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Berlusconi: “la libertà di stampa non è un diritto assoluto”


AlbaKan
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Post: 2015
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All’indomani dello sciopero dei giornalisti contro la legge bavaglio il premier ha inviato un videomessaggio all’assemblea dei Promotori della Libertà in cui critica aspramente e in toni dittatoriali i giornalisti che invece di informare a suo dire disinformerebbero.

“Togliere il bavaglio della verità” sono le parole con cui Re Silvio infervora i membri (perché di quello si tratta) dell’organizzazione interna al Partito delle Libertà, organo essenziale per la propaganda liberticida porta a porta. Quest’uso smodato del termine “libertà” vi fa capire il basso rispetto che hanno questi uomini verso la più essenziale delle condizioni umane. Si tratta di propagandismo esasperato, atto a celare il pericoloso disegno anti-democratico della cricca del dittatorello di Arcore. Il suo obiettivo é indebolire le basi democratiche del paese: il parlamento, la magistratura, la scuola, la libertà di stampa etc. E’ in corso una vero e proprio attacco alla fragile democrazia italiana. Il peggio é che nessuno sembra accorgersene.

Thomas Jefferson ci ricorda che “la nostra libertà dipende dalla libertà di stampa, ed essa non può essere limitata senza che vada perduta“. Quindi in Italia in questo momento si sta solidificando una struttura di tipo dittatoriale. Come fece Benito Mussolini tanti anni fa, anche il nostro Presidente del Consiglio si schiera apertamente contro il diritto inalienabile di libertà di stampa e più in generale contro la Costituzione che nell’articolo 21 ne sancisce l’essenzialità.

Questi riportate di seguito sono le parole non smentite e non smentibili del premier in pectore che in questo momento ha in mano le sorti del nostro paese:

“Quel bavaglio che le è stato imposto da una stampa schierata con la sinistra e pregiudizialmente ostile al governo. Una stampa che disinforma, che non solo distorce la realtà, ma calpesta in modo sistematico il sacrosanto diritto dei cittadini alla privacy, invocando per sè la ‘libertà di stampà come se si trattasse di un diritto assoluto. Ma in democrazia non esistono diritti assoluti, perchè ciascun diritto incontra sempre un limite negli altri diritti prioritariamente ed egualmente meritevoli di tutela. Questo, come ben sapete, è un principio elementare delle democrazie liberali. Un principio che la stampa italiana, in maggioranza, ha scelto purtroppo di ignorare. Allora dobbiamo spiegare tutto questo anche attraverso i gazebo a tutti gli italiani”.

L’ultima stoccata inferta al diritto d’informazione é stata tremendamente scandalosa. In un paese libero, democratico e civile, Silvio Berlusconi sarebbe stato chiamato a riferire in Parlamento. In berluscolandia però può succedere questo e altro ancora. Trincerandosi dietro il diritto alla privacy dei cittadini é partito l’attacco finale alla libera informazione, che poi tanto libera sinceramente non é! Difatti Re Silvio é proprietario ufficiale delle tre maggiori reti private (Italia 1, Canale 5 e Rete 4) é il gestore non ufficiale di Rai 1, Rai 2 e numerossisime televisioni private locali. Inoltre possiede buona parte dei quotidiani (Libero, Il Giornale, Il Foglio etc.), settimanali (Panorama, Chi, Tv sorrisi e canzoni etc.) e periodici presenti nelle edicole dello stivale. Senza dimenticare la casa editrice Mondadori che ha inglobato in sé altri giganti italiani dell’editoria: Einaudi, Piemme, Electa e Sperling & Kupfer. Insomma quasi un monopolio. Una macchiana propagandistica di potenza inimmaginabile, capace di influenzare l’opinione pubblica dell’intero paese. Quindi a conti fatti l’unico a godere di vera libertà di stampa sono il premier e i suoi fedeli adoratori, pronti a scannarsi tra loro pur di prostrarsi nel migliore dei modi allo psicolabile padrone.

In Italia la libera informazione é già merce rara, come anche la privacy dei cittadini. Nel secolo del Nuovo ordine mondiale non esiste diritto alla privacy. Le telecamere ci circondano in ogni luogo pubblico, riprendono i nostri movimenti e registrano le nostre abitudini. I social network sono la totale espressione del controllo globale. Milioni di utenti fanno a gara per rendere pubblica la propria vita privata, dando vita a un’orgia voyeristica di dimensione mondiali. Le intercettazioni che tanto disturbano i sogni di Re Silvio e la sua cricca non sono il peggiore dei mali, spece se usate correttamente (i fatti lo dimostrano). Questa guerra assoluta dichiarata da Silvio Berlusconi alla libertà di stampa é una farsa, atta a tutelare i suoi loschi affari e quelli dei suoi compagni di merenda. L’intreccio massoneria-politica-mafia deve rimanere indissolubile, altrimenti addio caste e oddio privilegi e lussi sfrenati.

Ora aspettiamoci nelle piazze i banchetti informativi dei servi del premier che con linguaggio colto e forbito ci inculcheranno l’idea che “in democrazia non esistono diritti assoluti“. Dopo l’ora di nucleare, lo studio della Bibbia ai primi due anni di superiori e il berlusconismo nelle scuole, eccon un altro passo in avanti per la propaganda berlusconiana: convincere la gente che non c’é bisogno di diritti per vivere una vita da servi. Se un giorno mi capiterà d’incontrare uno di questi gazebi spero di essere pieno di pazienza e buon senso, perché altrimenti…

Fonte: http://www.oltrelacoltre.com/?p=8251


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