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Berlusconi e Gheddafi-l' AGI, Mario Sechi portavoce di Meloni,2011 alla Difesa la Russa, sott.segr.Crosetto....omissioni disinteressate ?


marcopa
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Non mi convince per niente la ricostruzione dell' Agi, ripresa da Mystes

https://forum.comedonchisciotte.org/notizie-dallitalia/berlusconi-e-gheddafi-2/#post-363717

 

non so in che data è stata pubblicata,

Mario Sechi, che ora lavora alla comunicazione del governo Meloni, è stato direttore di Agi fino a poco prima del nuovo incarico.

E' certo che nel 2011 ministro della Difesa era Ignazio la Russa, sottosegretario Crosetto, un altro sott.segr. era il figlio di Francesco Cossiga. Tutti e tre erano al tempo del Popolo delle Libertà.

Poi Crosetto, La Russa e Meloni fondarono Fratelli d' italia.

Crosetto non era mai stato di Alleanza nazionale, proveniva dalla Democrazia cristiana.

Fondò poi FDI, con la Fiamma tricolore nel simbolo, a ricordare il MSI, insieme a La Russa e Meloni, mettendoci la faccia, come si dice.

Questi sono i fatti, e certamente durante la guerra che durò alcuni mesi, Crosetto e laRussa ebbero contatti con Nato, USA e altri ministeri della Difesa.

parlarono anche di un nuovo partito indipendente da Berlusconi ?

Nessuno sa niente di eventuali "suggerimenti", però poi Crosetto e La Russa hanno fatto il nuovo partito con un patrimonio ideale, ex MSI, con il quale Crosetto non aveva mai avuto niente a che fare, Crosetto però viene descritto fondatore di FDI insieme a Meloni e LaRussa.

La Germania non partecipò alla guerra a Gheddafi, l' italia era invece indispensabile, quasi tutti i caccia che bombardarono la Libia partirono dalle basi italiane.

Il CdS Onu votò la risoluzione, ma poi Cina e Russia negarono la legittimità dell' attacco NATO.

Mentre avevano votato la risoluzione, che rimase unica, non ci fu nessun altro pronunciamento dell' Onu.

Cito a memoria, ma ho seguito quelle vicende, e le ricordo meglio di tanti politici e giornalisti.

Di Maio vice premier chiede l' embargo delle armi alla Libia, nel 2018 o 2019.

ma l' embargo era in vigore dal 2011, ed io lo ricordavo benissimo.

 

Quindi penso davvero che l' ONU si pronunciò solo con la prima risoluzione ma non approvò mai la guerra a Gheddafi, perchè la Russia non era d' accordo e può mettere il veto alle risoluzioni del CDS.

Questa argomento è stata modificata 11 mesi fa 3 volte da marcopa

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marcopa
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la risoluzione 1973 del 2011 fu approvato dal Cds ONU con l' astensione di Germania, Cina, Russia, Brasile ed India

ma Cina e Russia non misero il veto.

prevedeva una No fly zone sulla Libia per difendere i civili da bombardamenti di Gheddafi,

 

e autorizzava l' uso della forza per difendere i civili, l' operazione non aveva come scopo la sconfitta di Gheddafi.

 

la risoluzione fu approvata dal Cds il 17 marzo 2011

Fu questa una presa di giro, anche al presidente russo Medvedev, la Libia fu bombardata massicciamente per favorire le milizie armate che volevano rovesciare Gheddafi.

la guerra inizio il 19 marzo 2011

 

Michele Giorgio da Il manifesto

”Odissey Dawn”, la guerra voluta più di chiunque altro da Nicolas Sarkozy, ‎cominciò il 19 marzo del 2011, al termine del vertice a Parigi della “Coalizione ‎internazionale” – Onu, Ue, Usa e Paesi arabi -, con una pioggia di missili da crociera ‎Tomahawk lanciati su una ventina di obiettivi in Libia. L’Italia mise a disposizione ‎ben sette basi militari. I primi missili contro le forze governative però decise di ‎lanciarli Sarkozy. La caduta di Gheddafi serviva a coprire i finanziamenti libici che ‎il presidente francese aveva ricevuto per la sua campagna elettorale quattro anni ‎prima? L’interrogativo è legittimo dopo il fermo di Sarkozy ordinato dalla ‎magistratura francese che indaga sulle dichiarazioni di un faccendiere che dice di ‎aver portato cinque milioni di euro da Tripoli a Parigi tra fine 2006-inizio 2007 per ‎consegnarli a Claude Guéant, tra i fedelissimi dell’ex presidente. ‎

