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Cinque Stelle cadenti: La decrescita (In)felice di Parma


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CINQUE STELLE CADENTI: LA DECRESCITA (IN)FELICE DI PARMA
Cosa resta del primo comune grillino? Tasse e depressione. Non proprio il governo immaginifico di cui parla Grillo – L’odiato inceneritore aperto, tasse esorbitanti, tagli in busta paga per gli incarichi “disagiati” e una visione di rilancio della città lontana anni luce….

Antonio Amorosi per "Il Foglio"

Beppe Grillo e il Movimento 5 stelle sono stati espliciti con Giorgio Napolitano. "Siamo il primo partito per numero di voti, per questo chiediamo l'incarico di governo". Lo hanno ripetuto (anche se l'affermazione non è esatta, il primo partito è il Pd) i capigruppo di Camera e Senato, Lombardi e Crimi.

E il comico lo ha rimarcato alla tv turca "Con noi 5 anni più poveri ma poi felici" ripetendo il mantra di un governo immaginifico nelle sue mani e del cofondatore Gianroberto Casaleggio. Per una politica che "cambierà il mondo". E allora siamo andati a Parma, nella città di 177 mila anime che il Movimento già governa con il sindaco Pizzarotti dopo un exploit che ha attirato gli occhi del pianeta.

Come potrebbe essere l'Italia gestita dal Movimento 5 stelle? Il paese è un po' come Parma, un territorio ricco di cultura, dalla grande complessità e dalle molte sfaccettature, sostanzialmente agiato e colto ma sommerso dai debiti e dalla crisi economica. Sovrastata dalle inchieste della magistratura la città ducale è sulla cresta dell'onda dei media da anni, passando da uno scandalo all'altro;

dal caso Parmalat all'arresto dell'ex sindaco Pietro Vignali sembra non essersi fermata un giorno. Dopo il commissariamento e la scoperta degli 870 milioni di debito (tra comune e società partecipate) i cittadini hanno deciso di mandarli tutti a casa, i politici, e provare un'altra strada: votare il Movimento 5 stelle con Federico Pizzarotti, a furor di popolo, appoggiato anche dalle categorie produttive.

Tutta la campagna elettorale della città è stata incentrata sulla chiusura o meno del nuovo inceneritore, visto dalla popolazione come un pericolo per il proprio benessere. Infatti Parma è anche sede dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (l'Efsa) ed è il centro di una produzione diffusa e di eccellenza. In campagna elettorale tutto sembrava facile, "no all'inceneritore", "lo chiuderemo", "non serve un altro impianto", ripeteva Pizzarotti, classe '73, faccia pulita da bravo ragazzo, ghigno televisivo di chi ha la parlantina facile.

E così le promesse elettorali sulla salute o quelle di abbassare le tasse, non usufruire di dirigenti a contratto, spalmare il debito su 20 anni, ridurre le rette per gli asili e tante altre amenità prendevano forma per far rinasce il comune. Ma a distanza di un anno la musica sembra mutata. Girovagando un weekend tra i negozi e le strade che furono dell'ex imperatrice Maria Luigia D'Austria si nota un clima plumbeo, di depressione diffusa.

Sarà un caso, sarà la crisi e l'ansia del mancato arrivo della primavera ma si notano le strade centrali semivuote anche il sabato pomeriggio. "Non ha visto che facce ci sono in giro? Viviamo in una specie di limbo. Non si sa bene che succederà. Abbiamo provato a cambiare ma questi di adesso non fanno granché, è tutto come prima", ci ripete una piccola commerciante di via Garibaldi poco distante dal Teatro Regio.

Il benessere sprizza ancora dai vestiti dei ragazzi che si fermano davanti alle vetrine e dalle strade lastricate di lucido senza neanche un cicca in terra. Ma la città sembra vivere calata in un limbo. La crisi economica è arrivata anche qui. E forse qualcosa di più. "Di promesse Pizzarotti ne ha mantenute ben poche", ci racconta Fabio Manenti che segue la quotidianità del comune per il Mattino di Parma.

"Parma è una città piegata in due, con una forte chiusura delle attività produttive. I costi delle abitazioni sono rimasti proibitivi e il sistema di tassazione è particolarmente duro: un disastro". "Aspettiamo, forse con la primavera succede qualcosa" allarga le braccia un'altra commerciante che svolge le attività nei pressi del complesso polifunzionale Barilla Center.

Pizzarotti, votato per la chiusura del nuovo inceneritore, si ritrova con l'inceneritore aperto e fra qualche settimana a pieno regime; Parma paga i rifiuti 168 euro a tonnellata, il 50 per cento in più della media regionale; con l'inceneritore si sarebbe dovuta abbassare la tassa procapite che invece è aumentata. E se sbagli a differenziare i rifiuti la multa è salata, anche 150 euro a colpo.

Le tasse comunali sono state portate al massimo. Le rette scolastiche a cifre esorbitanti (una famiglia con reddito Isee di 32 mila euro rischia di pagare per due figli al nido anche 1.300 euro al mese). Di spalmare il debito sui vent'anni non s'è n'è fatto nulla perché le banche già coprono gli altri debiti delle partecipate e non sono disponibili a dilazionare ancora. Poi si sarebbero dovuti fare dei referendum senza quorum per far decidere ai cittadini quali opere completare e quali no e in che ordine.

Ma a cose fatte Pizzarotti ha scoperto che costano troppo. Anche la strada dei sondaggi online è risultata un mezzo bluff, quello con più votanti ne aveva 500. L'eliminazione dei 48 dirigenti a contratti con la promessa di nessuna nuova assunzione ha prodotto il contratto per 7-8 nuovi dirigenti. Solo che al posto dell'urbanista ha preso vita l'esperto di "decrescita felice."

Dulcis in fundo il taglio delle indennità aggiuntive in busta paga per gli incarichi "disagiati" (poliziotti municipali, messi comunali, ma anche addetti dei servizi domiciliari ad anziani e portatori di handicap) che il sindaco taglia escludendo i sindacati.

Piccole attività amministrative di provincia senza visione e senza prospettiva. Non proprio un governo immaginifico come declama Grillo nelle sue interviste. E la città nei confronti del sindaco si è a dir poco raffreddata. Un internauta parmense ci fa notare che "i complimenti sulla pagina Facebook di Pizzarotti arrivano principalmente da persone che non sono di Parma.

"Ti vorremmo come sindaco a Torino, ti vorremmo sindaco a Roma", frutto più della visibilità mediatica che della sostanza di amministratore". "E' calato un clima di austerity senza speranza" ci confida l'ex sindaco Elvio Ubaldi, già in conflitto con il precedente amministratore del centrodestra Vignali. "E' stato un anno di mancanza di iniziative in ogni settore.

