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commissione Moro.smembrato fascicolo su gladio

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helios
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Commissione Moro, «smembrato» il fascicolo con il collegamento a Gladio

L'organismo parlamentare d’inchiesta alle prese con il giallo dell’appunto riservato scomparso. Potrebbe svelare la provenienza delle munizioni usate nella strage di Via Fani. E fare luce sul ruolo svolto nel rapimento dell’ex presidente della Dc dalla VII divisione del Sismi. La stessa che sovrintendeva all’organizzazione paramilitare segreta. E sulla quale il presidente Fioroni ha ordinato un'indagine
di Fabrizio Colarieti e Antonio Pitoni | 25 maggio 2015

Il fascicolo del gabinetto del ministero dell’Interno contenente un appunto riservato scomparso dagli scaffali dell’Archivio centrale dello Stato è stato «smembrato». Lo rivela la relazione presentata il 20 maggio scorso dal consulente Angelo Allegrini alla commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Moro. Si tratta di un documento di estrema rilevanza. Perché potrebbe collegare due capitoli oscuri della storia italiana: il sequestro del presidente della Democrazia cristiana Aldo Moro e la vicenda Gladio, l’organizzazione paramilitare clandestina, articolazione dei nostri servizi segreti promossa dalla Nato e organizzata dalla Cia (la Central Intelligence Agency statunitense) per contrastare un’ipotetica invasione dell’Europa da parte dell’Unione Sovietica.

GLADIO MORTALE Il sospetto che si sta facendo largo tra gli scranni della commissione, che indaga sulla strage di Via Fani e sul rapimento dello statista Dc, è che dietro la scomparsa di quel documento ci sia un movente preciso: tenere nascosta l’identità di chi lo compose, ma anche quella della fonte che ne ispirò i contenuti, per impedire all’organismo parlamentare d’inchiesta di convocarla e scavare nella verità in esso contenuta. E cioè – è questa l’ipotesi che la commissione guidata da Giuseppe Fioroni vuole verificare – che almeno una parte delle munizioni utilizzate dal commando delle Brigate Rosse nella mattanza del 16 marzo 1978 provenisse proprio da un deposito “Nasco” dell’Italia settentrionale, uno degli arsenali segreti di armi ed esplosivi a disposizione di Gladio, le cui chiavi sarebbero state nelle mani di sole sei persone.

CACCIA ALL’ANONIMO Il giallo inizia sei mesi dopo il sequestro Moro. Quando, il 27 settembre 1978, l’appunto del Viminale, classificato “segretissimo”, viene redatto da un investigatore sulla base delle informazioni raccolte da una fonte confidenziale e firmato dall’allora capo della Digos di Roma, Domenico Spinella, e dal questore, Emanuele De Francesco. L’esistenza dell’appunto divenne pubblica solo nel 1999, quando il presidente della commissione Stragi, Giovanni Pellegrino, entrato in possesso di una copia del documento, si rivolse alla procura di Roma per identificare chi, tra gli uomini di Spinella, aveva redatto quell’appunto. Ma gli sforzi del magistrato Franco Ionta risultarono vani: Spinella, infatti, sentito dalla Digos, disse di ricordare l’appunto, ma non chi fosse il funzionario che lo aveva scritto aggiungendo che, comunque, era possibile «risalire all’estensore esaminando l’originale dell’appunto, nel quale dovrebbe evidenziarsi, se il tempo non l’ha cancellata, la sigla apposta in prossimità della mia firma». Un episodio che, oggi, assume grande rilevanza per il lavoro della commissione Moro. Perché dimostra non solo l’esistenza di una copia di quel documento, sebbene priva della sigla dell’autore, ma anche che la commissione Stragi ne era entrata in possesso alla fine degli anni ’90. Esiste anche una seconda copia, recuperata recentemente presso l’Archivio Flamigni, ma con vistose differenze rispetto a quella acquisita dalla commissione Pellegrino.

FASCICOLO SMEMBRATO Il fascicolo in questione, il 11001/145, conservato in una carpetta intestata “On. Moro”, rintracciata dal consulente della commissione, stando a quanto ha riferito lo stesso Fioroni, avrebbe potuto fornire informazioni rilevanti sulla provenienza di alcuni bossoli raccolti in via Fani. Questo fascicolo compare anche nell’inventario di quelli relativi agli anni 1976-1980 ed è menzionato, con lo stesso numero, anche in quello del quadriennio successivo, 1981-1985. Ma nelle buste che dovevano contenerlo non si trova A parere dello stesso Archivio centrale dello Stato (Acs) non sarebbe mai stato acquisito. Il 20 maggio Allegrini ha depositato un’ulteriore relazione per informare l’organismo parlamentare d’inchiesta «che dall’esame degli inventari acquisiti si deduce che il fascicolo in questione è stato smembrato». Per questo la commissione ha chiesto informazioni, tra gli altri, al ministro dell’Interno Angelino Alfano e al sottosegretario con delega ai Servizi segreti, Marco Minniti.

INDAGINE SUL SISMI Mercoledì scorso, tornando sulla faccenda del fascicolo scomparso e delle anomalie che ruotano attorno all’appunto firmato da Spinella e De Francesco, il presidente Fioroni ha ribadito la centralità della questione: «Il fascicolo è di notevole rilevanza». Ma mentre continuano le ricerche del documento svanito nel nulla, le verità in esso contenute potrebbero essere svelate percorrendo un’altra strada. Da alcune settimane, infatti, la commissione ha promosso un’indagine a cui lavora il magistrato Gianfranco Donadio, che ha ricevuto dall’organismo parlamentare l’incarico di tornare ad indagare sul ruolo svolto nel sequestro dello statista della Dc dalla VII Divisione del Sismi (l’ex servizio segreto militare), quella che sovrintendeva proprio a Gladio. Al riguardo, il 14 maggio, proprio al fine di espletare possibili accertamenti sui bossoli rinvenuti in via Fani, lo stesso Donadio ha prospettato l’opportunità di due missioni a Genova e a Padova. Missioni approvate dalla stessacommissione.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/05/25/commissione-moro-smembrato-il-fascicolo-con-il-collegamento-a-gladio/1715382/


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radisol
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Una cosa però è certa ... pure in questo bailamme ...

