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Dopo il BREXIT c'è la piena occupazione e questo è "un problema"


orckrist
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Riporto il corsivo di Luigi Ippolito su "Il Corriere":

La piena occupazione?
Nella Gran Bretagna post Brexit è un problema

Qui lavorano tutti e il problema è trovare chi faccia i lavori: per questo alzare barriere nel momento attuale appare un’idea decisamente infelice.

La Gran Bretagna ha praticamente raggiunto la piena occupazione: i senza lavoro sono scesi al 4 per cento e si tratta di un livello considerato fisiologico per un’economia avanzata. Una buona notizia? Fino a un certo punto: perché in realtà molte industrie ora stanno facendo fatica a trovare dipendenti e questo spinge verso l’alto i salari, intaccando i profitti delle aziende. Un meccanismo perverso, che rischia solo di essere esacerbato dalla Brexit: con l’uscita dalla Ue Londra metterà fine alla libera circolazione e dunque verrà prosciugato quel bacino di lavoratori europei che è vitale per il funzionamento di molte attività britanniche. Prendiamo il settore dell’ospitalità: alberghi e ristoranti sono già adesso quelli che fanno più fatica a reclutare impiegati, perché normalmente pescano fra gli under 30 e questa platea si è già ridotta a causa del declino delle nascite.

Non è che non si trovi gente adatta a fare quei lavori, è semplicemente che non ci sono più le persone. È per questo che a Londra i camerieri sono ormai tutti italiani (o al massimo spagnoli o portoghesi): ma con la Brexit che alzerà una barriera verso questo tipo di immigrati, poco qualificati, bar e ristoranti rischiano semplicemente di chiudere. Storia simile nel settore delle costruzioni, che già adesso arranca e si affida ai manovali polacchi e romeni: via questi, chi tirerà più su le case degli inglesi? Ma anche settori ad alta qualificazione, come l’informatica, fanno fatica a riempire i ranghi: ingegneri di software e programmatori sono tra le figure più ricercate, eppure il tetto ai visti per indiani o cinesi fa sì che tante posizioni restino scoperte. Difficile la situazione nella sanità pubblica, dove il blocco degli aumenti salariali ha scoraggiato tanti dall’intraprendere questa carriera e la Brexit sta tenendo alla larga le infermiere europee. Perfino un settore come quello dei parrucchieri e dei saloni di bellezza è vittima del suo successo: con il proliferare di questi esercizi, non si trova più chi ti faccia la permanente. Insomma, qui lavorano tutti e il problema è trovare semmai chi faccia i lavori: per questo alzare barriere nel momento attuale appare un’idea decisamente infelice.

9 novembre 2018 (modifica il 9 novembre 2018 | 21:26)

L'ho riletto alcune volte, cercando di capire, ma per me continua a rimanere il delirio di un globalista all'ultimo stadio.
Soprattutto la frase che ho evidenziato.
Quello che mi stupisce maggiormente è la miopia (o semplicemente la malafede) di non riconoscere che la piena occupazione ha in prospettiva un potenziale aumento di stabilità economica con coseguente stabilità sociale che verosimilmente può tradursi in aumento della natalità e quindi in un futuro non troppo distante invertire la tendenza attuale.


Citazione
mingo
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Post: 63
 

Sono persone con la testa bacata e non c'è da aggiungere altro .
E comunque con la Brexit non dovevano arrivare le 7 piaghe d'Egitto con probabile caduta di meteorite?


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