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Calcio: un altro fallimento del capitalismo reale


Truman
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Il calcio come esempio di applicazione integrale del "Capitalismo Reale"

Prima che le società di calcio in Italia si configurassero come S.p.A., esse, per legge, non avevano finalità di lucro.
Non che i soldi non girassero, figuriamoci, non che tutto fosse pulito e regolare. Ogni 10 anni si scopriva che qualcuno s’era vendute le partite, o che si era accordato per il pareggio all’ultima giornata per evitare la retrocessione.

Anche negli anni ‘70 e ‘80, la Juventus vinceva molto, e aveva una certa influenza sugli arbitri. Ma il motivo per cui vinceva spesso era, fondamentalmente, che sapeva portarsi in casa i giocatori più forti. Quando non ci riusciva, vincevano anche gli altri. A volte vincevano perfino società “piccole” (Cagliari 1970, Lazio 1974, Torino 1976, Roma 1983, Verona 1985, Napoli 1987 e 1989 e perfino la Sampdoria nel 1991). Insomma poteva capitare che la Juve (o l’ Inter o il Milan) sbagliassero il campionato e che alla fine risultasse vincente qualcun altro. Poi l’ anno dopo l’Avvocato tirava fuori i soldi e ingaggiava Platini. Il fatto che ci potesse essere una sorpresa era considerato una grande forza del sistema, perchè rendeva più preziose e meno sospette le vittorie delle grandi (“Vedete che non li rubiamo, i campionati ? Quando non siamo forti li vincono anche gli altri.....).

Alla fine degli anni ‘90 del XX secolo il capitalismo moderno ha fatto il suo trionfale ingresso nel mondo del calcio (quotazione in borsa, plusvalenze, diritti TV), con una legge voluta da Veltroni, ed è stato mandata in soffitta la concezione dopolavoristica e un pò parastatale dello sport. Il Totocalcio (che permetteva al CONI di mantenere gli sport Olimpici) è diventato obsoleto. Il calcio era un business e basta, e degli altri sport chissenefrega, non fanno audience.

I “sani” egoismi si sono sprigionati e tutto è diventato lecito: falsificare i passaporti per tesserare più “stranieri”, pretendere che la Nazionale paghi per avere i giocatori etc...
Ma come spesso accade, alla fine il più forte impone la sua legge.

Come? Con il conflitto di interesse elevato a sistema: basta piazzare i propri uomini negli organismi di controllo della federazione e degli arbitri, controllare il mercato dei giocatori (creando una società che grazie alle aderenze di banche amiche moonopolizza i cartellini) ricattando procuratori e presidenti, e raggiungendo un accordo spartitorio col Milan di Berlusconi, che in cambio si è pappato i diritti TV e comunque si è garantito (guarda caso), lo stesso numero di scudetti della Juve: un duopolio perfetto! In questo modo chi era forte è diventato fortissimo, agli altri le briciole.

Scandalizzarsi adesso è ridicolo. Tutto questo è semplicemente la conseguenza dell’ applicazione integrale delle tecniche capitalistiche moderne: gli scudetti vanno programmati in anticipo (non ci può essere la variabile impazzita del Chievo o della Roma e se si permettono gliela si fa pagare cara....), con Galliani a decidere dei diritti TV (cioè come nominare Previti alla Giustizia, o Provenzano a dirigere la squadra catturandi..... ), con gli arbitri gestiti come dipendenti, col proprio figlio a decidere chi gioca e dove, col CT della Nazionale che convoca i tuoi giocatori (facendone lievitare il valore).

Insomma, è un film che, con le dovute differenza, ha la stessa sceneggiatura di Enron, Parmalat e tutti gli altri “scandali” degli ultimi anni.
Uso le virgolette perchè queste non sono le patologie di un sistema, questo E’ il sistema e chi è più bravo a gestirne i meccanismi, trionfa.
Sperare nella moralizzazione, nelle regole, nell’ etica fa pensare ai tentativi di Gomulka, Kadar e Dubcek di realizzare il “Comunismo dal volto umano”. Non è stato possibile perchè, come fa osservare il comunista Canfora, si è costretti ad ammettere che i sistemi politici dell’ Est non furono semplicemente un tradimento di Marx e della classe operaia, ma furono davvero il Comunismo, come nella storia si è, fattualmente, realizzato.

Occorre riconoscere la natura criminogena del sistema e farsi meno illusioni sulla autoregolazione dei mercati (mai vista!), sulla diminuzione delle tasse ai ricchi che dovrebbe arricchire anche i poveri (mai accaduto), sul privato che produce ricchezza per tutti (i privati in Italia hanno, conti alla mano, bruciato ricchezza, e chiesto soldi allo stato per tappare i buchi), sullo stato che “non è la soluzione ma il problema” (Reagan).

Inutile gridare agli errori umani, al tradimento della dottrina, giusta in teoria e realizzata da uomini imperfetti, anche questo è un film penoso già visto in altri contesti....

Saluti
Roberto


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Hober
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Registrato: 3 anni fa
Post: 1
 

Il napoli ha vinto 2 scudetti con moggi direttore sportivo.
Al terzo ha dovuto rinunciare perchè purtroppo la camorra delle scommesse è ancora più forte.


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Delcan
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Post: 3
 

Non direi che c'era Moggi, Hober . Ricordati che a quei tempi c'era un giocatore che si chiamava Diego Armando Maradona, e non sò ........ 😉


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Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 33516
 

Presi la calciofobia all’uscire (se è vera uscita) dall’infanzia; mi è stata utilissima. Mi ha preservato da questa mania nazionale che ha finito per degenerare in pestilenza e, con l’aiuto dell’indole, da ogni tipo di fanatismo. Ho odiato un po’ i preti, ma non ne avrei mai scoperchiato i sepolcri nelle chiese di Barcellona, nel 1936, e dalla calciofobia mi è derivata anche una salutare marxismofobia, dopo brevi sbandamenti giovanili. Del resto, fu la dissennata calciofilia dei preti di allora (giovani, basso clero fascistoide, insegnanti anche), negli oratori e negli istituti confessionali, a rendermi contemporaneamente calciofobo e pretofobo: un merito squisito! I preti spingevano al pallone e ci si buttavano inferociti per dissuadere se stessi e i ragazzi dal sesso; io ero, come incapace in difesa e disastroso all’attacco, disprezzato e messo fuori a metà partita. Ne godevo, ero infame. Senza interesse per il risultato, mi mettevo in un angolo a leggere l’unico periodico ammesso, «Il Vittorioso». Calciomania e catechismo di Pio X: tuttavia l’etero-eros, dietro quei miseri fondali mariolatri, a tutto quel dispiegamento faceva le dantesche fiche. L’oratorio mi fece anche aborrire la Juventus: c’erano dei manigoldi che mi sbattevano contro il muro con minaccia di strozzarmi se non gridavo con loro viva la juve.

M’impuntavo e le prendevo; per rivalsa, nella torva cretinità puerile, cercai riparo nelle coglie, a quel tempo formidabili, del Torino. Durò pochi anni: ma capirai c’era gente come Gabetto, Mazzola, Castigliano, tutti i morti di Superga... Come se in un film si fossero trovati insieme Marlene Dietrich, Greta Garbo, Jean Gabin, Vivien Leigh, Charles Laughton, con la regia di John Ford: un cast di irresistibili! Il Gabetto faceva in scena (scena, più che stadio) salti e piroette da balletti russi di Diaghilev: lo leggevo nelle cronache, alle partite andai non più di due volte, senza trovarci nulla di eccitante. Alla radio il calcio arrivò presto, con la bella voce di Carosio, ma a dosi ancora ragionevoli. Episodi di violenza non ne ricordo: i più fa- natici s’intestardivano nel coprire di merda, abitualmente, l’arbitro: in me scattava una sommessa solidarietà per la povera vittima, che però non aveva bisogno di essere scortato per rientrare a casa.

Con tristezza, proprio con tristezza, ho visto progredire la mania del calcio nelle donne. Se un tipo di fanatismo contagia il femminile non c’è più scampo. Esempi storici a non finire... Le sanculotte, spaventevoli! Le appiccatrici d’incendi a Parigi nel 1871! Le vergini di pallone restano donne, le altre sono maschificate, le radierei dal genus muliebre.

L’invasione, la durissima occupazione mediatica del calcio mi fa sempre più benedire la remota calciofobia delle mie origini mentali e inevitabilmente la rinfocola, la sta portando all’incandescenza. Ti martellano in testa calcio sempre, ogni giorno della settimana c’è partita o ce n’è una per il giorno dopo, le trasmissioni smettono i programmi per indossare pallone: si può dirlo un fenomeno da società totalitaria? Il giro di denaro che si è incrostato alla Sfera-di-Cuoio (termine delle prime cronache barocche) è da patologia finanziaria e ne è la corona perfettamente satanica. Oportet ut scandala eveniant!

Finalmente il bubbone celato nelle tenebre è esploso e il suo superbo contenuto ha ubriacato le pagine una-due-tre-quattro-cinque-cento dei più folti quotidiani, e i terroristi suicidi, bramosi poveretti di un po’ di accaparramento radiotelevisivo-satellitare iper-Alfa Centauri 40, devono arretrare, sono loro i retrocessi in B e in C, non bastano i morticini che fanno a farli figurare primi...

Fenomeno totalitario e di un totalitarismo bestia che scivola nella deviazione religiosa perché trova spazi e spazi da riempire. Il collegamento delle tribune con l’antisemitismo e il razzismo non è idiozia sporadica: osserva bene da vicino. E quello che si sente scippato dell’anima nel vortice del guaio, è soltanto patetico e, nell’estensione illimitata delle coscienze teleguidate e calcioguidate, un caso isolato? C’è un vacuum malsano di governo, causa la transizione, ma calcio ne ha preso il posto con l’ostentazione rivelatrice di un grugno triste, da spudoratezza oltraggiata. Un anno intero senza partite sarebbe una buona cura disintossicante, una disinfezione nazionale, brucerebbe il male, forse.

Certamente tornerebbe... Roma era ormai finita e mezza in rovina, ma per le corse nel Circo si seguitava implacabilmente a scommettere e ad uccidere. Grondava sangue il Circo... Vissuto calciofobo, mi rallegrerebbe una bella e potente Lega Anticalcio di refrattari a vita, di cuori senza macchia di squadra, senza traccia di virus tifale.

Guido Ceronetti
Fonte: www.lastampa.it
16.05.06


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FraDiavolo
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Registrato: 3 anni fa
Post: 5
 

Al tempo del 1° scudetto c'era il compianto Italo Allodi come DT, inutile ricordarti che la 10 del Napoli era indossata da tale Diego Armando !


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