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Coesistenza fra agricoltura convenzionale, biologica e ogm??


Interconnessioni
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Leggo che anche da noi si cerca di dare spallate giuridiche per creare precedenti a favore delle colture ogm
Come questa proposta di legge di "coesistenza" (...) è uno di quei tentativi!
Per fortuna c'è ancora gente sveglia che NON ci sta!

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Difficile dire se i quattro consiglieri regionali Venier Romano (UDC), Paolo Ciani (Pdl), Roberto Marin (Pdl), Roberto Asquini (Gruppo misto, ex Lega Nord) che hanno presentato, mercoledì 7 Ottobre, alla II Commissione Regionale presieduta da M. Franz (LN) la proposta di legge n. 43 denominata: “Disposizioni per la coesistenza fra agricoltura convenzionale, biologica e transgenica”, avessero nel merito, l'accordo preventivo dei loro gruppi politici o la loro intenzione fosse piuttosto quella di saggiare autonomamente e preventivamente il terreno...Le Associazioni WWF, Legambiente, AIAB FVG, per quanto avessero sollecitato congiuntamente l'esigenza prioritaria di venire convocati per l'audizione di prassi, hanno ricevuto finalmente l’invito solo 24 ore prima dell'audizione stessa, e per questo i loro rappresentanti non hanno potuto intervenire. Tuttavia, ciò non ha impedito che le Associazioni redigessero un documento, di cui è stata data lettura alla II Commissione consiliare, con le loro note e osservazioni sulla proposta di legge.

WWF, Legambiente, AIAB FVG sottolineano come alla stato attuale, nessuna Regione italiana ha emanato leggi atte a normare la coesistenza tra ogm e il resto dell'agricoltura sia essa biologica, tipica ecc. in quanto è il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali che sta redigendo un quadro armonizzato dentro cui le Regioni si muoveranno. Il rischio concreto allora è quello di “fabbricare” leggi che poi siano in contrasto con il quadro nazionale, ancora da approvare, e quindi restino inapplicabili. Anche il quadro europeo risulta piuttosto controverso con problematiche tutt'altro che risolte e la netta contrarietà alle colture ogm di dieci stati membri, 143 regioni UE e 4.500 aree minori di 22 stati membri, inclusi Scozia e Galles. In questo senso la proposta di legge n. 43 si è rivelata essere una fuga in avanti di un'avanguardia forse interessata.

Quello che è certo, è che WWF, Legambiente, AIAB hanno rilevato che nella proposta di legge sulla coesistenza tra ogm e il resto dell'agricoltura, il principio di precauzione, la sostenibilità ambientale e sociale sono seriamente sottovalutati.
Infatti nella relazione dei quattro consiglieri non si cita nulla in materia di misure di sicurezza in caso di immissione nell'ambiente di colture ogm, riportando falsamente che ciò sarebbe già definito ad altri livelli normativi. Invece non è così, e come minimo si dovrebbe pretendere che le colture ogm non vengano seminate in aree protette di qualunque tipo, in area di sicurezza attorno alle aree protette con dimensione da stabilire, in aree a denominazione geografica o altra qualificazione territoriale e fascia di rispetto, laddove vi siano agricoltori bio o intenzionati a divenirlo e fasce di rispetto.

Dal punto di vista economico, WWF, Legambiente, AIAB FVG sostengono che:
nella Regione FVG l'introduzione di colture ogm danneggerebbe non solo le produzioni biologiche, tipiche (DOP, DOC, IPG ecc.), tradizionali (mais da polenta ecc.) ma toglierebbe anche la possibilità di sviluppo del settore (purtroppo ancora non compreso) di grandi prospettive: la coltivazione di soia non ogm, magari delle varietà selezionate in FVG, per le filiere ogm-free (per le filiere di qualità quali il parmigiano reggiano, i prodotti a marchio privato, i prodotti a base di soia ad uso umano ecc.) che ne richiedono grandi quantità, ora reperite con difficoltà all'estero. Inoltre, le esperienze di coltivazione di colture ogm statunitensi e inglesi non sono affatto positive. Le coltivazioni ogm, anziché ridurre la dipendenza dai costosi pesticidi e fertilizzanti, come ingenuamente si afferma nella relazione allegata alla proposta di legge, fanno spesso aumentarne il consumo. Le Associazioni osservano che le colture ogm possano dare risultati economicamente validi solo su grandi superfici e che, contrariamente a ciò che si afferma nella proposta di legge, gli agricoltori della Regione, tutti con piccoli o medi appezzamenti, non saranno mai competitivi con quelli dell'Argentina o degli U.S.A., (la Coldiretti è categorica e dice che sono destinati ad una “sconfitta certa”), e di conseguenza non troveranno convenienza nella pratica dell'agricoltura transgenica.

