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DI PIETRO ed i suoi scheletri


dana74
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Da più parti mi arriva l'invito per votare questo sant'uomo....
Sembrano si siano dimenticati che sia stato DUE ANNI MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE
e che non si sia proprio distinto per essere una grande alternativa....

Cmq, scavando qua e là, se ne trovano di cose che non arrivano alle prime pagine dei giornali, troppo occupati a parlare di Noemi.
alla faccia della libertà di informazione...

W intenet... sto ai soldi ai giornali altroché 😉

Estratto dal Libro Corruzione ad Alta Velocità di Imposimato (un magistrato che viaggia sotto scorta al quale hanno ucciso il fratello)
Strane relazioni intratteneva l'integerrimo PM con i suoi indagati....

Per chi volesse saperne di più su Antonio Di Pietro
Scritto da Martolini Enrica
venerdì 26 settembre 2008

Per conoscere questo personaggio sarebbe indispensabile leggere "Corruzione ad Alta Velocità " di F. Imposimato G. Pisauro S. Provvisionato - KOINè Nuve Edizioni

In questi link trovate una parte del capitolo a lui dedicato:

http://orizzonteinfinito.blogspot.com/2008/09/da-corruzione-ad-alta-velocit.html

lunedì 22 settembre 2008
Da "Corruzione ad Alta Velocità" (1° parte)
Un libro di cui molti hanno parlato, ma che forse non in molti hanno letto è : Corruzione ad Alta Velocità" di Imposimato Pisauro Provvisionato. Io credo sia un libro fondamentale per capire come funziona la nostra politica e anche quello che c'è dietro le cosiddette grandi opere. Mi ripropongo pertanto di copiarne qui una parte. In questo capitolo si delinea molto bene la persona di Antonio Di Pietro. Ognuno tragga le proprie conclusioni.

DA “CORRUZIONE AD ALTA VELOCITA’”
DI F. IMPOSIMATO G.PISAURO S.PROVVISIONATO
EDIZIONI KOINè nuove edizioni

CAPITOLO VI. L’UOMO CHE SAPEVA TROPPO

Abbiamo lasciato una domanda in sospeso, un interrogatorio forte. Se a Roma c’era un ben individuato” presidio giudiziario”, costituito da Pacini Battaglia a tutela dei suoi affari e di quelli dei suoi soci, è ipotizzabile che ci sia stata qualche ramificazione a Milano?
Ricapitoliamo: la truffa plurimiliardaria dell’Alta velocità venne scoperta a La Spezia nel 1996. Alcune tracce di quella stessa inchiesta si ritrovano proprio a Milano in un arco di tempo precedente, quello che va dal 1993 al 1995. Non solo la figura di Pacini Battaglia, centrale e nitida nell’inchiesta Enimont, figura che però poi all’improvviso sbiadisce fino a scomparire per riapparire a La Spezia anni dopo. Ma anche molte cose dette dal maneger dell’Agip Santoro a proposito della Tpl. E ancora le sovrapposizioni investigative di Di Pietro con il suo collega romano Castellucci, sempre a proposito dell’Alta velocità.
Eppure furono proprio gli anni compresi tra il 1993 e il 1995 quelli del maggior impegno dei magistrati milanesi impegnati in Tangentopoli. Furono proprio quelli gli anni più sconvolgenti degli equilibri politici, gli anni dell’azzeramento dei grandi e radicati partiti storici, del gran battage della stampa e della televisione che si assumeva il ruolo di mera cassa di risonanza senza il minimo spirito critico, gli anni della celebrazione dei magistrati che ponevano all’ordine del giorno la questione morale. E infine gli anni della creazione della figura del giudice come “eroe” incorrotto e incorruttibile.
Su tutti svettava il dott. Antonio Di Pietro, assunto a simbolo di “mani pulite”, celebrato e osannato nei cortei, ritratto come una rock star sulle magliette dei giovani marciatori. A costui furono offerte tutte le occasioni, i dati materiali le conoscenze giuste per scoperchiare tutte le pentole, anche quella gigantesca dell’Alta velocità.
Eppure Di Pietro non si avvide di nulla o quasi. Mentre eccezionale fu lo zelo su altri fronti d’inchiesta da parte del magistrato di Curno. Ma dove sono finite le confessioni di Enzo Papi che dinanzi ad un pm Di Pietro parlò, nel maggio del 1993, delle mazzette pagate alla Fiat: “Il boccone più ghiotto è quello dell’Alta velocità, un affare inizialmente di 40.000 miliardi, con la Cogefar che assume la guida di due consorzi, che si riservano una larga fetta delle risorse pubbliche. Vincenzo Lodigiani mi fece presente che i partiti chiedevano una tangente del 3%”? E dove sono finite le carte sequestrate a Lodigiani? E le sue dichiarazioni? Piccole, insignificanti distrazioni? Massima concentrazione su un intreccio di corruzione tanto complesso da far scorgere il filo tralasciando la matassa? Oppure Di Pietro non volle scoprire alcunché? Certo impressiona che garante dell’Alta velocità fosse –tra il 1992 e il 1993- quel prof. Romano Prodi, con lui oggi alleato nel movimento “I democratici”Il dubbio si fa più grande quando i pm di Perugia scrivono che i risultati dell’inchiesta di Milano furono tali da “evitare rischi per quegli interessi alla cui salvaguardia Pacini presiede anche in nome e per conto di Necci e dei responsabili della Tpl”. E il Tribunale di Milano, il 1° dicembre del 1997, in sede di riesame, ha confermato che tra i conti di Pacini e i suoi fiduciari e i conti dei dirigenti dell’Eni e della Tpl-Av esistevano evidenti interconnessioni, E che tutti questi conti erano stati svuotati a partire dal primo arresto del Pacini -durato poche ore- nel 1993.
(CONTINUA)

