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Aver ragione e pulircisi il culo


Anonymous
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AVER RAGIONE E PULIRCISI IL CULO

"Il decennio seguito al 2001 si è incaricato di dar ragione al movimento nato fra Seattle e Genova su tutti i fronti. Gli ultimi G8 hanno adottato nei documenti finali le idee per cui quei ragazzi della Diaz e delle strade di Genova venivano presi a manganellate e portati nella caserma di Bolzaneto. Con un programma incentrato sulla green economy invocata dal popolo di Seattle fra i lacrimogeni, Obama otterrà il più largo mandato della storia dei presidenti americani.

Perfino gli ultimi referendum vinti con un plebiscito sull´acqua pubblica e il nucleare sono figli di quel movimento e di quelle giornate, ed è un paradosso che a promuoverli sia stato proprio Antonio Di Pietro, che all´epoca prese in blocco le difese dell´azione criminale delle forze dell´ordine, senza se e senza ma, e impedì la creazione di una commissione parlamentare sui fatti del G8, votando con Berlusconi e la Lega. Nel frattempo sono diventati "no global" anche i vescovi e Giulio Tremonti.

Capita di rado in politica di assistere a uno scontro dove il torto e la ragione sono nettamente separati in due campi. Genova 2001 fu questo, ma si risolse in una lunga vittoria della cattiva politica sulla buona. La criminalizzazione dei manifestanti, sui media controllati, spianò la strada al decennio peggiore della nostra vita, al trionfo della politica del malaffare e del conflitto d´interessi, al regno del berlusconismo senza limiti. Soltanto adesso, dopo i colpi della crisi internazionale, a un passo dalla bancarotta del Paese, la buona politica comincia a risollevare la testa."

Nell'articolo dal quale ho tratto le righe qui sopra, Curzio Maltese fotografa sinteticamente gli ultimi dieci anni con una discreta efficacia. Si possono però aggiungere alcuni appunti banali a completare il quadro, a cominciare dalla premessa per la quale nella definizione di No-Global non si è mai riconosciuto nessuno di quelli ricordati.

Il movimento altermondista si batte e si è sempre battuto per "un altro mondo possibile", un mondo veramente globalizzato nel rispetto dei diritti umani e civili, nel quale pratiche e tecnologie pulite permettano di mettere rimedio alle tante catastrofi autoevidenti provocate da elite avide e irresponsabili, incapaci di vedere oltre l'immediato arricchimento personale.

Elite capaci solamente di produrre un inestricabile caos finanziario e frequenze di boom e crolli sempre più ravvicinate, al termine di ciascuna delle quali le ricchezze collettive si ritrovano ancora di più concentrate in un ristretto numero di patrimoni, mentre le comunità e il pianeta si avviano verso la povertà e la scarsità determinata dal superconsumo irresponsabile.

C'è poi da ricordare (ancora) che per i crimini ricordati da Maltese, nessuno ha ancora pagato e ribadire ancora una volta che chi partecipò a quello schifo è stato addirittura promosso, dai governi di ogni colore, senza che nessuno abbia avuto il coraggio di assumersi la responsabilità politica di un evento che è stato semplicemente rimosso, con la complicità di quasi tutti i media. La stessa gente che si macchiò di quei gravissimi reati oggi guida la repressione dei "terroristi" in Val di Susa, ancora una volta con la benedizione di un governo Berlusconi e la sostanziale adesione del maggior partito d'opposizione e del Presidente della Repubblica.

Per una delle ironie della storia proprio La Repubblica oggi riporta la notizia di una retata tra gli agenti di polizia di Genova, operazione dalla quale emerge la figura di un agente accusato a suo tempo di essere un "torturatore di Bolzaneto", che secondo l'accusa andava in servizio dopo essersi drogato di cocaina. Come non ricordare ora le testimonianze di chi denunciò la presenza a Genova di agenti fuori dalle grazie di Dio, al punto da essere ricordati come "strafatti di coca"? Forse anche loro avevano ragione?

