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Banche. 300 mld crediti deteriorati. Chi paga?


Eshin
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Alla fragilità politica dell’Unione Europea fa riscontro quella strutturale dell’Eurozona.

I singoli stati e l’Unione non sono stati in grado di arginare la crisi economica, caratterizzata da depressione e stagnazione. Hanno anche fallito in modo clamoroso la generazione di posti di lavoro.

In un simile clima, nulla da stupirsi se numero e consistenza delle sofferenze bancarie sia aumentato, raggiungendo valori critici per il sistema, sia in Italia sia anche in tutto il continente.

Ma in una situazione in cui tutte le risorse della Banca Centrale sono concentrate sulla gestione dei debiti pubblici, fino ad arrivare al punto di penetrare nella zona dei tassi negativi, avanza ben poco per cercare di tamponare questa falla emergente, che tra l’altro non è mica di piccola entità.

*

«La caduta delle azioni delle banche italiane, in particolare la ben capitalizzata Intesa Sanpaolo, è un segnale che il mercato ha iniziato a preoccuparsi di una dissoluzione della zona euro»

*

«Le idee sembrano essere o che il governo sostenga questi aumenti di capitale o che un fondo, che potrebbe coinvolgere la Cassa Depositi e Prestiti, compri le sofferenze delle banche a prezzi superiori a quelli di mercato.»

*

«Gli istituti italiani sono incapaci di raccogliere mezzi freschi perché gli investitori temono la bassa crescita e una debole governance ha ostacolato le fusioni.»

*

«Può far leva sul fatto che se non ottiene qualche allentamento, il caos che ne risulterebbe potrebbe abbattere l’area dell’euro.»

* * * * * * *

Unione Europea ed Eurozona sono entrate in un circolo vizioso negativo, la cui unica via di uscita consiste in riforme strutturali che diano fiducia ai mercati. In questa situazione, nessuno sarebbe così folle da investire qualcosa nella produzione.

La fiducia è più un fatto politico e sociale più che una mera questione economica.

Le sofferenze bancarie sono una conseguenza della crisi, non la causa.

Ma senza curare le cause, limitandosi a tamponare gli effetti, si va solo alla rovina. Sarebbe come illudersi di poter curare un paziente affetto da infarto miocardico somministrandogli analgesici.

«il caos che ne risulterebbe potrebbe abbattere l’area dell’euro».

Si valutino molto bene codeste parole.

Un crollo sarebbe tutto tranne che una passeggiata. Taluni lo invocano, ma verosimilmente non si rendono conto a cosa andrebbero incontro.

Una sola cosa è certa, checché ne dicano i falsi profeti: i debiti alla fine si pagano, e con gli interessi.

→ Reuters. 2016-06-30. Italia prima a sfruttare la nuova debolezza europea

LONDRA (Reuters Breakingviews)- L’Italia è il primo paese a sfruttare la nuova debolezza dell’Unione europea. Roma preme per una sospensione delle regole europee sugli aiuti di Stato per aiutare il salvataggio delle sue banche, secondo alcuni report. Può far leva sul fatto che se non ottiene qualche allentamento, il caos che ne risulterebbe potrebbe abbattere l’area dell’euro.

Il Regno Unito è in bilico, sul punto di uscire dall’Unione, dopo che i leader europei hanno rifiutato di riformare le regole sull’immigrazione, che vanno di pari passo con il mercato unico, con il concetto di giusta concorrenza e con i limiti agli aiuti di Stato. I giornali italiani hanno scritto che il Paese vuole utilizzare una clausola di emergenza del Trattato europeo per accantonare questi limiti e ricapitalizzare le proprie banche.