http://orizzonteinfinito.blogspot.com/2008/09/da-corruzione-ad-alta-velocit-2parte.html
martedì 23 settembre 2008
Da "Corruzione ad Alta Velocità" (2°parte)
Un altro ”presidio giudiziario”?

Di quest’ultimo avviso sono i magistrati della Procura di Brescia che il 12 novembre 1996 ricevono per competenza territoriale da La Spezia il procedimento penale a carico di Antonio Di Pietro, il suo amico del cuore, l’avvocato Giuseppe Lucibello e il costruttore Antonio D’Adamo (amico del pm milanese, poi suo grande accusatore e beneficiato da Pacini Battaglia di munifiche elargizioni di denaro) per reati di concorso in corruzione. Chiedendo il rinvio a giudizio di questi personaggi, i pubblici ministeri bresciani ribadiranno questo concetto: ci sono inchieste su cui Di Pietro non volle indagare per favorire Pacini Battaglia.
Ammettiamo, nello svolgere il nostro ragionamento, che quest’ipotesi formulata dai pubblici ministeri di Brescia – a prescindere dalle valutazioni strettamente giuridiche che riguardano la rilevanza penale di determinate condotte del dott. Antonio Di Pietro – sia storicamente fondata su argomenti concreti. Allora ecco un altro quesito: perché questi dati non sono stati giudicati sufficienti per una verifica dibattimentale? Tanto più che alla base delle accuse dei pm di brescia vi era una circostanziata confessione di D’Adamo, con una serie impressionante di riscontri diretti, tra cui il” prestito” di ben 12 miliardi senza l’ombra di una garanzia.
La risposta a questa inquietante domanda può fornircela soltanto l’esame di un intreccio che ha dell’incredibile, di una trama che si dipana dal momento topico delle dimissioni di Di Pietro dalla magistratura e che, attraverso numerosi flash back, ci porta all’ormai celebre frase pronunciata dal banchiere Pacini Battaglia che per primi ascoltarono, intercettandola, gli uomini del Gico della Guardia di finanza di Firenze e, per secondi, proprio i magistrati di La Spezia Franz e Cardino: “quei due mi hanno sbancato”, dove “quei due” sono gli amici di sempre: Di Pietro e Lucibello, legale, guarda caso, di Pacini Battaglia.
I flash back che cercheremo di seguire ci portano proprio a questa frase, ma anche ad un interrogatorio, tanto clamoroso quanto drammatico. L’interrogatorio cui Di Pietro sottopose, guarda caso proprio nel 1993, l’alleato politico di oggi : Romano Prodi.
Ma andiamo per ordine. A tutt’oggi nessuno, e tantomeno lui, è stato in grado di spiegare perché il
tonino nazionaleabbia, nel pieno della sua carriera, e in maniera tanto repentina, abbandonato l’rodine giudiziario. Senza presunzioni da parte di chi scrive, forse la risposta più vicina al vero la si può intravedere nell’indagine abortita dal magistrato milanese proprio sull’Alta velocità.
Personaggi e interpreti di questa sconcertante vicenda sono i tre imputati a Brescia, poi prosciolti nel febbraio 1999 dal gip Anna Di Martino, più il solito Pacini Battaglia.
Per mesi i media italiani – all’indomani della pubblicazione dell’intercettazione ambientale di una conversazione svoltasi l’11 gennaio 1996 tra Pacini e il suo precedente difensore, l’avv. Marcello Petrelli – si sono esercitati sul termine “sbancato” usato dal banchiere, con alte riflessioni linguistiche e persino epistemologiche, avanzando dubbi sul termine: “sbancato” o “sbiancato”, oppure “stangato”. Quasi si avvertisse un senso di vertigine, di timor panico ad ammettere quel che la parola stava inequivocabilmente a significare. Pochi però hanno riflettuto sul contesto argomentativi che faceva da supporto alla famosa parola, perché, il “banchiere di Dio” non si limitava, nelle privatissime conversazioni che nonm avvenivano mai per telefono (Pacini aveva il sospetto di essere intercettato, ma non poteva immaginare di avere i microfoni in casa), a bofonchiare, ma argomentava con sufficiente lucidità e coerenza. Per esempio a tal Enrico Minemi, il 1° gennaio riferisce:

“oggi come oggi noi siamo usciti da “mani pulite”[…] pagando, intrafugnando”.E all’avv. Petrelli comunica che:

“…quello che ti voglio dire… a me se chiappano Lucibello e Di Pietro…hanno i soldi in Austria, io sono l’uomo più contento del mondo…vediamo di capirsi io non ho sposato Di Pietro, né ho sposato Lucibello. A me Di Pietro e Lucibello mi hanno sbancato…A me se li buttano dentro tutti e due…mi fai l’uomo più felice del mondo”
Come ben si vede, i termini non si esauriscono nel celebre “sbancato”, ma si parla di un’uscita da “mani pulite” avvenuta dietro pagamento e con l’ausilio di imbrogli: infatti il verbo dialettale piano “intrafugnare” ha proprio il significato di imbrogliare, fare imbrogli, tessere e intrecciare reti. Si avverte nel tono della voce di Pacini un astio profondo per il proprio avvocato e per l’allora pubblico ministero Di Pietro, tanto profondo e radicato da augurare ad entrambi la galera. E si noti che tale augurio proviene da una persona che di galera, per colpa di Lucibello e Di Pietro, non ne ha fatta neanche un’ora.
E allora di quali imbrogli si parla, di quali pagamenti ci si lamenta? Qualunque mortale, con metà di quegli elementi, non solo sarebbe stato rinviato a giudizio, ma quasi certamente condannato. Tanto più che chi era accusato rifiutò pervicacemente di sottoporsi a un confronto pubblico.
Il fatto certo è che Pacini Battaglia, pur inquisito dalla Procura di Milano, negli anni 1993-95 non ha subito alcuna custodia cautelare. Così come è sicuro che l’indagine preliminare a suo carico venne svolta in via esclusiva e comunque predominante da Di Pietro (così come hanno affermato, con indiscutibile chiarezza) altri due magistrati del pool Colombo e Greco). Altrettanto fondato è che per evitare di essere incarcerato Pacini si presentò spontaneamente al dott. Di Pietro, assistito dall’avv: Lucibello (frequentatore e commensale abituale del pm). C’è infine un’altra certezza: in concomitanza con questi fatti Pacini provvide a rivendere, al prezzo di quattro miliardi e mezzo, all’imprenditore Antonio D’Adamo (anche lui amicissimo di Di Pietro), le azioni di una società a lui vicina, la Morave Holding. Ripetiamo: al prezzo di quattro miliardi e mezzo di lire, dopo che solo venti giorni prima le aveva acquistate dalla Atlantic Finance al prezzo doppio di nove miliardi. Tranne D’Adamo, a tutt’oggi, nessuno è stato in grado di fornire una spiegazione a un comportamento così illogico e autolesionistico da parte di una persona la cui avvedutezza commerciale non può essere messa in dubbio e che ha fatto di Pierfrancesco “Chicchi” Pacini Battaglia un supercampione dell’ambiente specializzato nell’elaborazione di certe tecniche bancarie. Quelle messe a punto per nascondere le transazioni e le migrazioni delle provviste illecite, cioè i cosiddetti fondi neri, necessari a pagare le tangenti sulle commesse legate agli appalti pubblici.
