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Curia di Bologna delocalizza azienda in Bulgaria

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Anonymous
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Sul sito il video:
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/09/02/faac-lattacco-della-lega-curia-di-bologna-delocalizza-azienda-in-bulgaria/409982/

Faac, l’attacco della Lega: “Curia di Bologna delocalizza azienda in Bulgaria”

“La Curia di Bologna, proprietaria grazie a un lascito della Faac, azienda che si occupa di automatismi e cancelli elettrici, ha deciso di delocalizzare il polo produttivo di Grassobbio (Bergamo) e lasciare per strada 50 persone. Quel che combinano certi vescovi sta sicuramente facendo incazzare il buon Dio”. Il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, dal palco del Berghemfest di Alzano Lombardo (Bg), racconta in questi termini l’ennesima storia di delocalizzazione. E la usa per attaccare la Chiesa in risposta ai suoi ripetuti attacchi contro il Carroccio sul tema immigrazione: “Il vescovo di Bergamo invece che prendersela con noi, dovrebbe alzare il telefono e chiamare il suo collega bolognese per fargli presente quanto stia sbagliando” di Fabio Abati
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Anonymous
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http://bergamo.corriere.it/notizie/cronaca/15_settembre_02/chiude-azienda-curia-bologna-salvini-attacca-nuovo-vescovi-9b9b01b6-5142-11e5-addb-96266eadb506.shtml

Chiude azienda della curia di Bologna
E Salvini attacca di nuovo i vescovi
A rischio in 50 nella Bergamasca: una sede della Faac è a Grassobbio. Sarà trasferita in Bulgaria.
Il segretario provinciale leghista: intervenga anche il nostro vescovo

di Fabio Spaterna

Dopo le polemiche legate all’accoglienza profughi si pensava che il rapporto tra Lega e vescovi fosse ormai già arrivato ai minimi storici, ma l’attacco frontale del Carroccio durante l’ultima serata della Bèrghem Fest di Alzano Lombardo è riuscito a peggiorare ulteriormente la situazione. Nuovo nodo della disputa è il futuro (per la verità, ormai segnato) del sito produttivo di Grassobbio della Faac, azienda al 100% della curia bolognese. La proprietà ha deciso di trasferire parte della produzione in Bulgaria: così da maggio i cinquanta dipendenti bergamaschi sono finiti in cassa integrazione, con lo stabilimento che può di fatto ormai dirsi chiuso. «I vescovi ci danno lezioni di morale perché rifiutiamo i clandestini, e per i lavoratori bergamaschi solo calci nel sedere. Siamo stufi», l’arringa dal palco di Alzano del segretario provinciale lumbard, Daniele Belotti, prima che il numero uno leghista Matteo Salvini gettasse ulteriore benzina sul fuoco: «Invece di attaccarci sul tema dei clandestini il vescovo di Bergamo telefoni a quello di Bologna, che ha lasciato tanti italiani senza lavoro». Nel mezzo ci sono loro, i lavoratori dell’azienda, che hanno deciso di prendere parte alla kermesse leghista per esporre il proprio caso. «Rischio strumentalizzazione? Qui la politica non c’entra. Mi sono rivolta alla Lega, è vero, ma né Belotti né tanto meno Salvini ci hanno chiesto per chi votiamo prima di darci una mano — dice Loretta Barilani, una delle dipendenti dell’azienda bolognese che sul palco di Alzano ha fatto da portavoce per i colleghi —. Dalla curia solo tante belle parole. Una mia collega è riuscita ad avere il numero dell’arcivescovo di Bologna, Carlo Caffarra: lo ha chiamato, ma è stata liquidata in due minuti. Siamo disgustati da questo trattamento, visto che l’azienda è più che in salute». Le prospettive non sono ottime: a maggio 2016, alla scadenza della Cigs, i lavoratori riceveranno una buonuscita (circa 24 mila euro lordi), prima di finire in mobilità.