E cioè che la copia in mano alla Fondazione Flamigni è un volgare falso ...

Ed è l'unica delle tre, peraltro tutte e tre fotocopie e non originali, che fa accenno a Gladio e dice, sibillinamente e non in modo chiarissimo, che i proiettili rivenuti in Via Fani possano essere riconducibili a Gladio ... più che sostenerlo chiaramente, diciamo che non esclude questa possibilità ... le altre due, nei ricordi di chi le ha viste, sono identiche tra loro ma in una mancano le firme di Spinella e Di Francesco, quasi si trattasse di una minuta dell'altra ...

E le altre due, quelle "scomparse", nel ricordo di chi le ha avute in mano, di Gladio non ne parlano proprio ... o meglio ne parlano per escludere che i famosi "proiettili verniciati" ritrovati in Via Fani siano di marca Fiocchi ... e siano quindi di quelli in dotazione a Gladio ....

E la Commissione Pellegrino, anche in base a quella nota della Digos romana, concluse che quei "proiettivi verniciati" semplicemente provenissero dall'esercito tedesco che occupava il Nord Italia nel 1943/45 ... anche i nazisti usavano "verniciare" i proiettili a fini di conservazione migliore ... e che fossero finiti nella disponibilità delle Br da qualche deposito partigiano occultato alla fine della guerra ...

Di probabile provenienza di un deposito militare italiano più recente, e non è da escludere, per una serie di circostanze, che fosse proprio un deposito di Gladio ... ad esempio dalla mancata denuncia del furto, di cui abbiamo notizia solo per l'autoaccusa del poi "pentito" Casirati .... sono invece due dei mitra Mab usati ( e tutte e due inceppatisi) in Via Fani ... provento del furto fatto da Picchiura, Cochis e dallo stesso Casirati nel 1973 o 1974 in un deposito militare in Veneto ... la data non è certa appunto perchè il furto non sarà mai denunciato e Casirati non la ricordava con precisione ... deposito di cui Cochis, come ex paracadutista della Folgore, aveva conosciuto l'esistenza durante un suo soggiorno, per una esercitazione militare, in quella caserma ...

Dei tre, allora nella Brigata Ferretto, solo Picchiura poi aderirà alle Br probabilmente portando in dote i Mab ... Cochis e Casirati, pur costeggiando sempre l'estremismo di sinistra ... entrambi saranno accusati, anche se poi assolti, del sequestro Saronio e Cochis finì addirittura imputato, sempre comunque assolto, nel maxi-processo/mostro denominato "7 Aprile" contro l'autonomia operaia ... finiranno invece nella banda, con forti connotati ribellistici ma assolutamente non politica, di Renato Vallanzasca ... banda che peraltro ha a sua volta usato, in alcune delle sue azioni, quel tipo di "proiettili verniciati" ... che però, nè a Via Fani nè nelle azioni dei Vallanzasca-boys, sono mai risultati essere i famosi proiettili Fiocchi in dotazione a Gladio e dei quali parla il volgare falso in mano a Flamigni .... probabile quindi che anche quelli in uso alla banda Vallanzasca fossero di origine tedesca e provenienti da un vecchio deposito partigiano ... magari lo stesso .... magari in Veneto ... e magari anche questi nella dotazione originaria della Brigata Ferretto ...

Insomma mi sembra ... per l'ennesima volta .... nulla di nuovo sotto il sole ... tutte cose già esaminate ed affrontate ... e stavolta, contrariamente a quello che vorrebbe far intendere l'articolo de Il Fatto, sembrerebbe proprio che i "documenti spariti" avrebbero invece scagionato le Br da qualsiasi coinvolgimento "spurio" ... e forse proprio per questo qualcuno li ha fatti sparire ...

Ma di tutto questo, cosa volete che ne sanno al Fatto Quotidiano ? Per non parlare dei commissari/parlamentari di oggi, la maggior parte nemmeno ancora nati nel 1978 .... per cui avanti con le "cazzate complottiste", già ampiamente sbugiardate sia nei processi che dalla Commissione Parlamentare precedente ... ormai è diventato un affare, audience per giornali e giornalisti, diritti d'autore per improbabilissimi storici, ricchi gettoni di presenza per i deputati/commissari ... ed esercizio di onanismo cerebrale per i creduloni del "complottismo" ....

Mai invece, sulla vicenda Moro, che si indagasse veramente sull'altro versante ... quello statale ... e lì si che ci sono i "misteri" .... e credo che queste ricorrenti "bufale" siano finalizzate, oltre che agli interessi di bassa lega di cui parlavo prima, anche a questo .... a creare cortine fumogene sui "misteri" veri ...


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helios
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Si tratta di un documento di estrema rilevanza. Perché potrebbe collegare due capitoli oscuri della storia italiana: il sequestro del presidente della Democrazia cristiana Aldo Moro e la vicenda Gladio, l’organizzazione paramilitare clandestina, articolazione dei nostri servizi segreti promossa dalla Nato e organizzata dalla Cia (la Central Intelligence Agency statunitense) per contrastare un’ipotetica invasione dell’Europa da parte dell’Unione Sovietica.

quindi dividere in due quello che invece andava insieme, serviva per distogliere l'attenzione del sequestro Moro da Gladio.
Questo implica che invece Gladio con il sequestro Moro ha MOLTO a che fare.