Le idee sembrano essere o che il governo sostenga questi aumenti di capitale o che un fondo, che potrebbe coinvolgere la Cassa Depositi e Prestiti, compri le sofferenze delle banche a prezzi superiori a quelli di mercato. Le banche sono gravate da oltre 300 miliardi di prestiti deteriorati dopo che l’Italia è cresciuta in media dello 0,3% da quando ha aderito all’euro e i governi hanno mancato di riformare l’economia. Gli istituti italiani sono incapaci di raccogliere mezzi freschi perché gli investitori temono la bassa crescita e una debole governance ha ostacolato le fusioni.

Questi sono problemi cresciuti in casa e una debole giustificazione per l’aiuto di Stato. Ma la Brexit ha dato forza all’Italia. Se il Regno Unito lascia la Ue, c’è il pericolo che il Movimento 5 Stelle e la Lega sabotino il referendum italiano di ottobre sulle riforme costituzionali. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha legato il risultato della consultazione al suo incarico, innescando un caos politico in caso di sua sconfitta. Gli italiani vedono la Brexit come un’opportunità di essere più risoluti a Bruxelles e ridisegnare le politiche dell’area. Se Renzi non ottiene nulla, potrebbe essere più facile votare contro di lui.

La caduta delle azioni delle banche italiane, in particolare la ben capitalizzata Intesa Sanpaolo, è un segnale che il mercato ha iniziato a preoccuparsi di una dissoluzione della zona euro. L’Italia potrebbe essere in grado di costruire un sistema che renda l’interpretazione accettabile. Un’idea è che molti governi potrebbero approfittare dell’eccezione, anche se principalmente vi farebbero ricorso Italia, Portogallo e Grecia. Oppure potrebbe esserci il coinvolgimento di capitali privati o la richiesta alle banche di ristrutturare. Il rischio, comunque, è che un accordo indebolisca le istituzioni europee. La lezione per il Regno Unito potrebbe essere che quando si negozia a Bruxelles, il timing è più importante dei principi.

https://senzanubi.wordpress.com/2016/06/30/banche-300-mld-crediti-deteriorati-chi-paga/


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Eshin
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Un radiosa mattinata di perdite.
https://senzanubi.wordpress.com/2016/06/30/banche-h-0930-un-radiosa-mattinata-di-perdite/


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Anonymous
Illustrious Member
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Alla fragilità politica dell’Unione Europea fa riscontro quella strutturale dell’Eurozona.

I singoli stati e l’Unione non sono stati in grado di arginare la crisi economica, caratterizzata da depressione e stagnazione. Hanno anche fallito in modo clamoroso la generazione di posti di lavoro.

In un simile clima, nulla da stupirsi se numero e consistenza delle sofferenze bancarie sia aumentato, raggiungendo valori critici per il sistema, sia in Italia sia anche in tutto il continente.

Ma in una situazione in cui tutte le risorse della Banca Centrale sono concentrate sulla gestione dei debiti pubblici, fino ad arrivare al punto di penetrare nella zona dei tassi negativi, avanza ben poco per cercare di tamponare questa falla emergente, che tra l’altro non è mica di piccola entità.

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«La caduta delle azioni delle banche italiane, in particolare la ben capitalizzata Intesa Sanpaolo, è un segnale che il mercato ha iniziato a preoccuparsi di una dissoluzione della zona euro»

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«Le idee sembrano essere o che il governo sostenga questi aumenti di capitale o che un fondo, che potrebbe coinvolgere la Cassa Depositi e Prestiti, compri le sofferenze delle banche a prezzi superiori a quelli di mercato.»

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«Gli istituti italiani sono incapaci di raccogliere mezzi freschi perché gli investitori temono la bassa crescita e una debole governance ha ostacolato le fusioni.»

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«Può far leva sul fatto che se non ottiene qualche allentamento, il caos che ne risulterebbe potrebbe abbattere l’area dell’euro.»

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Unione Europea ed Eurozona sono entrate in un circolo vizioso negativo, la cui unica via di uscita consiste in riforme strutturali che diano fiducia ai mercati. In questa situazione, nessuno sarebbe così folle da investire qualcosa nella produzione.

