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Costretto dai poteri forti a rassegnare le dimissioni


Eshin
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Il Caso: Umberto Rapetto, Comandante del Nucleo Speciale Frodi telematiche: costretto dai poteri forti a rassegnare le dimissioni

Il comandante del Nucleo Speciale Frodi Telematiche Umberto Rapetto è stato messo alla porta come quei cyber criminali che acciuffa in Rete. Solo che loro, i criminali, sanno perché e cosa stanno scontano. Di seguito il messaggio che nel giro di pochissime ore si sta diffondendo a macchia d’olio sul web ed in particolar modo su Facebook, ce che sta suscitando l’ira del popolo telematico. Un’ira più che giusta se si va a considerare il trattamento riservato a un grande uomo d’onore che ha impiegato la sua vita per servire lo STATO, quello stesso STATO che ora considerandolo un personaggio scomodo e di troppo ai poteri forti, gli chiede di dimettersi. Siamo governati da un branco di perfidi e pericolosissimi mostri senza scrupoli…….

“Umberto Rapetto non è più un colonnello della Guardia di Finanza. Ufficialmente e formalmente si è trattato di dimissioni. In verità, pare che desse parecchio fastidio ai “poteri forti”, alla politica e alla criminalità organizzata. Per questo è stato “gentilmente invitato” a farsi da parte. Chi è Umberto Rapetto? Per i più si tratta di un nome insignificante. Eppure siamo di fronte a un super esperto di informatica e lotta alle frodi. Autore di numerose pubblicazioni, è anche docente universitario. Gli Stati Uniti ce lo invidiano. Le sue competenze e la sua intensissima attività hanno consentito al nostro Stato di individuare migliaia di evasori fiscali. Peccato che poi le somme concretamente recuperate sono minime. Per cinque anni, Rapetto ha seguito tutti i componenti delle organizzazioni che gestivano il gioco d’azzardo in Italia senza pagare le imposte. Finchè un giorno, ha chiuso il dossier, facendolo arrivare ai carabinieri: ha fatto arrestare quindici persone. Rapetto si è presentato in giudizio con migliaia di pagine di prove e con conti precisi: le società dei videopoker sotto accusa devono allo Stato di 98 miliardi, 456 milioni, 756 mila euro. Cifra mostruosa, superiore persino alle ultime quattro manovre finanziarie messe assieme. Gli imputati che sono stati tutti condannati penalmente hanno patteggiato, anche se Rapetto era contrario: il colonnello sosteneva che dovevano restituire fino all’ultimo centesimo di euro. Alla fine i giudici si sono rivolti alla Corte dei Conti la quale ha preso atto della condanna penale della Cassazione e ha imposto agli imputati il pagamento di appena 2,5 miliardi di euro. Lo sconto è di quelli che nemmeno nel più pazzo dei supermercati: 96,5%! Qualcuno ne ha parlato in tv? Ovvio che no, la farfallina di Belen, i dettagli delle cenette simpatiche di Arcore o il sole in Primavera sono argomenti ben più importanti.
In sintesi, l’attività del colonnello Rapetto consente di accertare 98 miliardi e mezzo di evasione fiscale ad opere delle società che operano nel gioco d’azzardo. E che fa lo Stato? Concede uno sconto del 96,5%! Già, perché se a non pagare le imposte è un piccolo imprenditore o un normale cittadino, si interviene con i carri armati. Se a a evadere sono le grandi società, si va coi guanti, c’è il super premio. Quel premio che non c’è stato per Rapetto. Costretto a dimettersi perché faceva fin troppo bene il proprio mestiere. Proprio sicuri che una Repubblica in cui l’immoralità è la norma debba essere festeggiata? Fate voi.”(Messaggiod a Facebook)

Di seguito l’ Articolo tratto dal portale Redazione Prima da noi

Dopo 37 anni di servizio il numero uno delle Fiamme Gialle, conosciuto per la sua grande competenza sui crimini della Rete, ha rassegnato le sue dimissioni due giorni fa quando la sua casa, la Gdf, lo ha silurato. La motivazione ufficiale: ordinari criteri di rotazione del personale. E Rapetto è stato spedito al Centro alti studi della Difesa (Casd) a seguire un corso, passando da comandante a studente. Un ruolo, di certo non consono al suo blasone.
Tra le gesta di Rapetto alla guida del Gat (Gruppo Anticrimine Tecnologico della Guardia di Finanza), nel 2001 si ricordano le indagini che hanno portato alla condanna in via definitiva degli hacker protagonisti di attacchi sul web a danno del Pentagono e della Nasa.
Il mondo politico si è detto indignato. Sono già nove le interrogazioni parlamentari legate al suo caso: due di Lannutti (Idv) di Zamparutti (Pd), di Tassone e altri 33 (Udc), di Fluvi (Pd), di Gramazio (Pdl), di Buonfiglio (FareItalia), di Pisicchio (Api) e Caparini (Lega).
Lui mestamente su Twitter rincuora se stesso: «verrà il giorno in cui le persone perbene potranno vantarsi di essere tali». Oggi, però, non è ancora quel giorno.
IL MOTIVO “UFFICIALE”
«La decisione di avvicendare il colonnello della Guardia di Finanza Umberto Rapetto dal comando del Nucleo speciale anti frodi telematiche è stata presa perchè l’ufficiale aveva maturato già oltre 10 anni di permanenza nello stesso incarico. E, comunque, il Nucleo non subirà cali funzionali, ma sarà rafforzato». Così il viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli, nel corso del question time alla Camera, ha motivato il “trasferimento” del comandante.
Il viceministro ha sottolineato che il Governo non mette becco in questi trasferimenti che sono di competenza del Comando generale della Gdf. Ha poi ricordato che gli ufficiali devono fare differenti esperienze lavorative e di comando, «mentre Rapetto aveva maturato una permanenza nell’incarico del tutto eccezionale e singolare, se confrontata rispetto a quella degli altri ufficiali del Corpo’ e in quasi 30 anni di carriera aveva prestato servizio in tre sole sedi».