E cioè – è questa l’ipotesi che la commissione guidata da Giuseppe Fioroni vuole verificare – che almeno una parte delle munizioni utilizzate dal commando delle Brigate Rosse nella mattanza del 16 marzo 1978 provenisse proprio da un deposito “Nasco” dell’Italia settentrionale, uno degli arsenali segreti di armi ed esplosivi a disposizione di Gladio, le cui chiavi sarebbero state nelle mani di sole sei persone.

ergo, trovare le sei persone che non potevano essere altri che di Gladio, dovrebbe essere stato lo scopo degli inquirenti.
Dopotutto erano solo sei persone che dovevano rispondere.

Il giallo inizia sei mesi dopo il sequestro Moro. Quando, il 27 settembre 1978, l’appunto del Viminale, classificato “segretissimo”, viene redatto da un investigatore sulla base delle informazioni raccolte da una fonte confidenziale e firmato dall’allora capo della Digos di Roma, Domenico Spinella, e dal questore, Emanuele De Francesco. L’esistenza dell’appunto divenne pubblica solo nel 1999,

e tutto questo si sapeva già dal settembre 1978, ma divenne pubblica nel 1999. Il tempo per trovare i sei uomini che detenevano le chiavi c'era.Ma hanno lasciato per 11 anni l'appunto segreto.
Chissà perchè doveva essere segretissimo quell'appunto,che era solo un appunto di un investigatore su fonte confidenziale. Quindi quasi anonimo.


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radisol
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"Chissà perchè doveva essere segretissimo quell'appunto,che era solo un appunto di un investigatore su fonte confidenziale. Quindi quasi anonimo."

Forse perchè le "informative" da parte di "fonti confidenziali anonime" non possono costituire nè prova nè indizio alcuno e QUINDI NON HANNO ALCUNA RILEVANZA GIURIDICA ? Soprattutto poi se si tratta di "fotocopie della fotocopia", pure diverse tra loro, e quindi nemmeno di documenti originali ...

O, più realisticamente, perchè ESCLUDEVA tassativamente ogni legame tra Br e Gladio a partire dal fatto che i bossoli ritrovati in Via Fani non erano del tipo Fiocchi in dotazione proprio a Gladio ?

Perchè è questo quello che racconta chi quel documento l'ha avuto nelle mani ed esaminato ai tempi della seconda Commissione Moro ... compresi i due dirigenti Digos che l'hanno firmato, il magistrato Ionta ed i commissari/parlamentari di allora a partire dal Presidente Pellegrino. ...

MENTRE ORA, SULLA BASE DI UNA PROVVIDENZIALE (?!?) "SPARIZIONE"SI CERCA DI INSINUARE CHE IL DOCUMENTO DICESSE INVECE IL CONTRARIO ...

Siamo al Pirandello del "così è se vi pare" ... se non addirittura alle "comiche finali" ....

Del resto, quando si manda la Polizia Scientifica a fare rilievi in Via Fani 37 anni dopo i fatti .... altro che "comiche" ....


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Stodler
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radisol in grande spolvero, come hai bei vecchi tempi (per rinverdire una frase sempreverde.


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helios
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Forse perchè le "informative" da parte di "fonti confidenziali anonime" non possono costituire nè prova nè indizio alcuno e QUINDI NON HANNO ALCUNA RILEVANZA GIURIDICA ?

quello che c'è scritto nel topic non è questo.

Il giallo inizia sei mesi dopo il sequestro Moro. Quando, il 27 settembre 1978, l’appunto del Viminale, classificato “segretissimo”, viene redatto da un investigatore sulla base delle informazioni raccolte da una fonte confidenziale e firmato dall’allora capo della Digos di Roma, Domenico Spinella, e dal questore, Emanuele De Francesco.

il capo dell'allora Digos di Roma e il questore avevano firmato qualcosa di cui non sapevano la provenienza? difficile credere che si firmasse una carta anonima.
Evidentemente siccome era un appunto classificato segretissimo, la fonte confindenziale non doveva esser resa nota,ma era conosciuta.
La rilevanza giuridica era nella firma del capo della Digos e dal questore che dovevano rispondere su quanto avevano firmato e in base a quale fonte.

O, più realisticamente, perchè ESCLUDEVA tassativamente ogni legame tra Br e Gladio a partire dal fatto che i bossoli ritrovati in Via Fani non erano del tipo Fiocchi in dotazione proprio a Gladio ?

magari se qualcuno spiega che cosa era li a fare in via Fani il maresciallo Guglielmi,oltre che andare a pranzo da un amico alle 9 di mattina, qualcosa in piu si chiarirebbe.
In mezzo a tutti questi (presunti) br in via Fani quel giorno che cosa ci faceva un uomo di Gladio? e le br all'uomo di Gladio non hanno sparato, con tutti quei bossoli trovati non lo hanno colpito!
Il fatto che ci sia stato un uomo di Gladio in via Fani vuole automaticamente dire che c'erano 'anche' i br in via Fani? e lo ha confermato il maresciallo Guglielmi?

Quando andranno a chiedere ai sei uomini (se ci sono ancora) di gladio che detenevano le chiavi delle armi sarà sempre troppo tardi anche per questa commissione. E consideriamo che il tutto potevano chiarirlo già nel settembre 1978.

Come per i rilievi in via Fani si sta solo facendo scorrere il tempo perchè tracce,persone e fatti si estinguano, fisicamente ma anche dalla memoria collettiva.
Non mi pare che sia questo il ruolo che doveva assumere la nuova commissione Moro, ma nei fatti si dimostra tale.

