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Beato chi li vede - I dati choc sulle forze dell'ordine


mastermind
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Nella capitale solo 172 carabinieri e agenti per il pronto intervento. Mentre negli uffici ne restano 2.300. I dati choc sulle forze dell'ordine

Lo Stato dove è? L'armata di carabinieri e polizia che dovrebbe garantire la sicurezza delle città come viene impiegata? Mentre i sindaci fanno a gara per armare le nuove polizie locali e il Campidoglio ingaggia come consulente il generale Mario Mori, ex braccio destro di Carlo Alberto Dalla Chiesa ed ex direttore del Sisde, 'L'espresso' ha ricostruito l'uso quotidiano degli agenti statali che presidiano la capitale. Con una radiografia che pare confermare la percezione di insicurezza: ci sono più uomini impiegati nelle scorte che nelle volanti di pronto intervento, più carabinieri a fare la guardia ai ministeri che non nelle unità radiomobili. Si scopre così che in ogni turno di sei ore sono a disposizione per il pronto intervento all'interno del Raccordo anulare solo 172 tra agenti e carabinieri. Che nell'arco devono fare fronte al diluvio di richieste di intervento piovute sul 112 e 113: segnalazioni spesso doppie, perché il coordinamento tra i due centralini resta a dir poco discontinuo. Il solo 113 nella giornata di settembre presa in esame ha ricevuto 1.800 chiamate, metà delle quali determinano un intervento.
Statisticamente, si tratta di un operatore ogni 16 mila residenti, senza contare i pendolari e gli stranieri irregolari. Ma chi vive nei commissariati o nelle stazioni dell'Arma trova questa stima addirittura ottimistica. Ci sono distretti come il Tuscolano, con 400 mila romani su cui vigilare, che spesso possono contare su una sola volante. Che qualche volta viene pure mandata a fare da apripista a un esponente di governo o a un ospite internazionale in ritardo verso l'aeroporto di Ciampino. O spedita di rinforzo ai colleghi di altre zone che si trovano in difficoltà. Non bisogna dimenticare che ogni successo, ossia ogni arresto, impegna due agenti per circa tre ore - se si tratta di un italiano - e per oltre sei - se si tratta di un immigrato. Ogni successo quindi lascia sguarnita una vasta area per quasi mezza giornata.

La seconda linea
Squadra mobile e Digos mandano in giro circa cento agenti a turno per le indagini disposte dalla procura e i compiti di prevenzione. Poi, prima del tramonto, ci sono 40 poliziotti 'di quartiere' che camminano per dare visibilità alla presenza dello Stato. In forza ai commissariati si contano una quarantina di agenti delle squadre di polizia giudiziaria: il loro compito principale è però quello di completare gli accertamenti richiesti o destinati alle procure. In tutto si arriva al massimo ad altre 183 persone, che faticano ogni giorno per trovare un'auto funzionante: 300 vetture sono quotidianamente in officina a causa di un logoramento che le ha trasformate in carrette. L'Arma oltre a 30 carabinieri di quartiere appiedati mette in campo 122 uomini sulle auto delle 61 stazioni. Sia chiaro: anche loro di pratiche da sbrigare ne hanno a dozzine, incluso il controllo dei detenuti ai domiciliari, la notifica di atti giudiziari o i rilevamenti in caso di furti in appartamento. Ci sono poi gli investigatori in borghese, in tutto circa cento, che agiscono per conto della magistratura. Infine, carabinieri e polizia mettono a disposizione 13 cavalieri nei parchi. Insomma, tra polizia e Arma si tratta al massimo di 600 uomini, con i compiti più svariati e metà dei quali destinati ai servizi in borghese per le indagini giudiziarie. Questi sono gli uomini e le donne disponibili in un'area che di giorno accoglie oltre tre milioni di persone.

Spreco di risorse
Negli stessi orari in ufficio ci sono tra i 1.200 e i 1.350 appartenenti alla polizia e un numero di carabinieri superiore alle 500 unità. Pur ritenendo che nessuno di loro stia perdendo tempo, c'è da chiedersi se le loro funzioni non possano essere affidate ad altri. Per le denunce di furto ci vuole un maresciallo o un ispettore? Non potrebbero essere consegnate a un impiegato civile? I compiti dell'ufficio immigrazione non potrebbero essere delegati ai comuni? E nel censimento 'L'espresso' ha preso in considerazione soltanto il personale delle strutture territoriali romane: nel bilancio mancano il Viminale e il Comando generale, gli organismi investigativi centrali come Criminalpol e Ros, Racis e laboratori specializzati.

Uomini di scorta
Impressionante il capitolo scorte e sentinelle davanti agli obiettivi fissi. Nonostante l'arrivo dei soldati, la polizia schiera tra 80 e 130 agenti a fare la guardia a sedi diplomatiche, ministeri, partiti. Più ci sono 200 agenti per le scorte e l'organigramma rilevato da 'L'espresso' include ben 60 autisti dei dirigenti. Mentre l'Arma destina alla protezione degli obiettivi sensibili fino a 190 uomini per ogni turno, soprattutto davanti alle sedi del Parlamento e del governo, pescando dalle stazioni e dal battaglione mobile. Finora gli apparati di videosorveglianza hanno avuto un effetto limitato per diminuire le sentinelle in carne e ossa.

"È come prendere l'acqua da un lavandino per riempirne un altro. Pochi uomini con pochi mezzi devono correre dappertutto e finisce che si selezionano i reati da perseguire, come accade con questa caccia al diverso", sottolinea il segretario nazionale del sindacato di polizia Uil-Ps, Nicodemo De Franco: "Questa è barbarie, non è sicurezza. Oggi si lavora su un'emergenza che fa notizia, domani sull'altra".

A proposito, in questo bilancio in perdita bisogna aggiungere l'effetto calcio. Perché quando Lazio e Roma giocano, circa 300 persone vengono dirottate da commissariati e stazioni e mandati a pattugliare i dintorni dell'Olimpico. Molti di loro, segnalano i sindacati e il Cocer, la rappresentanza militare, senza equipaggiamento o addestramento agli scontri di piazza. Ormai tra campionato e coppe accade almeno due volte a settimana. Una vera pacchia per qualunque delinquente.

Angela Camuso
Fonte: L'Espresso
Link: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/beato-chi-li-vede/2044161
10.10.2008


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