Notifiche
Cancella tutti

i forconi a Palermo


dana74
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 14469
Topic starter  

Manifestazione a Palermo: il pensiero di un libero Forcone (Il Duro di Sicilia è Tornato)
Share

foto+manifestazione+a+Palermo+Forconi+25 01 2012+019 Manifestazione a Palermo: il pensiero di un libero Forcone (Il Duro di Sicilia è Tornato)
Si, i Forconi finalmente hanno riempito Palermo. La Capitale dell’Isola, il luogo dove la crisi economica almeno al momento sembra meno grave grazie alla nota capacità produttiva della città (gli stipendi dei politici e dipendenti regionali ndr), è stata attraversata da una fiumana Forcona. Una pacifica ma determinata moltitudine (nell’ordine di 20.000 persone secondo Sky TV) di persone giunte da tutta la Sicilia, è sfilata in corteo nel cuore della città sino a raggiungere la sede del nostro Presidente (ironia della sorte) Lombardo.

Erano in gran parte piccoli e medi agricoltori giunti dalle più recondite località isolane, supportati come sempre da autotrasportatori, pescatori, piccoli lavoratori autonomi, un numeroso e chiassoso nugolo di studenti palermitani (gli unici “cittadini” non ancora lobotomizzati dalla propaganda governativa), ma anche sindaci di grandi città (Agrigento) e piccoli centri siciliani venuti a testimoniare l’estrema difficoltà economica di tutto il tessuto sociale, collegato in qualche modo alle attività produttive tipicamente siciliane.
Eppure molti storcono il naso, “sono quelli che si sono arricchiti sino ad oggi” insorgono “devono pagare”. Ne ho sentite di ogni: evasori, furbi, protetti, assistiti, arretrati, maleducati, abusivisti, prevaricatori, violenti, Berlusconiani (e tralascio le diffamazione più ovvie e note per non annoiarvi).

Nella mia stupida agreste ingenuità ero convinto che il nostro stimatissimo prof. Monti fosse giunto infine per sanare i problemi atavici dell’Italia (del Sud in particolare) e ridare finalmente giusta dignità e remunerazione a tutti quei lavoratori (agricoli e non solo) autonomi, che non godono di alcuna protezione, e che questa Regione la tirano avanti producendo ricchezza reale. Categoria che almeno qui in Sicilia, risulta già ampiamente vessata dallo Stato e dalla Regione stessa, senza peraltro avere in cambio alcun servizio efficiente. Ed invece cosa accade? Che questo popolo già alla cinghia, si vede addossare, senza alcuna avvisaglia, una sproporzionata aliquota di una manovra finanziaria che dovrebbe salvare l’Italia, seguita peraltro a ruota dalla manovra regionale voluta dal Presidente Lombardo che non ha perso tempo a portare le addizionali Irpef regionali (imposte non progressive peraltro, ai massimi livelli nazionali) oltre che contribuire, ulteriormente, all’innalzamento delle accise sui carburanti, previsto a livello nazionale.

Ma pensano forse i nostri governanti, che queste nuove imposte produrranno effetti benefici sulla nostra capacità produttiva? Non sarebbe più facile invece aspettarsi una contrazione delle attività economiche, dietro la quale inevitabilmente si nasconderà disagio e povertà di singoli individui reali?
Metterci nelle condizioni di produrre e vendere le nostre ottime produzioni sui mercati, e percepirne un reddito questa è l’unica richiesta dei produttori Forconi, sostanzialmente. Ciò si potrebbe facilmente raggiungere adottando proprio quei provvedimenti di cui il governo si riempe la bocca, le famose liberalizzazioni. Liberarci dal peso oppressivo della pressione fiscale che verte diabolicamente proprio sui fattori della produzione, e non sui redditi. Ma che Stato è, questo, che tassa gli strumenti che ci servono per lavorare? Un po’, come se, ad un impiegato d’ufficio mettessero le tasse, sulla base di quanta cancelleria consuma.
Produrre con meno pesi dunque, fiscali, burocratici, normativi, produrre al meglio. E quindi tassare i nostri redditi allora si, sarebbe giusto!
Sarebbe anche giusto che fossimo in grado di competere con regole uguali per tutti, perché stranamente quando esportiamo le merci, queste vengono passate allo scanner da rigidi controlli privati e pubblici stranieri. Al contrario quanto arriva in Italia non è chiaro che controlli subisca, se li subisca e se questi eventualmente sono stati pensati nell’interesse delle produzioni locali e dei consumatori.
Ci troviamo di fronte ad una politica liberista senza regole quando dobbiamo vendere le produzioni, ed al contrario al dirigismo statale cieco ed ottuso, quando dobbiamo decidere come organizzare al meglio la nostra attività produttiva.
Siate coerenti cari politici, o fate i liberisti in tutto, oppure dirigete voi, la nostra baracca anche quando dovete prendere atto del magro bilancio aziendale, oltre al quale un piccolo imprenditore ordinario nelle migliori delle ipotesi non può andare.

