Notifiche
Cancella tutti

Cuocere la Sicilia a microonde


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 33516
Topic starter  

Cuocere la Sicilia a microonde: la nuova ricetta di Masterchef of America

La ministra Cancellieri è come un rullo compressore senza nessuno alla guida: schiaccia i sassi per istinto e senza bisogno di un perché. Un elemento prezioso per il potere. Così con quella voce da viado distratto, ha minacciato di inviare l’esercito se non sarà tolto il presidio che cerca di impedire il completamento del Muos, il nuovo sistema d’arma che gli Usa stanno costruendo nei pressi di Niscemi. Si, ci vuole l’esercito perché come dice la ministra riscaldata, occorre assolutamente  mandare avanti il progetto “di interesse strategico per la difesa militare della nazione e dei nostri alleati”. 

Sappiamo come questo governo, al servizio di chiunque voglia spadroneggiare, sia sensibile al problema degli armamenti: spese folli per aerei, sommergibili, sistema d’arma imposti dagli Usa e dalla Germania per dragare gli ultimi soldi. Ma davvero qui si sta esagerando. Innanzitutto il Muos ( Mobile User Objective System) non è è affatto un sistema di difesa, ma di offesa servendo essenzialmente alla guida di droni, missili, ordigni di qualunque tipo sugli obiettivi stabiliti. Ed è presumibile che si agganci  a sperimentazioni militari che il parlamento di Strasburgo ha definito pericolose. La sottile differenza forse sfugge alla raffinata intelligenza del ministro, ma è essenziale anche in termini costituzionali. In secondo luogo la base di Niscemi non appartiene alla Nato, ma esclusivamente agli Usa e dunque senza alcuna possibilità di controllo da parte italiana. Perciò l’impianto serve l’interesse strategico di un altro Paese, non dell’Italia e il fatto che gli Stati Uniti siano il nostro maggior alleato costituisce un’aggravante nel momento in cui la base si sottrae agli strumenti dell’alleanza stessa,  configurandosi come una cessione di sovranità militare.

Ma già, cessione più, cessione meno cosa gliene frega a quegli schiacciasassi? Però questo è il meno: il fatto è che la base costituisce in pratica un forno a microonde ( le sue antenne paraboliche potrebbero anche innescare l’esplosione di ordigni in dotazione ad un aereo come sostengono due aziende americane) e una tale densità di emissioni elettromagnetiche è certamente un rischio per la popolazione, come documentato da uno studio del Politecnico di Torino. Naturale che la gente di Niscemi, con il movimento No Muos  non voglia l’impianto. Inoltre è chiarissimo che un simile sistema d’arma sarebbe l’obiettivo prioritario di un ipotetico nemico in caso di guerra. Così la popolazione sarebbe sacrificata in nome di interessi strategici magari del tutto estranei a quelli italiani se non addirittura contrari ad essi.

Ora al di là di queste evidenze mi chiedo come sia possibile che un governo tecnico e dimissionario, in carica per gli affari correnti  possa usare questi toni da pescheria e imporre decisioni di grande delicatezza su una questione di cui il Parlamento non ha mai avuto modo di occuparsi. E più ancora mi chiedo come si possa pensare di fare accordi di questo tipo senza un referendum tra la popolazione, come paradossalmente avviene regolarmente negli Usa quando si tratta di nuove basi militari. Vabbè che gli statuti coloniali sono diversi, ma, via, almeno uno sforzo per nascondere la realtà ci vorrebbe.

Tutto questo ci dice quale sarà la qualità di qualsiasi futuro governo il cui precipuo problema sarà quello di districarsi fra le diverse subalternità che lo spaventoso vuoto di politica sta creando: alla finanza, alla Germania, agli Usa. Con una democrazia ridotta a spaventapasseri per cittadini disposti al ruolo di allodole.

Fonte: https://ilsimplicissimus2.wordpress.com
Link: https://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2013/01/10/cuocere-la-sicilia-a-microonde-la-nuova-ricetta-di-masterchef-of-america/
10.01.2013


Citazione
Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 33516
Topic starter  

REPORT NOTTE DEL 10-11 gennaio 2013: Niscemi INVASA da centinaia di forze di polizia

Con inaudita violenza sono stati rimossi i blocchi dei manifestanti per il passaggio del convoglio con i mezzi per il montaggio delle antenne MUOS.