Per capire il perché il banchiere italo-svizzero sia diventato così generoso nei confronti di uno degli amici più cari di Di Pietro, è necessario capire che ruolo abbia avuto nella vita di Di pietro l’ingegner Antonio A’Adamo, imprenditore milanese. Tutto quello che segue sta nelle carte dei pubblici ministeri di Brescia che hanno chiesto il rinvio agiudizio dell’ex magistrato milanese ma anche nella sentenza del Tribunale di Milano che decise sulle denunzie di Di Pietro.
Cominciamo dalla seconda moglie di Tonino, l’avv. Susanna Mazzoleni. Tra lei e D’Adamo c’è un rapporto di lavoro molto importante. Lei ha infatti dei contatti di consulenza legale con alcune società di D’Adamo. Solo che esistono fatture, regolarmente pagate, di importo decisamente superiore da quanto previsto dai contratti di consulenza: La stessa signora Di Pietro era stata legale della Maa assicurazioni di quel Giancarlo Gorrini, anch’egli sfortunato accusatore dell’ex pm milanese, al quale aveva prestato ben cento milioni senza interessi e senza termini per la restituzione.Sempre Gorrini aveva permesso a Di Pietro l’acquisto di una Mercedes a prezzo stracciato e con comode rate e poi aveva contribuito al salvataggio economico dell’altro amico di Di pietro, Eleuterio Rea, capo dei Vigili Urbani di Milano e pieno di debiti per il suo amore per il gioco.
Le auto sono un po’ la costante della vita di Di Pietro: Non c’è solo la Mercedes di Gorrini, c’è anche la Lancia Dedra intestata ad una società di D’Adamo, la Sii spa, che Tonino usava e alla cui manutenzione provvedeva un collaboratore del magistrato, Rocco Stragaprede, che la portava all’officina Sentieri di Milano, guardandosi bene dal pagare perché i conti della macchina venivano fatturati alla stessa Sii spa. La Dedra era fornita anche di un radiotelefono (intestato alla Edilgest Finanziaria, altra società di D’Adamo). Stranamente Di Pietro restituisce macchina e radiotelefono soltanto quando vennero di pubblico dominio i rapporti tra il pm e l’imprenditore.
Di Pietro rinnovava il suo guardaroba rifornendosi negli stessi negozi che servivano D’Adamo, “Hitman” e “Tincati”. E magari capitava che l’ingegnere pagasse anche abiti della taglia diversa dalla sua, ma corrispondesse a quella del magistrato. Per un ovvio mero disguido.
Tra il 1990 e il 1993 Di Pietro ha avuto in uso anche un appartamento di proprietà del solito D’Adamo, un appartamento in via Agnello 5, a Milano. Stando alle dichiarazioni di D’Adamo, Di Pietro non ha mai pagato né canone, né luce ,né telefono.
E’ poi assolutamente naturale che chi compra casa gli amici facciano a gara nel fare prestiti per qualche centinaia di milioni, naturalmente senza alcun interesse e tantomeno stabilendo delle antipatiche date di restituzione. Seguendo questa nobile consuetudine, che testimoniava tutto il suo affetto per il magistrato, anche D’Adamo, nel 1991, è corso in aiuto a Di Pietro quando costui decise di acquistare la casa in quel di Curno (Bergamo). Gli versò qualcosina più di cento milioni che gli furono restituiti senza interessi, tre anni dopo, ma in contanti. E dentro una scatola (CONTINUA)
http://orizzonteinfinito.blogspot.com/2008/09/da-corruzione-ad-alta-velocit-3-parte.html


