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"Chi è la mela marcia tra me e lui ?"


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 33516
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Tra i putridi residui dello stalinismo, troviamo sempre la demonizzazione personale di coloro con cui non si è d'accordo.

Chi fa scelte diverse dalla nostra è un pazzo, un criminale, un infiltrato.

Esiste tutto un linguaggio in codice in merito, "losco figuro", "chi lo paga", "guarda caso", "ambiguo personaggio", "oscuri legami" o "mela marcia" nel "nostro sano mondo".

Il lato tenebroso del movimento comunista sopravvive alla morte del suo lato luminoso: caduta ogni pretesa di uguaglianza e di rivoluzione, resta il dito puntato sul capro espiatorio.

Anzi, l'arroganza della condanna aumenta, tanto più si è vicini al potere, e si rispecchia felicemente nei meccanismi di demonizzazione che adoperano i media.

Io non condivido la scelta della lotta armata in Occidente, perché la storia dimostra ampiamente che chi la fa, finisce male.

Ma non per questo posso giudicare l'umanità di chi la sceglie.

In genere, però, la comprensione di questa umanità è ostacolata dal linguaggio aridamente teologico dei gruppi che si dedicano alla lotta armata.

Esiste una bellissima eccezione, che ho scoperto visitando quella grande risorsa che è Italiani Scostumati. (1)

Si tratta di Vincenzo Sisi, arrestato alcuni mesi fa in relazione alla formazione di un gruppo comunista combattente nell'Italia settentrionale.

Vi ricordate la foto, quel viso così tipico dell'Italia prima che tutto si sciogliesse nella cialtroneria?

Ascoltiamo ciò che Vincenzo Sisi ha scritto: il testo si trova sul benemerito sito di Sécours Rouge International. (2)

Miguel Martinez
Fonte: http://kelebek.splinder.com/
18.04.07

Note:

1) http://italianiscostumati.splinder.com/
2) http://www.rhi-sri.org/index.php?lang=en&db=aktuell&id=432

Italia Vincenzo Sisi scrive dal carcere

CHI SONO LE MELE MARCE?

Ho letto da qualche parte, che tutto nella mia biografia stride con il mitragliatore nell'orto. Si continua a parlare di doppiezza. Da una parte il bravo compagno, il delegato e dall'altra la lotta armata.

Non è così, non c'è doppiezza, divisione, tra l'essere un comunista rivoluzionario e stare con la propria gente. Organizzarsi nel sindacato, senza essere d'accordo con la linea dei vertici. Per organizzarsi tra noi lavoratori, nelle forme consentite, ci vuole la tessera sindacale. E, noi lavoratori ci facciamo la tessera!

Perché, i lavoratori non hanno il diritto per legge di eleggere la propria rappresentanza nei luoghio di lavoro. Bella la vostra democrazia! Non sarà che vi fa un po' paura quando i lavoratori si organizzano per conto proprio.

Poi, quando alcuni di questi operai, si rendono conto dei limiti delle lotte economiche e dell'inutilità della lotta parlamentare e si organizzano in quanto comunisti, allora la vostra paura cresce.

Il vostro potere di controllare e di dominare, imponendo il vostro modello, potrebbe essere messo in discussione.

Le persone che da questo sistema hanno solo da rimetterci, pagando i costi del vostro benessere con lo sfruttamento, potrebbero vedere che esiste una alternativa, una cura al vostro mondo di sfruttamento e barbarie.

E allora mettete in moto tutta la vostra capacità di manipolare le coscienze e confondendo le idee. Farci passare per terroristi, criminali pronti a colpire chiunque, nemici della gente, per criminalizzare le nostre idee.

Invece diventa un po' più difficile criminalizzare le nostre vite. Quelle sono lì, sotto gli occhi di tutti, a dimostrare la nostra coerenza con le idee che portiamo avanti. La nostra internità alla classe sociale di appartenenza. La classe Operaia.

Io ho iniziato a lavorare a 14 anni, a 15 ho fatto i libretti, facevo 11 ore al giorno più il sabato. Sono diventato operaio specializzato. Lì c'era il rapporto individuale con il padrone, per il contratto si scioperava in 2, io ed un vecchio comunista. Sono andato in FIAT, lì si lottava, eravamo un problema di ordine pubblico. Disse così Cesare Damiano qualche anno dopo, parlando del contratto metalmeccanici del 79.

Bisognava fare piazza pulita di quella classe operaia, che sfuggiva al controllo, che non si voleva piegare alla politica di sacrifici.

E allora fuori! Prima in 61, poi in 23 mila. Con i capi del P.C.I. torinese che organizzavano il tutto, insieme alla FIAT. Schedature, espulsioni e reparti confine.

Dopo la cassa sono entrato in Ergom, lì c'era il padrone, o eri con lui o eri contro. Io ero contro, ma facevo bene il mio lavoro ed ero inattaccabile. Fumate improvvise di sostanze irritanti che facevano bruciare gli occhi e venire gli sforzi di vomito. Tutti fuori! Di corsa! Non c'era un aspiratore.