Al di là della crisi e dello sperpero di denaro che c'è stato prima, non c'è dubbio, non hanno messo neanche in moto una loro visione, diversa. Sono totalmente inattivi. Parlano di decrescita felice. Ed è felice perché alle riunioni semi deserte con i cittadini in quartiere c'è lo psicosociologo che ti fa compilare il questionario?". Ma nel magma di contraddizioni il Movimento 5 stelle di Parma qualcosa ha fatto.

Per poter salvare il debito di un centinaio di milioni di STT (Stazione Ferroviaria), una macropartecipata del comune che gestisce 8 sotto-partecipate che si occupano dei cantieri, l'amministrazione ha chiesto un prestito alle banche. Il comune non ha più niente. Per poterlo fare Pizzarotti ha offerto in pegno le azioni di Iren, la municipalizzata che gestisce l'odiato inceneritore e che incassa ricavi.

"Da una parte urlano tutti i giorni per la chiusura dell'inceneritore dall'altra utilizzano le azioni di Iren dandole alle banche. Mi spiega dove è il senso?" chiede un ambientalista dei comitati cittadini. Nicola Dall'Olio, ecologista Pd sostiene che Iren ride due volte: "Il Movimento 5 stelle garantisce a Iren la pace sociale. Se fossimo stati noi al governo della città, oggi in piazza sarebbero scesi tutti a protestare, creando del dissenso e invece adesso non c
i sarà nessuna manifestazione".

Tutto sembra adagiarsi sulla gestione ordinaria. E ai parmensi farà poco ridere l'impreparazione di Pizzarotti apparsa al programma Le Iene quando afferma che "Kabul è in Iraq e Medvedev fa parte della Commissione Eu". "Ma di che nazione può essere Medvedev?" chiede la giornalista e Pizzarotti azzarda: "Ce la giochiamo sulla Russia?".

La Russia, secondo Pizzarotti, fa parte dell'Unione europea! I cittadini hanno votato 5 Stelle perché erano arrabbiati con quelli che governavano prima. Il prodotto però sembra una politica senza azione. Lo star fermi in attesa di qualcuno che porti la salvezza. Come se il comune fosse un grande condominio. Non ci sono i soldi e non si fa niente.

Un'amministrazione naif che si chiude nella gestione delle piccole cose senza una visione di rilancio della città. Si dice tanto che è in corso un'esperienza nuova che può portare a qualcosa di imprevisto. Ma per avere il nuovo occorre pianificare, avere la forza delle competenze e soprattutto una visione. Con Pizzarotti e la compagine a 5 stelle sembra lontana anni luce.

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/cinque-stelle-cadenti-la-decrescita-infelice-di-parma-53055.htm


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yago
 yago
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Ha ereditato una 500 da rottamare e si pretende che vinca in formula 1.
L'inceneritore è stata una battaglia persa anche se combattuta. Nessuno ha cambiato idea sui cancrovalorizzatori.


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ireneo
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A parte la ovvia malafede di un giornale (?) di Berlusconi che dimentica le truffe e lo spaventoso debito lasciato da Vignali (PDL)....
.....le iene......cagnolini da salotto di B. a contratto,...
a parte tutto questo
è chiaro che ridurre sul lastrico un qualsiasi ente o persona ha sempre un fine,
in questo la destra berlusconiana è stata eccezionale,
ha venduto l'Italia e gli Italiani agli usurai,
e ora strilla pure.


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Tashtego
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Un articolo del Foglio di Ferrara, giusto?
Parma è una città praticamente fallita prima che Pizzarotti ne diventi Sindaco. Ora si vorrebbe che fosse già un paradiso...
Andiamo con ordine...


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Tashtego
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Argomento inceneritore.

Intervista di Messora a Pizzarotti (11 marzo)

Claudio Messora di Byoblu intervista il Sindaco M5S Federico Pizzarotti sulla questione dell' inceneritore