Da Bologna, intanto, l’entourage del vescovo preferisce non replicare alle accuse leghiste, invitando a contattare direttamente l’azienda. «Ci siamo attivati per trovare soluzioni che permettano il ricollocamento dei lavoratori», dice dalla sede di Zola Predosa, nel Bolognese, il responsabile delle Risorse umane, Michele Conchetto. L’accordo col sindacato, siglato ad aprile, prevede che la Faac metta a disposizione l’immobile di Grassobbio per un’eventuale nuova attività produttiva, ma non solo: «Siamo pronti a dare lo stabilimento gratis per un certo periodo, oltre a garantire un contributo diretto di 10 mila euro per ogni lavoratore assunto a tempo indeterminato — spiega Conchetto —. Domani sarò a Bergamo, per parlare con un imprenditore lombardo interessato».] Chiude azienda della curia di Bologna E Salvini attacca di nuovo i vescovi
A rischio in 50 nella Bergamasca: una sede della Faac è a Grassobbio. Sarà trasferita in Bulgaria. Il segretario provinciale leghista: intervenga anche il nostro vescovo
di Fabio Spaterna

Dopo le polemiche legate all’accoglienza profughi si pensava che il rapporto tra Lega e vescovi fosse ormai già arrivato ai minimi storici, ma l’attacco frontale del Carroccio durante l’ultima serata della Bèrghem Fest di Alzano Lombardo è riuscito a peggiorare ulteriormente la situazione. Nuovo nodo della disputa è il futuro (per la verità, ormai segnato) del sito produttivo di Grassobbio della Faac, azienda al 100% della curia bolognese. La proprietà ha deciso di trasferire parte della produzione in Bulgaria: così da maggio i cinquanta dipendenti bergamaschi sono finiti in cassa integrazione, con lo stabilimento che può di fatto ormai dirsi chiuso.

«I vescovi ci danno lezioni di morale perché rifiutiamo i clandestini, e per i lavoratori bergamaschi solo calci nel sedere. Siamo stufi», l’arringa dal palco di Alzano del segretario provinciale lumbard, Daniele Belotti, prima che il numero uno leghista Matteo Salvini gettasse ulteriore benzina sul fuoco: «Invece di attaccarci sul tema dei clandestini il vescovo di Bergamo telefoni a quello di Bologna, che ha lasciato tanti italiani senza lavoro». Nel mezzo ci sono loro, i lavoratori dell’azienda, che hanno deciso di prendere parte alla kermesse leghista per esporre il proprio caso. «Rischio strumentalizzazione? Qui la politica non c’entra. Mi sono rivolta alla Lega, è vero, ma né Belotti né tanto meno Salvini ci hanno chiesto per chi votiamo prima di darci una mano — dice Loretta Barilani, una delle dipendenti dell’azienda bolognese che sul palco di Alzano ha fatto da portavoce per i colleghi —. Dalla curia solo tante belle parole. Una mia collega è riuscita ad avere il numero dell’arcivescovo di Bologna, Carlo Caffarra: lo ha chiamato, ma è stata liquidata in due minuti. Siamo disgustati da questo trattamento, visto che l’azienda è più che in salute». Le prospettive non sono ottime: a maggio 2016, alla scadenza della Cigs, i lavoratori riceveranno una buonuscita (circa 24 mila euro lordi), prima di finire in mobilità.


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mago
 mago
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Mi domando come una persona come mr. faac abbia lasciato tutto alla chiesa...io avrei lasciato tutto agli operai.....


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Stodler
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Pecunia non olet.

Che vadano in chiesa dal buon dio a chiedere una grazia o magari in qualche santuario!


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Ed il sedicente "Papa", quel tizio a cui piace recitare la parte del povero costandoci più del precedente a causa del giubileo straordinario, quello che ama chiamare "gli ultimi", i "miracolati" dalla mammina celeste come Brosio allo scopo di ingraziarsi la plebaglia dov'è?

