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Auschwitz: la bufala di levi primo sulla camera a gas

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Anonymous
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La presentazione e le recensioni di Auschwitz. Ero il numero 220543, opera di Avey Denis e Broomby Rob edita da Newton Compton. Nel 1944 Denis Avey, un soldato britannico che stava combattendo nel Nord Africa, viene catturato dai tedeschi e spedito in un campo di lavoro per prigionieri. Durante il giorno si trova a lavorare insieme ai detenuti del campo vicino chiamato Auschwitz. Inorridito dai racconti che ascolta, Denis è determinato a scoprire qualcosa in più. Così trova il modo di fare uno scambio di persone: consegna la sua uniforme inglese a un prigioniero di Auschwitz e si fa passare per lui. Uno scambio che significa nuova vita per il prigioniero mentre per Denis segna l'ingresso nell'orrore, ma gli concede anche la possibilità di raccogliere testimonianze su ciò che accade nel lager. Quando milioni di persone avrebbero dato qualsiasi cosa per uscirne, lui, coraggiosamente, vi fece ingresso, per testimoniare un giorno la verità. La storia è stata resa pubblica per la prima volta da un giornalista della BBC, Rob Broomby, nel novembre 2009. Grazie a lui Denis ha potuto incontrare la sorella del giovane ebreo che salvò dal campo. Nel marzo del 2010, con una cerimonia presso la residenza del Primo ministro del Regno Unito, è stato insignito della medaglia come "eroe dell'Olocausto".

http://www.qlibri.it/saggistica/storia-e-biografie/auschwitz.-ero-il-numero-220543/


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Anonymous
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Gianfranco Maris, attivo nelle file del Partito comunista clandestino e poi della Resistenza milanese, ha poco più di vent'anni quando da Fossoli, dove la Repubblica sociale italiana ha realizzato un campo di prigionia e di transito destinato alla custodia degli ebrei e dei deportati politici, giunge in territorio austriaco insieme ad altri trecento italiani. È l'inizio di un viaggio tormentato e assurdo nell'inferno del lager, dal quale moltissimi non faranno più ritorno. A Mauthausen gli uomini vengono ridotti a "stuck", pezzi di un prodotto, e immessi in una catena di montaggio che impone lavori disumani, freddo, fame, malattia. E poi quasi sempre la morte, inflitta con una iniezione al cuore o tramite camera a gas. L'unico modo per sopravvivere è gonfiarsi il petto d'aria - così da sembrare più "in forze" - al momento delle selezioni, sopportare i turni massacranti nelle cave di pietra, dividere un chilo di pane con altri venti detenuti, subire cinque bastonate per ogni pidocchio scoperto dai kapò durante le ispezioni. Il 5 maggio 1945, a liberazione avvenuta, Maris ha ventiquattro anni, pesa trentotto chili e ha già visto tutto l'orrore del mondo. Adesso di anni ne ha novantuno e ha deciso di fissare sulla pagina i ricordi della sua esperienza estrema e di aggiungere così un tassello importante all'ormai vasto eppure mai sufficiente mosaico di testimonianze che hanno tentato di raccontare l'orrore dello sterminio nazista.

http://www.ibs.it/code/9788804615859/maris-gianfranco/per-ogni-pidocchio.html


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Il Sonderkommando - come era chiamata la squadra speciale addetta alle installazioni - era parte di quella "linea di produzione". Isolati dal resto dei deportati, i prigionieri dei crematori avevano condotto la loro precaria esistenza al cospetto della distruzione della propria gente e di quanti, secondo il criminale disegno coltivato dal nazionalsocialismo, dovevano scomparire. Dei poco più di duemila ebrei che ne avevano fatto parte, un centinaio sopravvisse fortunosamente alla fine del campo. Alcuni di loro ebbero la forza di raccontare al mondo quanto avevano visto e vissuto.

http://www.ibs.it/code/9788887009514/testimoni-della-catastrofe/.html


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Kansimba
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Grazie Fernesto, hai dimostrato come si usa Google.