L’iter autorizzativo di costruzione dell' inceneritore (espandi | comprimi)
Claudio Messora: Federico Pizzarotti, il primo sindaco a 5 Stelle di un grande comune come Parma. Grandi onori, grande prestigio, grandi rogne. Una campagna elettorale all’insegna di “col fischio che faremo l’inceneritore”, adesso però in giro si dice che questo inceneritore si farà, e quindi questo fatto ti viene addebitato: fai le promesse e elettorali e poi non le mantieni.
Sindaco Pizzarotti: È come viene anche posta no? Perché giustamente da tutta Italia non possono conoscere la problematica della nostra città e del nostro inceneritore, del suo percorso, che arriva da molto lontano, da molto prima che ci fossimo noi, perché parte dal 2005 tutto l’iter. Quindi se potessi riassumerla non è con il fischio che noi lo faremo, ma con il fischio che noi lo vogliamo, perché il punto era che la costruzione era già iniziata nel 2010. Quando siamo arrivati al governo di questa città l’inceneritore era già al 70%, quindi la nostra battaglia e il nostro intento è il fermarlo, non è il farlo partire, perché era già partito. La cittadinanza di Parma aveva già cercato di volersi esprimere nel non volere un impianto di questo tipo, c’era stato un coordinamento che aveva creato una richiesta di referendum, che poi era stata bocciata dall’allora Affari Istituzionali del comune di Parma. Quindi destra e sinistra, insieme, avevano detto che quel referendum non poteva essere accolto: già al tempo era stata negata la possibilità di esprimersi, cioè se l’impianto fosse o meno voluto dalla cittadinanza.
Il punto è questo, quindi: che cosa fare con un impianto, come dire, in questo stato di avanzamento di costruzione? Noi abbiamo seguito diverse strade. Inizialmente abbiamo verificato quale fosse il percorso di affidamento dello smaltimento rifiuti di Parma e provincia, con Iren, con l’impianto di incenerimento che veniva messo a valle di tutto quello che è la raccolta dei rifiuti. I nostri tecnici si sono documentati circa la scadenza di affidamento che, dal nostro punto di vista, non era del dicembre 2014, ma dell’ottobre 2012. Dico il nostro punto di vista perché tanti altri enti si sono espressi con date diverse: l’organismo che doveva decidere ha detto che era giusto dicembre 2014, la Regione ha detto un’altra data ancora. Adesso grazie alla nostra inchiesta, grazie al nostro lavoro, è iniziato il percorso che porterà tutto il sistema rifiuti della provincia di Parma ad andare a gara con un bando europeo, e lì si potranno inserire dei criteri anche di merito sulla gestione dei rifiuti. Un altro punto è vedere quale è stato l’iter autorizzativo di costruzione di questo impianto, perché ricordiamoci sempre che la magistratura, che ha indagato e con con cui noi abbiamo collaborato fornendo indicazioni e informazioni, ha già stabilito che al di là del non avere ritenuto di sequestrare l’impianto, che era la richiesta fatta dalla procura e per cui adesso siamo al terzo grado di giudizio, in cassazione, per appoggiare la richiesta di sequestro, comunque ha già espresso il fatto che vi sono stati dei gravi atti di corruzione e delle mancanze per quanto riguarda le gare di appalto della costruzione e di altri parti dell’impianto. Tutto nasceva quindi sotto un cappello di non chiarezza e sicuramente non trasparenza. Abbiamo approcciato tutto l’iter autorizzativo della costruzione, delle richieste, per vagliare se fosse tutto corretto. Il terzo punto era questo. Avevamo avuto contatti con una azienda olandese che si occupa, nel mondo, di smontare e recuperare parti di questi impianti, per poi rivenderli e riconvertirli in altri impianti. Serviva ovviamente una collaborazione tra l’azienda che doveva cedere e smontare l’impianto e questa azienda olandese. Questa collaborazione non c’è stata. La risposta è stata: "Se volete ci presentate un vostro piano e poi lo valuteremo”. Ma per costruire un piano di questa entità e che implichi questi costi serve un fitto lavoro di collaborazione. Evidentemente la disponibilità non c’era. Quindi non mi sento di dire che sono state promesse disattese, perché il nostro impegno c’è, c’è tutti i giorni e ci sarà, perché quando partirà il punto è che ci sono sempre le emissioni da verificare, ricordiamocene. Questo sì che lo può fare il sindaco. Nel momento in cui c’è uno sforamento, quindi un pericolo per la salute, il sindaco, come massima autorità sanitaria comunale, può bloccare un impianto di questo tipo come è già avvenuto per altri impianti simili in Italia che hanno sforato le emissioni,. Però si può agire lì, non c’è adesso un’altra forma. Arrivano molti attacchi, da qualsiasi testata nazionale di informazione, da esimi Onorevoli che smaniano per dare un’opinione, forse per ripulirsi da quello che hanno fatto loro negli anni. Perché ricordiamo che questo impianto è stato voluto sia dalla destra che dalla sinistra, che hanno mandato avanti l’iter di costruzione mentre c’erano già associazioni che dicevano: "Ripensiamoci, cerchiamo di fare un modello alternativo". Queste associazioni presentavano proposte concrete su quale potesse essere un modo diverso di gestire i rifiuti. Inizialmente le risposte erano: "Non è applicabile, voi ci state vendendo il mondo dei sogni". Ma il Comune e la Provincia di Reggio Emilia, per fare un esempio, hanno dismesso, perché a fine vita, il loro inceneritore, e stanno andando verso questo tipo di impianti di trattamento, quindi vuole dire che la possibilità c’è, è sempre una questione di volontà. Sentirmi dire che noi abbiamo disatteso le promesse, quando il nostro impegno è questo, cioè portare avanti una battaglia anche culturale per fare capire che impianti di trattamento di questo tipo sono sbagliati, perché non riusano, non riciclano correttamente le risorse che potrebbero essere riutilizzate, perché in un pianeta finito non possiamo pensare che bruciare materie prime sia qualche cosa che porti giovamento a qualcuno… Non regge dal punto di vista economico, perché si basa su tanti incentivi statali, senza i quali economicamente le tariffe aumenterebbero ancora di più: non dà vantaggi ai cittadini. C’era stato venduto che avendo l’inceneritore si sarebbero abbassate le tariffe, mentre abbiamo già dimostrato più volte, e lo dimostra il piano economico finanziario, che il livello di costo alla tonnellata rimarrà lo stesso, quindi senza vantaggi. Ci sono altri inceneritori in Italia, fatti in precedenza, con la stessa logica di un grande tonnellaggio, che importano rifiuti perché non riescono a mantenersi in piedi dal punto di vista economico. Dal punto di vista della salute, l’Emilia Romagna è una delle regioni più inquinate al mondo. Tutti avrete visto le immagini in cui è in rosso tutta la Pianura Padana, a causa della sua conformazione geografica ma anche perché abbiamo 8 inceneritori in una regione così piccola e abbiamo la Via Emilia. Una serie di situazioni fortemente inquinanti, insomma: noi non vogliamo aggiungere qualche cosa a questo quadro. Penso che sarebbe fortemente sbagliato. Perché non arrivano gli stessi attacchi per chi ha fatto cadere giunte, con persone arrestate, per chi non ha saputo gestire i soldi dei cittadini? Ci accusano solo perché combattiamo per una cosa che è ovviamente molto grande, perché sottende a dei poteri economici e anche a un modello di sviluppo, ma io penso che noi abbiamo veramente la coscienza pulita.
Claudio Messora: Io ho letto la ricostruzione che voi state pubblicando in questi giorni, e si parla anche della Provincia. Era una materia cioè di competenza della provincia? Perché mi sembra di avere capito che la Provincia non è stata molto collaborativa nei vostri confronti.
Sindaco Pizzarotti: Il piano di gestione rifiu
ti, per quando è partito, era di ambito provinciale, e il Presidente della società che gestisce il piano dei rifiuti, in passato, che era provinciale, era il sindaco del comune di Parma, non il sindaco arrestato, ma quello prima, quindi di area centrodestra.
Quindi avevamo l’area centrosinistra, la provincia, che voleva questo tipo di impianto e il centrodestra, quindi il sindaco passato, che lo avallava completamente.
Quindi non sistema coeso nel volere fare questo tipo di impianto.
Claudio Messora: Però se non mi sbaglio, da questa ricostruzione emergerebbe che a gennaio dell’anno scorso la vecchia giunta comunale si era opposta alla riapertura del cantiere del termovalorizzatore, che era stato chiuso per via di alcuni esposti. Me lo confermi, vero?
Sindaco Pizzarotti Sì, era stata fatta una sospensione dal Comune e dai dirigenti comunali, perché c’era un abuso, secondo il comune, nella costruzione di questo impianto.
Quindi c’era stata una sospensione, una chiusura dell’impianto in cui tutti si era sollevati dal poter ridiscutere, perché c’era solo la parte in cemento, non c’erano ancora gli impianti, quindi tutto poteva essere fatto. Nessuno vuole demonizzare l'azienda, ma noi vogliamo un impianto diverso, il nostro messaggio è che noi vogliamo un trattamento che non bruci i rifiuti.
Quindi in quel momento era chiuso l’impianto.
Di fatto quello che poi è emerso dalle indagini, lo dice la stessa procura, perché nel frattempo era caduta la giunta, il Comune non si è fatto parte dirigente nel controbattere al giudizio del Tar, che dava il via alla ripartenza dei lavori.