‎ Sarkozy trascinò in guerra prima gli Stati Uniti e l’Inghilterra e poi anche l’Italia, ‎con il consenso pieno del capo dello stato con l’elmetto Giorgio Napolitano e del ‎Pd, e anche di Silvio Berlusconi che in seguito diede il via libera ai bombardamenti ‎aerei italiani. Il desiderio di guerra del presidente francese era smisurato. Su suo ‎ordine i jet francesi già qualche ora prima del lancio dei Tomahawk, avevano fatto ‎strage di carri armati libici facendo esplodere la gioia dei ribelli libici che seguivano ‎l’attacco in diretta su Al Jazeera, tv del Qatar, paese che avrebbe giocato un ruolo ‎centrale nell’attacco volto a rovesciare Moammar Ghaddafi e che già operava dietro ‎le quinte per fomentare la “rivolta” anche in Siria. Il 19 marzo poco dopo ‎mezzogiorno, cinque aerei francesi decollarono dalla base di Saint-Dizier per una ‎missione su tutto il territorio libico. Due Rafale, due Mirage e un aereo radar ‎Awacs ‎«hanno impedito‎», spiegò lo stesso Sarkozy, ‎«attacchi aerei delle forze di ‎Gheddafi contro Bengasi‎». I jet in realtà fecero strage non di aerei ma di carri armati ‎e di centinaia di soldati libici. ‎«Finalmente la Francia ha dato una speranza al ‎popolo libico‎», urlò felice‎ il portavoce del Consiglio di transizione nazionale ‎formato dagli insorti‏.

Marcopa

 

La risoluzione, di seguito approfondita nel dettaglio, non prevede alcun intervento militare via terra nel territorio libico, per cui le operazioni in corso sono aeree e marittime.  Quando si parla di operazioni militari, uno dei punti più controversi è l’uso della forza armata e i suoi limiti.

Secondo quanto previsto dalla Risoluzione, l’uso della forza è consentito e rintracciabile nel testo nell’espressione “all necessary measures”, più volte reiterato, con la quale si indicano tutte le misure necessarie, ivi compreso la forza armata. Con riferimento ai contenuti della risoluzione 1973 (2011), tenendo presente che l’intento della stessa è umanitario e non avendo come fine ultimo il cambiamento politico del regime, i punti rilevanti del testo sono quattro: protezione della popolazione civile, no-fly zone e divieto di volo, embargo sulle armi e congelamento dei beni e capitali della famiglia Gheddafi. Il CdS autorizza gli Stati membri, che agiscono singolarmente o nell’ambito di un’organizzazione o accordo regionale, ad adottare tutte le misure necessarie (all necessary measures) per proteggere la popolazione civile e le aree popolate da civili sotto minaccia di attacco (paragrafo 4), escludendo la possibilità di dispiegamento di una forza di occupazione straniera, di qualsiasi forma, all’interno del territorio libico.

Tale eccezione, unico riferimento a una limitazione dell’intervento, ha sollevato non pochi dubbi. Di fatto, non è ben chiaro se sia vietata solo una presenza prolungata di forze straniere e quindi sia consentita solo per brevi periodi, quali potrebbe essere prestare soccorso.

È istituita una no-fly zone (paragrafo 8), ossia un’area di interdizione nello spazio aereo libico, per proteggere i civili, sancendo quindi il divieto di volo, che riguarda il decollo, l’atterraggio e il sorvolo dei velivoli registrati in Libia o gestiti da compagnie o cittadini libici. Fanno eccezione i voli a scopo umanitario, per l’accesso degli operatori umanitari, per l’evacuazione di cittadini stranieri, per quelli autorizzati dal paragrafo 4 o 8 e, infine, per quelli ritenuti necessari, secondo gli Stati, a beneficio del popolo libico. Gli Stati membri, anche in questo caso, sono autorizzati a prendere tutte le misure necessarie per eseguire il divieto. Altro punto importante è l’embargo sulle armi nei confronti della Libia (paragrafo 13).