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"Proprio io, che ho visto il tragico destino di tre generazioni, proprio io devo continuare a vivere a beneficio del futuro. È necessario raccontare al mondo l'infamia di quei barbari, così che i secoli e le generazioni a venire possano esecrarli. E sarò io a far sì che ciò accada". Nato in Polonia, di professione falegname, Yankel-Yakiv Wiernik fu deportato nel 1942 nel campo di Treblinka, dove riuscì a sopravvivere grazie alla sua abilità di operaio specializzato. Fu impiegato nella costruzione di diverse strutture, comprese le nuove camere a gas, e fu tra gli ideatori della rivolta che si verificò a Treblinka da parte degli internati. Questo racconto è la testimonianza di uno dei pochi sopravvissuti al campo di Treblinka scritto perché l'uomo sappia e non dimentichi mai. Il testo è qui integrato dalla deposizione che il 6 giugno 1961 Wiernik rese nell'udienza n. 66 al processo contro Adolf Eichmann.

http://www.ibs.it/code/9788862613309/anno-treblinka-con/wiernik-yankel-yakov.html


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Grazie Fernesto, hai dimostrato come su usa Google.

di nulla , ho avuto la sensazione che non eravate capaci ..


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Anonymous
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Viktor Capesius, il farmacista di Auschwitz, seleziona personalmente le vittime da mandare al rogo, le fa spogliare per mandarle a morire, distribuisce dosi di Zyklon B, il gas letale. Fra i condannati, non solo sconosciuti, ma anche tanti suoi antichi vicini di casa della cittadina rumena di Sighisoara, gli stessi che in una fotografia degli anni Trenta lo circondano sorridenti in uno stabilimento balneare. Tutti suoi compaesani, come Ella Salomon che da ragazzina entrava nella sua farmacia per ricevere in dono qualche caramella, e che ora si arrampica fino alla piccola feritoia del vagone dei deportati per cercare un po' d'aria, nel tentativo di non impazzire; il dottor Mauritius Berner, che appena arrivato al campo si vede strappare dalle braccia, mute e atterrite, le sue gemelline di soli sei anni, che moriranno poche ore dopo; o Adam, il deportato costretto a entrare a far parte del Sonderkommando Crematori, un uomo che ancora oggi, dentro di sé, custodisce ricordi che sono come bestie nere.

http://www.ibs.it/code/9788811694410/farmacista-auschwitz/schlesak-dieter.html


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La Storia della Shoah, nata sotto la direzione di un collettivo di studiosi italiani coadiuvati da un comitato scientifico comprendente alcuni tra i maggiori specialisti internazionalmente riconosciuti, analizza il genocidio degli ebrei non soltanto come un evento geograficamente e cronologicamente circoscritto ma, più in generale, come un nodo problematico della storia del Novecento. L’evento, con la sua singolarità e la sua estrema condensazione temporale durante la guerra, è inevitabilmente posto al centro dell’opera, che ne ricostruisce il processo, le strutture, le forme, le tappe, gli attori. Ma pur prestando la necessaria attenzione all’evento, la Shoah è studiata come un problema storico nel senso più ampio del termine, cercando di sondarne l’impatto sulla formazione della memoria e sulla cultura del mondo occidentale.

http://www.utetlibri.it/libri/storia-della-shoah-vol-i-la-crisi-delleuropa-lo-sterminio-degli-ebrei/


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Erwin
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citiamo parzialmente il post di apertura...
levi primo..."2) Fornisce una dettagliata informazione sull'assistenza sanitaria nel lager, al 10% fisso di ricoverati negli ospedali di Auschwitz,praticamente 6-8.000 ricoverati giornalieri, pratica sempre negata della fabulazione olocau$tica, tanto da permettere ad una ebrea,springer elisa, ex internata ad Auschwitz, di sproloquiare che ...." bastava un foruncolo un po' più infiammato per essere subito portate alle camere a gas"...!

Uno dei due narratori mente, indiscutibilmente!"

Tanto abuso di copiaincolla...senza un commento "sul tema"!

Questo si identifica come "impotentia", ma lo sapevamo già!

Dal 1985 i guru dello sterminazionismo olocau$tico hanno delegato alla violenza della repressione giudiziaria il compito di rispondere alle legittime domande dei ricercatori storici revisionisti...

CREDERE AL DOGMA OLOCAU$TICO o......CARCERE!


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Detrollatore
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E ora, al di là dei link, degli estratti dei testi, dei documenti, delle dispute storiografiche ecc., proviamo ad analizzare, sotto vari aspetti, le due categorie di opinionisti in disputa:

1.Chiusura ideologica. La si evince dalla tendenza ad etichettare facilmente l'avversario con epiteti intrisi di ideologìa ("nazzzzzzista di merda" ad es.). Chi è animato da sana voglia di discutere della verità e dei fatti è difficile che si abbassi a queste tautologìe triviali e insensate. E' troppo preso dal discutere sui fatti e così vorrebbe impiegare il suo tempo.