Quindi nella memoria che era stata depositata per dare le giustificazioni del perché doveva essere chiusa e del perché il Comune lo riteneva abusivo, i documenti ci dicono che erano sparite delle parti che potevano confermare questa tesi, che non tutto era stato fatto per quanto riguarda una opposizione che potesse portare a un risultato diverso.
Claudio Messora: Un atto quindi, presumibilmente, di sabotaggio?
Sindaco Pizzarotti Questo non sta a me dirlo, sono fatti che noi abbiamo appreso dalle indagini anche della procura, quindi ci sono sentenze che già fanno intuire delle responsabilità, però è un altro ente che dovrà certificare.
Claudio Messora: E in seguito alla chiusura di quel cantiere la Iren ha chiesto un risarcimento di circa 25 milioni di Euro?
Sindaco Pizzarotti: Esatto, perché a causa del ritardo dei lavori loro hanno quantificato una cifra, dicono: "Visto che il blocco non era corretto, il Comune ci deve risarcire questa cifra".
Claudio Messora: Forse sarebbe stato corretto se ci fossero state quelle parti mancanti. Magari si sarebbe capito meglio…
Sindaco Pizzarotti: Questo penso che sarà un lungo iter giudiziario, perché noi siamo confidenti che quello che era stato fatto era in quel momento corretto, anche perché ricordiamoci che l’iter dell’inceneritore inizia come opera pubblica, i cartelli che erano al di fuori del cantiere recitavano "opera pubblica", in un certo momento temporale questo è cambiato ed è diventata "opera privata di interesse pubblico". Quindi anche in questo il Comune non ha potere diretto su, come dire, una opera privata, è come dire che il comune potesse avere il potere di fermare una fabbrica di automobili no? Il tema è che in questo caso va a gestire una parte della collettività, perché è di interesse pubblico, quindi bisogna stare attenti su questo tipo di opere. Come in passato c’erano le municipalizzate di diretto controllo dei comuni, ci deve essere un diretto controllo e la possibilità di agire su opere di questo tipo, mentre adesso di fatto l’impianto soprattutto economico, quindi il piano economico finanziario, prevede che l’inceneritore venga finito e in qualche modo l’economia prevale su quello che potrebbero essere indicazioni diverse.
Claudio Messora: Diciamo che la Provincia non è stata molto collaborativa. Io ho letto che avete richiesto spesse volte udienza e non vi è stata accordata. Avete proposto anche di mettere un commissario nella gestione di quanto vi doveva competere, ma anche questo commissario è stato rifiutato. E’ vero?
Sindaco Pizzarotti: Sì, non un commissario, quanto un tecnico all’interno della commissione che deve dare la certificazione della partenza dell’inceneritore.
Claudio Messora: Come mai questo ostracismo secondo te?
Sindaco Pizzarotti: Questo non sta a me dirlo, non voglio dare giudizi
Claudio Messora: Differenza di colore politico?
Sindaco Pizzarotti: No, non penso che sia solo questo, perché in passato erano tutti d’accordo, diciamo che c’è la volontà, dal mio punto di vista, di portare a termine una cosa che è iniziata anche per dare un messaggio che è : "La politica vuole pensare a voi, e questo è il modo giusto di farlo", perché se pensiamo a come sono, in Emilia Romagna, quali sono gli impianti, dove sono sorti e di chi era, come dire, il colore, l'appartenenza, in cui sono sorti gli impianti, potremmo trovare abbastanza un mono colore, che ci dà l’idea di forse quale è la loro idea di una gestione rifiuti.
Siamo nel 2013, non siamo più nel 2001, anche una volta a Parma c’era un altro inceneritore, una tecnologia completamente diversa, era stato chiuso, quindi era comunque un punto di partenza e non di arrivo. Il fatto di non avere più inceneritore, anche qui un’altra grande cosa che non si dice è dove finiscono le ceneri dell’inceneritore? Che in parte sono altamente tossiche e in un’altra parte non sono ritenute tossiche? E quindi vengono equiparate e possono essere mischiate con cosa? Con il cemento e con gli asfalti, quindi grande parte di quelle ceneri noi le possiamo ritrovare nelle costruzioni anche se a norma di legge. Io non sto dicendo che si fanno illeciti, ma a norma di legge, mentre si va verso la bio-edilizia, i bio-materiali, chi vorrebbe avere in casa propria le ceneri dell’inceneritore impastate con i propri mattoni, io penso nessuno! E in questo vecchio impianto noi abbiamo ancora tutte le ceneri da smaltire, perché nessuno le ha mai smaltite. La cosa che mi sento dire di più è dove li buttiamo, da qualche parte vanno buttati, non vorremmo mica diventare come altri esempi di città che li hanno in giro? Però invece si trasforma in cenere, come tutti i caminetti che abbiamo sempre visto, e questa cenere ha lo stesso tonnellaggio, senza superiore, di quello che potrebbe essere un percorso virtuoso fatto con impianti diversi. Dopo avere fatto una corretta raccolta differenziata spinta, dopo avere trattato e recuperato tutto quello che si può recuperare da questi materiali di scarto, quello che resta ha un tonnellaggio che è minore delle ceneri che escono da un inceneritore di questo tipo, è per questo che il messaggio è sbagliato.
Claudio Messora: E’ stata già individuata una discarica che dovrebbe gestire e smaltire trenta mila tonnellate di rifiuti prodotti dall’inceneritore?
Sindaco Pizzarotti: A nostra conoscenza no, quindi è la azienda che in completa autonomia dovrà gestire in modo corretto questo tonnellaggio, ma è questo anche che deve trasparire, il fatto che si dà in affidamento la gestione dei nostri rifiuti, pure con tutti i parametri di legge, ma si perde il controllo diretto di quello che poi avviene, quindi ci saranno altri organi preposti che dovranno vigilare. A monte noi pensiamo che sia sbagliato.
Claudio Messora: L’inceneritore dovrebbe gestire 160 mila tonnellate di rifiuti all’anno, corretto?
Sindaco Pizzarotti: Esatto, dove in grande parte c’è la parte di rifiuti solidi urbani, ma in grande parte sono rifiuti speciali.
Che cosa intendiamo per rifiuti speciali e poi uno pensa a rifiuti tossici? Sono quelli che provengono in grande parte dalle industrie, artigianato, imprese.
Quindi il punto è che sono ritenuti speciali, ma sono materiali che possono essere riciclati anche questi, quindi anche in questo
senso, per esempio scarti di ferro, ferrosi, ma scarti anche plastici, sono materie prime e seconde, possono essere riutilizzati, ma in tanti casi non hanno i requisiti di legge per cui possono essere riciclati, ma come sempre, e come ci ha insegnato la storia, se pensiamo all’eternit o altro, la legge non tutela necessariamente la salute, ma può essere rivista in un modello che si deve rinnovare, quindi perché non rivederla? E fare in modo che tutti questi materiali possano essere prima di tutto venduti dalle aziende, perché se io vendo degli scarti di plastica la azienda ne ha un recupero di costi, invece se io devo conferirli a un impianto di smaltimento, la azienda paga, questo è un grande paradosso, quindi invece di riciclare e recuperare soldi, io pago perché vengano bruciati.
Ecco, è questo che è il grande errore, secondo me, di questo modello.
Claudio Messora: Dicevamo che questo impianto avrebbe una capacità di “bruciamento” rifiuti, non direi smaltimento, di 160 mila tonnellate annue. Tuttavia voi avete già innescato, con alcuni processi, un aumento della raccolta differenziata sul suolo urbano. A questo punto, se si conferiscono meno rifiuti in un impianto che ha bisogno di 160 mila tonnellate, che cosa succede? L’impianto si avvia a chiusura o si iniziano a bruciare i rifiuti, per esempio, di Napoli?
Sindaco Pizzarotti: Ecco, questa è una risposta che penso ci daranno le future amministrazioni sovra comunali, in futuro, perché anche in questo senso la Provincia ha sempre detto per adesso la norma prevede che si possano bruciare rifiuti solo della provincia, ma anche per completare il discorso di prima adesso la norma è sovra provinciale, cioè regionale, quindi la regionale fa un piano di smaltimento integrato che dovrà gestire i flussi dei rifiuti all’interno della regione e immaginiamo poi uno scenario sovra regionale.
Quindi noi abbiamo questi 7, con il nostro futuro 8, inceneritori, è inevitabile pensare che con i rifiuti che calano, perché la produzione cala, calano perché la raccolta differenziata aumenta, inevitabilmente, i più vecchi inizieranno a chiudere, e quindi ci saranno dei flussi di rifiuti che si muovano, anche qui con inquinamento, camion che si muovono per gestire i rifiuti, in tutte le province e quindi in quelli inceneritori residui.
Invece con una visione diversa, noi dicevamo prima che abbiamo già iniziato a applicare il nostro modello, quindi raccolta differenziata spinta in tutto il territorio comunale, Parma aveva già una raccolta differenziata, ma aveva ancora i cassonetti, il modello della raccolta differenziata spinta ci dice che il cassonetto non aiuta a una corretta gestione dei rifiuti, perché incentiva il buttiamo tutto dentro il cassonetto, mentre quando sono obbligato a dividere, perché posso incorrere in sanzioni tutti sono più attenti, non abbiamo già iniziato il modello in centro storico e nel giro di due mesi siamo passati dal 46%, che diciamo è la media della città, al 70%, in un quartiere, entro il 2013 copriremo l’85% della popolazione di Parma che avrà questo modello, quindi raccolta differenziata porta a porta, senza cassonetti entro il 2014 raggiungeremo tutto il comune e inizieremo la fase di pagamento puntuale.