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dana74
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tratto da La Voce delle Voci....
è controllato da Berlusconi anche sto giornale?

DI PIETRO IMMOBILIARE STORY - GUARDA CHE MURA!
di Giulio Sansevero [ 10/07/2008]

http://www.lavocedellevoci.it/inchieste1.php?id=164
Spunta fuori un altro appartamento di Antonio Di Pietro. Il leader dell'Italia dei Valori l'ha acquistato il 16 marzo del 2006 a Bergamo. 178 metri quadrati di superficie catastale, 9 vani, il tutto per una cifra molto bassa: 261.661.000 euro. L'immobile si trova al terzo piano di via Locatelli 29, una delle arterie piu' pregiate della “city” orobica. Abbiamo consultato un immobiliarista del posto e ci ha detto che un appartamento di quella grandezza, in quella zona, nel 2006 poteva essere tranquillamente venduto a non meno di 500.000 euro.
Un vero affare dunque per l'ex pm di Mani Pulite. Come ha fatto a pagarlo cosi' poco? L'ha acquistato dall'Inail, che, proprietario di tutto lo stabile, lo ha ceduto nell'ambito della cartolarizzazione del suo patrimonio immobiliare. La vendita e' avvenuta il 10 novembre 2004 tramite un'asta con offerte segrete presso il notaio Giuseppina Santangelo. Il prezzo base era di 204.085 euro. A parteciparvi pero' non era Di Pietro stesso, ma Claudio Belotti, il compagno di Silvana Mura, deputata e tesoriera, nonche' socia dell'Associazione Italia dei Valori, la donna che insieme a Tonino controlla con pugno di ferro le finanze del partito. Belotti in un primo momento veniva escluso dal notaio e l'appartamento se lo aggiudicava per 245.000 euro la Bergamo House srl.
Il “signor Mura” pero' non desisteva e presentava un primo ricorso al Tar, che lo respingeva e infine al Consiglio di Stato, che invece lo accoglieva. In giudizio nessuno dei soggetti interessati resisteva al Belotti, nemmeno l'aggiudicataria provvisoria. E siccome l'offerta targata Belotti era piu' alta, l'appartamento veniva venduto definitivamente a lui. Quindi all'atto del rogito, Belotti, che aveva partecipato all'asta per persona da nominare, rivelava che questa persona era Antonio Di Pietro. L'ex pm pagava con 5 assegni non trasferibili della Banca Nazionale del Lavoro e diventava cosi' proprietario dell'appartamento. Se si consulta l'elenco telefonico di Bergamo, ci si imbatte in due numeri (uno e' un fax) intestati a Silvana Mura. Entrambi fanno riferimento alla stessa abitazione, sita proprio in via Antonio Locatelli 29. I due numeri, inoltre, sono gli stessi dell'ufficio di via Taramelli 28, ex sede storica della tesoriera nazionale dell'Italia dei Valori. La coincidenza fa pensare che ora la tesoreria sia stata trasferita nell'appartamento acquistato da Di Pietro.

PARTITO CIRCOLARE
Sarebbe interessante sapere se per caso la Mura sia semplicemente sua ospite (visto il notorio disinteresse per il denaro dell'ex magistrato) o se per caso l'appartamento in questione sia stato affittato all'Italia dei Valori, esattamente come accaduto per quelli di via Casati a Milano e di via Principe Eugenio a Roma, sempre di proprieta' di Di Pietro. In ogni caso niente di illecito, naturalmente; ma se cosi' fosse, sarebbe la conferma che nell'Italia dei Valori cariche e proprieta' immobiliari, partito e parentele, sono come gli assegni: circolari. Per Di Pietro, peraltro, e' stata una vera fortuna che tutto si sia concluso prima della formazione del governo Prodi, perche' se fosse stato ministro, per effetto di norme interne dell'Inail, non avrebbe potuto aggiudicarsi l'appartamento.
Se ogni cosa, come sembra, e' in regola, l'ex titolare delle Infrastrutture dovrebbe tuttavia spiegare alla pubblica opinione dove trovi tutti questi soldi per comprare un cosi' cospicuo numero di appartamenti. Perche' a questo punto cominciano ad essere davvero tanti. Soprattutto per uno che nel 2005 e nel 2006 ha dichiarato un imponibile rispettivamente di 175.000 e 183.000 euro.

L'ITALIAe#8200;DEIe#8200;MATTONI
Ma vediamo di ricapitolare il patrimonio immobiliare del leader dell'IdV. Fin quando e' stato magistrato Di Pietro ha acquistato una villetta a Curno dove era andato a vivere con l'allora compagna Susanna Mazzoleni e poco dopo, esattamente nel 1994, un'altra villetta attigua, di otto vani, dove attualmente risiede quando si reca nella cittadina lombarda e dove in una stanza “bunker” conserva il suo archivio personale.
Quando nel 1995 diventa docente all'Universita' di Castellanza, acquista a Busto Arsizio, con un mutuo e i proventi di alcune cause per diffamazione vinte, un grande appartamento di circa 300 metri quadri che trasforma in sede operativa del partito. La spesa e' intorno ai 250 mila euro. L'80 per cento dell'importo viene coperto con un mutuo agevolato. Una parte di questo appartamento nel 2001 ha ospitato un gruppo di carabinieri inviati in servizio a Malpensa dopo l'11 settembre.
Poi nel 1999, appena eletto nel Parlamento Europeo, acquista a Bruxelles un bilocale di 80 metri quadrati. Prezzo ignoto. Lo shopping immobiliare continua e il 3 gennaio 2002 compra un appartamento in via Merulana, a Roma, quello dove vive quando si trova nella capitale. Altri otto vani, per un totale di 180 metri quadrati. Un quarto piano molto luminoso pagato intorno ai 650 mila euro grazie anche ad un mutuo di 400 mila euro acceso con la Bnl.