P.S.1 Ho appena visto Mariano Ferro, Monti ci convoca per “tavoli tecnici”. Evito di commentare!

da Duro di Sicilia
http://www.rischiocalcolato.it/2012/01/manifestazione-a-palermo-il-pensiero-di-un-libero-forcone-il-duro-di-sicilia-e-tornato.html

sono stati convocati a tavoli tecnici, ricordo una cosa, che il Mariano Ferro in modo del tutto unilaterale aveva parlato di scioglimento dei blocchi senza consultarsi con nessuno, scatenando la ira ovviamente degli altri forconi (poi tale scioglimento fu cancellato ed i blocchi son proseguiti ma il tentativo del colpo di mano è significativo) speriamo che stiano attenti a non farsi manovrare dal signore in questione "vicino" a Lombardo e attenzione ai tavoli tecnici, di solito pietra tombale di ogni movimento, Duro di sicilia giustamente "non commenta"....


Citazione
dana74
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 14469
Topic starter  

aggiungo qui perché attinente

Se I Produttivi Non Lavorno Più, Che Facciamo: Gli Mandiamo Befera?

Piccolo esempio di quello che succede in queste ore:

da TgCom24

11:04 - Gli stabilimenti Fiat di Melfi, Cassino, Pomigliano, Mirafiori e la Sevel saranno fermi anche oggi, terzo giorno di fila, a causa dello sciopero degli autotrasportatori che sta mettendo in ginocchio l’Italia. L’attività non riprenderà, infatti, neanche al secondo turno lavorativo.

Conseguenza: La Fiat e tutto il suo indotto , non produce più tasse per lo stato.

Direi che il pettine dei parassiti è arrivato al nodo. Lo Stato ha reso incompatibile per intere categorie produttive il continuare a produrre. (e sia chiaro intendo categorie che producono ricchezza non sussidiata dallo stato).

Ai camionisti, come agli agricoltori e i pescatori non conviene più lavorare. O meglio possono tentare di farlo ma devono per forza uscire dalle regole (leggi:evadere le tasse, ignorare i regolamenti, non sempre vale la pena). Dunque hanno smesso di lavorare. Non siamo di fronte a persone che protestano e scioperano per difendere lo status quo, qui il decreto liberalizzazioni non c’entra nulla. Siamo di fronte alla naturale reazione di cittadini che non hanno la minima intenzione di fare da schiavi per mantenere un esercito di parassiti.

Le entrate dello stato in questi giorni stanno crollando, e badate bene la colpa è del governo Monti e dei parassiti che esso rappresenta, non degli evasori fiscali o degli speculatori. E’ stata scelta (da MARIO MONTI) la via della leva fiscale anzichè quella del taglio delle spese. Quello cui stiamo assistendo è solo l’antipasto di quanto accadrà nei prossimi mesi quando altre tasse andranno in vigore.

Buona Imu a tutti.

http://www.rischiocalcolato.it/2012/01/se-i-produttivi-non-lavorno-piu-che-facciamo-gli-mandiamo-befera.html


RispondiCitazione
dana74
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 14469
Topic starter  

Blocco dei tir: agli eletti caviale, al popolo briciole

In Sicilia la manifestazione dei forconi e di forza d’urto. Nel resto d’Italia prosegue la protesta degli autotrasportatori. A Roma manganellate ai pescatori: tre i feriti.