L'inceneritore e i livelli di emissioni (espandi | comprimi)
Claudio Messora: Senza cassonetti significa che io ho la mia spazzatura, me la differenzio e metto i sacchi …dove? Davanti al palazzo?
Sindaco Pizzarotti: Esatto, dipende se sono esercizi commerciali in sacchetti, ma se sono appartamenti il contenitore, quindi o condominiali o di singoli appartamenti, che metto fuori due volte la settimana e mi vengono ritirati, quindi anche con una comodità in questo senso e un controllo di separazione.
Ma dicevo la tariffa puntuale permetterà a chi differenzia meglio, a chi produce meno rifiuti, di essere premiato, perché pagherà meno.
E in un momento di crisi come questa le imprese, i piccoli negozi, gli esercizi commerciali come ristoranti e bar, ne avranno un grande beneficio, però questo andrà a beneficio di tutti, perché meno rifiuti vuole dire meno smaltimento e vorrebbe dire in tutti i casi meno incenerimento.
Mentre il modello che dicevo prima o si avvierà allo spegnimento, perché non sarà alimentato, quindi come diciamo noi lo affameremo, o se il modello cambierà verranno importati rifiuti, contro tante promesse fatte da altri amministratori, che volevano tranquillizzare i cittadini dicendo saranno solo i nostri, serve solo alle nostre esigenze.
Io dico che questo forse ci riserverà delle brutte sorprese in futuroClaudio Messora: Quindi una “tarsu meritocratica”. Cioè tu più differenzi e gestisci correttamente i tuoi rifiuti e meno paghi.
Sindaco Pizzarotti: Esatto, ma ci sono tantissimi comuni in Italia, ma non solo al nord, c’è un piccolo comune, diciamo un comune più piccolo del nostro, nella provincia di Parma, che già una raccolta differenziata a più dell’80%, dall’80% al 90%, che applica la tariffa puntuale, quindi attraverso ogni bidoncino ha dei codici a barre, in modo che si sa il peso di quello che ognuno conferisce, la raccolta differenziata nel cuba nel complessivo, ma solamente nel residuo, e si va a pagare solo quello che si butta via, questo è il modello del futuro.
Claudio Messora: [ride] È fantastico… Mi veniva in mente che viviamo in Italia e poi ci sarebbe la corsa a buttare i rifiuti nel bidoncino dell’altro.
Sindaco Pizzarotti: Però il modello che deve passare è che i virtuosi sono premiati, non bisogna pensare alla punizione, differenzio male e punizione, ma il messaggio è differenzio meglio ma produco meno rifiuti, produrre meno rifiuti vuole dire influenzare anche la grande distribuzione, quindi avere del packaging che sia sempre più differenziabile facilmente, per me dovrebbe essere obbligatorio, ci sono tante cose che sto già chiedendo ai nostri parlamentari, obbligatorio che ogni confezione sia indicato chiaramente in che tipo di smaltimento debba avvenire la confezione, ci sono sempre più case che producono prodotti con imballo in cartone, solo cartone e differenziabile molto facilmente… e si può riciclare in eterno, come la plastica, quindi bisogna incentivare questo tipo di modelli.
Claudio Messora: Torniamo all’inceneritore, che è l’obiettivo di questo documento. Voi avevate chiesto le dimissioni del vicepresidente dell’Iren, che non erano mai arrivate. Poi però ci ha pensato la magistratura: sia il vicepresidente che il Presidente, credo, sono stati costretti a dimettersi. Corretto?
Sindaco Pizzarotti: No… cioè sì, ma nel senso il vicepresidente di Iren Spa e il Presidente di Iren Emilia, che è una delle società collegate a Iren e quindi sono due ruoli diversi, non sono Presidente e vicepresidente della stessa… noi avevamo richiesto le dimissioni, proprio perché chi era il vicepresidente di Iren era anche il coordinatore regionale del PDL ed era anche un consigliere regionale, oltretutto medico, quindi con nessuna competenza di gestione aziendale e soprattutto in una azienda che gestisce servizi, quindi Idrico, rifiuti, energia.
Quindi noi volevamo attuare una nomina di merito e di una persona competente in quell’ambito, quindi noi avevamo chiesto le dimissioni senza volere entrare nella polemica politica, ma perché ci sembrava giusto cambiare quella posizione.
Ci è stato risposto che non sembrava il caso alla persona di dimettersi, perché avrebbe danneggiato in qualche modo l' azienda e quindi per senso di responsabilità restava lì.
Ecco, inchieste giudiziarie poi ci hanno portato agli arresti e alle dimissioni successive.
Adesso abbiamo nominato una persona che sta portando avanti processi virtuosi anche in un certo modo per inserire una cultura di un certo tipo in una azienda che ricicla rifiuti, che dovrebbe gestire rifiuti. Fare capire che ricicla dei modi alternativi allo smaltimento che non siano l’incenerimento, sono possibili, questo vuole dire anche cambiare la gover
nance.
Claudio Messora: Quindi voi avete nominato chi e in quale ruolo?
Sindaco Pizzarotti: Noi abbiamo nominato Lorenzo Bagnacani, come vicepresidente di Iren Spa, che era una persona che era già amministratore delegato di aziende che gestivano la gestione soprattutto dell’energia, non tanto dei rifiuti, ma che era una persona che aveva già lavorato come Presidente di una associazione che aveva contribuito alla chiusura dell’inceneritore di Reggio Emilia, quindi era molto ferrato in materia di rifiuti e soprattutto nel fatto dell’inceneritore.
Claudio Messora: Dunque, ora, vicepresidente di Iren Spa sarebbe una persona che ha lottato in passato per la chiusura di alcuni inceneritori. Quindi si suppone che sia contraria all’inceneritore…
Sindaco Pizzarotti: Sì, però il punto in quel caso non era quello, ho fatto una storia, perché poi è documentabile su internet questo, ma soprattutto è una persona competente, che ha svolto ruoli di amministratore delegato, quindi è una persona che sa leggere business, quindi che si deve orientare, una azienda che comunque deve dare utili, che da maggioranza pubblica, ancorché però è quotata in borsa e quindi risponde inevitabilmente alle logiche di mercato, e è questo, secondo me, il vizio di forma in aziende di questo tipo, se sono pubbliche devono esserlo al 100%, in modo che si persegua solamente il bene pubblico, potremmo fare esempi dell’acqua, quindi ri-pubblicizzare l’acqua e in una cercare di svenderla, che è quello che leggiamo sui giornali, si cerca di fare. Quindi è una persona che ha delle competenze, non è per l’inceneritore, è perché doveva essere la persona giusta al posto giusto, con una etica giusta, però è questo che vado a premiare.
Claudio Messora: Arrivano dei primi feedback da questa persona?
Sindaco Pizzarotti: Arrivano nella misura in cui ci si confronta su quello che potranno essere le tematiche del futuro e soprattutto di quello che vuole essere il messaggio che vuole portare la amministrazione.
Claudio Messora: Cioè è una garanzia? Semplificando la domanda che si pone il cittadino che vi ha votato: questa persona potrà vigilare che i parametri vengono rispettati?
Sindaco Pizzarotti: Assolutamente, però non è neanche una persona, perché deve essere così, sennò la politica chi ha insegnato un sistema, dal mio punto di vista, che è deviato, cioè influire sulle scelte delle persone, mentre deve avere delle persone con una etica chiara, che hanno le capacità e che quindi di cui ti fidi per portare avanti un messaggio, non devono essere imbeccate dal politico di turno, cioè una azienda deve reggersi su persone competenti che la sanno portare avanti.
La seconda nomina è una indicazione, perché non è una nomina diretta, ma è stata data una indicazione, che è stata recepita, che era Raphael Rossi, che penso in Rete tutti conoscano per le sue competenze, per quanto riguarda la raccolta differenziata, per quanto riguarda sistemi di smaltimento alternativi e non solo, come Presidente di Iren Emilia e quindi la società che gestisce questo tipo di servizi per il territorio dell’Emilia Romagna, quindi non solo Parma, ma anche Piacenza e Reggio Emilia.
Questo con grande soddisfazione anche degli altri sindaci, hanno fatto dichiarazioni in questo senso, perché ne riconoscono le qualità e capacità.
Claudio Messora: Facendo un passo indietro, Iren spa ha richiesto un risarcimento di 25 milioni di Euro. A chi l’ha chiesto?
Sindaco Pizzarotti: L’ha richiesto al comune di Parma, quindi a uno dei suoi soci e questo è ovviamente un paradosso!
Claudio Messora: E l’iter della richiesta di risarcimento in questo momento a che punto è?
Sindaco Pizzarotti: E' fermo in giudizio e quindi si aspetta, come dire, il Tribunale sarà una causa che andrà inevitabilmente avanti anni, perché comunque noi stiamo facendo opposizione, perché pensiamo di avere tutte le giustificazioni del fatto che l’impianto andava fermato, non aveva le caratteristiche, quanto meno in quel momento, e quindi noi siamo…
Claudio Messora: Beh, non sei tu che hai fatto questo…
Sindaco Pizzarotti: No, la precedente amministrazione comunale, certamente, assolutamente. Anche perché la causa è arrivata prima, la causa è arrivata diciam (la richiesta di risarcimento) è arrivata quando noi eravamo già insediati e questa è stata un’altra cosa che io ho cercato di fare capire, cioè volevo capire se sarebbe arrivata comunque qualsiasi colore politico si fosse insediato in questa amministrazione.
Quello che ci è stato riportato, che stiamo comunque certificando, è che la decisione fosse stata presa prima, perché se fosse stata presa solamente dopo sarebbe sicuramente grave, quindi noi vogliamo fare chiarezza, abbiamo la massima fiducia di come si muovono questi organi, ma vogliamo esserne sicuri e certi e vederlo con i nostri occhi e atti alla mano.
Claudio Messora: E i cittadini come stanno prendendo il processo che porterà alla apertura di questo inceneritore, visto che speravamo invece che si potesse fermare in qualche modo?
Sindaco Pizzarotti: I cittadini sono inevitabilmente delusi, quelli che sono attenti e come dire erano impegnati, anche, in questo obiettivo, ma come siamo delusi anche noi, nel senso che siamo delusi non dal punto di vista della battaglia che portiamo avanti, perché sono dei passaggi, voglio dire, è un percorso, il cambiare paradigma culturale per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, è inevitabilmente un percorso, ma in questo momento bisognerebbe unirsi per fare capire che il messaggio che vogliamo e la gestione che vogliamo, è diversa, perché non ci deve essere un senso di delusione, ma di ripartenza, perché noi possiamo ancora fare tanto con la raccolta differenziata, vediamo, dimostriamo, arriviamo al 90% in un anno e dimostriamo che un impianto del genere non è necessario e poi vediamo dove, che cosa ci dirà la azienda e il resto della politica, se un impianto del genere serve, questo deve essere il tipo di spirito, non… la battaglia è persa, ma la guerra continua.
Claudio Messora: Avete avuto modo di fare verifiche sulla qualità dell’impianto, delle emissioni, avete garanzie sul fatto che i parametri verranno rispettati? Avete qualche indicazione su come influirà questo impianto sulla salute dei cittadini, sia del paesino che sta intorno che di Parma e provincia?
Sindaco Pizzarotti: Allora su questo, l’impianto non è ancora partito, quindi adesso non ci sono emissioni, quindi adesso non è il momento adesso in cui si vanno a controllare i dati, ma quello che si sta già facendo è noi metteremo un pannello luminoso, fuori da una delle sedi del comune, fuori o dentro, comunque nella sede comunale che possa informare i cittadini di quali sono le emissioni, in modo che sia chiaro e trasparente a tutti quello che sta avvenendo in questo impianto.
Ci sarà probabilmente anche una applicazione, quindi da utilizzare da smartphone, che possa informare sugli stessi dati, in modo da avere un monitoraggio, avere tanti occhi puntati su quello che sono le emissioni dell’impianto, ma l’impianto, per quanto riguarda la documentazione che era stata richiesta all’epoca e che noi porteremo avanti con la massima serietà, di fatto ci si era attestati nel richiedere che non venissero sforate la metà delle emissioni di legge.
Quindi neanche quello che veniva richiesto a livello nazionale, ma rispettare che si stia al di sotto della metà di queste cose.
Quindi l’impianto dal punto di vista delle dichiarazioni è ritenuto, per quanto riguarda le norme di legge, non per quanto riguarda comunque le emissioni in atmosfera, che qualsiasi cosa che vado a aggiungere anche se la norma di legge è qualche cosa in più a una aria pulita, che non è quella dell’Emilia Romagna, ma come dire mi aumenta il tasso di inquinamento, comunque sono al di sotto della media dei parametri di legge, però il monitoraggio andrà fatto nel momento in cui partirà, c’è già uno
studio che analizza quello che è il prima, il durante e il dopo sul territorio di Parma fatto dalla A.S.L., c’è l’Arpa, che è l’entità che deve monitorare e certificare i risultati che escono dall’impianto, e noi vorremmo affiancare anche uno dei nostri tecnici, che possa verificare, insieme agli altri, di concreto, questi dati, per dare la massima attenzione e certificazione su quello che sono i reali dati che sono di questo impianto.
Claudio Messora: Voi sapevate, durante la campagna elettorale, che questo impianto sarebbe stato quasi impossibile da fermare?
Sindaco Pizzarotti: No, nella misura in cui noi abbiamo detto, io ho sempre detto noi faremo il massimo e cercheremo di vedere le carte, se pensiamo che in campagna elettorale, per esempio, una delle voci che girava era:"Ah, ma se non volete attuarlo ci sarà una penale di pagare", in realtà non essendoci, come dicevo prima, un contratto vero e proprio, ma un affidamento, che in realtà deriva da quello che era prima la municipalizzata, perché il percorso con cui si è arrivati a Iren è la fusione di tutte le municipalizzate del territorio, quindi non c’è un contratto vero e proprio, ma una eredità del passato, di quando le aziende erano in house, quindi in realtà non esiste nessuna penale, esiste il fatto che se noi, come dire, dicessimo questo impianto non può essere aperto, verrebbe fatta una causa del valore dell’impianto al comune di Parma, quindi non è una penale, è come dire.. ci si rifarebbe sul comune…
Claudio Messora: Una causa immagino da miliardi…
Sindaco Pizzarotti: Esatto, il costo dell’impianto è di 192 milioni di Euro a cui si andrebbero inevitabilmente a sovrapporre e aumentare con quello che sono gli interessi, i guadagni del futuro, quindi sarebbe una causa di centinaia di milioni che il comune non si può sicuramente permettere.
Claudio Messora: Approfitto del fatto che sei qui per parlare del debito, perché tu hai preso le redini di una amministrazione comunale che ha ereditato un passivo molto pesante dalle amministrazioni precedenti…
Sindaco Pizzarotti: 840 milioni, perché è sempre bello ricordarlo, perché la serietà e la competenza soprattutto degli assessori che seguono le loro singole materie sta premiando, perché solo nel 2012 abbiamo pagato circa 82 milioni di Euro di debiti pregressi a fornitori! Quindi non debiti verso le banche, verso quel sistema bancario che aveva tanto finanziato alcune di queste partecipate, ma i fornitori, le aziende, dove dentro ci sono delle persone che come dire devono portare a casa uno stipendio, e nel 2013 pagheremo circa 52 milioni di Euro, sempre di debiti del passato! Quindi frenando tutto quello che sono gli investimenti, quello che sono i servizi… e fanno parte di questi 840, quindi…
Claudio Messora: E le vostre previsioni quali sono? Cioè queste debito si potrà risanare? Quando?
Sindaco Pizzarotti: Beh, il tema del debito è complesso, perché alcuni di questi debiti si ripagano concludendo le opere che si stanno attuando, se penso alla stazione sono circa 150 milioni di Euro di investimento, che adesso è messo a debito, mano a mano che finisce si paga il cantiere e si completano le opere, si vendono i terreni che praticamente dovevano compensare le spese della costruzione, si auto-ripaga, diciamo, così, quello che contesto io è il fatto che la nostra stazione poteva essere rimodernata con molto meno e senza avere un impatto così devastante sulla città, ma tanto è, dobbiamo portarla a conclusione per mettere in equilibrio i conti del comune, quindi adesso tra marzo e aprile faremo il consolidato e penso che per tutti i cittadini saranno belle sorprese, perché noi ci aspettiamo che il debito sia già calato di molto, perché tra i debiti pagati, i debiti che stiamo pagando e le opere che si stanno via via concludendo una bella percentuale di questo debito inizierà a calare, però è una cosa che si chiuderà nel giro di quanto meno due mandati, cioè come dire, i prossimi 10 anni, non necessariamente nostri…

