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Dal Piemonte il vero villaggio globale


Rosanna
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Dal Piemonte il vero villaggio globale

—  Mauro Ravarino, TORINO, 11.12.2014

Internet. Internet super veloce a 50 euro l’anno, senza scopo di lucro e ovunque: dall’alta montagna ai paesini più sperduti. Sembra un sogno ma è una realtà. Che la piemontese iXem vuole esportare in tutto il mondo

Qual­cuno l’ha chia­mato addi­rit­tura «Mister Wire­less». Per Daniele Trin­chero, docente di inge­gne­ria delle tele­co­mu­ni­ca­zioni al Poli­tec­nico di Torino e diret­tore del Labo­ra­to­rio iXem, por­tare inter­net a banda larga e senza fili nei posti più iso­lati del mondo è quasi una mis­sione. Che ribalta le logi­che com­mer­ciali e prova a scon­fig­gere il digital-divide, il diva­rio tra chi ha accesso alle tec­no­lo­gie dell’informazione e chi ne è escluso, total­mente o parzialmente.

Si può fare, a dispetto di quel che dicono le grandi com­pa­gnie tele­fo­ni­che. A costi ridotti e con mate­riali di rici­clo. Un tempo si sarebbe detto, un gra­nello di sab­bia negli ingra­naggi del sistema. Fuor di reto­rica, que­sta volta sem­bra pro­prio vero.

Trin­chero e la sua équipe negli anni hanno por­tato la rete in cima al Monte Rosa, alla Capanna Mar­ghe­rita, il rifu­gio più alto d’Europa, a oltre 4500 metri, attra­verso un ponte radio con il Monte Cimone, nell’Appennino mode­nese, a una velo­cità sta­bile di 20 Mega­bit al secondo. E nelle fore­ste dell’Amazzonia, nell’Ecuador orien­tale, col­le­gando 20 mila per­sone sparse, scuole e infer­me­rie con gli isti­tuti edu­ca­tivi e gli ospe­dali della capi­tale. Lo stesso hanno fatto nel mar­to­riato deserto afri­cano del Dar­fur e nelle Isole Comore, nell’Oceano Indiano. «La dif­fu­sione del sapere – dicono – è l’arma più effi­cace per vivere in un mondo migliore».
Dopo aver girato il globo, sono tor­nati dove tutto era nato ed era stato spe­ri­men­tato, a Ver­rua Savoia (pro­vin­cia di Torino), meno di 1.500 abi­tanti, spar­pa­gliati in 31 chi­lo­me­tri qua­drati sulle col­line del Mon­fer­rato. Uno di quei luo­ghi che gli ope­ra­tori com­mer­ciali non con­si­de­rano appe­ti­bile, per­ché non intra­ve­dono mar­gini di guadagno.

Pro­prio qui, a gen­naio aprirà i bat­tenti il primo pro­vi­der non pro­fit d’Italia (il mini­stero dello Svi­luppo Eco­no­mico ha dato l’ok). Si tratta di un for­ni­tore di ser­vizi inter­net, come quelli che cono­sciamo e a cui siamo abbo­nati (tipo Tele­com, Fast­web, Voda­fone, Tiscali, etc.) ma senza fina­lità di lucro. Il nome scelto è: Senza Fili, Senza Con­fini. In realtà, è un’associazione di cit­ta­dini. Gli stessi che negli ultimi anni hanno par­te­ci­pato e con­di­viso il pro­getto «futu­ri­stico» di Trin­chero e della sua banda.

Saliamo, allora, in cima alla Rocca di Ver­rua, che, come una vela, si erge sopra il fiume Po, sovra­sta le risaie del ver­cel­lese e si appog­gia alle col­line del Mon­fer­rato. È un lembo di terra che con la sua for­tezza è stato, nei secoli, luogo pri­vi­le­giato per il con­trollo stra­te­gico della pia­nura, con­teso da fran­cesi, spa­gnoli e pie­mon­tesi. «Al di là del lato affet­tivo, sono ori­gi­na­rio di qui, abbiamo pen­sato di col­lo­care un pro­getto rivolto al futuro in un sito con mille anni di sto­ria, per dar­gli una nuova vita e rico­struire insieme i legami di una comu­nità sparsa tra campi, vigneti e boschi», spiega Daniele Trinchero.