Ma mentre continuano le ricerche del documento svanito nel nulla, le verità in esso contenute potrebbero essere svelate percorrendo un’altra strada. Da alcune settimane, infatti, la commissione ha promosso un’indagine a cui lavora il magistrato Gianfranco Donadio, che ha ricevuto dall’organismo parlamentare l’incarico di tornare ad indagare sul ruolo svolto nel sequestro dello statista della Dc dalla VII Divisione del Sismi (l’ex servizio segreto militare), quella che sovrintendeva proprio a Gladio. Al riguardo, il 14 maggio, proprio al fine di espletare possibili accertamenti sui bossoli rinvenuti in via Fani, lo stesso Donadio ha prospettato l’opportunità di due missioni a Genova e a Padova. Missioni approvate dalla stessacommissione.

Al momento non si sa il risultato delle missioni a Genova e a Padova.
L'articolo è di maggio e siamo in settembre senza alcuna nuova.

E fare luce sul ruolo svolto nel rapimento dell’ex presidente della Dc dalla VII divisione del Sismi.

occhio alla VII divisione del Sismi e agli....Ossi


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radisol
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Il colonnello Guglielmi ... che peraltro è entrato nel Sismi un paio di anni dopo via Fani ed era allora un semplice carabiniere, un sottufficiale ... e che non andava a pranzo alle 9 di mattina ... ma doveva raggiungere la casa di un collega, sita in Via Stresa, per andare a visionare insieme un appartamento da prendere in affitto ... era stato infatti appena stato stato trasferito a Roma ... solo dopo questo adempimento sarebbe dovuto seguire un pranzo in casa del collega, visione dell'appartamento e successivo pranzo che poi, per ovvi motivi, furono rimandati ... come ha sempre dichiarato, sul luogo dell'eccidio non ci è mai arrivato, la strada era già del tutto bloccata dalle forze dell'ordine ... era infatti stato identificato davanti al bar all'angolo tra Via Trionfale e Via Fani, a centinaia di metri dal luogo dell'agguato, che peraltro, essendo la strada in discesa e presentando a metà un notevole dosso, da quella posizione nemmeno si può vedere ....

Il tizio, che si vede anche in alcune foto, per decenni indicato come il futuro colonnello Guglielmi ... ma le indagini avevano già chiarito che non era lui ... è invece risultato essere ... lui stesso è andato in tempi successivi a dirlo ai magistrati ... tale Sig. Barbaro, titolare di un' azienda di import-export, i cui uffici erano ubicati proprio sopra il bar, allora chiuso da mesi, dietro le cui siepi si erano appostati i brigatisti ... e che era stato tra i primi, trovandosi nel suo ufficio, ad accorrere sul luogo dell'eccidio ...

Ed il bello è che i "complottisti della domenica" ... subito dopo questa novità .... non potendo più indicare Guglielmi come "l'uomo col giubbotto di cammello" presente nelle foto ... tra l'altro che Guglielmi sia stato, sia pure successivamente al 1978, "addestratore di Gladio" non risulta da nessuna parte, non è che tutti gli ufficiali del Sismi facessero gli "addestratori di Gladio" ... hanno spostato, come potevano, sul povero Barbaro le stesse caratteristiche ... per cui il malcapitato Barbaro è improvvisamente diventato "parente di addestratori di Gladio" (?!?) ... cosa che, seppure fosse e non è, non vorrebbe proprio dire niente ...

Fate semplicemente pena ...


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helios
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Il colonnello Guglielmi ... che peraltro è entrato nel Sismi un paio di anni dopo via Fani ed era allora un semplice carabiniere ... e che non andava a pranzo alle 9 mattina ... ma doveva raggiungere la casa di un collega, sita in Via Stresa, per andare a visionare insieme un appartamento da prendere in affitto ... era stato infatti appena stato stato trasferito a Roma ... solo dopo questo adempimento sarebbe dovuto seguire un pranzo in casa del collega, visione dell'appartamento e successivo pranzo che poi, per ovvi motivi, furono rimandati ... come ha sempre dichiarato, sul luogo dell'eccidio non ci è mai arrivato, la strada era già del tutto bloccata dalle forze dell'ordine ... era infatti stato identificato davanti al bar all'angolo tra Via Trionfale e Via Fani, a centinaia di metri dal luogo dell'agguato, che peraltro, essendo la strada in discesa e presentando a metà un notevole dosso, da quella posizione nemmeno si può vedere ....

Il tizio, che si vede anche in alcune foto, per decenni indicato come il futuro colonnello Guglielmi ... ma le indagini avevano già chiarito che non era lui ... è invece risultato essere ... lui stesso è andato in tempi successivi a dirlo ai magistrati ... tale Sig. Barbaro, titolare di un' azienda di import-export, i cui uffici erano ubicati proprio sopra il bar, allora chiuso da mesi, dietro le cui siepi si erano appostati i brigatisti ... e che era stato tra i primi, trovandosi nel suo ufficio, ad accorrere sul luogo dell'eccidio ...

Ed il bello è che i "complottisti della domenica" ... subito dopo questa novità .... non potendo più indicare Guglielmi come "l'uomo col giubbotto di cammello" presente nelle foto ... tra l'altro che Guglielmi sia stato, sia pure successivamente al 1978, "addestratore di Gladio" non risulta da nessuna parte, non è che tutti gli ufficiali del Sismi facessero gli "addestratori di Gladio" ... hanno spostato, come potevano, sul povero Barbaro le stesse caratteristiche ... per cui il malcapitato Barbaro è improvvisamente diventato "parente di addestratori di Gladio" (?!?) ... cosa che, seppure fosse e non è, non vorrebbe proprio dire niente ...

Fate semplicemente pena ...

Guglielmi,colonnello o meno, dichiaro lui stesso, quando venne interrogato, di essersi trovato il mattino alle nove del 16.3.1978 in via Fani.
Proprio lui disse di trovarsi in via Fani e non altrove.