Non si abbandona mai una battaglia che si ritiene giusta (espandi | comprimi)
Claudio Messora: Un’altra cosa che ti addebitano è di avere portato avanti politiche di tassazione che in alcuni casi hanno svantaggiato alcune fasce di cittadini a discapito di altre.
Sindaco Pizzarotti: Questo inevitabilmente è una conseguenza dei debiti di cui parlavamo, noi con l’Imu e l’IRPEF al massimo, quindi senza anche qui distinzione, per noi è anche un impegno e responsabilità che sentiamo tutti i giorni, con le tasse al massimo noi riusciamo a compensare, quindi anzi ci mancano due milioni di Euro, ma a compensare quello che prima erano il 2011 i contributi dello Stato, quindi lo Stato ha calato di trenta milioni i contributi verso il comune di Parma, ma come tutti gli altri Comuni, e quindi le tasse compensano, non ci danno maggiore ricchezza, non ci servono per pagare i debiti, compensano quello che non arriva dallo Stato.
Quindi noi manteniamo in equilibrio un Comune cercando quindi di limare in quei servizi che erano o di eccellenza, che tutti siamo contenti quando abbiamo un servizio in più, ma se ce lo possiamo permettere.
Quindi la scelta che abbiamo fatto, anche per l’aumento delle rette, che è stata una cosa fortemente criticata, anche soprattutto dalle famiglie, il tema quale era? Mancava al bilancio degli educativi un milione e mezzo di Euro.
Quindi la scelta era tagliare i servizi, quindi posti nelle scuole, asili, per un milione e mezzo di Euro…