C'era chi aveva paura e restava dentro a respirare il fumo con le lacrime agli occhi. Con altri compagni abbiamo costruito il sindacato. All'inizio eravamo 6 iscritti, c'era tanta paura. Il contratto che scadeva e la paura di non essere confermati, i capi che ci tallonavano, a picchettare la bollatrice nei primi scioperi. Poi la vigliaccata del licenziamento e l'offerta di denaro, tanto denaro, per restare fuori.

Mi hanno tenuto fuori 3 anni e mezzo. Con il sindacato che non mi voleva, neppure a fare lavoro volontario e gratuito.

Oggi dicono che la stima nei miei confronti era trasversale.

Per quanto riguarda le operaie e gli operai, la stima è reciproca ed è la sola cosa a cui tengo. Oltre all'affetto per le persone care e per i miei compagni di lotta.

A quelle persone con le quali ho condiviso speranze e lotte, voglio dire che non c'è doppiezza nella mia vita e quella dei miei compagni di lotta. Io ero e sono così perché ho cercato e cerco di essre un comunista. Nelle cose di tutti i giorni, nel lavoro e nella lotta.

A tutti gli altri voglio dire: Vigliacchi! Come fate a dire che sono un infiltrato tra i lavoratori e nel sindacato.

Epifani ha detto che siamo delle mele marce. Lui i tre turni non li ha mai provati, lui è stato messo lì dal sistema di partiti, che hanno svenduto la classe Operaia.

Io vengo da una famiglia di operai che hanno pagato la tessera e contribuito a dargli da mangiare, sputando sangue nelle fonderie. Chi è l'infiltrato nella classe Operaia? Chi è la mela marcia tra me e lui. Gli ho sempre detto in faccia quello che pensavo, nei congressi.

Il mio sindacato sono i lavoratori!

Ho sempre detto nelle discussioni dei direttivi che quello che contava per noi delegati era la capacità di costruire spazi di autonomia nei luoghi di lavoro per stimolare il protagonismo dei lavoratori.

Ma per quanto bene fai, resti bloccato dalle compatibilità e dai limiti della lotta economica all'interno dei cancelli della fabbrica. Mentre fuori, lo strapotere dei vertici sindacali, dopo anni di arretramenti e sconfitte imposte ai lavoratori, diventa strumento di controllo sulla classe.

Cosa risponde il delegato al compagno di lavoro, incazzato per il suo stipendio di 950 euro al mese?

Cosa rispondere alle operaie con i polsi scassati dai ritmi di lavoro, con alle spalle 37 anni di fatica, in fabbrica e nelle famiglie, quando domandano, ma noi quando andiamo in pensione?

Cosa rispondo a chi ha 2 figli ed un contratto a termine di 3 mesi.

E cosa dire a chi ha lo sfratto e ti fa notare che per le armi il governo i soldi li trova e per fare le case popolari no.

Gli rispondo che c'è rifondazione al governo e che la borghesia di sinistra è meglio di quella di destra.

E quando si guarda fuori e vedi che la merce che costa meno di tutte sono i lavoratori.

Allora o sei d'accordo o sei contro
. O accetti le loro regole e sei complice. O lavori per costruire l'alternativa.

VINCENZO SISI
Militante per la costituzione del Partito Comunista Politico militare
2 MARZO 2007


Citazione
nello
Active Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 17
 

concordo parola per parola quello che ha scritto Vincenzo Sisi.
è ora che questo sistema di distruzione della dignità del lavoratore finisca.
i primi i sindacati dovrebbero buttarsi da un ponte con una pietra al collo.


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clausneghe
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1251
 

Concordo in massima parte con ciò che dice Sisi...

Non condivido però la sua idea di lotta armata, che non ha sbocchi e in definitiva fà il gioco di padroni e sindacati .

Anche io sono operaio vero con tanti anni di lavoro in fabbrica e in cantiere sulle spalle..

Ora sono disoccupato quasi per mia scelta, dal momento che piuttosto che

fare il precario ingrassando agenzie e padroni sfruttatori , oggi a 50 anni,

piuttosto non lavoro più, mi arrangio da me e mando a c....e i parassiti della classe operaia.

La mia soddisfazione è... non dare più un ghello allo stato alla adecco al sindacato e al padronato 😈

Il sindacato è lontano anni luce dalla classe operaia, basta guardare i suoi dirigenti per capire che è gente che non ha mai lavorato con le mani e nemmeno con la testa se è per questo...

Il capo Epifani è un laureato in filosofia, figuriamoci. 😆

Il sidacato svolge efficacemente la sua funzione all'interno del sistema

che è quella di fare da cinghia di trasmissione al potere capitalista

non certo quella di difendere gli interessi dei veri lavoratori,dei quali tutt'al più difende i privilegi in alcune corporazioni più retrive ed egoiste

Che corrispondenza ha con il mondo del lavoro un sindacato come la cgil

che tra gli iscritti ha la maggioranza di pensionati obbligati a fare la tessera e a pagarla a vita pur di essere assistiti nei cavilli burocratici messi lì apposta, in accordo con lo stato, per complicare pensioni e denunce dei redditi ??


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