LOe#8200;SHOPPINGe#8200;DIe#8200;SUSANNAe#8200;e C.
4 febbraio 2003. Di Pietro acquista a Montenero di Bisaccia, per suo figlio Cristiano, un attico di 173 metri quadrati. Sei vani e mezzo poi ampliati a otto e a 186 metri quadrati (piu' 16 di garage) grazie al condono edilizio del 2003. La spesa sostenuta e' all'incirca di 300 mila euro.
Meno di due mesi dopo, il 28 marzo, Di Pietro compra a Bergamo un quarto piano agli altri due figli, Anna e Toto. Sette vani e mezzo per un totale di 190 metri quadrati. L'appartamento e' situato in un elegantissimo palazzetto liberty di via dei Partigiani, una delle strade piu' belle del centro citta'.
Un giorno frenetico, quel 28 marzo. Presso lo studio del notaio Nosari, infatti, Susanna Mazzoleni, moglie di Di Pietro e madre dei tre ragazzi, acquista un appartamento di 48 metri quadrati, collocato anch'esso al quarto piano. La lista della spesa viene completata con due cantine e un garage, tutti in via dei Partigiani, tutti acquistati presso l'Immobiliare San Michele, rogitati lo stesso giorno e presso lo stesso notaio. Un esborso, dicono esperti immobiliaristi bergamaschi, intorno agli 800 mila euro. Chi ha pagato? Antonio Di Pietro o Susanna Mazzoleni?
Chi conosce Di Pietro sostiene che a pagare non puo' che essere stato il leader dell'Italia dei Valori. Nel 2004, consigliato da un notaio, Di Pietro decide di intestare all'An.To.Cri. (la societa' che prende il nome dalle iniziali dei suoi tre figli e che viene finanziata con prestiti personali del socio unico Di Pietro) l'appartamento che acquista a Milano in via Felice Casati: 9 vani per un totale di 190 metri quadrati. Il rogito avviene il 20 aprile. Il prezzo pagato e' 620 mila euro. Poco dopo An.To.Cri acquista a Roma un appartamento di 10 vani (stessa superifice, i canonici 190 metri quadrati) in via Principe Eugenio, non distante da via Merulana, dove Di Pietro abita. La spesa sostenuta e' intorno ai 900 mila euro. Di Pietro si accolla due mutui che accende presso la Bnl, 276 mila euro da rimborsare entro il 2015 per l'appartamento milanese, 385 mila per quello romano, da restituire entro il 2019. E com'e' noto le rate dei mutui Di Pietro le ricavera' (salvo poi ripensarci in seguito alle poche notizie comparse sull'affaire), dall'affitto versato all'An.To.Cri. dall'Italia dei Valori.
Siamo al 2005: il 23 dicembre Susanna Mazzoleni acquista un piccolo appartamento di due vani e mezzo nella centralissima via del Pradello e sempre lo stesso giorno diventa proprietaria di un ufficio di quattro vani e mezzo, 90 metri, ubicato nella medesima palazzina. Totale del valore tra i 400 e 500 mila euro. Ha pagato l'avvocato Mazzoleni che, come e' noto a Bergamo, di fatto non esercita piu' alcuna attivita' forense? Nel 2006, come sappiamo,
Di Pietro acquista l'appartamento di via Locatelli a Bergamo, mentre nel 2007 l'ex ministro avvia l'impegnativa ristrutturazione della masseria di famiglia a Montenero di Bisaccia.

MONTENERO SUPERSTAR
La casa viene interamente demolita e ricostruita ex novo, con un considerevole ampliamento, giungendo ad un'estensione di circa 450 metri quadri, articolati in 12 vani e mezzo. La spesa per i lavori supera i 180 mila euro.
Nel corso degli anni Di Pietro, sempre nella natia Montenero, ha messo insieme 32 appezzamenti di terra, molti dei quali minuscoli, per un totale di 16 ettari di proprieta'. Alcuni di questi li ha ereditati dal padre e altri li ha riscattati dai familiari, difficile pero' ricostruire quanto abbia speso. Nel 2008, infine, il leader dell'Italia dei Valori acquista per sua figlia Anna un altro appartamento a Milano, in piazza D'Ergano: 60 metri quadrati nel quartiere della Bovisa. Costo intorno ai 300 mila euro.
A fronte di queste spese, Di Pietro ha venduto l'ufficio di via Milano, a Busto Arsizio, 300 metri in un zona piuttosto depressa che insieme ai garage di pertinenza ha fruttato intorno ai 400 mila euro, una parte dei quali, almeno 100 mila, restituiti alla banca che aveva erogato il mutuo. Secondo quanto ha dichiarato al giudice romano Luciano Imperiali con questi soldi, non piu' di 300 mila euro, avrebbe acquistato l'appartamento di via Felice Casati a Milano e quello di via Principe Eugenio a Roma, poi venduto nel corso del 2007.
Ma i conti non tornano. All'appello mancano tra i 400 e i 500 mila euro. E tutti i soldi per comprare gli altri appartamenti? Perche' Di Pietro tra il 2002 e il 2008 ha sborsato oltre quattro milioni di euro per acquisire immobili, per se' o per la famiglia. Incassando per vendite circa un milione di euro al netto dei mutui restituiti. A questo si aggiungano le spese sostenute per mantenere la moglie, i tre figli e i tre nipotini, tutti con un tenore di vita altissimo. A differenza di lui, Tonino, che da vero contadino spende poco sia per vestire che per mangiare e quello che risparmia lo investe tutto nel classico mattone.