PERCHE’ NON MI HANNO SPOSTATO PRIMA?
E lui, Rapetto risponde piccato alle spiegazioni fornitegli dai suoi superiori. «Tre sole sedi di servizio? Non ero io a scegliere dove andare e quale incarico ricoprire: perché non mi hanno spostato prima? Non sono stato io a decidere di venire a Roma (ci sono arrivato come ufficiale addetto al Comando generale), dove comunque ho poi lavorato anche al Nucleo speciale di Polizia valutaria, al Segretariato generale del Ministero delle Finanze, all’Autorità per l’Informatica nella P.A., al Nucleo speciale investigativo, al Centro nazionale per l’Informatica nella P.A. e quindi al Nucleo speciale frodi telematiche», ha detto, «non sono stato nemmeno io a voler evitare trasferimenti, perchè l’assegnazione ad altro incarico (così come avvenuto ora) dipende esclusivamente dal Comando generale, cui forse dovrei chiedere perchè mi abbia trattenuto nella medesima città, sapendo bene che mi avrebbe nuociuto in termini di carriera».
Ma se il colonnello “si era attardato troppo” nella sede romana perché oggi è stato mandato a frequentare un corso al Centro alti studi della Difesa di Roma?
L’ULTIMA INCHIESTA
Impossibile non domandarsi se l’ultima inchiesta c’entri qualcosa con il caso Rapetto.
Sappiamo che l’indagine condotta dal comandante riguardava lo scandalo delle slot machine non collegate in rete all’Anagrafe Tributaria, inchiesta che ha portato alla condanna dei vertici dei Monopoli di Stato e delle società concessionarie al pagamento di 2 miliardi e mezzo di euro.
L’indagine che ha portato agli arresti domiciliari Massimo Ponzellini attuale presidente di Impregilo ed ex numero uno di Bpm ha toccato anche l’Abruzzo.
Nella vicenda è invischiato il deputato del Pdl Marco Milanese, ora indagato per corruzione, all’epoca dei fatti sottosegretario all’Economia e relatore del disegno di legge che poco dopo il terremoto in Abruzzo autorizza l’utilizzo nei locali pubblici di macchine per videopoker digitali di ultima generazione. Milanese sarebbe entrato a gamba tesa nel progetto di legge per farlo approvare al più presto.
Secondo gli inquirenti la norma venne presentata come il modo per agevolare le entrare fiscali per aiutare le popolazioni abruzzesi perchè lo Stato trattiene una quota signi
ficativa delle scommesse. In realtà solo una misera parte delle entrate è stato destinato alla causa abruzzese.
E c’è un motivo in più forse per credere che Rapetto fosse scomodo, troppo scomodo. Il quotidiano La Repubblica parla di un fatto davvero importante. «In questo periodo», riporta il giornale, «deve essere designato il responsabile dell’Ufficio per la protezione dagli attacchi informatici presso la Presidenza del Consiglio. Sembrerebbe uno dei possibili posti su misura per Rapetto, ma a candidarlo non ci ha pensato nessuno».

L’ULTIMA RICHIESTA
Una foto in bianco e nero sulla “consolle” di Facebook.
A Umberto Rapetto piace ricordarsi così, con quella foto del giornale “Oggi” postata sul social network per amici e conoscenti. In quelle immagini c’è una ragazzo in divisa dal sorriso già smaliziato ed orgoglioso.
Poi, il generale tutto d’un pezzo rivendica la sua decisione di andare in congedo per «la semplice salvaguardia di una dignità che non merita di essere calpestata e di una professionalità che nessuno ha avuto modo di smentire» e chiede rispetto del suo dolore di dover lasciare spontaneamente la divisa dopo 37 anni di servizio.
Rapetto si scusa, con chi sperava di poter contare su di lui , e con tutti quelli che gli hanno dato fiducia. I suoi amici però non hanno nulla da perdonargli come dimostrano le numerosissime attestazioni di stima che fioccano su Facebook.

(articolo a cura di Marirosa Barbieri , Prima da noi.it )

Pubblicato da red. prov. “Alto Casert

http://altocasertano.wordpress.com/2012/06/04/il-caso-umberto-rapetto/


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ws
 ws
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 551
 

cakkio ! era l' unico finanziere che faceva qualcosa di utile ....


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dana74
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 14373
 

cakkio ! era l' unico finanziere che faceva qualcosa di utile ....

😀


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