Di sicuro non è spiegabile solo con l'adrenalina l'accusa di aver aver: "strappato" la mano di un no-global, divaricandogli le dita fino a lacerare la pelle e i legamenti" collezionata a suo tempo e ormai quasi prescritta. Così come non depone a favore dell'istituzione la permanenza in servizio di un elemento, e di suoi colleghi con curriculum simili, che è stato anche "accusato di aver violentato nelle guardine della questura genovese tre prostitute straniere". Tutte attività che testimoniano l'esistenza di una diffusa tolleranza per atti e comportamenti criminali tra i tutori dell'ordine. Ma il pesce puzza dalla testa e giustizia per quei crimini dev'essere ancora fatta, non sono solo responsabilità individuali e nemmeno della sola polizia.

Infine, ma non meno rilevante, c'è da ricordare che "avevamo" ragione anche sul resto, sull'inutilità delle guerre come sulle privatizzazioni sciagurate dei beni comuni o sul liberismo tagliato su misura per le "libere volpi nel libero pollaio". Ricordarlo avendo chiaro che anche chi oggi sembra aver cambiato idea, di fronte all'impossibilità politica e a volte materiale di sostenere apertamente vecchie posizioni sputtanate, lo fa esclusivamente per non estinguersi politicamente, non certo per convinzione.

È ipocrita Di Pietro com'è ipocrita Tremonti, come lo sono i vertici del PD. Fingono di cambiare idea, ma continuano con i giochi di sempre. Solo gli stupidi possono scambiarli per gente che ha davvero cambiato idea, non sono altro che la sempiterna reincarnazione del gattopardo poltronaro, il parassita che infesta gli apparati dirigenti del nostro e degli altri paesi, a cominciare da quell'amministrazione Obama che avrà pur vinto brandendo le idee "giuste", ma che è stata velocissima a farne carta straccia. Non è solo la "buona politica che rialza la testa", è ancora e soprattutto la vecchia politica che tenta di riciclarsi.

Ben prima di Seattle e di Genova gran parte di chi militava nei movimenti era cosciente che sarebbe andata comunque in questo modo, non era difficile leggere nel futuro conoscendo la storia del '900, l'evoluzione dei media e avendo accesso a una massa impressionante di dati già allora di pubblico dominio, quanto ignorati dal mainstream politico e mediatico. Nessuno si faceva illusioni sulla malleabilità dei grandi interessi economici e tutti si rendevano conto che si andava verso un periodo nel quale l'asservimento della politica a questi interessi sarebbe aumentato esponenzialmente. Ed era previsto che le conseguenze sarebbero state quelle che poi sono state. Questa finta prima pagina diffusa nel '99 è la perfetta riproduzione di quelle che saranno le prime pagine di tutti i giornali del mondo nel 2008.

Si sapeva che la battaglia sarebbe stata lunga e da combattere sul terreno della cultura e delle pratiche, l'ormai famosa "rivoluzione dal basso", per riconquistare alla cittadinanza quel ruolo che la politica aveva svenduto all'economia. Si sapeva che la diga rappresentata dal mainstream avrebbe potuto essere superata solo con la paziente costruzione di reti sociali e la diffusione della conoscenza. Venne naturale allora impadronirsi della rete Internet e usarla per questi scopi, ma non fu un caso, fin dalla caduta del muro i movimenti cercarono di costruire reti del genere usando canali di comunicazione orizzontale alternativi al mainstream, fin da quando questo voleva dire utilizzare i fax per costruire una preistorica rete tra le università in lotta.

Era chiaro fin d'allora che quello era e rimane l'ostacolo da aggirare, il moloch da depotenziare agendo per sottrazione, il monopolio da infrangere per liberare le culture e la comunicazione sociale positiva. Coltivare e diffondere memi alternativi, promuovere la diffusione di
pratiche quali il mediattivismo e l'automobilitazione di massa, vigilare e rivelare gli inganni e le ipocrisie delle élite, sono le attività che impegnano quelli che si battono in libertà in questa metaforica trincea e che dovranno continuare a battersi ancora a lungo.

