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Di Francesco/Dinucci - Puntiamo al futuro… di guerra


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Una notizia incoraggiante per i disoccupati, i precari, le famiglie colpite in Italia dai tagli alle spese sociali: «Il contributo dell’Italia al fondo per sostenere le forze di sicurezza afghane al termine della transizione, a fine 2014, sarà di sostanza e in linea con la quantità e la qualità della sua presenza in questo decennio in Afghanistan». Lo ha assicurato il ministro Giulio Terzi a Bruxelles durante il Ministeriale Esteri e Difesa della Nato.

L’ammontare complessivo del fondo sarà deciso al Summit Nato, che si svolgerà a Chicago il 20-21 maggio, ma il segretario generale Anders Rasmussen lo ha già quantificato in almeno 4 miliardi di dollari annui. Il grosso della spesa per mantenere le «forze di sicurezza» afghane, circa 350mila uomini, graverà sui maggiori paesi dell’Alleanza, Italia compresa. Rasmussen, lo presenta come un affare, sottolineando che è molto meno costoso finanziare le forze locali piuttosto che dispiegare truppe internazionali in Afghanistan.
Entro il 2014, è prevista l’uscita progressiva delle truppe Nato, circa 130mila uomini. Ma, ha sottolineato il segretario Usa alla Difesa Leon Panetta, «non abbandoneremo l’Afghanistan». In altre parole, la Nato non se ne andrà. Da un lato, addestrerà e armerà le «forze di sicurezza» governative, che saranno di fatto sotto comando Nato; dall’altro, potenzierà le forze per le operazioni speciali, anzitutto quelle Usa organizzate in una nuova «Forza di attacco», che continueranno a operare in Afghanistan dopo il 2014. Allo stesso tempo molte funzioni, prima svolte dagli eserciti ufficiali, verranno affidate a contractor di compagnie militari private (solo quelli alle dipendenze del Pentagono superano i 110mila).

Questa ridislocazione di forze rientra nel progressivo spostamento del centro focale della strategia Usa/Nato verso la regione Asia/Pacifico. Riguardo alla Siria, Rasmussen ha dichiarato che «non abbiamo intenzione di intervenire», ma, ha precisato, «seguiamo la situazione da vicino». Molto da vicino, dato che servizi segreti e forze speciali di paesi Nato già armano e addestrano i «ribelli». Riguardo all’Iran, proseguono i preparativi di guerra in stretto coordinamento con Israele. La Nato però guarda oltre, al confronto con Russia e Cina.

«Non consideriamo la Russia una minaccia per i paesi Nato, e la Russia non dovrebbe considerare la Nato una minaccia per la Russia», ha assicurato Rasmussen al meeting di Bruxelles, sottolineando che «il nostro sistema di difesa antimissile non è progettato per minacciare la Russia». Intanto però, con l’allargamento ad est, la Nato continua a spostare forze e basi (anche a capacità nucleare) a ridosso della Russia, e, con la motivazione della «minaccia iraniana», sta installando in Europa sistemi radar e missilistici che le permetteranno di acquisire un ulteriore vantaggio strategico sulla Russia.

Ma è soprattutto alla Cina che guarda la Nato, preparandosi a potenziare le proprie capacità militari con una serie di misure tecniche e organizzative, denominata «Smart Defence» (Difesa intelligente). Al prossimo Summit di Chicago, i capi di stato e di governo della Nato «getteranno le fondamenta delle future forze dell’Alleanza per il 2020 e oltre». In tale quadro si inserisce lo «Schriever Wargame», una esercitazione organizzata dal Comando della forza aerospaziale Usa, focalizzata sull’«uso dello spazio e del cyberspazio in un futuro conflitto». Nell’ultima edizione, nel 2010, lo scenario era quello di un conflitto nel Pacifico, chiaramente (anche se non esplicitamente) con la Cina.

Allo «Schriever Wargame 2012», in svolgimento dal 19 al 26 aprile, partecipa per la prima volta anche l’Italia. Gli Usa, ha dichiarato un portavoce Nato, «incoraggiano gli alleati europei a investire di più in tali capacità: partecipare allo Schriever Wargame dà loro l’opportunità di lavorare insieme su sistemi basati nello spazio, che saranno sempre più impotanti per le future operazioni». Lo scenario di quest’anno è una spedizione Nato nel Corno d’Africa, contro «pirati sostenuti da al-Shabaad, affiliata di al-Qaeda in Africa».

La Nato ormai non ha più confini: dal Nord Atlantico è arrivata all’Oceano Indiano e al Pacifico, scavalcando le montagne afghane, ed è ormai lanciata verso le guerre spaziali del 2020. Mentre in Italia mancano i soldi per ricostruire le case terremotate dell’Abruzzo.

Tommaso Di Francesco e Manlio Dinucci
Fonte: www.ilmanifesto.it
21.04.2012


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marcopa
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La legge che il governo dovrebbe fare, su delega del Parlamento, relativa alla ristrutturazione dello strumento militare prevede che fino al 2024 gli stanziamenti per il Ministero della Difesa "NON SIANO INFERIORI A QUANTO STANZIATO NEL 2014",insomma potrebbero anche essere superiori.

Nel 2024 la percentuale sul totale delle spese relativa ad addestramento, gestione e nuovi armamenti dovra' essere il 50% , mentre in questo momento e' il 30%.

Con semplici calcoli si puo' vedere che in valore assoluto le spese per addestramento,gestione e nuovi armamenti aumenteranno del 66%, grossomodo qualche miliardo di euro l' anno.

Inoltre il Ministero della Difesa ufficializza il suo nuovo status di "MERCANTE DI ARMI", in quanto potra' vendere armamenti ad altri eserciti amici e con il ricavato, che si aggiungerebbe cosi' a quanto gia' prende dal bilancio statale, potra' acquistare nuove armi e fare nuove guerre.

Pero' per fare tutto questo, in dieci anni dovra' avere 40.000 dipendenti in meno mentre l' eta' pensionabile dovrebbe alzarsi come per tutti gli altri lavoratori e si cerca di ovviare a questa complicazione.

Insomma le ambizioni sono queste, che Di Paola riesca nel suo intento e' sempre da dimostrare.

Intanto il 2 giugno organizziamo in tutta Italia una giornata contro la guerra e le spese militari a costo zero, senza gravare sulle casse pubbliche, nel giorno in cui si svolgera' la grande parata militare che costera' come sempre uno sproposito.


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marcopa
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Anche a Contropiano e' piaciuto questo articolo di Rossana De Simone su Peacelink, il cui link avevo gia' messo in un precedente commento.

Lo propongo anche qui in modo che ognuno possa avvicinarsi in modo piu' informato su questa ristrutturazione dell' esercito, funzionale a nuove guerre.....che speriamo di evitare, anche capendo per tempo e mettendo i bastoni tra le ruote alle manovre per arrivarci

http://www.contropiano.org/it/economia/item/8316-un-nuovo-modello-di-difesa-tutto-patria-e-precariet%C3%A0


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marcopa
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Monti e Passera in questo fine settimana hanno cominciato a parlare di tagli alle spese dei ministeri e secondo alcuni Tg serali tra i ministri ci sarebbero le resistenze soprattutto di Cancellieri, Terzi e..Di Paola che in realta' vuole aumentare le spese nel prossimo futuro anche se sta facendo finta di voler risparmiare.

Non sara' facile il cammino di questa ristrutturazione della spesa militare, un eufemismo per aumentare le spese per armi del 66 %.


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