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Golfo,Turchia armano Isis,tre notizie su media mainstream


marcopa
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sabato 14 novembre
Testo della trasmissione il Punto di P.Pagliaro all' interno di 8 e 1/2 di Lilli Gruber su La7
Inoltre oggi il fatto titola "Li stiamo armando noi" riferito a caccia italiani venduti al Kuwait e ieri nel suo punto Pagliaro ha parlato dei 43.000 morti in attentati nei paesi islamici del sud del mondo e da noi ignorati.

Marcopa

Gli amici dell' Isis hanno nome e cognome

di Paolo Pagliaro

(16 novembre 2015) La domanda: chi finanzia i terroristi dell’Isis? ottiene quasi sempre risposte evasive o allusive. Ma in un momento di sincerità, il 7 ottobre 2014, parlando alla Cnn, il vice presidente americano Joe Biden disse che i principali finanziatori dello stato islamico erano alcuni paesi alleati degli Stati Uniti: Turchia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Kuwait e Qatar. “Hanno fatto piovere centinaia di milioni di dollari e decine di migliaia di tonnellate di armi nelle mani di chiunque fosse in grado di combattere contro Assad, - disse Biden - peccato che chi ha ricevuto i rifornimenti siano stati al Qaeda e gli elementi estremisti della Jihad provenienti da tutte le parti del mondo”. Il giorno dopo l’amministrazione Obama presentò scuse formali e ritrattazioni, ma nelle conversazioni off the record con i giornalisti i funzionari della Casa Bianca ammisero che il vice-presidente aveva detto la verità.

Che gli stati del Golfo finanzino le milizie jihadiste in funzione anti-Assad e più in generale contro il potere sciita lo pensano numerosi osservatori internazionali. Naturalmente non si tratta di un appoggio esplicito, con il timbro dei governi; si tratta quasi sempre di donazioni che vengono da privati, stimati banchieri o uomini d’affari di casa a Ginevra, Londra o Parigi. I loro nomi sono ben noti, anche se alle opinioni pubbliche occidentali dicono poco o niente.

Vengono invece direttamente dall’America le fiammanti Toyota che in colonna trasportano i tagliagole del Califfato. Lo ha ammesso il Dipartimento di Stato, spiegando che i pick-up sono parte degli aiuti inviati ai ribelli siriani in guerra contro Assad. Da loro all’Isis il passo è stato breve.

Può accadere però che le armi arrivate da occidente ricompaiano poi nel centro di Parigi.
(© 9Colonne - citare la fonte)

http://www.9colonne.it/105307/gli-amici-dell-isis-br-hanno-nome-e-cognome


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marcopa
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Testo del Punto di Paolo Pagliaro, ieri durante 8 e 1/2 di Lilli Gruber, un segnale da incoraggiare,

Marcopa

Ognuno piange i propri morti

di Paolo Pagliaro

(17 novembre 2015) L’anno scorso gli attentati terroristici nel mondo sono stati oltre 16.800. Hanno causato complessivamente più di 43.500 morti e 41.000 feriti.

In sintesi parliamo di 1400 attentati al mese; 46 al giorno, ogni giorno, per tutto l’anno; 2 attentati ogni ora. E’ in sostanza uno stato di guerra permanente che già da anni devasta paesi lontani dai nostri occhi, sempre gli stessi: Iraq, Pakistan, Afghanistan, India, Somalia, Nigeria, Sudan, Yemen, ai quali si è aggiunta recentemente anche l’Ucraina.

Si deve a Fabio Della Pergola, che ne scrive sul sito agoravox.it, la contabilità dettagliata di quella che qualcuno chiama guerra asimmetrica, qualcun altro – come Stefano Silvestri – nuovo brigantaggio.
L’anno scorso in Iraq ci sono stati 3925 attentati con 13.076 morti; in Pakistan 2146 con 2409 morti; in Afghanistan 1820 con 5.411 morti. Ci sono state carneficine in Siria e Libano, India e Somalia, Libia e Yemen, nella striscia di Gaza e in Israele. Nella sola Nigeria, in seguito a 713 attentati, hanno perso la vita 7.700 persone.

All’origine del terrorismo c’è quello che Della Pergola chiama totalitarismo teocratico, spietato ed implacabile. Mescolato con una insopprimibile voglia di potere; sui soldi, sulle donne, sulla mente degli esseri umani.

Di gran parte di queste stragi non ci è mai giunta notizia.

Quando ci chiediamo perché è così flebile l’indignazione del mondo arabo e del mondo musulmano per la strage di Parigi, dobbiamo mettere nel conto che un parte dei quel mondo è troppo impegnato a piangere i propri morti, per occuparsi dei nostri.
(© 9Colonne - citare la fonte)


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marcopa
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Questa volta è possibile vedere il video del Punto di Paolo Pagliaro che invece manca dalla edizione di sabato 14 dedicata all' Arabia saudita e alle armi al Goflo.

Al minuto 28,50 circa della trasmissione 8 e 1/2 il video di Pagliaro sulle stragi dimenticate nei paesi islamici,

43.000 morti che ci impressionano molto meno dei 140 circa francesi

http://www.la7.it/otto-e-mezzo/rivedila7/litalia-%C3%A8-in-guerra-16-11-2015-167775


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