Alle 22,30 della sera del 10 gennaio é stato avvistato il convoglio con 4 camion e 2 gru della ditta COMINA scortati da numerosi reparti d’assalto di Polizia e Carabinieri lungo la Statale Catania-Gela. Il convoglio partito da Belpasso per evitare il transito attraverso la città ha proseguito lungo la SS115 per poi risalire da C.da Terrana a sud della base militare di Niscemi.

Alle ore 00.30 gli occupanti del presidio, situato a Nord della base per timore di non riuscire ad impedire il passaggio del convoglio si sono mobilitati e diretti in C.da Terrana.

Nelle stesse ore Niscemi veniva invasa da decine di truppe di Polizia e Carabinieri che hanno effettuato innumerevoli posti di blocco nei punti nevralgici di transito verso la base militare, non permettendo il passaggio delle persone, creando numerose difficoltà anche ai residenti che alle prime ore del giorno si recavano al lavoro.
Cio’ nonostante, numerosi attivisti e cittadini (allertati da internet e SMS) si sono recati in C.da Ulmo ma le forze di polizia schierate presidiavano tutti gli accessi ed hanno impedito a tutti di proseguire in direzione del convoglio, né di accedere al presidio di C.da Ulmo. Solamente gli attivisti che già si trovavano al Presidio di C.da Ulmo sono riusciti a raggiungere il convoglio in C.da Terrana.

All’1.30 del mattino, in C.da Gallo (al bivio tra il borgo di S.Pietro e Caltagirone) si è tenuto un primo blocco da parte del Comitato NO MUOS di Niscemi unitamente ad alcuni membri di altri Comitati che sono riusciti a sopraggiungere nel frattempo da altre città. Le forze di polizia in tenuta anti-sommossa hanno reagito duramente e con violenza. Hanno effettuato alcune cariche, ma nonostante l’impeto dei poliziotti i manifestanti sono riusciti a resistere ai blocchi sotto le manganellate per alcune ore.

La dinamica del blocco è stata estremamente dura, i manifestanti ripetutamente si opponevano con il corpo al passaggio dei mezzi pesanti in maniera pacifica, ma le forze dell’ordine, incitate dai capi dell’operazione, non rinunciavano ad utilizzare le maniere forti per rimuovere fisicamente gli attivisti con numerose cariche. Il convoglio alle 3.30 dopo ore di resistenza è riuscito a passare e a proseguire lungo la Strada Provinciale che porta alla base militare. Dopo aver superato il primo blocco alcuni reparti hanno impedito ai manifestanti di spostarsi per almeno un paio d’ore, assicurandosi che non riuscissero a raggiungere altri manifestanti che nel frattempo arrivavano dalla città.

Altri attivisti che arrivavano dalla Città sono riusciti a superare i posti di blocco e a raggiungere la Strada Provinciale in posizione utile per effettuare un presidio per impedire il passaggio del convoglio.

Alle ore 4. 00 circa nei pressi di C.da Vituso (lungo la S.P. Niscemi-Caltagirone) viene effettuato un secondo blocco stradale in maniera pacifica e civile. Nonostante che l’opposizione fisica dei manifestanti fosse del tutto serena, le centinaia di forze dell’ordine che scortavano il convoglio, anche questa volta non hanno esitato ad utilizzare le maniere forti per rimuovere fisicamente i singoli manifestanti.

Dunque, dopo ore di resistenza civile, il convoglio è riuscito alla fine ad accedere alla base militare intorno alle 4.30 scortato e protetto da centinaia di agenti di Polizia e Carabinieri.

Alle ore 5.30 i manifestanti sono riusciti a ritornare al presidio di c.da Ulmo ed hanno indetto un’assemblea immediata ed urgente, dopo un breve dibattito si è deciso di allertare ed informare la città di Niscemi del grave fatto accaduto. Alle ore 6.00 presso il Largo Spasimo si è tenuto un breve comizio rivolto ai niscemesi che si recavano al lavoro nelle campagne.