Alla for­tezza dove, ora sono instal­late le antenne di uno dei punti d’accesso inter­net, nel 2004, nac­que – dall’idea di un gruppo di gio­vani inge­gneri coor­di­nati da Trin­chero – iXem, il labo­ra­to­rio del Poli­tec­nico, che con i pochi fondi desti­nati alla ricerca, decise di pro­vare a inclu­dere la tec­no­lo­gia con il sociale. E a ragio­nare su come dimi­nuire le disu­gua­glianze gra­zie a inter­net, stru­mento nato, invece, negli anni Ses­santa per scopi militari.

«Era il 2005 e il sin­daco di Ver­rua mi disse – rac­conta il pro­fes­sore – di aver rice­vuto un pre­ven­tivo di 30 mila euro per por­tare l’Adsl sul ter­ri­to­rio. Una cifra spro­po­si­tata. Riu­nii i ragazzi che lavo­ra­vano con me per tro­vare una solu­zione alter­na­tiva. Ne ero certo, Inter­net veloce poteva arri­vare anche qui. E se fun­zio­nava a Ver­rua, avrebbe potuto fun­zio­nare ovun­que, per­ché la col­lina tori­nese e il Mon­fer­rato sono un con­te­sto com­plesso: case sparse, boschi, alture, strade ster­rate, pen­do­lari e anziani, la metà della popo­la­zione. L’unica solu­zione per vin­cere l’isolamento, era quella di recu­pe­rare i legami tra per­sone. Per abbat­tere i costi, rimet­tere in vita vec­chi com­pu­ter, tra­sfor­man­doli in tra­smet­ti­tori radio, e antenne dismesse».

Il primo espe­ri­mento fu del 2006, durò 9 mesi, con l’apertura del primo hotspot libero e pub­blico in ambito rurale, la con­nes­sione passò dai 56k a 2 Mega­bit al secondo. Finita l’iniziativa, il capo­luogo del comune fu coperto da pic­coli ope­ra­tori com­mer­ciali, non in grado, però, di rag­giun­gere l’intero ter­ri­to­rio, carat­te­riz­zato da un’urbanizzazione distri­buita e non cen­tra­liz­zata. Una situa­zione simile alle migliaia di comuni col­li­nari e mon­tani del Pie­monte, all’entroterra della Ligu­ria o a quello del Friuli.

Nel 2010 torna, così, in campo l’équipe di iXem, ma que­sta volta con un pro­getto più arti­co­lato e in col­la­bo­ra­zione con il Comune, il Con­sor­zio Top-Ix e il mini­stero dello Svi­luppo eco­no­mico. È stata tro­vata una solu­zione: cin­que punti d’accesso invece di uno. E il 98% del ter­ri­to­rio coperto da inter­net senza fili e gra­tuito. La popo­la­zione ha rispo­sto entu­sia­sta: 340 nuclei fami­liari, di cui 260 per­ma­nenti, sul totale di 650 fami­glie resi­denti, hanno par­te­ci­pato al progetto.

Ma come ogni bel sogno anche que­sto, «Ver­rua senza fili», è desti­nato a finire, il 31 dicem­bre pros­simo. «Sono stati gli abi­tanti a chie­dere che non morisse, ormai lo con­si­de­rano un bene comune. Non pote­vamo con­clu­dere con un bollo mini­ste­riale e tutti a casa. Ci siamo scer­vel­lati e abbiamo pen­sato a un’associazione che si costi­tui­sca come pro­vi­der e pro­ponga alfa­be­tiz­za­zione informatica».

Inter­net a banda larga (20 Mb/s) non sarà più com­ple­ta­mente gra­tuito come durante la spe­ri­men­ta­zione, ma costerà solo 4 euro al mese, 50 euro è infatti la quota d’iscrizione annuale: un prezzo imbattibile.

Costruire un pro­vi­der dal basso è, quindi, pos­si­bile, qui come altrove. «I cit­ta­dini pos­sono riu­nirsi in un’associazione non pro­fit, costruire un busi­ness plan auto-sostenibile e, con l’autorizzazione mini­ste­riale, diven­tare pro­vi­der. Essere in tanti per­mette di com­prare com­ples­si­va­mente meno banda dagli ope­ra­tori e dif­fon­derla, attra­verso ponti e antenne, a chi vive in zone rurali. La nostra idea sta girando, ci hanno chia­mato pure dall’Alaska».

http://ilmanifesto.info/dal-piemonte-il-vero-villaggio-globale/


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Saysana
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 530
 

Un'altra dimostrazione di come le cose (utili) si possano fare anche senza che ci sia un profitto di mezzo a beneficio della moltitudine contro gli interessi di pochi.


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