Piu che i complottisti della domenica vedo che si tenta ancora di portar fuori dall argomento. Vizio che continua a persistere.

I complottisti della domenica non avrebbero mai detto che Gugliemi non si trovava in via Fani e che Barbaro era esattamente dall altra parte della strada
Se non altro perche molti link anche postati lo dicevano chiaramente.


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radisol
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Il colonnello Guglielmi ... che peraltro è entrato nel Sismi un paio di anni dopo via Fani ed era allora un semplice carabiniere ... e che non andava a pranzo alle 9 mattina ... ma doveva raggiungere la casa di un collega, sita in Via Stresa, per andare a visionare insieme un appartamento da prendere in affitto ... era stato infatti appena stato stato trasferito a Roma ... solo dopo questo adempimento sarebbe dovuto seguire un pranzo in casa del collega, visione dell'appartamento e successivo pranzo che poi, per ovvi motivi, furono rimandati ... come ha sempre dichiarato, sul luogo dell'eccidio non ci è mai arrivato, la strada era già del tutto bloccata dalle forze dell'ordine ... era infatti stato identificato davanti al bar all'angolo tra Via Trionfale e Via Fani, a centinaia di metri dal luogo dell'agguato, che peraltro, essendo la strada in discesa e presentando a metà un notevole dosso, da quella posizione nemmeno si può vedere ....

Il tizio, che si vede anche in alcune foto, per decenni indicato come il futuro colonnello Guglielmi ... ma le indagini avevano già chiarito che non era lui ... è invece risultato essere ... lui stesso è andato in tempi successivi a dirlo ai magistrati ... tale Sig. Barbaro, titolare di un' azienda di import-export, i cui uffici erano ubicati proprio sopra il bar, allora chiuso da mesi, dietro le cui siepi si erano appostati i brigatisti ... e che era stato tra i primi, trovandosi nel suo ufficio, ad accorrere sul luogo dell'eccidio ...

Ed il bello è che i "complottisti della domenica" ... subito dopo questa novità .... non potendo più indicare Guglielmi come "l'uomo col giubbotto di cammello" presente nelle foto ... tra l'altro che Guglielmi sia stato, sia pure successivamente al 1978, "addestratore di Gladio" non risulta da nessuna parte, non è che tutti gli ufficiali del Sismi facessero gli "addestratori di Gladio" ... hanno spostato, come potevano, sul povero Barbaro le stesse caratteristiche ... per cui il malcapitato Barbaro è improvvisamente diventato "parente di addestratori di Gladio" (?!?) ... cosa che, seppure fosse e non è, non vorrebbe proprio dire niente ...

Fate semplicemente pena ...

Guglielmi,colonnello o meno, dichiaro lui stesso, quando venne interrogato, di essersi trovato il mattino alle nove del 16.3.1978 in via Fani.
Proprio lui disse di trovarsi in via Fani e non altrove.

Piu che i complottisti della domenica vedo che si tenta ancora di portar fuori dall argomento. Vizio che continua a persistere.

I complottisti della domenica non avrebbero mai detto che Gugliemi non si trovava in via Fani e che Barbaro era esattamente dall altra parte della strada
Se non altro perche molti link anche postati lo dicevano chiaramente.

Guglielmi, che nel marzo 1978 era solo un normalissimo sottufficiale dell'Arma, era sì in Via Fani, ma almeno 700 metri prima del luogo dell'agguato, all'angolo con Via Trionfale, dove fu identificato dalla polizia come tutti i passanti ... e da dove il teatro dell'agguato, come dicevo prima, è impossibile anche da vedersi da lontano ...

Doveva percorrere a piedi Via Fani per recarsi in Via Stresa dove aveva un appuntamento con un collega, suo compagno al corso allievi sottufficiali, che lì abitava ... e per le ragioni dette prima ... ma in Via Stresa non ci arrivò mai perchè la strada era stata bloccata dopo i fatti ....

Per decenni i "complottisti", in testa Flamigni, hanno indicato in Guglielmi l'uomo "col giubbotto di cammello" che si vedeva nelle fotografie fatte immediatamente sul posto ... in realtà la magistratura aveva subito accertato che quell'uomo delle foto non era Guglielmi, non gli assomigliava nemmeno da lontano e aveva almeno dieci anni di più ... ma i "complottisti" hanno continuato lo stesso a sparare la medesima minchiata ... fino a che non si è presentato ai giudici spontaneamente il Sig. Barbaro di cui parlavo prima ... a dire che era lui l'uomo "col giubbotto di cammello" ... e la cui presenza sul posto, avendo l'ufficio ubicato proprio sopra il bar e pure la propria abitazione nelle immediate vicinanze, era del tutto normalmente plausibile ...

Il resto è il consueto rimestare merda nel mortaio ... utile alle tasche di tutti i "professionisti del complottismo", compresi alcuni volgari truffatori per fortuna più volte smascherati dalla magistratura e dalla polizia ... e, a questo proposito, non sarebbe male che l'ineffabile Flamigni dicesse chi gli ha fornito quel volgarissimo falso relativo alla nota Digos di cui sopra, falso sul quale ha costruito tutta la sua strampalata "teoria complottista" e sul quale ha prodotto ben tre libri di discreto successo editoriale ... perchè, come dicevo all'inizio, in tutto questo bailamme una cosa è comunque certissima ... il testo in mano a Flamigni è un volgarissimo falso, riconosciuto come tale dai due dirigenti Digos che avevano firmato quella nota .... e su questo dato invece tutti gli articoli giornalistici "divagano" alla grande ...

Ma questo continuo rimestaggio di merda nel mortaio è utile anche all'esercizio di certo onanismo cerebrale di chi ama basarsi sulle proprie personali "suggestioni" e non sui fatti accertati ...

