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E' dai Monti che scende il gelo sull'Italia del lavoro


dana74
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E' dai Monti che scende il gelo sull'Italia del lavoro
di Alessandro Farulli - 02/02/2012

Fonte: greenreport [scheda fonte]

Il gelo sull'Italia è sceso ieri sera. Ma non c'entra nulla l'aria sempre più fredda in arrivo dai Balcani. A mandare sotto zero tutti gli italiani in crisi per colpa del lavoro (perché non ce l'hanno più; perché non lo trovano; o perché lo hanno troppo precario) ci ha pensato il premier Monti, dalla calda poltrona del Tg5 e poi da quella di Matrix. Dopo i sacrifici chiesti sul presente (tasse) e sul futuro (pensioni) probabilmente forte della ritrovata credibilità del Belpaese e degli spread in picchiata (ben vangano, ci mancherebbe), non ha trovato di meglio che ricordare il defunto posto fisso, che solo nominarlo crea in tutti noi ancora un tremito. «Il posto fisso non esiste più», ha detto ieri dimenticandosi tragicamente del fatto che non è il posto fisso a non esistere più, ma se sono veri come sono veri i dati Istat, sono i posti di lavoro tout court a non esistere più. Non ci attacchiamo alla parola "monotonia" che Monti ha usato per definire appunto l'idea del posto fisso, ma al merito dell'intervento e alla pochezza delle argomentazioni.

Con la disoccupazione ai livelli italiani specialmente dei giovani e con la facilità con cui si licenzia, possibile che la ricetta possa essere lavoro ancor più precario e abolizione dell'articolo 18? Il Sole24Ore pensando oggi di corroborare l'analisi del premier ha pubblicati i dati di Confindustria sulle controversie per "estinzione del rapporto di lavoro". Ebbene, di fronte ai 9 milioni circa di lavoratori nel settore privato che godono delle tutele previste dall'articolo 18 sono, udite udite, ben 8'651 i casi annui di controversie lavorative, appunto.

Com'è ovvio osservare, è certamente tanto che servano sei anni per arrivare alla conclusione dei procedimenti, ma siamo pur sempre a degli zero virgola, soprattutto di fronte ai numeri di quanti vanno a casa senza se e senza ma. Licenziati dalla sera alla mattina con una mail o un fax. Tuttavia quello che preme segnalare sono due cose: la prima è che in questa fase il governo dovrebbe dire e argomentare come si creano nuovi posti di lavoro; la seconda è che se intende crearli aumentando le pensioni e rendendo più facili i licenziamenti dovrebbe portare dei numeri convincenti, cosa che invece non fa in alcuna sede.

Nell'ottica di una riconversione ecologica dell'economia fondata sulla sostenibilità sociale e ambientale è chiaro che la qualità dell'occupazione sia uno dei valori del cambio di modello di sviluppo. I diritti acquisiti dalle classi lavorativi vanno estesi non ridotti, e solo così si può evitare quel terribile apartheid di cui parla Monti. Chi non si laurea dopo i 28 anni sarà pure uno sfigato, ma in Italia il primo problema è l'abbandono allo studio, semmai. E' come se un pezzo di Italia che protesta, si dispera, sale su torri e si auto-segrega all'Asinara, non avesse diritto di cittadinanza mediatica, se non quella del clamore e delle lacrime, come se le speranze e le delusioni, le amarezze e i fallimenti dei "poveri" fossero merce di scarto, surplus di vita fatto addirittura passare per "un lusso". Adattatevi, dicono a chi si è adattato da sempre, a chi vive di rinunce, a chi guarda con terrore il futuro senza sicurezze che si prepara per loro ed i nostri figli.

Nessuno di noi vuole - soprattutto in questo caso - ammazzare la Fata fiducia, come la chiama Krugman, che sta aiutando pure l'Italia a respirare, ma non per questo si può accettare supinamente tutto quello che ci viene imposto. Il tabù non è l'articolo 18, il tabù è il lavoro e parlare di licenziamenti per aumentare l'occupazione ci sembra una pessima interpretazione della "distruzione creatrice" di Joseph Schumpeter.

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=42290

Al “fatto quotidiano” piace il discorso del “posto fisso monotono” di monti

Nonostante il look “progressista”, lo charme sensibile ai “diritti” e le leggendarie lotte per la giustizia per i politici, il “fatto quotidiano” si rivela essere carta da pesce, solo una tacca sopra la dignita’ carente di “repubblica”.
Sul tema “lavoro fisso monotono” con cui monti sta cercando di ammaestrare il gregge italiano, irrequieto per l’eccessiva “flessibilità” con cui la vita lavorativa inficia negativamente l’esistenza, una maestrina pedante e inesatta nelle affermazioni (tal Caterina Soffici) sul fatto quotidiano fa la morale a quelli che nelle parole di monti “ci hanno visto del male” come la precarizzazione assurta a regola sostanziale della vendita di forza lavoro nell’italia del futuro.