2. Riferimento alle fonti. L'antinazista viscerale rivanga le fonti (consapevolmente o meno) in cui è "sguazzato" una vita intera, per forza di cose fonti emanazione diretta dell'establishment (Valentina Pisanty coi suoi esimi mentori Furio Colombo e Umberto Eco , raiJews24, Claudio Vercelli, Olohollywood, oloeventi cittadini vari ecc). Da non escludere che questo tipo di soggetti arrivino a linkare direttamente tutte le puntate di chetempochefa.
Il revisionista rifugge questo tipo di fonti oppure adirittura le usa per avvalorare le sue posizioni.

3. Conseguenze sulla società.
Il revisionista non sfoggia bandiere, né ideologìe, né tatuaggi, precisando che non ha nulla da condividere col sostrato violento, becero e marcio che caratterizza tutti i neonazifascismi alimentati dal potere per bloccare ogni minima possibile revisione storica che possa strappare il nazifascismo dalla sua ASSOLUTEZZA MALEFICA INSUPERABILE. Egli non sbandiera nulla, vuole solo rimettere in discussione una storia che puzza di padroni, di vincitori e di menzogna. L'antinazzzzzista non perde mai l'occasione di rimarcare la sua identità progressista o comunista, sbarrando la strada al dialogo con l'ignorante neonazista (ovviamente non è il caso di Erwin, ma degli invasati dalla swastika sempre in mostra), con buona pace di tutte le istanze di unità tra poveracci (perdonatemi ma in certo senso lo siamo tutti e dovremmo essere tutti uniti per questo motivo, invasati e non). Stiamo parlando del divide et impera, ma pare che questo tipo di attività dei "padroni" riceva meno attenzione da parte di questi soggetti liberal. Avete mai sentito dire da un comunista: "con un fascista mai!!!!!!!!!!"?

4. Escalation di violenza e pericoli di dittatura.
QUesto è il motivo principale per cui i nostri cari interlocutori antinazisti pavloviani si prodigano a denazistizzare le nostre discussioni. Persone come Erwin e come Detrollatore sarebbero portatori di questo pericolo e potrebbero istigare alla violenza. Si può capire benissimo che, semmai, può essere vero il contrario, soltanto limitandosi a leggere questa discussione.
Da notare il distacco che permette ai vari Erwin di restare in tema senza mai lanciarsi in invettive compulsive (l'offesa ci sta a volte, ma va fatta con ironìa e distacco, altrimenti è solo vomito e accecamento della ragione).
I revisionisti prendono le distanze da qualsiasi violenza e da qualsiasi tirannìa e solitamente si battono contro la dittatura (specie quella odierna, quando non si è terrorizzati da quelle passate, ci si riesce a focalizzare meglio su quelle presenti).


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Kansimba
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Fernesto sei veramente un dilettante.


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Detrollatore
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Mi scusino coloro che vorrebbero lasciar perdere ma questi temi sono importantissimi. Anche nell'altra discussione sul negazionismo spiegai perché: chi comincia a dubitare della "fabulazione sterminazionista", come la chiama Erwin, potrebbe essere interessato a leggere fino in fondo per farsi un'idea precisa, e un nuovo soggetto strappato all'ideologìa e alla propaganda è sempre una gran conquista.

Alla luce della dimostrata equivocità dei testimoni, delle confessioni e di quant'altro attesti la persecuzione Nazionalsocialista degli ebrei, chi ci può assicurare che le "prove fotografiche" mostrateci negli anni recenti siano genuine? A nostro avviso, sarebbe molto, molto, preferibile dare un'occhiata più da vicino a tali "documenti".

In questa era di periodici illustrati e televisione, le "prove fotografiche" hanno una potente influenza pedagogica (se non di vero e proprio plagio) sulle persone, e, perciò, le fotografie alterate conservano un notevole effetto propagandistico che non può essere sottovalutato. Questo è particolarmente vero nel contesto della persecuzione nazionalsocialista degli ebrei, un tema per il quale la maggioranza delle persone ora ha acquisito una specie di "risposta pavloviana", ovvero un atteggiamento di costernazione rituale che rende quasi impossibile qualsiasi accertamento critico della prova presentata.