Oggi non è ancora cambiato nulla, tanto che nemmeno il plateale fallimento delle politiche liberiste ha suggerito di apportare il minimo correttivo sistemico e che nel discorso pubblico internazionale il centro del dibattito è ancora occupato dai confronti a mano armata tra avide élite alleate con i peggiori fanatici. Cristiani, ebrei, musulmani, indù e via travestendosi con panni e motivi che nascondano la solita grande rapina dei pochi ai danni dei molti.

Nemmeno l'evidenza della catastrofe economica ha smosso definitivamente qualcosa o fatto tramontare i piani già rivelatisi fallimentari, si continua come se non fosse successo niente, si continua ad inseguire lo "sviluppo" e la "ripresa" con le stesse ricette che hanno appena condotto al fallimento, comprese quelle che prevedono il sostegno alle peggiori dittature del pianeta pur che siano disposte al liberalizzare la rapina ai danni dei loro sudditi.

Non c'è stata nessuna vittoria nella realtà, nessuno dei complici della grande rapina si è dichiarato sconfitto o pentito, nessuno dei tanti araldi confindustriali o dei grandi opinionisti ha ammesso errori o chiesto scusa, nessuno si è ritirato dalla politica per aver sostenuto politiche evidente criminali quando era già chiaro che fossero tali e nessuno ha annunciato cambiamenti di rotta significativi.

C'è una consapevolezza più diffusa, c'è stato un effettivo cambiamento culturale, ma non si può non notare quanto ancora sia effimero e destinato ad avere la peggio contro i poteri forti che giocano sporco, che occupano l'accesso alla politica e attraverso la cooptazione e la corruzione selezionano una classe dirigente che, come primo requisito, dev'essere avida e priva di scrupoli.

Per questo non è ancora il momento di festeggiare o di rilassarsi, se vorremo lasciare un mondo appena migliore di come l'abbiamo trovato, dovremo continuare a sudare tutti insieme fino alla fine, disputando colpo su colpo ogni tentativo di riportare indietro l'orologio della storia e ogni fuga in avanti ad abusare dei vantaggi offerti dall'evolvere delle tecnologie. Un compito difficile e di poca soddisfazione, una fatica con una ricompensa aleatoria e forse situata in un futuro oltre la durata della vita delle generazioni che hanno cominciato questa battaglia.

Per questo, nonostante la narrazione contraria diffusa dal mainstream, i movimenti non sono mai stati lo spazio d'elezione per l'estremismo violento, la tecnofobia o il luddismo. Non s'insegue l'immediata soddisfazione d'istinti poco mediati, ma si persegue un disegno di lungo periodo, un'inversione di tendenza nella cultura e nel dibattito pubblico che permetta finalmente l'affermarsi di quel famoso altro mondo possibile, una società moralmente e materialmente più equa, solidale e sostenibile.

Roba da estremisti sconsiderati, roba seminare il terrore nelle classi dirigenti, che per questo continuerano come se niente fosse, e ancora a lungo, a mandar ceffi per strada a spaccare le teste che hanno ragione e altri ceffi in giro per i media a rappresentarle come teste di terroristi per giustificarne la repressione.

Ci vogliono dosi industriali di pazienza e d'impegno, ma ce la possiamo fare, qui come in Africa, negli Stati Uniti e persino in Cina, siamo un'unica comunità umana con un solo pianeta sempre più piccolo e sempre più sfruttato a disposizione. Ce la dobbiamo fare.