Ci dice questa “giornalista”: il sempre calibratissimo e attentissimo (minchia!) Mario Monti, che ci ha abituati a parole misurate con il contagocce (e ad azioni perpetrate col bulldozer), ha anche detto altro. E ha detto una cosa giusta

e la cosa giusta sarebbe (cita monti):

“E’ più bello cambiare e accettare nuove sfide purché siano in condizioni accettabili. E questo vuol dire che bisogna tutelare un po’ meno chi oggi è ipertutelato e tutelare un po’ di più chi oggi è quasi schiavo nel mercato del lavoro o proprio non riesce a entrarci”

La Caterina, presumiamo, è affascinata dalle “nuove sfide” e commenta:
“E’ molto più leale e giusto verso chi sta cercando di entrare nel mondo del lavoro o a chi ha perso il proprio posto, fare un discorso del genere che sventolare impossibili promesse” Cioè monti secondo lei sarebbe apprezzabile “per la sua onesta’. Ed è così convinta di quello che dice che aggiunge:
“Chi vuole leggere questo concetto come un sinonimo di licenziamenti selvaggi è in malafede e vi prende per il naso”

Ma va? eh accidenti, non abbiamo capito niente allora, tutte le circonvoluzioni verbali della fornero dei giorni scorsi, del tipo: ” «serve un contratto che evolve con l’età piuttosto che contratti specifici che evolvono per ogni età», secondo la Soffici si riferivano ai giornalisti privilegiati, quelli da 8000 euro al mese e dal posto intoccabile.. come ho fatto a non pensarci. Oppure la lezioncina, sempre della Fornero, su “flessibilità buona e cattiva“, dove flessibilità buona era una supercazzola con scappellamento a destra che per definirla aveva usato pure l’aggettivo “ipertestuale” riguardava la casta privilegiata del quarto potere. Siamo noi che siamo maliziosi e chi tenta di aizzare la nostra malizia è in malafede.

Perchè, ci dice la Caterina, in realtà monti preme sulle “tutele sociali”, citandola: “meno tutele per chi è dentro il sistema e più tutele per chi è fuori“. Dei discorsi di monti e della fornero, a proposito dell’abolizione dell’art.18, del destino di precarietà che questa bruttissima gente auspica e prepara per i nostri figli, ha inteso valorizzare la parola “tutele”.

MA QUALI TUTELE? Non esistono nè progetti, nè riferimenti, nè barlumi di intenzione. MA TUTELE DE CHE? reddito di cittadinanza? sussidio di disoccupazione garantita a vita? prosecuzione dell’assistenza sanitaria gratuita? non esiste nulla di tutto cio’. Si parla di nullificare gli ammortizzatori sociali, non di ripristinarli o crearne dei nuovi. Caterina: per chi hai preso i tuoi lettori del “fatto”? Per gente che prima del fatto comprava “repubblica”?

ps a parte l’attività di “politica criminale” che monti sta effettivamente svolgendo in questo momento storico, le mie riserve riguardano la natura golpista dell’attuazione di questa politica. Monti non dovrebbe attuare modifiche cosi sostanziali con il mandato “eccezionale” che ha. Non ne ha la legittimità politica nel senso che a quest’espressione dava la costituzione. Non ha consenso nè autorevolezza morale e sociale per mandare
a puttane il paese in questo modo. Non l’ha eletto nessuno: la sua eccezionalità avrebbe dovuto essere transitoria e formale, non di contenuto (e che contenuto!) Io la penso ancora come il compagno Enrico Berlinguer che ha scritto:

http://www.cloroalclero.com/?p=9319

ci sono le scansioni del testo che non sò inserire qui


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Anonymous
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Naturalmente chi è "ben"raccomandato dai preti, da qualche partito, da una famiglia influente, da una delle tante lobbies e caste, da qualche politicante o da qualche mafioso problemi, come sempre, non ne avrà. Il professore di questa piaga però non parla.


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dana74
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e come potrebbe? ne fa parte eheh

ma da questi tecnici dei miei stivali, se credono in quello che dicono, come il decreto salva italia che vale il 10% del pil e nessuno si stupisce né chiede conto,

VOGLIO GARANTITO NERO SU BIANCO DA MARCEGAGLIAE MONTI CHE SE SI TOGLIE L'ART 18 SPARIRANNO I DUE MILIONI E MEZZO DI DISOCCUPATI

altrimenti saranno chiamati a rispondere del loro patrimonio personale per risarcire chi ne rimarrà fuori. A vita.
Vogliono essere credibili?

Comincino a pagare pegno e pesante del fallimento dei loro spot alla Vanna Marchi.


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