Ma se la FAAC può rendere quella bolognese una delle diocesi più ricche del mondo, sai quanti silenzi si potranno comprare con quei soldi, quanti pretofili si potranno proteggere...???


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ilcomplottista
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Gli è piovuta dal cielo gratis, una azienda sana senza troppi problemi.
E poi hanno il coraggio di fare i sermoni in chiesa, ma all'atto pratico quando devono gestire la loro "roba" sono peggio dei più grandi speculatori.
Ecco come aiutano i lavoratori italiani, prima li rendono disoccupati, poi li accolgono alla mensa dei poveri (tanto il cibo fra sovvenzioni e benefattori non lo pagano) e così ci guadagnano 2 volte. Altro che Soros, questi sono ancora più scaltri!


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Gli è piovuta dal cielo gratis, una azienda sana senza troppi problemi.
E poi hanno il coraggio di fare i sermoni in chiesa, ma all'atto pratico quando devono gestire la loro "roba" sono peggio dei più grandi speculatori.
Ecco come aiutano i lavoratori italiani, prima li rendono disoccupati, poi li accolgono alla mensa dei poveri (tanto il cibo fra sovvenzioni e benefattori non lo pagano) e così ci guadagnano 2 volte. Altro che Soros, questi sono ancora più scaltri!

E tutte le prediche della scrofa in sottana bolognese Caffarra contro le politiche a causa delle quali giovani e meno giovani sono disoccupati?
Non ha neanche avuto la compiacenza di ricevere i suoi dipendenti, i condannati alla disoccupazione dalla FAAC ....ah già...è di sua proprietà e quindi la musica cambia...della serie fai come ti dico ma non come faccio...


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spadaccinonero
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dov'è papa ciccio pannella?

😉


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dov'è papa ciccio pannella?

😉

Sembra giochi a briscola con il suo amico, il munifico speculatore...


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spadaccinonero
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dov'è papa ciccio pannella?

😉

Sembra giochi a briscola con il suo amico, il munifico speculatore...

XD


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http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/28/eredita-faac-processo-leconomo-dellarcidiocesi-presidente/1464699/

Eredità Faac, a processo l’economo dell’arcidiocesi Bologna e il presidente

I due sono accusati di aver simulato due effrazioni nel periodo in cui si discuteva del patrimonio di Michelangelo Manini

L’economo dell’arcidiocesi Gianluigi Nuvoli e il presidente della Faac Andrea Moschetti andranno a processo per simulazione di reato. I due sono accusati di aver finto due forzature di serratura nel periodo in cui si discuteva la spartizione dell’eredità di Michelangelo Manini. Il proprietario della multinazionale dei cancelli, scomparso a marzo 2012, aveva lasciato all’arcidiocesi il suo patrimonio di 1,7 miliardi (compresa la maggioranza delle azioni del gruppo).

Le effrazioni risalgono ad un periodo in cui il compendio ereditario era sotto sequestro per la causa civile avviata dai parenti dell’imprenditore che contestavano l’autenticità dei testamenti. L’accusa riguarda due effrazioni denunciate nel 2013, una nello studio legale dove Moschetti lavorava come avvocato, la seconda nella villa dove viveva Manini. L’estate scorsa le parti hanno raggiunto un accordo con una transazione di 60 milioni ai familiari, e la conseguente rinuncia all’azione civile. Si è conclusa poi con un’archiviazione del Gip l’inchiesta per tentata estorsione che aveva visto indagati quattro avvocati legati ai parenti di Manini, nata da una denuncia della curia che aveva segnalato pressioni.