Ogni riferimento personale non è per niente casuale ... tuttaltro ...


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doppione


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helios
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Il colonnello Guglielmi ... che peraltro è entrato nel Sismi un paio di anni dopo via Fani ed era allora un semplice carabiniere ... e che non andava a pranzo alle 9 mattina ... ma doveva raggiungere la casa di un collega, sita in Via Stresa, per andare a visionare insieme un appartamento da prendere in affitto ... era stato infatti appena stato stato trasferito a Roma ... solo dopo questo adempimento sarebbe dovuto seguire un pranzo in casa del collega, visione dell'appartamento e successivo pranzo che poi, per ovvi motivi, furono rimandati ... come ha sempre dichiarato, sul luogo dell'eccidio non ci è mai arrivato, la strada era già del tutto bloccata dalle forze dell'ordine ... era infatti stato identificato davanti al bar all'angolo tra Via Trionfale e Via Fani, a centinaia di metri dal luogo dell'agguato, che peraltro, essendo la strada in discesa e presentando a metà un notevole dosso, da quella posizione nemmeno si può vedere ....

Il tizio, che si vede anche in alcune foto, per decenni indicato come il futuro colonnello Guglielmi ... ma le indagini avevano già chiarito che non era lui ... è invece risultato essere ... lui stesso è andato in tempi successivi a dirlo ai magistrati ... tale Sig. Barbaro, titolare di un' azienda di import-export, i cui uffici erano ubicati proprio sopra il bar, allora chiuso da mesi, dietro le cui siepi si erano appostati i brigatisti ... e che era stato tra i primi, trovandosi nel suo ufficio, ad accorrere sul luogo dell'eccidio ...

Ed il bello è che i "complottisti della domenica" ... subito dopo questa novità .... non potendo più indicare Guglielmi come "l'uomo col giubbotto di cammello" presente nelle foto ... tra l'altro che Guglielmi sia stato, sia pure successivamente al 1978, "addestratore di Gladio" non risulta da nessuna parte, non è che tutti gli ufficiali del Sismi facessero gli "addestratori di Gladio" ... hanno spostato, come potevano, sul povero Barbaro le stesse caratteristiche ... per cui il malcapitato Barbaro è improvvisamente diventato "parente di addestratori di Gladio" (?!?) ... cosa che, seppure fosse e non è, non vorrebbe proprio dire niente ...

Fate semplicemente pena ...

Guglielmi,colonnello o meno, dichiaro lui stesso, quando venne interrogato, di essersi trovato il mattino alle nove del 16.3.1978 in via Fani.
Proprio lui disse di trovarsi in via Fani e non altrove.

Piu che i complottisti della domenica vedo che si tenta ancora di portar fuori dall argomento. Vizio che continua a persistere.

I complottisti della domenica non avrebbero mai detto che Gugliemi non si trovava in via Fani e che Barbaro era esattamente dall altra parte della strada
Se non altro perche molti link anche postati lo dicevano chiaramente.

Guglielmi, che nel marzo 1978 era solo un normalissimo sottufficiale dell'Arma, era sì in Via Fani, ma almeno 700 metri prima del luogo dell'agguato, all'angolo con Via Trionfale, dove fu identificato dalla polizia come tutti i passanti ... e da dove il teatro dell'agguato, come dicevo prima, è impossibile anche da vedersi da lontano ...

Doveva percorrere a piedi Via Fani per recarsi in Via Stresa dove aveva un appuntamento con un collega, suo compagno al corso allievi sottufficiali, che lì abitava ... e per le ragioni dette prima ... ma in Via Stresa non ci arrivò mai perchè la strada era stata bloccata dopo i fatti ....

Per decenni i "complottisti", in testa Flamigni, hanno indicato in Guglielmi l'uomo "col giubbotto di cammello" che si vedeva nelle fotografie fatte immediatamente sul posto ... in realtà la magistratura aveva subito accertato che quell'uomo delle foto non era Guglielmi, non gli assomigliava nemmeno da lontano e aveva almeno dieci anni di più ... ma i "complottisti" hanno continuato lo stesso a sparare la medesima minchiata ... fino a che non si è presentato ai giudici spontaneamente il Sig. Barbaro di cui parlavo prima ... a dire che era lui l'uomo "col giubbotto di cammello" ... e la cui presenza sul posto, avendo l'ufficio ubicato proprio sopra il bar e pure la propria abitazione nelle immediate vicinanze, era del tutto normalmente plausibile ...

Il resto è il consueto rimestare merda nel mortaio ... utile alle tasche di tutti i "professionisti del complottismo", compresi alcuni volgari truffatori per fortuna più volte smascherati dalla magistratura e dalla polizia ... e, a questo proposito, non sarebbe male che l'ineffabile Flamigni dicesse chi gli ha fornito quel volgarissimo falso relativo alla nota Digos di cui sopra, falso sul quale ha costruito tutta la sua strampalata "teoria complottista" e sul quale ha prodotto ben tre libri di discreto successo editoriale ... perchè, come dicevo all'inizio, in tutto questo bailamme una cosa è comunque certissima ... il testo in mano a Flamigni è un volgarissimo falso, riconosciuto come tale dai due dirigenti Digos che avevano firmato quella nota .... e su questo dato invece tutti gli articoli giornalistici "divagano" alla grande ...

Ma questo continuo rimestaggio di merda nel mortaio è utile anche all'esercizio di certo onanismo cerebrale di chi ama basarsi sulle proprie personali "suggestioni" e non sui fatti accertati ...

Ogni riferimento personale non è per niente casuale ... tuttaltro ...