La fiducia è più un fatto politico e sociale più che una mera questione economica.

Le sofferenze bancarie sono una conseguenza della crisi, non la causa.

Ma senza curare le cause, limitandosi a tamponare gli effetti, si va solo alla rovina. Sarebbe come illudersi di poter curare un paziente affetto da infarto miocardico somministrandogli analgesici.

«il caos che ne risulterebbe potrebbe abbattere l’area dell’euro».

Si valutino molto bene codeste parole.

Un crollo sarebbe tutto tranne che una passeggiata. Taluni lo invocano, ma verosimilmente non si rendono conto a cosa andrebbero incontro.

Una sola cosa è certa, checché ne dicano i falsi profeti: i debiti alla fine si pagano, e con gli interessi.

→ Reuters. 2016-06-30. Italia prima a sfruttare la nuova debolezza europea

LONDRA (Reuters Breakingviews)- L’Italia è il primo paese a sfruttare la nuova debolezza dell’Unione europea. Roma preme per una sospensione delle regole europee sugli aiuti di Stato per aiutare il salvataggio delle sue banche, secondo alcuni report. Può far leva sul fatto che se non ottiene qualche allentamento, il caos che ne risulterebbe potrebbe abbattere l’area dell’euro.

Il Regno Unito è in bilico, sul punto di uscire dall’Unione, dopo che i leader europei hanno rifiutato di riformare le regole sull’immigrazione, che vanno di pari passo con il mercato unico, con il concetto di giusta concorrenza e con i limiti agli aiuti di Stato. I giornali italiani hanno scritto che il Paese vuole utilizzare una clausola di emergenza del Trattato europeo per accantonare questi limiti e ricapitalizzare le proprie banche.

Le idee sembrano essere o che il governo sostenga questi aumenti di capitale o che un fondo, che potrebbe coinvolgere la Cassa Depositi e Prestiti, compri le sofferenze delle banche a prezzi superiori a quelli di mercato. Le banche sono gravate da oltre 300 miliardi di prestiti deteriorati dopo che l’Italia è cresciuta in media dello 0,3% da quando ha aderito all’euro e i governi hanno mancato di riformare l’economia. Gli istituti italiani sono incapaci di raccogliere mezzi freschi perché gli investitori temono la bassa crescita e una debole governance ha ostacolato le fusioni.

Questi sono problemi cresciuti in casa e una debole giustificazione per l’aiuto di Stato. Ma la Brexit ha dato forza all’Italia. Se il Regno Unito lascia la Ue, c’è il pericolo che il Movimento 5 Stelle e la Lega sabotino il referendum italiano di ottobre sulle riforme costituzionali. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha legato il risultato della consultazione al suo incarico, innescando un caos politico in caso di sua sconfitta. Gli italiani vedono la Brexit come un’opportunità di essere più risoluti a Bruxelles e ridisegnare le politiche dell’area. Se Renzi non ottiene nulla, potrebbe essere più facile votare contro di lui.

La caduta delle azioni delle banche italiane, in particolare la ben capitalizzata Intesa Sanpaolo, è un segnale che il mercato ha iniziato a preoccuparsi di una dissoluzione della zona euro. L’Italia potrebbe essere in grado di costruire un sistema che renda l’interpretazione accettabile. Un’idea è che molti governi potrebbero approfittare dell’eccezione, anche se principalmente vi farebbero ricorso Italia, Portogallo e Grecia. Oppure potrebbe esserci il coinvolgimento di capitali privati o la richiesta alle banche di ristrutturare. Il rischio, comunque, è che un accordo indebolisca le istituzioni europee. La lezione per il Regno Unito potrebbe essere che quando si negozia a Bruxelles, il timing è più importante dei principi.

https://senzanubi.wordpress.com/2016/06/30/banche-300-mld-crediti-deteriorati-chi-paga/

Chi prende i soldi sono i soliti banchieri a pagarli è sempre il solito Pantalone...Totò...


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