Le Associazioni fanno anche presente come:
- al momento non esistono studi scientifici che dimostrino la reale “separabilità” delle filiere. Viceversa esistono studi scientifici ed esperienze pratiche (il mais in Spagna ad esempio) che attestano il contrario, ovvero che non ci sono misure efficaci nell'evitare la contaminazione;
- l'effetto ambientale, soprattutto sulle specie spontanee e officinali, dell'introduzione delle colture ogm non è affatto chiaro. Gli ogm costituiscono invece un pericolo per la BIODIVERSITA', poiché contaminano le varietà prive di ogm, potendo trasformarne alcune in super infestanti che possono perdurare nell'ambiente indefinitamente, nuocciono ad insetti benefici e danneggiano i microrganismi contenuti nel terreno.
Ci sono ragionevoli motivi per ritenere che le colture ogm (il mais ad esempio) comportando un'alterazione del sistema ambientale potrebbe portare ricadute negative sulla SALUTE, non solo animale. Evidenze di ricerche scientifiche, appelli di categorie informate (American Academy of Environmental Medicine) paventano rischi anche per la salute umana, con complicazioni che investono metodi di cura e possibilità di resistenza ai farmaci e agli antibiotici. Non casualmente comunque, quasi tre italiani su quattro che esprimono una opinione (72 per cento) ritengono che i cibi con organismi geneticamentemodificati (ogm) sono meno salutari di quelli tradizionali.

WWF, Legambiente, AIAB FVG. si pongono il problema di chi dovrà farsi carico dei costi di eventuali effetti negativi sulla salute, sull'ambiente, sulle colture non-ogm? Colpevolmente, la proposta di legge, non fa nessuna menzione a questo proposito

La posizione delle Associazioni è di totale rifiuto per una legge di questo tipo che pare in piena contraddizione sia con le conoscenze tecnico-scientifiche di cui disponiamo, sia con gli indirizzi della politica agraria che la Regione e lo Stato italiano stanno portando avanti, finalizzati alla valorizzazione della qualità e delle risorse territoriali.

Le Associazioni evidenziano infine che esistono altri metodi di miglioramento genetico privi dei rischi connessi all'introduzione degli ogm. Tra questi la già collaudata tecnica, messa a punto proprio dall'Università di Udine e denominata MAS (Marcatori Molecolari Assistiti) che permette la lettura immediata della mappa genetica dell' ibrido ottenuto da un incrocio naturale di due varietà della stessa specie vegetale permettendo così, senza dover alterare artificialmente con tantissime incognite il DNA della cellula della pianta, la selezione rapida degli ibridi migliori sotto ogni profilo.

Per le Associazioni firmatarie
Legambiente FVG – Il Presidente Giorgio Cavallo
WWF FVG - Il Presidente Roberto Pizzuti
Associazione Italiana Agricoltura Biologica FVG - Il Presidente Antonio Zambon

tratto da: http://www.art17.it/forum/showthread.php?t=4061


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Per completezza di informazione leggo che all'audizione sulla proposta di legge del 7 ottobre scorso erano presenti, fra gli altri, anche:

La Coldiretti, secondo cui " le norme di principio del testo non possono regolare la coesistenza e dare un contributo risolutivo agli agricoltori: " il modello di sviluppo non può certo essere coercitivo ma un indirizzo generale occorre", è stato sottolineato, annotando che "la nostra superficie coltivata è insufficiente e un confronto con altre realtà è una sconfitta certa."

l'Aprobio, l'associazione dei produttori biologici e biodinamici, che ha denunciato lo sfruttamento dei terreni a causa del ricorso alla chimica e la necessità di produrre in proprio semi per avere il controllo alimentare, di :"..sviluppare istruzione e ricerca, e di investire in settori di produzioni come ortaggi e grano tenero in cui siamo deficitari, di puntare a una agricoltura ecocompatibile per i costi sociali. Introdurre coltivazioni a macchia di leopardo non va bene, il consumatore vuole qualità..."

L'associazione degli agricoltori Kmecka Zveza la quale ha dichiarato che: "..le aree periferiche e marginali sono meno interessate agli OGM e più alle peculiarità del territorio. Pensando al percorso della legge, l'auspicio è che sia rivista in un comitato tecnico scientifico e che, comunque, per aree che puntano su prodotti di nicchia sia prevista la possibilità di scegliere, non aprendo a queste colture che potrebbero svalorizzare produzioni di altro pregio..."


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