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Tashtego
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Il taglio delle indennità aggiuntive.

"Nel dicembre 2012 è scaduta la normativa nazionale che regolamentava l’erogazione delle indennità accessorie ai dipendenti pubblici. La direzione intrapresa è considerata efficace e adeguata anche dall’Associazione Nazionale dei Comuni italiani, da sempre a tutela dei dipendenti delle PA. Questo si evince dalla presa di posizione dell’ente, uscita in un recente articolo del periodico “Personale News” - rivista di aggiornamento e formazione professionale in materia di pubblico impiego - di cui pubblichiamo un estratto: “Anche l’ANCI conviene sulla inefficacia totale dei contratti decentrati stipulati anteriormente al 15 novembre 2009 e lo ha fatto prima tramite il servizio ANCI Risponde ed, ora, pubblicamente tramite il documento del 27 febbraio 2013. È assolutamente necessario che le amministrazioni, che non sono ancora pervenute alla stipula di un nuovo accordo decentrato, incalzino i sindacati, e che, nel frattempo, cessino l’erogazione di trattamenti accessori previsti dai contratti stipulati prima dell’entrata in vigore del d.lgs. 150/2009 e non adeguati. Quanto all’utilizzo dell’atto unilaterale riteniamo che, al di là dei vincoli normativi, visti i potenziali effetti dirompenti sui rapporti con le forze sindacali, sia da utilizzare solo in via residuale e non prima di avere fatto il possibile per raggiungere un’intesa”. Non è stato tagliato nessun stipendio, le indennità sono un'integrazione per chi svolge determinate attività o che si impegna a implementare ulteriori attività lavorative. L’accordo che verrà siglato con i sindacati è retroattivo, dunque quanto negoziato verrà recuperato in busta paga dal mese di Gennaio. Per raggiungere l’accordo con le sigle sindacali state avanzate tre proposte, tutte quante respinte. Non è seguita una controproposta dei sindacati, se non il sostenere che dovesse essere prorogato l’accordo l’esistente, cosa non fattibile dal punto di vista normativo. Non c’è nessuna volontà di “tagliare” le indennità, ma di rivederle alla luce della normativa e sulla base delle possibilità del comune. Incontrerò direttamente i gruppi dei lavoratori interessati dalle modifiche normative. Parlando direttamente ai dipendenti si possono eliminare alcune lacune evidenti dovute all’intermediazione e stabilire un clima di fiducia reciproca. Spero che al prossimo Tavolo di confronto si possa arrivare all’accordo. Chi strumentalizza, o parla senza conoscere, dovrebbe prima informarsi dell’operato e delle norme.
I giornali e i media non hanno aiutato a far capire ai cittadini le problematiche reali." Federico Pizzarotti, sindaco di Parma