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Fonte: http://mazzetta.splinder.com/post/25001392/aver-ragione-e-pulircisi-il-culo


Citazione
lupomartino
Eminent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 32
 

Avere ragione e pulircisi il culo.
E' proprio così, hai ragione e non ci fai niente.
Soprattutto perchè la c.d. gente benpensante, finchè non gli tocchi i suoi soldi e i suoi privilegi, dara' sempre ragione a chi manganella. I fascismo poi non funzionava così?...
Bell'articolo.


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Tonguessy
Membro
Registrato: 2 anni fa
Post: 2779
 

Il movimento altermondista si batte e si è sempre battuto per "un altro mondo possibile", un mondo veramente globalizzato nel rispetto dei diritti umani e civili, nel quale pratiche e tecnologie pulite permettano di mettere rimedio alle tante catastrofi autoevidenti provocate da elite avide e irresponsabili, incapaci di vedere oltre l'immediato arricchimento personale.

Vecchia questione: un mondo veramente globalizzato nel rispetto dei diritti umani e civili è un mondo demilitarizzato o scarsamente militarizzato.

La militarizzazione è un aspetto necessario della stratificazione sociale: attraverso l'uso della forza (forza dell'ordine, se preferite) le elites si garantiscono la posizione dominante. In altre parole le forze dell'ordine garantiscono l'ordine costituito, lo status quo economico e quindi sociale e quindi politico.

Conseguentemente mettere in dubbio l'esistenza del corpo militare e poliziesco all'interno di uno Stato (o ridurne il raggio di azione) è l'unica azione che permette l'espandersi dei diritti umani. In qualsiasi altro caso è solo questione di fortuna, ovvero di quanto illuminato è il reggente di turno. Ultimamente andiamo malino, sembra.


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dana74
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 14384
 

se il fascismo funzionava così allora perché è stato "sovvertito"? se tanto governavano allora come oggi le global elité?

Articolo condivisibile, mi fa piacere che finalmente qualcuno sottolinei la patetica scusa con la quale la sinistra ha promosso con veemenza la globalizzazione, ovvero per estendere i diritti e i buoni sentimenti, a meno che non si voglia credere che i Bertinotti etc fossero in buona fede e non sapessero di cosa si trattasse in realtà la globalizzazione.

Come se fosse successo una sola volta che siano stati estesi diritti, ma costoro, i politici di sinistra sono avvezzi ad usare le foglie di fico buoniste per ficcarlo in saccoccia alle "masse".

http://www.lettera43.it/politica/18804/il-nuovo-impegno-politico-dei-protagonisti-di-genova-2001_breve.htm

Dieci anni fa erano a Genova per protestare contro i grandi della terra e le «politiche liberiste»: «Voi G8, noi 6 miliardi».
Distanti dalla politica, dai partiti, dalle istituzioni. Oggi, molti di loro si sono impegnati per le campagne elettorali di Giuliano Pisapia a Milano e Luigi De Magistris a Napoli. E alcuni siedono ora nei consigli comunali.
Mirko Mazzali, per esempio, l'«avvocato dei movimenti», a Milano. Pietro Rinaldi, protagonista del centrosocialismo napoletano, nel capoluogo partenopeo.
Non solo, dietro il successo referendario si scorgono temi e parole d'ordine simili, se non identiche, a quelli che dieci anni fa i no-global difesero anche dalla scuola Diaz: i beni pubblici, acqua in primis, la tutela dell'ambiente, il contrasto alla precarietà e alla speculazione.
NON PIU' SOLO RIOT. Torna sulla scena pubblica una generazione che si credeva perduta in mille lavori e nel disinteresse. I “ragazzi” del G8 sono cresciuti. Non hanno più il look scombinato e il vocabolario riot dell'altro mondo possibile, e mai realizzato. Hanno i passeggini a carico, girano in bicicletta. Parlano di alleanze e cercano le istituzioni. Pronti, sembra, ad assumersi responsabilità di lotta e di governo.

Giovedì, 16 Giugno 2011


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dana74
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 14384
 

"sostegno alle peggiori dittature"

specialmente quella mascherata da democrazia


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