In seguito, alcune immagini che sono mostrate come prova di episodi della persecuzione nazionalsocialista degli ebrei saranno discusse ed analizzate criticamente. Ripetiamo che a causa dello spazio limitato a disposizione, questa discussione non potrà essere per nulla esauriente, né riguardo al numero di fotografie che meritano di essere analizzate, né in termini di spazio per ciascuna analisi.

Spesso è difficile verificare che una fotografia mostra effettivamente ciò che riporta la didascalia. Di solito c'è solamente la testimonianza del testimone oculare come conferma, vale a dire quella del fotografo da una parte e, dall'altra, quella di persone che testimoniarono l'evento e che forse appaiono nella fotografia. I posti ritratti nelle fotografie aiutano a determinare, con sufficiente certezza, oltre al luogo anche il tempo in cui la foto fu scattata. La presenza nella fotografia di personalità note la cui partecipazione all'evento è verificabile può essere molto di aiuto per facilitare l'identificazione. Se, comunque, una fotografia mostra solamente persone la cui identità non può essere accertata, e se lo sfondo della fotografia non mostra nulla di singolare o di caratteristico che permetterebbe di essere spazialmente e magari anche temporalmente messo in corrispondenza con l'immagine, allora ci si troverà veramente alla mercé del fotografo e delle sue affermazioni. Se anche il fotografo è ignoto, e tutte le prove che abbiamo si fondano su testimonianze e dicerie, allora tali fotografie sono inutilizzabili come documenti storici, perché chiunque allora potrebbe dichiarare qualsiasi cosa, sicuro di essere creduto.
http://ita.vho.org/valendy/ugo.htm

A tutto ciò si aggiungano i taroccamenti video e fotografici che commettono sotto i nostri occhi ORA in Siria e ieri in Libia, Iraq e Kossovo. Si aggiunga l'abisso di mezzi che ha a disposizione l'utente oggi e quanto poco ciò lo aiuti per farsi strada nella verità.
TRaduco ancora meglio: ci fottono ORA coi trucchetti, pensate quanto hanno potuto fotterci 30-40-50-60 anni fa.

Infine, giusto per distenderci un attimino e per fare chiarezza su quali siano le fonti dei nostri cari oloamici, vi propongo di vedere questo esilarante servizio di rainews24 di qualche anno fa:

http://www.rainews24.rai.it/it/video.php?id=19349


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😆


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Erwin
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La maggior parte delle fotografie vantate come documento storico di prova dell'avvenuto olocau$to ebraico, in realtà, non provano assolutamente nulla riguardo al presunto sterminio in massa in camere a gas omicide.
Le immagini classiche, esibite anche qui scattate anche a Bergen-Belsen e Buchenwald ( che notoriamente secondo la lettera di Martin Broszat, ex direttore dell' Istituto di storia contemporanea di Monaco al "Die Zeit" e pubblicata il 19 agosto 1960 avente titolo "Keine Vergasung in Dachau" (Nessuna gasazione a Dachau) non rientrano nei 6 cosidetti "campi di sterminio, provano un gran numero di cadaveri, ma nulla possono dire sulle cause di quelle morti.
Neppure possono identificare chi siano, a quale "razza" appartengano.
Su quei corpi furono eseguite centinaia di autopsie, nessuna delle quali provò il decesso per spostamento dell'atomo di Ferro nell'emoglobina, da parte dello ione CN-.
Quindi nessuna gasazione per tutti quei morti.
Alcune foto datate con sicurezza dall'USAF, scattate su Auschwitz, per esempio, PROVANO che certe strutture architettoniche "testimoniate" dall'ebreo venezia shlomo (per esempio la "spianata di cemento dietro il crematorio II") NON esistevano, ma era frutto della sua fervida fantasia).
Altre esibite come prova dell'esistenza delle "colonne di rete per l'introduzione dello Zyklon B", quindi della ovvia presenza dei fori di passaggio delle stesse (indispensabili fori per l'introduzione dello Zyklon B testimoniati da branchi di "miracolosamente sopravvissuti" fabulatori olocaustici) crollarono miseramente all'analisi di specialisti di fotografia aerea e semplici attenti osservatori ( trascinando con se le miserabili menzogne dei "sopravvissuti" che le avevano giurate in tribunali e scritte in loro libri di "ricordi"!), essendo bastato rilevare le diverse angolature delle ombre!
Si potrebbe continuare per un pò, ma credo serva a ben poco.


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