Il presidio di C.da Ulmo denuncia il grave fatto accaduto questa notte, un invasione armata da parte dello Stato ha di fatto impedito l’esprimersi del territorio. Con la forza lo Stato ha voluto impedire che la popolazione che ospiterà questa installazione decida se accettare o meno il prezzo da pagare in termini di salute, pace e inquinamento. “E’ un atto di prepotenza inaudita, che tuttavia non ci indebolisce” – dicono gli attivisti del presidio – “Il passaggio di questo convoglio non è una sconfitta ma l’inizio di una nuova fase della resistenza all’installazione del MUOS. Verrà probabilmente indetta a breve una grande mobilitazione per portare la questione alla ribalta nazionale”.

E’ convocata per domani 12 gennaio alle ore 15.00 un’assemblea generale del coordinamento regionale NO MUOS dove verranno decise le prossime mosse delle azioni di contrasto all’installazione.

Ore 8.35 – Presidio NO MUOS di C.da Ulmo

http://www.facebook.com/no.muos.1/posts/334484426666240

11.01.2013


RispondiCitazione
aristanis
Reputable Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 282
 

quando entrano in gioco determinati interessi,in tal caso relativi alla Difesa e alla Sicurezza, è molto difficile,se non impossibile, tutelare le istanze delle popolazioni locali. Con la motivazione secondo la quale la Sicilia appartiene all'Italia, per cui alcuni sacrifici devono essere sostenuti dalla popolazione locale a vantaggio dei benefici che la stessa popolazione riceverà in termini di Sicurezza e a vantaggio dei benefici che l'intera popolazione italiana riceverà, ma anche quella europea, ma anche quella mediterranea, ebbene, con questa motivazione di base si apriranno i contrattacchi mediatici.
gli esempi sono innumerevoli, e non solo per quanto concerne il reparto della Sicurezza nazionale.
si pensi alla TAV.
In sardegna nelle coste,specie quelle occidentali, si era già dato avvio ai lavori nell'estate 2011, in alcuni comuni, per la costruzione di radar potentissimi con la motivazione di individuare barche sospette per esempio di clandestini, sia per provvedere ad aiutarle, sia per provvedere ad avvisare autorità portuali di altri stati che provvedessero alla salvaguardia dei clandestini. ma i motivi erano pure altri, e ragionandoci si capisce che sono motivi di sicurezza, soprattutto motivi militari.
la popolazione non è stata nemmeno avvisata il più delle volte della costruzione di tali radar, potentissimi, i quali possono causare disturbi alla salute, e ciò apre l'interessantissimo discorso delle onde radar e onde elettromagnetiche che in Italia pochissimo è trattato, ma anche in europa,chissà perchè...
i radar causano anche problemi relativi all'ambiente e ledono diritti relativi al paesaggio.
tutto a svantaggio delle popolazioni locali.
queste ultime il più delle volte non hanno idea minimamente di ciò che va costruendosi. spesso vi è l'autorizzazione comunale, con membri delle giunte comunali che manco sanno che cazzo vanno a votare, o col sindaco che non lo sa, o col sindaco che lo sa,firma, e non avvisa la popolazione. si scopre poi a posteriori tutta la faccenda. il sindaco scarica la colpa sulle autorità, ed in effetti sono spesso le autorità che presentano le domande al comune, le autorità sono per esempio la capitaneria di porto, la guardia di finanza, la guardia costiera, che rispondono ad ordini superiori ovviamente, e spesso i membri presenti nel territorio sono persone che manco ci sono nate nel territorio, che rispondono agli ordini superiori, perchè sono persone non sarde,non gli importa minimamente delle conseguenze,non protestano nè informano.
comunque,si formano così comitati locali, prima di poche persone, poi aumentano. si portano tende e cibo nei luoghi delle costruzioni, si aprono proteste, succede pure che il sindaco,una volta scoperto, si faccia portatore degli interessi della popolazione,per salvare la faccia.
così, o il progetto salta grazie alla mobilitazione popolare, o va avanti,dipende da moltissimi fattori, cioè importanza del progetto, impatto, tensioni sociali, questioni politiche di consenso, ma dipende per lo più dall'importanza strategica del progetto.
Il MUOS non è certo come i piccoli radar che si stavano costruendo in sardegna.
