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E' morto Cossiga

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dana74
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cavolo, giusto helios.

Ma impressioni a braccio così, era uno profondamente cattolico, lo avrei visto più nell'Opus Dei che nella massoneria britannica, quella alla quale appartiene Draghi che attaccò.
Al tg5 han detto che si "dette da fare" per accellerare la fine del pentapartito, ma perché avrebbe dovuto?
Era ai massimi vertici del più importante partito...boh.


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ComeDonkeyKong
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[quote="helios"]

. La breve missiva è datata "Roma, 18 settembre 2007 A.D..

Per i "numerologi": la somma delle cifre delle tre componenti della data dà 9-9-9. Può significare qualcosa?


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Pellegrino
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...altro che il presidente della banca d'Italia Draghi che ogni tanto una ne azzecca...

HAAARGH!!! roba da pazzi.....


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Marko99
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tutto sto can can per la morte di un personaggio politico che io ritengo tra i più mediocri mai visti in Italia...semplicemente uno stumento di gladio e compagnia bella...altro che il presidente della banca d'Italia Draghi che ogni tanto una ne azzecca... per come la vedo io Cossiga al dilà di percepire lo stipendio abbondante pagato dalle nostre tasse non ne ha azzeccato una...

Ossignore con quelo nick non potevi che dire cotanta corbelleria..


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helios
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"ComeDonkeyKong" wrote:

. La breve missiva è datata "Roma, 18 settembre 2007 A.D..

Per i "numerologi": la somma delle cifre delle tre componenti della data dà 9-9-9. Può significare qualcosa?

noi leggiamo 9-9-9 .... rovesciato si legge 6-6-6

prima che spariscano copio-incollo (ahimè...):

ALLEGATE AL TESTAMENTO
Le lettere ai vertici dello Stato
Inviate da Cossiga al Capo dello Stato e ai presidenti
di Camera, Senato e Consiglio dei ministri

L'ex capo dello Stato Francesco Cossiga ha scritto quattro lettere alle più alte cariche dello Stato. Portano la data del 18 settembre del 2007. In quel periodo, era la XV legislatura, solo una di queste quattro cariche era ricoperta dal titolare attuale: il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Alla presidenza del Consiglio c'era Romano Prodi, a Palazzo Madama e Montecitorio c'erano rispettivamente Franco Marini e Fausto Bertinotti. Dopo le elezioni della primavera del 2008, Prodi, Marini e Bertinotti sono stati sostituiti rispettivamente da Silvio Berlusconi, Renato Schifani e Gianfranco Fini. È toccato quindi a loro, oltre che a Napolitano, ricevere le lettere di Cossiga.
Di seguito il testo integrale delle missive.

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO -Sarà diffusa dopo i funerali la lettera recapitata al premier Silvio Berlusconi. La ragione, spiegano fonti di governo è che sarebbero contenuti dettagli sulla cerimonia funebre che, per discrezione, non sono state divulgate martedì. In ogni caso la missiva, secondo le stesse fonti di governo, ricalcherebbe quella inviata al presidente del Senato Renato Schifani se non per qualche «dettaglio» relativo, appunto, alle ultime volontà del presidente emerito della Repubblica.

AL CAPO DELLO STATO
«Signor Presidente, Le confermo i miei sentimenti di fedeltà alla Repubblica, di devozione alla Nazione, di amore alla Patria, di predilezione della Sardegna, mia nobile Terra di origine. Fu per me un grande onore servire immeritatamente e con tanta modestia, ma con animo religioso, con sincera passione civile e con dedizione assoluta, lo Stato italiano e la nostra Patria, nell'ufficio di Presidente della Repubblica. A Lei, quale Capo dello Stato e Rappresentante dell'Unità Nazionale, rivolgo il mio saluto deferente e formulo gli auguri più fervidi di una lunga missione al servizio dell'amato Popolo italiano. Con viva, cordiale e deferente»

AL PRESIDENTE DEL SENATO
«Onorevole Presidente del Senato della Repubblica nel momento in cui il giudizio sulla mia vita è misurato da Dio Onnipotente sulle verità in cui ho creduto e che ho testimoniato e sulla giustizia e carità che ho praticato, professo la mia Fede Religiosa nella Santa Chiesa Cattolica e confermo la mia fede civile nella Repubblica, comunità di liberi ed uguali e nella Nazione italiana che in essa ha realizzato la sua libertà e la sua unità. Fu per me un onore grande servire la Repubblica, a cui sempre sono stato fedele; e sempre tenni per fermo onorare la Nazione ed amare la Patria. Fu per me un privilegio altissimo: rappresentare il Popolo Sovrano nella Camera dei Deputati prima, del Senato della Repubblica quale Senatore elettivo, Senatore di diritto e a vita e Presidente di esso; e privilegio altissimo fu altresì servire lo Stato nel Governo della Repubblica quale membro di esso e poi Presidente del Consiglio dei Ministri ed infine nell'ufficio di Presidente della Repubblica. Nel mio testamento, ho disposto che le mie esequie abbiano carattere del tutto privato, con esclusione di ogni pubblica onoranza e senza la partecipazione di alcuna autorità. Per quanto attiene le onoranze che i costumi e gli usi riservano di solito ai membri ed ex-Presidenti del Senato, agli ex-Presidenti del Consiglio dei Ministri ed agli ex-Presidenti della Repubblica, qualora Ella ed il Governo della Repubblica decidessero di darne luogo, è mia preghiera che ciò avvenga dopo le mie esequie, con le modalità, nei luoghi e nei tempi ritenuti opportuni. Voglia porgere ai valorosi ed illustri Senatori il mio ultimo saluto ed il mio augurio più fervido di ben servire la Nazione e di ben governare la Repubblica al servizio del Popolo, unico sovrano del nostro Stato democratico. Che Iddio protegga l'Italia!».