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L'ispettore Enrico Rossi, ora in pensione, rivela il contenuto di una lettera scritta da uno dei due presunti passeggeri della Honda che bloccò il traffico il giorno del rapimento, il 16 marzo 1978: "Dipendevo dal colonnello del Sismi Guglielmi. Dovevamo proteggere i terroristi da disturbi di qualsiasi genere". Nella missiva anche dettagli per risalire all'altro agente alla guida del mezzo, "ma l'indagine fu ostacolata"
di RQuotidiano | 23 marzo 2014

“Due agenti dei Servizi segreti aiutarono le Brigate Rosse in via Fani durante il rapimento di Aldo Moro“. Questo il contenuto di una lettera scritta, presumibilmente, da uno dei due uomini che la mattina del 16 marzo ’78 si trovavano sulla moto Honda presente sul luogo dell’agguato. A rivelare l’esistenza della missiva all’Ansa è un ex ispettore di polizia che dal 2011 al 2012 ha indagato per identificare l’altro uomo alla guida del mezzo, che nel frattempo è morto. Un’indagine, sostiene il poliziotto in pensione, “ostacolata fin dall’inizio”. “L’ennesima occasione persa” per capire chi partecipò – o diede appoggio logistico ai brigatisti – al rapimento del presidente della Democrazia cristiana e al massacro della sua scorta.

L’ex ispettore di polizia Enrico Rossi racconta all’Ansa: “Tutto è partito da una lettera anonima scritta dall’uomo che era sul sellino posteriore dell’Honda in via Fani. Diede riscontri per arrivare all’altro, quello che guidava la moto”. Ma chi inviò quelle righe svelò anche un dettaglio inquietante: gli agenti presenti sul luogo della strage avevano il compito di “proteggere le Br da disturbi di qualsiasi genere. Dipendevano dal colonnello del Sismi Camillo Guglielmi che era in via Fani la mattina del 16 marzo 1978″.

Quella lettera nell’ottobre 2009 arrivò al quotidiano La Stampa di Torino. Eccola: “Quando riceverete questa lettera, saranno trascorsi almeno sei mesi dalla mia morte come da mie disposizioni. Ho passato la vita nel rimorso di quanto ho fatto e di quanto non ho fatto e cioè raccontare la verità su certi fatti. Ora è tardi, il cancro mi sta divorando e non voglio che mio figlio sappia. La mattina del 16 marzo ero su di una moto e operavo alle dipendenze del colonnello Guglielmi, con me alla guida della moto un altro uomo proveniente come me da Torino; il nostro compito era quello di proteggere le Br nella loro azione da disturbi di qualsiasi genere. Io non credo che voi giornalisti non sappiate come veramente andarono le cose ma nel caso fosse così, provate a parlare con chi guidava la moto, è possibile che voglia farlo, da allora non ci siamo più parlati, anche se ho avuto modo di incontralo ultimamente…”.

(continua....)

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/23/caso-moro-ex-poliziotto-allansa-i-servizi-protessero-le-br-in-via-fani/923362/

Tanto per la cronaca il colonnello Guglielmi apparteneva alla VII divisione del Sismi
L’ufficio sicurezza, di cui Guglielmi era uno dei direttori di sezione, fu costituito dal generale Giuseppe Santovito, giunto a capo del Sismi nel gennaio ’78, e affidato a Pietro Musumeci e a Giuseppe Belmonte, entrambi iscritti alla Loggia P2 e condannati per i depistaggi sulla strage di Bologna del 2 agosto 1980. Secondo le versioni ufficiali quell’ufficio venne istituito dopo il caso Moro, ma le inchieste hanno accertato che era già pienamente funzionante durante il sequestro. Così come è certo che presso la direzione di sicurezza, che aveva i suoi uffici a Roma in via del Policlinico 131, prestavano servizio anche agenti di Gladio sotto la supervisione della VII Divisione del Sismi, dove anche lo stesso Guglielmi aveva prestato servizio in qualità di supervisore.
.....
Guglielmi entra ufficialmente nel caso Moro nel 1991 in seguito alle dichiarazione rilasciate al settimanale Panorama dall’ex agente del Sismi, Pierluigi Ravasio, suo sottoposto all’ufficio sicurezza. E’ lui, prima di ritrattare tutto davanti al magistrato Luigi De Ficchy il 13 maggio 1991, a inguaiare il colonnello. La Procura convoca l’alto ufficiale dei Servizi tre giorni dopo ed è lo stesso Guglielmi a confermare la sua presenza in via Fani. Agli inquirenti il colonnello racconta che nella primavera del 1978 non era in servizio a Roma, bensì a Modena, e che solo nel giugno dello stesso anno era stato assegnato ad un ufficio del Sismi di stanza a Fiumicino, circostanze ovviamente non vere. Su questo aspetto una memoria del deputato Luigi Cipriani del 3 maggio 1991, basata anche sulle confidenze di Ravasio, smentirà in anticipo le dichiarazioni del colonnello mettendo in evidenza che la sezione del Sismi a cui apparteneva, insieme a Musumeci e Belmonte, operava a Roma già al tempo del sequestro di Moro.
Ravasio, parlando di Guglielmi, disse che quella mattina l’alto ufficiale si era precipitato in via Fani dopo aver ricevuto una telefonata di Musumeci: «Vai subito lì, un informatore mi ha detto che succederà qualcosa di grosso, forse rapiscono Moro». Guglielmi, come riporta la giornalista Rita Di Giovacchino ne “Il libro nero della Prima Repubblica”, avrebbe confidato a Ravasio di essere arrivato in via Fani a cose fatte e di essere rimasto sconvolto: «Ero lì, c’erano tutti quei corpi a terra, e non ho potuto fare niente». (tratto da lettera35.it)

Il colonnello dei misteri confermò che quella mattina, intorno alle ore 9, si trovava in via Stresa, a duecento metri dall’incrocio con via Fani.

http://www.colarieti.it/archives/1545

PS-ricordo che la scorta di Moro in via Fani era sotto la direzione di Pietro Musumeci e che i nastri della stessa scorta sono spariti.