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Forse ti è sfuggito un particolare molto importante una regola stabilita da Di Pietro e immediatamente cancellata.
Si tratta di questo le imprese che si aggiudicano la commessa hanno l'onere del pagamento totale nell'iva.
Ovvero le subappaltatrici fatturano al capo commessa solo l'imponibile.
Di di pietro non mi piace niente è un ex celerino rimane il fatto che è l'unico nella storia italica che, avendo ricevuto un avviso di garanzia(brescia) si è dimesso da ministro.
Circa le fonti di questo fatto non ne parla come mai?
Digitando Giulio Sansevero su google vengono fuori un mare di link il target è sempre lo stesso di pietro.....


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dana74
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questo è un estratto dal libro che non ho perciò non saprei dirti se ne parla dopo.
Se si è dimesso gli fa onore, ma non chiarisce affatto la sua limpidezza come si propone di essere agli italiani.
Molto interessante l'appunto sull'Iva, mi dai un riferimento sulla vicenda, ne vorrei sapere di più, chi ha cancellato tale norma?

Di Pietro in materia di appalti ne ha combinate
http://archiviostorico.corriere.it/1996/agosto/31/Pietro_sblocca_gli_appalti_co_0_96083110629.shtml

come sul Mose di Venezia
http://eddyburg.it/article/articleview/8545/0/178/


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ti ripeto non sono un fans di di pietro ma se i sinistri ne fanno un target perchè porta via voti sbagliano per l'ennesima volta.
E la gente come bertinotti che devono cacciare.
Di pietro sicuramente avrà i suoi scheletri ma quella norma sull'iva l'ha cancellata proprio la sinistra.
Ora tu mi chiedi i riferimenti, giustamente, vedo se ritrovo il link.


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dana74
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no tranqui...non attacco Di Pietro per "avvantaggiare" i sinistri.. 😉

Voglio solo chiarezza al di là delle idee che si possano condividere o meno..
Mi spiego:
se mi ergo a paladina della giustizia, è indispensabile che sia assolutamente trasparente, è una questione di onestà.
Se mi si chiede fiducia, voglio che sia fondata, onde evitare brutte scottature da tradimento.
Così come giustamente osservi tu, la sinistra dovrebbe cacciare Bertinotti ma il problema della sinistra non è solo Bertinotti.

Io sono no tav in primis, e a me il dodecalogo non è proprio andato giù, dodecalogo che ha firmato la sin radicale dopo aver fatto campagna elettolare per prendersi i voti del movimento, ha posto la realizzazione della Torino-Lione, così come ha firmato per il Dal Molin e per inceneritori.
Alla faccia della "opposizione" e dell'alternativa.
Turigliatto (che non rappresenta le mie idee) Rossi, gli unici che hanno detto no al rifinanziamento della guerra in Afganistan sono stati assaliti.
Ma come? Ma non erano loro, i rifunda e C. che erano per la pace mi asssalgono gliunici due che hanno votato contro?
Ed in questa campagna elettorale che dicono?
Che possono dire ormai?

Spero tu riesca a trovarli i links, ho guardato ma non ho trovato gran che, per giunta non riesco ad aprire i PDF...mannaggia


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Anonymous
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Spero tu riesca a trovarli i links, ho guardato ma non ho trovato gran che, per giunta non riesco ad aprire i PDF...mannaggia


scarica acrobat reader da qui per vedere i pdf

http://www.adobe.com/downloads/


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dana74
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grazie nessuno ma ho già acrobat Reader 9.0.0. e non mi associa i files..tu se trovi riferimenti anche PDF metti pure, non ci perdere il sonno eh eh
🙂 semmai li trasferisco su un altro pc..
credo che ci sia un conflitto con win7


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Anonymous
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grazie nessuno ma ho già acrobat Reader 9.0.0. e non mi associa i files..tu se trovi riferimenti anche PDF metti pure, non ci perdere il sonno eh eh
🙂 semmai li trasferisco su un altro pc..
credo che ci sia un conflitto con win7


sono le gioie di voi utonti microsotz

http://www.aedilweb.it/modules.php?name=News&file=article&sid=753

http://ordine.architettiroma.it/notizie/8885.aspx

http://www.rischiprofessionali.it/newsletter/ottobre_06.htm
Qui un pò di link che accumulano decreto legge.correttivi,regolamenti di attuazione(mai fatti),
Questa norma avrebbe effettivamente cancellato l'evasione iva dei sub appaltanti.E in questo campo che si trova la maggior evasione di questo settore.
Ditte che aprono e chiudono nello spazio di un anno, magari individuali e magari intestate ad anziani o addirittura disabili.
Lavoro in questo settore e ne ho viste di cotte e di crude in merito.


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dana74
Illustrious Member
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Post: 14379
Topic starter  

non faccio fatica a crederti nessuno che ne hai viste...e noi paghiamo..

grazie per i links
ho provato a usare xubuntu e mi piaceva solo che per alcune funzioni proprio non mi trovavo ..sull'altro pc c'è xp e li apre..ma ora non rompo più su winzoz 🙂


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Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

non faccio fatica a crederti nessuno che ne hai viste...e noi paghiamo..

grazie per i links
ho provato a usare xubuntu e mi piaceva solo che per alcune funzioni proprio non mi trovavo ..sull'altro pc c'è xp e li apre..ma ora non rompo più su winzoz 🙂


ubuntu e ti levi il virus di torno 😆 😆 😆

se non fai grafica linux e il massimo di distro ce ne sono a josa ma la cosa principale è che è a gratis.
Utonti microsoz convertitevi e pentitevi 😆 😆 😆


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clausneghe
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1251
 

Di Pietro è uno sbirro dentro...
Uno che ha appena detto a proposito dei voli di stato per trasportare i mediocri cantanti che sollazzano il nano, che sarebbe meglio che questi soldi fossero usati per aumentare i voli di addestramento dell'aeronautica militare.
Come se non fossero già abbastanza molesti questi sporcaccioni volanti che imbrattano il cielo con le loro scie schifose e offendono le orecchie della gente...con le loro macchine di morte.
Per me Di Pietro può andare a fan... lui e Grillo che lo appoggia.
Alle prossime buffonate elettorali non voterò nessuno, tantomeno l'ex celerino marsicano.


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Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

Di Pietro è uno sbirro dentro...
Uno che ha appena detto a proposito dei voli di stato per trasportare i mediocri cantanti che sollazzano il nano, che sarebbe meglio che questi soldi fossero usati per aumentare i voli di addestramento dell'aeronautica militare.
Come se non fossero già abbastanza molesti questi sporcaccioni volanti che imbrattano il cielo con le loro scie schifose e offendono le orecchie della gente...con le loro macchine di morte.
Per me Di Pietro può andare a fan... lui e Grillo che lo appoggia.
Alle prossime buffonate elettorali non voterò nessuno, tantomeno l'ex celerino marsicano.


Come hai potuto constatare sono in molti a non pensarla come te!!!
Per fortuna aggiungo
😆 😆 😆


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AldoVincent
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 547
 

Di Pietro è uno sbirro dentro...
Uno che ha appena detto a proposito dei voli di stato per trasportare i mediocri cantanti che sollazzano il nano, che sarebbe meglio che questi soldi fossero usati per aumentare i voli di addestramento dell'aeronautica militare.
Come se non fossero già abbastanza molesti questi sporcaccioni volanti che imbrattano il cielo con le loro scie schifose e offendono le orecchie della gente...con le loro macchine di morte.
Per me Di Pietro può andare a fan... lui e Grillo che lo appoggia.
Alle prossime buffonate elettorali non voterò nessuno, tantomeno l'ex celerino marsicano.


Come hai potuto constatare sono in molti a non pensarla come te!!!
Per fortuna aggiungo
😆 😆 😆

Massì, sospendiamo il giudizio.
anche se dopo un figlio scandaloso, ieri ha annunciato l'inserimento della figlia...
La mia impressione è che se li gratti, scopri che il piu' pulito ci ha la rogna...
ehehehe


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