AL PRESIDENTE DELLA CAMERA
«Signor Presidente, nel momento in cui nella fede cristiana lascio questa vita, il mio pensiero va alla Camera dei deputati, nella quale, per voto del popolo sardo, entrai nel 1958 e fui confermato fino al 1983, anno in cui fui eletto senatore. Fu per me un grandissimo e distinto privilegio far parte del Parlamento nazionale e servire in esso il Popolo, sovrano della nostra Repubblica. Professo la mia fede repubblicana e democratica, da liberaldemocratico, cristianodemocratico, autonomista-riformista per uno Stato costituzionale e di diritto. Professo la mia fede nel Parlamento espressione rappresentativa della sovranità popolare, che è la volontà dei cittadini che nessun limite ha se non nella legge naturale, nei principi democratici, nella tutela delle minoranze religiose, nazionali, linguistiche e politiche. Ringrazio i parlamentari tutti per il concorso che in tutti questi anni hanno dato con l`adesione o con l'opposizione, con l'approvazione o con la critica alla mia opera di politica. A tutti i deputati e a Lei, Signor Presidente, l'augurio di un impegnato lavoro al servizio della libertà, della pace, del progresso del popolo italiano. Dio protegga l'Italia».

Francesco Cossiga
17 agosto 2010

http://www.corriere.it/politica/10_agosto_17/lettera_schifani_cossiga_3de734a6-aa1a-11df-afa9-00144f02aabe.shtml


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Pellegrino
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mi spiace deludervi ma il 999 non ha il significato negativo del 666 (il 3 diviso 3 volte in coppie anitetiche - 3+3) ma rappresenta la manifestazione trinitaria. In altri termini e per semplificare è un numero 'divino'.


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Pellegrino
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Ora, sembra strano che in queste lettere, preparate con grande anticipo ed in una data 'simbolica' non ci sia scritto preticamente nulla, e che, per fugare anticipatamente dubbi e sospetti, le lettere, scritte a macchina, siano state platealmente fatte vedere nei telegionali.

Propongo una ipotesi (assolutamente non provabile, lo riconosco).... che il presidente K abbia chiuso nelle buste DUE lettere, una per la curiosità pubblica, ed una, riservata, per esclusiva conoscenza del destinatario.

Una sola curiosità rilevo nei testi di queste lettere pubblicate...che, ben prima dell'incarico a Fini di Presidente della Camera, proprio nella lettera a lui consegnata ci sia un richiamo alla Legge Naturale ("la volontà dei cittadini che nessun limite ha se non nella legge naturale"), proprio quella che Fini cerca, passo dopo passo, di superare...
Curioso e in qualche modo, 'profetico'.


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helios
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mi spiace deludervi ma il 999 non ha il significato negativo del 666 (il 3 diviso 3 volte in coppie anitetiche - 3+3) ma rappresenta la manifestazione trinitaria. In altri termini e per semplificare è un numero 'divino'.

supposto che ci si trovi di fronti come improbabili giocatori di scacchi è ovvio che il 9-9-9 di uno diventa un 6-6-6 di un altro.
Resta il fatto che i tre nove hanno somma 27 e i tre sei 18 che sommati di nuovo entrambi danno la cifra 9. Un improbabile pareggio?

Ora, sembra strano che in queste lettere, preparate con grande anticipo ed in una data 'simbolica' non ci sia scritto preticamente nulla, e che, per fugare anticipatamente dubbi e sospetti, le lettere, scritte a macchina, siano state platealmente fatte vedere nei telegionali

pare che le lettere siano giunte miracolosamente ai destinatari consegnate a mano da un postino.
Dove e chi conservava queste lettere scritte nel 2007 (dicono)?
Oltretutto (poche ora dopo il decesso di Cossiga) parlavano di tre lettere e Fini pareva escluso.Poi le tre lettere sono diventate quattro e a tutto si è aggiunto il riserbo di B.di mostrare la 'sua'lettera e si suppone che il mistero di Cossiga continuerà attaverso questi scritti, alla stessa maniera di quelli di Moro che proprio lui, Cossiga, aveva sostenuto, in base a tali messaggi che Moro non era più attendibile.

E'più che ovvio che nessuno vedrà mai l'originale di queste lettere.


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Anonymous
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ecco cosa suggerì Kossiga a Maroni circa 2 anni fa a proposito delle preteste studentesche e delle relative manifestazioni:

Francesco Cossiga
Agosto 18, 2010 on 5:47 pm | In Politica | No Comments
Il grande uomo di Stato, tutto dedito alla salute della Res Publica, ci ha lasciati. Così viene celebrato. Lo ricorderemo tutti con queste parole di saggezza, che ispireranno generazioni di ministri dell’interno.

“Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interni. Gli universitari? Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. Le forze dell’ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli a sangue e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano. Non quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì”.


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