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Dal 21 aprile mangeremo solo pesce importato


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Secondo il rapporto Nef e Ocean2012 abbiamo hanno già mangiato tutto il pescato che l’Italia riuscirà a produrre nel 2012

L'Italia sta consumando molto più pesce di quello che riesce a produrre, rendendo il Paese dipendente dalle importazioni. Lo rivela un rapporto pubblicato dalla New economics foundation (Nef) e da Ocean2012, secondo cui il 21 aprile, è il "fish dependence day" italiano, cioè il giorno in cui l'Italia inizia a essere dipendente dal pesce pescato in altre acque. Aver raggiunto il "fish dependence day'" non significa che da domani gli italiani potranno acquistare solo pesce importato, ma che hanno già mangiato tutto il quantitativo di pesce che la nazione riuscirà a produrre quest'anno.

IN EUROPA - Stando al rapporto Fish Dependence: The increasing reliance of the EU on fish from elsewhere, l'Italia è autosufficiente per il 30% del pesce che consuma, a fronte del 51% della media dei 27 Paesi Ue. In questo la Penisola è in compagnia di altri Stati con un ampio affaccio sul mare, come il Portogallo (autosufficiente per il 24%), la Spagna (39%) e la Francia (38%). Così, se per l'Unione europea il '"fish dependence day" sarà il 6 luglio, per la Francia arriverà il 21 maggio e per la Spagna il 25 maggio, mentre per il Portogallo è stato il 30 marzo.

Fonte: www.corriere.it
21.04.2012


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Anonymous
Illustrious Member
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Post: 30947
 

Una nazione che non è in grado di produrre sul suo territorio i cibi base per alimentare il suo popolo, non sarà mai veramente libero


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paolodegregorio
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Registrato: 2 anni fa
Post: 1630
 

pienamente d'accordo con ericvomnaan.

Questo vale per la pesca e per l'agricoltura nel complesso.
Per la pesca non si vuole guardare la realtà del danno provocato dalla pesca a strascico e nell'agricoltura non si vuole guardare la necessità, anzi la indispensabilità, della priorità che ha produrre cibo per il consumo interno, riducendo le monocolture e intensificando ricerca e produzione di una agricoltura diffusa su tutto il territorio su cui è possibile coltivare, invogliando giovani, singoli, famiglie e cooperative che non hanno alcun futuro nell'industria.

Mi ripeto spesso, ma continuo a pensare che solo avendo l'obiettivo strategico della autosufficienza alimentare possiamo sopravvivere alla crisi economica che domani si può aggravare con una, non improbabile, crisi petrolifera derivante da eventi da noi non controllabili nel golfo persico.

L'altra autosufficienza fondamentale per riuscire a sopravvivere è quella energetica con le rinnovabili (solare, eolico per l'elettricità, termico, geotermico, etc. per riscaldamento e raffrescamento, basandosi sul risparmio energetico) e con l'obiettivo strategico dell'idrogeno per autotrazione.

I nostri governanti, la classe politica tutta, non si preoccupa del futuro, dei pericoli che corriamo (una settimana di sciopero dei trasporti o di mancanza di benzina porterebbe alla fame intere città e in campagna si rischierebbe la vita con predoni affamati in giro), e si dedica a tutt'altro impegno: cambiare nome ai partiti, fingere di cambiare tutto per non cambiare niente per mantenerci subalterni alle multinazionali e alla globalizzazione.

Sta al "popolo sovrano" svegliarsi e non delegare più, nelle forme e nei metodi che vanno approfonditi e imposti alla "politica".


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