Con un atto del pm Massimiliano Rossi, vistato dal procuratore aggiunto Valter Giovannini, i due sono stati citati in giudizio e sarà fissata la prima udienza in tribunale. Si tratta di un atto di citazione diretta a processo dato che il reato non prevede il vaglio del giudice per l’udienza preliminare. “Il rinvio a giudizio”, hanno commentato gli avvocati Cesarina Mitaritonna e Alessandro Armaroli, “non ci meraviglia ma non aggiunge concretezza all’ipotesi dell’accusa. Un rinvio a giudizio non ha mai impedito alle persone di essere assolte”. Anche il cardinale e arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra ha mandato il suo messaggio: “Non sono sorpreso di quanto apprendo dalla stampa. Confermo la stima e la fiducia piena nei confronti di monsignor Nuvoli e dell’avvocato Moschetti, dei quali ho sempre apprezzato il serio e onesto operato”.


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Faac cancelli, Diocesi di Bologna: con trust comincia nuovo corso

http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2015-06-07/faac-cancelli-diocesi-bologna-con-trust-comincia-nuovo-corso-200852.shtml?uuid=ABZIoHuD

Liquidato l'ex socio di minoranza Somfy e “con la successiva costituzione del Trust inizia, in concomitanza con la celebrazione del cinquantesimo anno della sua fondazione, un nuovo corso per la società Faac, che rimarrà sempre all'ombra delle Due Torri”. E' quanto scrive Adriano Guarnieri, portavoce dell'Arcivescovo di Bologna, Cardinale Carlo Caffarra su 'Bologna Sette', supplemento domenicale del quotidiano 'Avvenire', a cura dell'Arcidiocesi bolognese.

Le parole della curia felsinea arrivano dopo che, lo scorso 27 maggio a Milano nello studio studio del notaio Piergaetano Marchetti e alla presenza dello stesso arcivescovo Caffarra, è stato costituito il trust che gestirà la Faac, multinazionale dei cancelli automatici di Zola Predosa lasciata in eredità all'Arcidiocesi emiliana da Michelangelo Manini, proprietario dell'azienda scomparso a marzo 2012. I 'trustee' che lo compongono sono l'attuale presidente di Faac, l'avvocato Andrea Moschetti, l'avvocato Bruno Gattai, che aveva seguito cause civili per conto della Faac e Giuseppe Berti, manager proveniente da Luxottica. Con la costituzione del Trust, l'arcidiocesi rimane beneficiaria dei dividendi, ma affida la nuda proprietà, le azioni e il diritto di voto ai componenti dello stesso Trust, che ha durata trentennale.


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http://www.leggo.it/news/soldi/bologna_muore_il_re_dei_cancelli_faac_lascia_un_impero_da_214_milioni_alla_chiesa/notizie/173856.shtml

La diocesi bolognese ha espresso la propria gratitudine per il lascito con una nota. «Nel rigoroso rispetto delle leggi dello Stato - si legge - la Chiesa di Bologna utilizzerà quei beni, così provvidenzialmente pervenutile, conformemente alle indicazioni della dottrina Sociale della Chiesa, alle norme del Diritto canonico, alla prassi plurisecolare della sollecitudine verso le necessità della comunità umana, secondo il comandamento evangelico della carità»


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Eredità Faac, quei 22 milioni di euro
che la Curia ha "nascosto" in Svizzera
L'arcidiocesi bolognese ha finalmente messo a disposizione 38 milioni di euro al custode giudiziario, come indicato dal tribunale. Di questi oltre la metà sono depositati su un conto elvetico, a cui era stata cambiata l'intestazione

Il legale ha chiesto infine indicazioni su somme, circa 22 milioni secondo i parenti, che da inventario risultano depositate su un conto di una banca svizzera (la LGT Bank di Lugano), a cui l'aridiocesi aveva cambiato intestazione. Un cambio che ha reso così irreperibili le somme depositate e che "senza alcuna ragione volevano essere celate", come ha commentato Carlo Rimondi, lo zio del patron Michelangelo Manini.

Continua... http://bologna.repubblica.it/cronaca/2013/04/24/news/eredit_faac_quei_22_milioni_di_euro_che_la_curia_ha_nascosto_in_svizzera-57373102/


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