La VII divisione del sismi..... e gli 'ossi', qualcuno ha idea di cosa può essere?

Vogliamo adesso restare in argomento come da topic e unire i puntini che il sequesto Moro ha a che fare con gladio o vogliamo continuare a distogliere l'attenzione come da metodo mainstream?[/b]


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radisol
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Non entro nel merito ... l'ho già fatto tante volte ...

Dico solo che l'ex poliziotto Enrico Rossi è stato indagato per falso e truffa ...


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helios
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Non entro nel merito ... l'ho già fatto tante volte ...

Dico solo che l'ex poliziotto Enrico Rossi è stato indagato per falso e truffa ...

dico solo che quanto hai scritto su Gugliemi non è che sia molto corretto.

Io entrerei nel merito di capire perchè tratti da complottisti della domenica tutti quando scrivi cose che non hanno riscontri.

Non si tratta di Enrico Rossi qui si tratta di una lettera NON di Enrico Rossi in cui è evidente il ruolo del colonnello Guglielmi che smentisce quanto hai scritto tu e hai riportato delle falsità spacciandole per vere.


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radisol
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Ed è proprio per quella lettera, ritenuta una "patacca" dal Pm che si occupa della questione, che Enrico Rossi è attualmente indagato dalla procura di Roma per falso e truffa ...

Oltre che per una pistola polacca ad aria compressa di quelle in uso nei tiro a segno dei luna-park, peraltro fabbricata in epoca successiva al 1978, fatta passare per la inesistente "mitraglietta dei due della moto" ... e per la ristampa fatta 30 anni dopo del quotidiano "La Repubblica" del 16 Marzo 1978 fatta invece passare per una copia originale di quel giorno ...

Come sono sotto indagine per falso e truffa ... sia l'artificiere che dice di aver visto Cossiga in Via Caetani prima ancora della famosa telefonata di Morucci che indicava che lì stava il cadavere di Moro ... nonchè - e qui siamo già al rinvio a giudizio - il tizio che mandava anonimamente via mail altre improbabili "rivelazioni" su Via Montalcini a quel fessacchiotto di Imposimato che, su quelle minchiate, ci aveva addirittura basato un intero libro ...

Tutta la vicenda è costellata di "patacche" e di volgari truffe .... a cominciare proprio dalla falsa nota Digos, quella in mano alla Fondazione Flamigni ... quella che parla dei "proiettili Fiocchi" ... sulla quale Flamigni di libri ne ha basati addirittura 3 ... e della quale non ha mai rivelato la originaria provenienza .... ma lui, chissà perchè, non lo ha mai indagato nessuno ....


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helios
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Ed è proprio per quella lettera, ritenuta una "patacca" dal Pm che si occupa della questione, che Enrico Rossi è attualmente indagato dalla procura di Roma per falso e truffa ...

Sarebbe da meravigliarsi del contrario. Non si vuole che ci sia stata una moto Honda in via Fani già dalla prima testimonianza in assoluto dell'ing.Marini.
Che motivo aveva l'ing.Marini di dire che aveva visto una moto Honda se quella non ci fosse stata proprio lo stesso giorno della mattanza in via Fani?

Il falso e la truffa viene da altri o da chi non vuole che la versione stabilita a tavolino si riveli per quello che è sempre stato: una menzogna da far ingurgitare a tutta la popolazione.

Come sono sotto indagine per falso e truffa ... sia l'artificiere che dice di aver visto Cossiga in Via Caetani prima ancora della famosa telefonata di Morucci che indicava che lì stava il cadavere di Moro

qui dimentichi che l'eroe Morucci è sempre quello che ha detto che quella telefonata è costata e molto. Ma la menzogna bisogna in qualche modo concluderla a costo di tutto e il patteggiamento era stato chiaro fin dall'inizio.

Tutta la vicenda è costellata di "patacche" e di volgari truffe .

si dice che quando si comincia a mentire si è destinati a continuare a mentire. Il caso Moro è iniziato con delle menzogne, non con delle prove, infatti quelle sono state subito levate di torno in fretta, e si va avanti a dare del bugiardo a tizio e caio non vedendo che le bugie iniziali di via Fani continuano ad esser sparse.

La vicenda della mattanza di via Fani è un truffa ma in molti vogliono che
rimanga tale e finchè ci saranno faranno di tutto perchè non si arrivi al vero.

Nel frattempo sarebbe il caso di non dare del furfante a qualcuno quando ancora non si sa chi c'era in via Fani il 16.3.1978. Le furberie di ipotizzare che c'era tizio e caio quando non si hanno prove mentre la testimonianza di un ing.Marini non si prende in considerazione, ha tanto l'aria di una presa in giro.

Gladio in tutta la vicenda ha molto a che fare, fin dall'inizio, che si voglia o no e (vedi topic) hanno dovuto gettar fumo perchè non si arrivi a nulla.

L'organismo parlamentare d’inchiesta alle prese con il giallo dell’appunto riservato scomparso. Potrebbe svelare la provenienza delle munizioni usate nella strage di Via Fani. E fare luce sul ruolo svolto nel rapimento dell’ex presidente della Dc dalla VII divisione del Sismi. La stessa che sovrintendeva all’organizzazione paramilitare segreta. E sulla quale il presidente Fioroni ha ordinato un'indagine

la VII divisione dei sismi sovrintendeva a Gladio.
Non per nulla Fiorono ha ordinato una indagine.
Nella VII ci sono gli 'ossi'.

Questo lo scrivo per chi potrebbe unire i puntini e capire qualcosa.
Gli altri sono destinati a dover continuare a mentire.


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