Il CdS invita gli Stati membri ad assicurare la rigorosa applicazione dell’embargo così come stabilito nella precedente risoluzione 1970 (2011) e modificato dalla presente. Si tratta di attività di ispezione del proprio territorio, compresi i porti e gli aeroporti, e in alto mare, di navi e aerei provenienti o diretti in Libia, autorizzando l’uso di tutte le misure necessarie per effettuare tali controlli.  È previsto il congelamento dei beni della famiglia Gheddafi (paragrafo 19), così come sancito nella risoluzione 1970 (2011) ai paragrafi 17, 19, 20 e 21, e nello specifico di tutti i fondi, attività finanziarie e risorse economiche, posseduti o controllati, direttamente o indirettamente, dalle autorità libiche o da individui o enti da loro controllati. Infine, nel testo della risoluzione non è presente alcun riferimento alla fine dell’intervento, ma solo al continuo monitoraggio, garantito anche dai report redatti dagli Stati della coalizione al Segretario Generale.

Rimane al CdS, quindi, il potere di decidere se interrompere le misure autorizzate o stabilire un’intensificazione dell’azione, ad esempio sancendo un intervento via terra, usando come criterio l’adempimento o meno da parte delle autorità libiche dei dettami della risoluzione. A differenza delle altre risoluzioni del CdS, la 1973 (2011) presenta una novità riguardo il controllo dell’operazione.  Da un lato, il coordinamento politico garantito da una struttura pluralista che vede in prima linea il Consiglio di Sicurezza e il Segretario Generale, poi il Comitato, istituito con la risoluzione 1970 (2011) in collaborazione con la Lega degli Stati Arabi, l’Unione Africana e l’Organizzazione della Conferenza Islamica. Dall’altro, il coordinamento delle operazioni, il cui comando è affidato alla NATO, considerando che l’ONU non ha una forza di polizia militare permanente, nonostante la previsione dell’articolo 43 della Carta.

 

Poi il 2 giugno 2011 Medvedev a Roma incontra Berlusconi e propone la mediazione russa nel conflitto tra Gheddafi e i suoi oppositori armati.

https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/mondo/280502/libia-medvedev-presto-inviato-mosca.html

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marcopa
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Scusate la confusione dei miei post che ho assemblato contemporaneamente alla pubblicazione.

 

Riassumendo

 

la risoluzione 1973 del 17 marzo 2011 seguiva davvero una precedente risoluzione,

la risoluzione 1973 prevedeva una No fly zone sulla Libia ed autorizzava l' uso della forza per attuare la No Fly zone.

Il 19 marzo 2011 partirono invece gli attacchi, ufficialmente per difendere i civili dai bombardamenti di Gheddafi,

di fatto in alleanza alle milizie armate che combattevano contro Gheddafi,

e che per altri 12 anni continueranno a combattersi tra di loro.....


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PietroGE
Famed Member
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La guerra contro la Libia fu decisa da Napolitano, Berlusconi era contrario.

 

https://formiche.net/2017/08/libia-berlusconi-napolitano/

.....

La sera del 17 marzo 2011, esattamente un mese dopo l’inizio della rivolta in Libia e mentre il Consiglio di sicurezza dell’Onu stava definendo la risoluzione 1973 che autorizzava l’intervento, al Teatro dell’Opera di Roma era in programma il Nabucco diretto da Riccardo Muti per i 150 anni dell’unità d’Italia. Quella sera al teatro ci furono due vertici riservati: al primo (ricordato da Napolitano nell’intervista) parteciparono tra gli altri il presidente della Repubblica, Berlusconi, il ministro della Difesa Ignazio La Russa e il consigliere diplomatico di Palazzo Chigi, Bruno Archi: quest’ultimo sosteneva l’intervento in base alla risoluzione dell’Onu e anche Napolitano premeva in questo senso. Nel libro di Alan Friedman del 2015, Berlusconi ricorda che Napolitano “continuava a insistere che dovessimo ‘allinearci con gli altri’ in Europa”. Subito dopo ci fu un altro vertice al quale Berlusconi partecipò solo per pochi istanti: c’erano Gianni Letta, La Russa, il capo di Stato maggiore della Difesa, generale Biagio Abrate, e quello dell’Aeronautica, generale Giuseppe Bernardis, e si decise per la partecipazione ai raid. Il giorno successivo, però, la contrarietà del presidente del Consiglio e della Lega fermò tutto, tanto che alcuni obiettivi militari assegnati all’Italia furono “passati” agli inglesi.....

