riserve tecniche e operative, che fonti governative statunitensi sovente evidenziano, va osservato che:

- lo schema di accordo non garantisce, dal punto di vista della qualità e del valore, ritorni industriali significativi;
- non risulta contrattualmente garantita per le piccole e medie imprese nazionali l'acquisizione di commesse o sub commesse;
- a fronte degli investimenti impegnati per realizzare lo stabilimento di Cameri non risulta contrattualmente definito un prezzo per l'assemblaggio delle semiali che garantisca l'ammortamento del capitale investito e un ragionevole ritorno;
- l'occupazione che si genererà a Cameri non può considerarsi aggiuntiva rispetto a quella attualmente già impiegata nel settore aeronautico ma, solo parzialmente sostitutiva;
- le stime del costo del programma risultano caratterizzate da un indice di
variabilità che non può convivere con le esigenze della nostra finanza pubblica;
- l'embargo sull'accesso ai dati sulla cosiddetta “tecnologia sensibile” determina un fattore di dipendenza operativa da istanze politico-industriali statunitensi che risulta, al momento, non superabile;
- tutte le stime dei costi non tengono conto di quelli aggiuntivi per l'armamento del velivolo.

Le tante criticità che segnano questo programma inducono a rinviare ogni attività contrattuale, in attesa che siano chiariti i molti limiti che gli stessi organismi statunitensi non mancano di sollevare formalmente; e comunque l’insieme di queste considerazioni milita nella direzione di un significativo ridimensionamento degli schemi di accordo con la Lockheed Martin sul programma F 35.
Considerazioni di natura finanziaria, operativa e di politica industriale, inoltre spingono a rinnovare la flotta aerea militare su due linee di volo, ovvero con gli F35 e gli Eurofighter, che tra loro complementari e in grado di operare in ambiente sia NATO che UE. In questa stessa ottica è anche necessario, infine, esplorare altre soluzioni, meno impegnative dal punto di vista finanziario, per quanto riguarda il rinnovamento degli aerei a decollo verticale. In tal modo sarebbe possibile garantire efficacia operativa al nostro strumento militare, e realizzare, nel contempo, le ricadute industriali in grado di assicurare una significativa autonomia alla nostra industria oltreché ottenere rilevanti risparmi di spesa, che si ha il dovere di conseguire nell’attuale situazione economica e di finanza pubblica.


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