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Gli azionisti si spartiscono profitti, le filiali chiudono


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 33516
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GS è una storica catena di Supermercati in Italia dalla metà degli anni ‘60. Catena che, prima di essere acquisita da Carrefour nel 2000, ha vissuto il suo periodo d'oro dal 1970 alla fine degli anni 90 anche per merito del miglior Contratto integrativo aziendale di gruppo. Purtroppo, nonostante le 4 procedure di mobilità in 10 anni, la cessione di alcuni Ipermercati in Puglia, la chiusura di Iper in Campania e Basilicata e il licenziamento di 125 lavoratori a Roma, Carrefour, ha dichiarato la crisi anche in Lombardia, a Milano. Di fatto, il luglio scorso, ha comunicato la disdetta del Contratto integrativo aziendale, a livello nazionale consegnandoci il "Piano aziendale per il collaboratore", una brochure di 15 pagine, senza alcun valore legale, con il quale Carrefour ha intenzione di cancellare tutte le condizioni di miglior favore contenute nell'Integrativo aziendale, sostituendole con ridicole concessioni ad personam. In cambio ci decurteranno il 25% del trattamento economico della malattia dal 4° al 12°giorno; prima pagato al 100% ora al 75%. Le pause non saranno più considerate come riposo, ma facenti parte dell'orario di lavoro. La produttività fissa rimarrà invariata per i lavoratori storici, ma i lavoratori assunti da almeno due anni matureranno solo il 20 per cento del Premio aziendale fisso e purtroppo non riusciranno mai a maturare il 100 per cento della produttività, che prima si conseguiva dopo 4 anni. Premio che non sarà mai riconosciuto a chi verrà assunto dopo il 1° ottobre 2009. Altra conquista storica la Produttività variabile, prima calcolata su parametri contrattati, ora solo su di un parametro deciso dall'azienda. Con il vecchio integrativo, il lavoratore maturava il diritto a percepire il 100 per cento della Produttività variabile dopo 2 anni dall'assunzione; ora chi è stato assunto da meno di due anni e chi verrà assunto in futuro non ne vedrà mai neanche una minima parte, nonostante sarà costretto a fare gli orari più disagiati e, come se non bastasse, non rientreranno nel computo della corresponsione della Produttività neppure il periodo della maternità obbligatoria, decisione discriminatoria per le donne e i giorni di malattia dal 1° al 3° e dal 21° al 180°.

Noi lavoratrici e lavoratori non accettiamo di pagare di tasca nostra gli errori di Carrefour, la venticinquesima azienda al mondo per introiti. I suoi azionisti nel 2008 si sono divisi 1.670 milioni di Euro. Un'azienda che chiude filiali in Italia ma ne apre in Cina e che ha contratto un debito con il fisco italiano di 630 milioni di euro che non vogliamo pagare noi!

Come risposta sabato 3 ottobre è scattato lo sciopero generale dei lavoratori del gruppo e parallelamente il ricorso per condotta antisindacale che ha vissuto il suo primo atto il 6 ottobre quando l'azienda si è fatta rappresentare da chi era senza deleghe per prendere decisioni. Il secondo atto, il 13 ottobre, quando Carrefour ha rigettato ogni proposta di dialogo fatta dal giudice, costringendolo a riconvocare le parti per la terza volta il 22 ottobre, quando il giudice, sentite le parti, ha rimandato tutto al 5 novembre. Noi aspettiamo fiduciosi, sperando che questa sia la volta buona, pronti, altrimenti, a ricominciare la lotta.

Luciano Pasetti (Rsu filiale GS di viale Famagosta, Milano)
Fonte: www.liberazione.it
29.10.2009

29/10/2009


Citazione
AndFinallyWillBeZeitgeist
Estimable Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 178
 

La descrizione della grave situazione che opprime la multinazionale francese risulta un po' macchinosa anche perché riproduce una denuncia tutto sommato inutile, considerate la dinamicità e la quantità delle variabili da osservare .......... HO APPREZZATO COMUNQUE NEL COMPLESSO L'ARTICOLO, DATO CHE SI PREFIGGE L'INTENTO DI MOSTRARE, seppure parzialmente, IL GRADO ELEVATO DI COMPLESSITÀ PRODOTTO DAL CAPITALISMO IN AMBITO LAVORATIVO, il quale, al contrario delle attese socialiste circa la formazione del lavoratore collettivo e cooperativo ed alla tanto agonata ricomposizione del soggetto rivoluzionario ..... data sempre per imminente dalla desiderante classe operaia ..... RISULTA ESSERE FONDATO SU UNA PARCELLIZZAZIONE ATTRAVERSATA IMMANCABILMENTE DA ISTANZE DI VERTICALIZZAZIONE CHE COMPORTA L'ESPROPRIAZIONE SOGGETTIVA DEI LAVORATORI, che non sono più in grado di comprendere la sempre più complessa organizzazione dei processi lavoratori ..... TALI PROCESSI SONO ORMAI COORDINATI NECESSARIAMENTE DALLA DIREZIONE DEL CAPITALE. LA MANCATA CONOSCENZA DELL'INSIEME CONFIGURA LA SOTTOMISSIONE REALE DEL LAVORO AL CAPITALE E PER OTTENERE LA SUBORDINAZIONE NON È NECESSARIO DISPORRE DELL'ESERCIZIO DI POTERE DISPOTICO, POICHÉ L'OGGETTIVITÀ DEL PROCESSO, ORAMAI SUDDIVISO IN TANTE OPERAZIONI PARCELLARI, ESIGE IL COORDINAMENTO DA PARTE DI CHI POSSIEDE UNA VISIONE PIÙ COMPLESSIVA ....................... La realtà operativa in cui il lavoro si trova immerso, ricoprendo le più variegate posizioni, quindi dai reparti di trasformazione manuale che comprende la classe operaia e i tecnici di fabbrica, fino alle divisioni contabili ed amministrative, a quelle di vendita e commercializzazione, non è per niente tesa verso l'omogeneizzazione dei differenti lavori concreti ed è facile riconoscere che le previsioni erronee peccavano nelle osservazioni riguardanti solo alcuni settori produttivi o esclusivamente talune mansioni, specialmente quelle operaie, operate nelle aziende di dimensioni maggiori .................. IL CONFLITTO ATTRAVERSA SIA ORIZZONTALMENTE E SIA VERTICALMENTE IL LAVORO, AGENDO IN AMBITO ECONOMICO, E SPEZZA INCESSANTEMENTE LA CONTINUITÀ DEL LAVORO CAPITALISTICO E COSTITUISCE FRAMMENTI SEPARATI. PROPRIO PER QUESTO SI DEVE DEFINITIVAMENTE RICONOSCERE CHE NEL MONDO LAVORATIVO NON È RILEVABILE NESSUNA INTEGRAZIONE INERENTE A QUELLO CHE IN PRECEDENZA È STATO QUALIFICATO COME VERSANTE SOGGETTIVO. Si osserva una cooperazione di tipo conflittuale messa in atto dai vari segmenti di lavoro esecutivo, differenziati internamente dalla matrice dei ruoli gerarchici. Tale matrice è mutevole in base alle esigenze tecniche organizzative e merceologiche delle unità produttive e i segmenti di lavoro sono riconnessi ed agiti tra loro dalle direttive che provengono dagli agenti dominanti capitalistici.


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