 Alla fine di marzo, dopo che la missione Odissey Dawn era diventata Unified Protector con il passaggio alla Nato, Napolitano andò negli Stati Uniti per pochi giorni e al rientro, il 31 marzo, sentì al telefono il presidente americano: Barack Obama gli chiese un impegno diretto dell’Italia e ottenne garanzie in questo senso dal presidente della Repubblica che però, pur se comandante delle Forze armate e presidente del Consiglio supremo di Difesa, non ha poteri esecutivi. Berlusconi, pressato da ogni parte, in quei giorni ripeteva che l’Italia non avrebbe mai bombardato la Libia e, soprattutto, che Obama avrebbe dovuto parlare con lui. Le pressioni della Nato, degli Stati Uniti, del Consiglio di transizione libico e di qualche membro del governo aumentavano, a metà di aprile La Russa incontrò negli Usa il segretario alla Difesa Robert Gates e il colloquio fu tempestoso.

Il 21 aprile gli incursori del Col Moschin si unirono alle forze speciali francesi e britanniche come “addestratori” in Libia, il 22 aprile il presidente della commissione Esteri del Senato americano, John Kerry, incontrò Berlusconi a Palazzo Chigi ed ebbe un ultimatum: Obama doveva chiamare direttamente il presidente del Consiglio o l’Italia non avrebbe mai partecipato. Tre giorni dopo, il 25, Obama fece quella telefonata e la conclusione diplomatica fu che l’Italia era d’accordo sulla necessità di una “pressione supplementare” su Muammar Gheddafi. E’ evidente che la decisione finale, operativa, non potesse che essere del Governo, ma è altrettanto evidente che ci fu un ruolo determinante del Quirinale.

Quella ricostruzione di Panorama non fu mai smentita.

 

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oriundo2006
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Il vero motivo dell’aggressione occidentale alla Libia non è mai stato completamente svelato pubblicamente. Sono state enucleate delle ragioni di politica internazionale, politica africana, il dinaro d’oro, l’esistenza di una ribellione armata a Bengazi di stile ‘democratico’ ( follia ), e quant’altro, ta cui le manie di grandezza del nano da circo equestre della Francia.

In realtà, chi davvero profittò del crollo della Jamahirya furono gli ebrei israeliani che dopo aver demolito lo storico nemico iracheno ad oriente si vedevano felici di fare lo stesso con quell’altro ad occidente.

Gheddafi fu sacrificato ai piani di egemonia di Israele, nonostante fosse lui stesso ebreo per parte di madre/nonna, studioso di Quabbalah, e tutto sommato ostile alla politica israeliana sopratutto perchè genocida nei confronti dei confratelli palestinesi, antichi abitanti del luogo da generazioni, musulmani o cristiani che fossero.

La grandezza di Gheddafi non può essere sottovalutata nè negata. Un gigante la cui assenza ha prodotto la catastrofe attuale della Libia, il suo smembramento di fatto in almeno due se non tre centri di potere differenti, l’emergere di una emigrazione organizzata e criminale verso i lidi europei: emigrazione favorita da diversi stati orientali ( ad esempio la Turchia da cui partono gli aerei verso il Paese ) ma condotto ed organizzato dal Mossad: una inestinguibile desiderio di vendetta li anima, l’assenza di scrupoli li motiva religiosamente, la gioia feroce di vedere il ‘nemico’ prostrato ai loro piedi li inorgoglisce oltre ogni dire.

Profitta del caos libico chi l’ha voluto, attraverso una politica migratoria che è una pistola puntata alla testa alle residue velleità italiane di condurre una politica autonoma nel Mediterraneo e che distrugge questo nostro Paese nella sua dignità ed identità.

Ed i cretini vanno a baciare i piedi dei loro secolari nemici.

 


PietroGE hanno apprezzato
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