http://www.beppegrillo.it/2013/03/pizzarotti_e_i_dipendenti.html

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Masaccio
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Articolo falsissimo. Pizzarotti ha trovato un debito di 840 milioni euro, e sta facendo un ottimo lavoro per migliorare la situazione.


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anacrona
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Ci abbiamo fatto il callo alle menzogne di B & C (pd) ora l'importante è diffondere l'evidenza delle menzogne a chi non le vede o peggio ne ignora l'esistenza.


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mincuo
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Articolo falsissimo. Pizzarotti ha trovato un debito di 840 milioni euro, e sta facendo un ottimo lavoro per migliorare la situazione.

Quali sono le cose false dell'articolo in particolare?


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Anonymous
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Comunque, che logorrea Pizzarotti. Come vorrei sentire persone di poche parole, pragmatiche, fatti non pugnette. Perchè gli italiani parlano sempre così tanto. 😯


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marzian
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Quindi se potessi riassumerla non è con il fischio che noi lo faremo, ma con il fischio che noi lo vogliamo

Mah... Frasi come queste lo fanno assomigliare agli altri molto, ma molto più di quello che pensa.


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Tashtego
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
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Quindi se potessi riassumerla non è con il fischio che noi lo faremo, ma con il fischio che noi lo vogliamo

Mah... Frasi come queste lo fanno assomigliare agli altri molto, ma molto più di quello che pensa.

No, gli "altri" lo volevano l'inceneritore.


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anacrona
Trusted Member
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Sempre attenti alle pagliuzze negli occhi altrui i detrattori di M5S ... Fatti un giro a Siena distratto e mi raccomando stai attento a non cadere nell'abisso creato da MPS a confronto a Parma c'è una cruna d'ago 😛


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