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Berlusconi & Co. di Jose Saramago


eemanuelee
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Berlusconi & C.ª José Saramago; 17 de Setembro de 2008

Secondo la rivista nord americana Forbes, [...], la fortuna di Berlusconi raggiunge quasi i 10 mila milioni di dollari. Onoratamente guadagnati, chiaro, nonostante i non pochi aiuti esterni, come lo è stato, per esempio, il mio. Essendo pubblicato in Italia per l'Editore Einaudi, proprietà del suddetto Berlusconi, qualche soldo glie l'avrò fatto guadagnare. Un'infima goccia di acqua nell'oceano, ovviamente, ma che almeno gli permetterà di pagare i sigari, supponendo che la corruzione non è il suo unico vizio.

Salvo ciò che è a conoscenza di tutti, so pochissimo della vita e dei miracoli di Silvio Berlusconi, il Cavaliere. Molto più di me deve saperne il popolo italiano, che una, due , tre volte l'ha fatto sedere nella sedia di primo ministro. Adesso, come è tradizione sentir dire, i popoli sono sovrani, e non solo sovrani, ma anche saggi e prudenti, soprattutto da quando il costante esercizio della democrazia ha facilitato la conoscenza da parte dei cittadini di come funziona la politica e dei modi di raggiungere il potere. Questo significa che il popolo sa molto bene quello che vuole quando lo chiamano a votare. Nel caso concreto del popolo italiano, perché è di questo che stiamo parlando, e non de un altro (arriverà il suo turno), sta dimostrando che l'inclinazione sentimentale che prova per Berlusconi, manifestata tre volte, è indifferente a qualsiasi considerazione di ordine morale.

Realmente, nella terra della mafia e della camorra, che importanza potrà avere il fatto provato che il primo ministro sia un delinquente? In una terra in cui la giustizia non ha mai goduto di buona reputazione, cosa cambia se il primo ministro fa approvare leggi a misura dei suoi interessi, proteggendosi contro qualsiasi tentativo di punizione delle sue infrazioni e abusi di autorità?

Eça de Queiroz diceva che, se scoppiassimo a ridere passeggiando attorno a una istituzione, questa crollerebbe in pezzi. Questo era in passato. Cosa diremo della recente proibizione, ordinata da Berlusconi, al fatto che il film “W.” di Oliver Stone sia lì proiettato? Già a questo punto sono arrivati i poteri del Cavaliere? Come è possibile aver commesso una simile arbitrarietà, pur sapendo che, per quante risate dessimo attorno ai quirinali, loro non sono caduti? E' giusta la nostra indignazione, nonostante si debba fare uno sforzo per comprendere la complessità del cuore umano. “W.” è un film che attacca Bush, e Berlusconi, uomo di cuore, come può esserlo un capo mafioso, è amico, collega, compagno dell'ancora presidente degli Stati Uniti. Stanno bene uno per l'altro.

Quello che non starà per niente bene è che il popolo italiano faccia arrivare una quarta volta alle “natiche” di Berlusconi la sedia del potere. Non ci sarà allora, risata che ci salvi.

tradotto dal sito http://caderno.josesaramago.org/2008/09/page/9/


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