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Datagate, così ci spiano Stati Uniti e Gran Bretagna


helios
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Datagate, così ci spiano Stati Uniti e Gran Bretagna
E' scoppiata la tempesta diplomatica sul cellulare della Merkel intercettato dall'Nsa. Ma sulle attività del nostro Paese, economiche politiche e militari, lo spionaggio americano e inglese va avanti da tempo. Con il coinvolgimento dei nostri servizi
di Gianluca Di Feo e Stefania Maurizi
Datagate, così ci spiano Stati Uniti e Gran Bretagna
«La Nsa porta avanti molte attività spionistiche anche sui governi europei, incluso quello italiano». Gleen Greenwald, il giornalista americano che custodisce i file di Edward Snowden lo ha dichiarato a “l'Espresso” prima che esplodesse la tempesta diplomatica dei controlli sul cellulare della Merkel.

E il settimanale nel numero in edicola domani anticipa che i documenti di Snowden contengono molte informazioni sul controllo delle comunicazioni italiane, destinate a essere rivelate nelle prossime settimane.

Non solo. L'Italia non è stata soltanto nel mirino del sistema Prism creato dagli 007 statunitensi. Con un programma parallelo e convergente chiamato Tempora, anche l'intelligence britannica ha spiato i cavi di fibre ottiche che trasportano telefonate, mail e traffico Internet del nostro paese.

Le informazioni rilevanti raccolte dal Gchq, ossia il Government Communications Head Quarter, venivano poi scambiate con l'Nsa americana. Ma dai file di Snowden risulta che la scrematura di questi dati segue criteri spregiudicati, che non riguardano solo la lotta al terrorismo.

Gli inglesi infatti selezionavano telefonate e mail utili a individuare “le intenzioni politiche dei governi stranieri”. Nella lista delle priorità di Londra c’è poi il contrasto alla proliferazione, ossia alla diffusione di armi nucleari, batteriologiche o chimiche nelle nazioni ostili.

Ma sotto questa voce possono essere incluse anche le cessioni di tecnologie avanzate, militari o comunque con potenzialità belliche: un capitolo in cui possono essere inserite le trattative commerciali lecite condotte da aziende italiane verso paesi arabi. Quante volte queste informazioni sono state utilizzate per danneggiare i rivali delle imprese britanniche? Altri documenti su Tempora fanno esplicitamente riferimento alla possibilità di cercare dati che sostengano “il benessere economico dell’Inghilterra”.

Nell’elenco delle comunicazioni da esaminare sono poi citati “i gravi reati economici”: uno spettro ampio, poiché moltissime attività finanziarie internazionali e italiane passano dalla City. Quindi c’è il contrasto al traffico di droga: un altro punto che può giustificare irruzioni nelle conversazioni italiane. Infine la “posizione dei governi stranieri su determinate questioni militari”. Anche in questo caso, si possono ipotizzare inserimenti nelle telefonate dei nostri ministri: basta ricordare i contrasti tra Roma e Londra nella prima fase dell’intervento in Libia due anni fa. Insomma, la licenza di spiare concessa dalle autorità britanniche è vastissima e consente di tenere sotto controllo aziende, politici e uomini di Stato.

Questa attività di spionaggio globale viene svolta attraverso l'intercettazione di tutti i dati trasferiti da tre cavi in fibre ottiche sottomarini che hanno terminali in Italia. Il primo è il SeaMeWe3, con “terminale” a Mazara del Vallo. Il secondo è il SeaMeWe4, con uno snodo a Palermo. Città da cui transita anche il flusso di dati del Fea (Flag Europe Asia). E i primi due appartengono a consorzi di imprese di cui fa parte anche Telecom Sparkle, società del gruppo italiano Telecom.

In questa raccolta di massa, anche i nostri servizi segreti hanno avuto un ruolo. I documenti di Snowden affermano che i nostri apparati di sicurezza avevano un “accordo di terzo livello” con l'ente britannico che si occupava solo di spiare le comunicazioni.

http://espresso.repubblica.it/internazionale/2013/10/24/news/cosi-ci-spiano-stati-uniti-e-gran-bretagna-1.138890


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