Si è visto dalla repressione delle forze dell'ordine. Il MUOS è un progetto strategico, dettato da chi ben lo si sa, per cui si scomoderanno le più alte cariche istituzionali nazionali e regionali pur di non ostacolare il percorso.
E bisogna ricordarsi che ci si trova di fronte ad un popolo più o meno organizzato o abbastanza determinato, magari anche numeroso nella contrapposizione, e proprio per questo ci si ricordi che questo evento insegna molto.
insegna che il monopolio della forza legittima appartiene per legge solo a determinati membri dello stato, tutelati al 100% per qualsiasi azione compiano, tutelati perciò anche dal punto di vista disciplinare e giudiziario, in quanto chi esercita una forza contrapposta alle forze a cui lo stato riconosce il monopolio dell'uso della forza, sta infrangendo la legge e sarà perseguito penalmente. chi tra i cittadini subisce un torto sarà, con l'onere della prova che grava esclusivamente su di lui, tutelato e risarcito, ma colui che ha esercitato la forza sul cittadino difficilmente perderà il posto di lavoro e non subirà nessuna condanna sociale per il suo gesto.
ne viene meno l'incentivo a far valere le proprie motivazioni, in quanto la battaglia logora chi non è tutelato.
diceva un famoso prescritto per fatti di mafia "Il potere logora chi non ce l'ha".
Può succedere che un magistrato possa aprire un'inchiesta relativa alla tutela delle istanze popolari, per studiare gli effetti sulla salute del radar. potrebbe succedere.
in sardegna, per i fatti del famoso poligono di Quirra, il procuratore Fiordalisi ha indagato a fondo, rivolgendosi a professori per lo studio dei danni alla salute. sapete bene i bastoni tra le ruote che gli hanno messo. sia da parte di coloro che hanno svolto perizie di parte, con consulenti dello stesso Esercito italiano che ovviamente non hanno trovato prove per incolpare membri dell'esercito.sia da parte della popolazione del territorio, laddove il sindaco ha appoggiato e sostenuto istanze dei pastori e allevatori che volevano pascolare il bestiame su quei territori, e le istanze di chi tra gli abitanti del comune di Perdasdefogu lamentava la diminuzione delle vendite dei prodotti locali in quanto le persone al di fuori del comune non si rivolgevano più a certe aziende dicendo che i loro prodotti erano nocivi. Insomma,la solita guerra tra poveri.
Ma quando ci sono interessi forti in gioco, anche altri magistrati hanno visto ostacolato il loro lavoro, caso esemplare è Taranto. Anche lì abile la campagna mediatica a mettere gli uni contro gli altri gli ambientalisti ed i lavoratori, in modo che entrambe le parti non comprendano che è davvero il responsabile dei loro guai.
Il filo conduttore del discorso? Ognuno pensa alla propria pancia. i generali dell'esercito rispondono ai poteri sopra di loro e stanno zitti. i politici danno l'autorizzazione a costruire e stanno zitti. i terreni su cui costruire vengono comprati e i proprietari sono felici di guadagnarci per la vendita. la ditta costruisce, e gli operai costruiscono per lavorare e mangiare, magari sono operai del luogo pure, ma stanno zitti. chi sarà addetto alla manutenzione e protezione degli impianti sta zitto perchè è un lavoro. moltissimi sono gli indifferenti siciliani e stanno zitti perchè è più importante il diritto di andare allo stadio la domenica. i poliziotti vengono pagati e stanno zitti. i funzionari di polizia vengono pagati e stanno zitti. i giornalisti nazionali non danno risalto alla questione e se lo fanno danno spazio alle istanze non della popolazione.
si avvia insomma una macchina del L'IMPORTANTE è CHE IO ABBIA LA PANCIA PIENA che dimostra la solita poca solidarietà e unità quando vengono lesi a livello locale le istanze dei cittadini.
ma questo vale per centinaia di altri casi.
In conclusione, chi ha il monopolio della forza per legge vincerà sempre, e ciò con anni e anni di divide et impera e di cultura individualista in cui ogni singolo è stato spinto a farsi i cazzacci suoi e ad indignarsi vero i veri responsabili solo finchè i veri responsabili un minuto dopo gli diranno che sono altri i veri responsabili dei problemi, e sono presenti tra gli stessi cittadini.


RispondiCitazione
Condividi: