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Cariche poliziesche alla Mirror di Ferrara


radisol
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Giovedì 23 Ottobre 2014

Dalle cinque di stamattina, di ritorno dalla contestazione del Saie a Bologna, è ripartito il presidio davanti ai cancelli della Sant'Agostino Mirror da parte dei lavoratori licenziati,ora in lotta per il rispetto dell'accordo pattuito: dovevano essere reintegrati dal 30 Settembre, dopo 55 giorni l'accordo firmato è stato completamente ignorato e calpestato. A rinforzare le fila dei facchini erano presenti i militanti del Laboratorio Crash e i delagati SiCobas del bolognese.

A quanto pare le sacrosante ragioni che hanno portato nuovamente alla lotta i facchini non solo sono state celate, ma addirittura tra disinformazione leghista e una pessima copertura dei media mainstream gli stessi facchini sono stati fatti passare per "criminali".

Questa mattina i facchini e i solidali in presidio si sono ritrovati la fabbrica completamente cinta da inferriate messe dal titolare della Mirror il giorno dopo il primo sciopero, cosicché il gruppo si è dovuto assestare distante dai cancelli, sul ciglio della strada.

Nonostante ciò, alle sette sono giunti i blindati di celere e carabinieri in assetto antisommossa, tre in totale, che si sono messi a rimuovere le inferriate messe dal titolare!

Questa scena surreale ha poco dopo assunto toni a dir poco cupi e grotteschi, tanto che il presidio è stato caricato. Necessariamente i facchini si sono trovati costretti a ripiegare lungo la strada, e da lì si è deciso di effettuare il blocco dei Tir in entrata direttamente lungo le carreggiate.
Ma la celere, sempre solerte quando si tratta di lavoratori dapprima sfruttati e poi umiliati, ha effettuato un sequestro vero e proprio dei manifestanti, cinturandoli con un cordone.

Una parte dei facchini sfuggiti alle mosse della celere e in risposta all'arbitrarietà dell'operato poliziesco- che è andato ben oltre la difesa dei soprusi dell'azienda – ha preso la decisione di partire in corteo lungo la statale, bloccando il traffico e giungendo fino alla sede della Ceramiche Sant'Agostino a cui la Mirror rifornisce il lavoro: con questa mossa i facchini hanno richiesto la libertà immediata dei loro colleghi e dei solidali tenuti in stato di fermo temporaneo e alla mercè di bestie.

Ceramiche di Sant'Agostino che è rimasta tristemente famosa per la morte di due operai al suo interno a seguito del crollo causato dal terremoto che colpì la bassa emiliana nel Maggio del 2012.. il terzo morto sul lavoro a causa del terremoto nella zona si era registrato in una frazione di Bondeno, paese il cui sindaco leghista si era reso protagonista martedì della provocazione razzista ai danni del picchetto..

Dopo mezz'ora dalla fine del corteo c'è stato il rilascio dei lavoratori, chiudendo questa mattinata di ordinaria follia in cui protagonista in negativo è stata anche l' ANSA regionale, capace addirittura dichiarare che dipendenti all'interno dell'azienda sono stati presi "in ostaggio" dal presidio, tanto che dopo qualche ora su pressione dei partecipanti alla giornata l'agenzia, ripresa con leggerezza da tutte le testate locali e non, ha ammesso la disinformazione e rettificato, a smentire anche la campagna razzista e diffamatoria della Lega che riprende queste false informazioni per farne propaganda xenofoba.

Una giornata che ha messo in luce quanta ostilità e al contempo quanto timore provochino le lotte per la dignità in un fronte che, al contrario di quanto millanta Matteo Salvini, vede il numero di facchini di origine italiana crescere sempre più, a riprova che né le provocazioni razziste né l'operato poliziesco a difesa degli interessi padronali siano capaci di ostacolare la sete di giustizia dei facchini, alla Mirror come altrove.

Presenti molti delegati SiCobas da altri magazzini come Arcese e Camst che hanno preso parola durante la conferenza stampa tenuta a fine mattinata di fronte alla Mirror;tra di loro molti italiani che hanno ribadito come la vera divisione nei magazzini non sia tra tra italiani e migranti ma tra sfruttati e sfruttatori!

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Giovedì 23 Ottobre 2014

Vittoria alla SDA: i blocchi pagano

Stezzano (BG) – Vittoria per gli autisti della SDA. Dal prossimo Novembre vedranno finalmente riconosciuto il diritto alla malattia, alle ferie, alla tredicesima e quattordicesima. Una vittoria conseguita con trattative, scioperi e picchetti che ha portato a risposte tangibili e concrete, visibili fra qualche settimana in busta paga.

Da tuttavia quasi fastidio parlare di vittoria, laddove la posta in gioco è il riconoscimento delle tutele basilari del lavoratore. Ciò che invece si è verificato negli ultimi anni nel settore della Logistica è una progressiva esplosione di sub-appalti, partite IVA, contratti capestro. La logistica occupa ormai un posto determinante del mercato e per essere efficace necessita di un’alta produttività e di un basso costo del lavoro: a pagarne le conseguenze sono sempre i lavoratori.

La vittoria degli autisti della SDA segna un importante punto di controtendenza. È una questione di senso: il lavoro va adeguatamente pagato. È una questione di metodo: un gruppo di lavoratori si è riunito, è divenuto consapevole dei propri diritti, ha formato un nucleo su cui instaurare una lotta. Non si è fermato neppure di fronte ai primi licenziamenti, quando la ditta ha tentato un’azione intimidatoria e ha licenziato i lavoratori iscritti al sindacato. Gli autisti hanno fatto blocco di fronte ai cancelli, hanno fermato la produzione e chiesto il reintegro dei loro compagni. Hanno vinto questa lotta e non si sono fermati: hanno chiesto l’applicazione del contratto nazionale. Di fronte al nicchiare della dirigenza hanno di nuovo bloccato i cancelli e sono scesi a trattativa.

L’hanno vinta. Lo stato di agitazione continua comunque finché non vedranno il risultato materializzarsi definitivamente, l’azienda si è impegnata ad applicare il contratto nazionale per i suoi lavoratori entro sei mesi. Ma oggi si può parlare di importante conquista. Da oggi si può iniziare a lavorare e finire d’essere schiavi, così dicono gli autisti. Da oggi i diritti sindacali sono rispettati. Pare di essere ancora nelle lotte del primo Novecento, purtroppo un secolo è passato e quelle lotte non sono ancora terminate.

tratto da BG Report


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spadaccinonero
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i sindacati (tutti) da bravi servi quali sono fanno mobilitare i lavoratori sempre e solo a macchia di leopardo

BRAVI

così possiamo solo andare di più nel cesso

come si può ancora credere in loro?


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radisol
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Giovedì 23 Ottobre 2014

Massa. Studenti e lavoratori in corteo contro il Jobs Act

Ieri, durante lo sciopero dei lavoratori dei metalmeccanici, numerosi lavoratori, inseme a studenti e precari, hanno dato vita ad un corteo fino ad arrivare sotto il comune di Massa, intenzionati ad entrare e ribadire la propria contrarietà alle riforme volute dal governo Renzi e dal PD e soprattutto contro il Jobs Act. Si sono verificati alcuni momenti di tensione. Riportiamo qui sotto un resoconto e valutazione della giornata.

Uniti si vince. Grande giornata di lotta a Massa!

Grande giornata di lotta oggi a Massa, una giornata che ha visto lavoratori e studenti scendere in piazza contro il job’s act e la buona scuola. Che fosse una giornata particolare era già evidente dall’inizio del concentramento, dove un ingente schieramento di forze dell’ordine presidiava la piazza in modo nervoso, frugando persino nei cespugli adiacenti alla piazza in cerca di chissà quali bastoni e spranghe nascosti.

La causa di questo nervosismo non ci sorprende affatto dal momento che, per la prima volta dopo tanto tempo, lavoratori, studenti e precari hanno deciso di costituire un blocco sociale intenzionato a oltrepassare le barriere imposte dai vertici di CGIL e FIOM, per ribadire la propria contrarietà alle riforme volute dal governo Renzi e dal PD.

E’ in questo clima che il corteo è arrivato sotto al comune di Massa, blindato ad hoc dalla polizia, senza la possibilità di chiedere una presa di posizione al sindaco Alessandro Volpi, diretto rappresentate del Partito Democratico sul territorio. Per decisione delle segreterie, infatti, solo una piccola delegazione di lavoratori poteva incontrare le istituzioni, mentre il resto del corteo avrebbe dovuto sostenere (e viene da chiedersi sostenere cosa?) il gruppo prescelto con un sit-in vicino al palazzo comunale.

Di fronte all’ennesima provocazione della mattinata, i lavoratori e gli studenti hanno deciso di opporsi alla flessibilità dei sindacati provando ad entrare in comune e venendo respinti da una piccola carica della polizia. Questo atteggiamento la dice assai lunga sull’atteggiamento che le istituzioni stanno assumendo, un atteggiamento di costante repressione nei confronti di chi lotta per rivendicare i propri diritti.

Non ci facciamo incantare dalla faccia pulita del sindaco che, sceso a parlare con il presidio dopo un’ora e mezzo tra il plauso di qualche rappresentante CGIL, si è detto disponibile ad ascoltare chi protesta quando sappiamo bene che il suo partito è il diretto responsabile della crisi che si sta verificando anche sul nostro territorio. Stamani in piazza c’erano lavoratori, precari e studenti che hanno mostrato come, anche in una piccola realtà di provincia, il vero cambiamento è quello che si fa dal basso, conquistando in maniera determinata i propri diritti, non quello voluto da Renzi, un “cambiamento” spinto da logiche capitaliste e clientelari.

La giornata di oggi è stata solo un piccolo assaggio di quello che sarà un nuovo anno di lotta e la prossima volta saremo in piazza ancora più numerosi e determinati contro chi ci vuole sfruttati a scuola come sui luoghi di lavoro. Che questi signori continuino a rinchiudersi nei palazzi sognando il loro “modello tedesco”. Noi continueremo a portare in piazza il nostro.

Casa Rossa Occupata


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