michele mendolicchio

Al popolo che protesta arriva la solita scomunica dei poteri di Palazzo. Partiti di centrodestra e di centrosinistra, sindacati, Confindustria, governo dei banchieri e Napolitano difendono il loro fortino di interessi dalla rabbia dei cittadini liberi, screditando e delegittimando i movimenti popolari che protestano dalla Sicilia a tutto il resto della Penisola. Il movimento forza d’urto e forconi che ha dato la scossa all’intero Paese sedato e ipnotizzato dal circolo dei professori al servizio dei grandi interessi internazionali chiede con forza interventi del governo locale e centrale per non morire. Defiscalizzazione dei carburanti, un freno al ruolo usuraio di Equitalia e aiuti alle piccole imprese, queste le principali richieste avanzate dai movimenti. Speranze dal faccia a faccia tra Monti e Lombardo ce ne sono davvero poche. I professori dispenseranno qualche lezioncina sulla grave crisi e sul baratro. E nulla più. Di aiuti ai padri che perdono il lavoro, alle famiglie in sofferenza, ai figli senza futuro neanche a parlarne. E’ difficile pensare ad una pacificazione quando i cittadini si sentono abbandonati come cani randagi. E’ difficile sopportare scenari da rivoluzione d’Ottobre: da una parte gli eletti di centrodestra e di centrosinistra con i suoi numerosi cortigiani che banchettano senza farsi mancare nulla e dall’altra il popolo affamato di lavoro e di diritti. Tutto poi sotto la giurisdizione di re Giorgio.
E’ inaccettabile il livello raggiunto delle disuguaglianze sociali, dove chi lavora è ormai un poveraccio. A meno che non si entri nel giro di corte. Ma le danze sono riservate solo ai figli di papà. Per gli altri, seppur laureati, solo briciole in euro. Tutto ciò non si può più accettare, nemmeno se la lezione viene dal professore o da re Giorgio. Quando si tagliano gli altri bisogna avere le carte in regola. E non le hanno. Né Monti, né Napolitano né tantomeno i partiti di centrodestra e di centrosinistra. I loro stipendi e i rimborsi pantagruelici ai partiti gridano vendetta, di fronte ai miserrimi salari dei normalizzati.
Sfrecciano su auto blu protetti da cordoni di gorilla che paghiamo noi cittadini. A loro l’agiatezza di corte, a noi la spartizione delle briciole. Tutto ciò non è più tollerabile. “Non ci fermeremo. Abbiamo solo allentato i blocchi perché non è una battaglia contro i siciliani ma per i siciliani”, premette il leader di forza d’urto Mariano Ferro. Il discorso è molto chiaro: questa classe politica regionale e nazionale deve andare a casa perché sa solo tagliare gli altri. La manifestazione di Palermo organizzata da liberi cittadini ha raccolto una forte partecipazione popolare. Autotrasportatori, agricoltori, imprenditori, pescatori, pastori, studenti, pensionati e tanta gente comune hanno sfilato per le vie di Palermo al grido di “dignità”, “dignità”. E quello che manca in questo momento è proprio la dignità del reddito, in molti casi ridotto a briciole.
La solidarietà dei siciliani è tanta, nonostante le difficoltà provocate dai blocchi. E’ un popolo che si solleva contro le disuguaglianze sociali sempre più ampie. “Qui -spiega il leader Ferro- siamo di fronte a uno scontro sociale, a una vera e propria rivoluzione e noi siamo pronti ad andare avanti ad oltranza se non arriveranno risposte. Con forme di lotta diverse rispetto a quelle attuate negli ultimi giorni per non creare ulteriori disagi ai siciliani”. Dal Pdl e dal Pd ma anche dal Terzo Polo, dall’IdV e da Sel sono arrivate le solite iniezioni di germe infetto: presenza di gruppi mafiosi e di sovversivi fasciocomunisti. Invece si tratta di cittadini inferociti fuori dal controllo dei partiti e dei sindacati. E per questo sono delegittimati e temuti. Col gioco del cerino acceso si tenta in tutti i modi di far saltare questa unione di popolo senza tessera di partito. Le responsabilità del governatore Lombardo sono legate alle promesse da marinaio fatte a suo tempo. Una volta eletti ci si scorda di tutto. La defiscalizzazione è rimasta una promessa. Come d’altronde le promesse di Berlusconi, uno dei peggiori presidenti di questa seconda repubblica. Intanto sul fronte nazionale proseguono i presidi degli autotrasportatori, anche se costretti dai manganelli di centrodestra e di centrosinistra a non formare blocchi. Le ragioni dei tir sono legate anche alla concorrenza al ribasso dettata dalle liberalizzazioni, dove gli autisti dell’est si accontentano… di un panino e di un buono pasto familiare.
Il mercato aperto nell’era della deregolamentazione sfrenata porta solo vantaggi alle corti degli eletti e ai circoli finanziari, per gli altri solo briciole e manganellate.

26 Gennaio 2012 1200 - http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=12709


RispondiCitazione
Condividi: