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I guardiani delle trivelle


Tao
 Tao
Illustrious Member
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17 aprile. La minoranza dem protesta: «Chi ha deciso per l’astensione sul referendum?». Durissima replica dei vicesegretari Serracchiani e Guerini: «Noi. E vedremo in direzione chi ha i numeri per usare il simbolo del partito»

«L’astensione è la scelta dei gruppi dirigenti, non dei cittadini, militanti ed elettori del Pd. Che non la rispetteranno». È arrabiato Pietro Lacorazza, presidente del Consiglio regionale della Basilicata e frontman del comitato promotore del referendum sulle trivellazioni in mare. Il quesito è stato voluto da nove regioni, sette delle quali a guida Pd. «In totale sono oltre cento i consiglieri regionali democratici che si sono espressi per il Sì, e sto parlando di gente votata da migliaia di elettori, io ho avuto 11mila preferenze. Chi ha deciso di schierare il Pd per l’astensione? Chi rappresenta?».

«Scontro nel Pd» è più un revival che una notizia, le liti sono magma bollente nel corpaccione del partito, ma questa volta trovano nel referendum del 17 aprile un cono di risalita velocissimo. Anche perché il segretario non fa nulla per limitare l’eruzione. La nota dei suoi due vice dopo le prime proteste della minoranza è durissima. Alla domanda che arriva un po’ da tutti – «chi ha preso questa decisione?» – la risposta è «noi due». Firmata Debora Serracchiani e Lorenzo Guerini.

I due vice devono dare corpo alla finzione, persino per questo presidente del Consiglio, e segretario Pd, sarebbe un po’ troppo invitare ad andare al mare direttamente da palazzo Chigi. Bettino Craxi quando lo fece, e gli andò male, era solo segretario del Psi; nemmeno Berlusconi osò tanto, disse solo che il referendum sulla legge 40 era «demagogico». «È inutile» dicono adesso i due vice, non il titolare, contraddicendosi un attimo dopo spiegando che il referendum è pericoloso per l’economia nazionale. Dicono poi, loro, che farà sprecare 300 milioni, ma è stato il governo a non volere l’election day per sperare nell’astensionismo.

Le correzioni però sono solo il preludio: «Vedremo lunedì in direzione (ecco dove si deciderà, ndr) chi ha i numeri a norma di statuto per utilizzare il simbolo del Pd». Frase durissima, da frazionismo di maggioranza si sarebbbe detto un tempo. O più da Grillo e Casaleggio che da Serracchiani e Guerini, si potrebbe dire oggi.

Ma mentre la minoranza si sgola – «la segreteria non si riunisce da mesi», dice il senatore Miguel Gotor – Legambiente e Greenpeace condannano la scelta astensionista – «scandalosa», «incoerente» -, su tutto il partito scende una cappa di imbarazzo. Mercoledì sera, richiesto di confermare la notizia apparsa sul sito dell’Agcom, lo sventurato Lino Paganelli (il dirigente Pd già adetto alle feste del partito) al quale era toccata la comunicazione burocratica, rispondeva solo: «È corretto», rifiutando ogni commento. Ieri il presidente della Puglia Michele Emiliano preferiva esorcizzare la notizia, mentre il lucano leader dei bersaniani Roberto Speranza faceva domande che potrebbero essere rivolte anche alla stessa minoranza: «Fino a quando si può andare avanti così?». Già, ma chi ha votato prima lo Sblocca Italia e poi la legge di stabilità contro la quale tenterà di agire il referendum? Lacorazza ha una sua lettura: «I parlamentari del Pd hanno votato tutta la manovra con la fiducia, non un singolo provvedimento, devono sentirsi liberi di votare anche Sì al referendum. Del resto, può un partito che si dichiara democratico fare l’appello all’astensione?».

È giornata di domande senza risposta, ma quantomeno la polemica serve a far parlare del referendum – siamo ormai al sedicesimo giorno di una teorica campagna elettorale. E ieri il direttore per l’offerta informativa della Rai Carlo Verdelli ha risposto alle proteste del movimento 5 Stelle. Promettendo che la tv pubblica darà «sempre maggiore spazio al tema del referendum abrogativo con l’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale». Come prova di buona volontà le 9 tribune politiche previste diventano 13. E saranno trasmesse non più in orari morti ma a ridosso dei Tg.

Andrea Fabozzi
Fonte: www.ilmanifesto.info
17.03.2016


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Post: 3719
 

Chi ha deciso di schierare il Pd per l’astensione? Chi rappresenta?».

Non so cosa darei per saperlo!


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venezia63jr
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Post: 1229
 

Mentre l'agip trivella all'estero i nostri vendono le risorse energetiche allo straniero. Cuori di leone.


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omega86
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Post: 157
 

Trivella all'estero ancora per poco... Francia e Inghilterra quanti decenni sono che provano a buttarci fuori dalla Libia?
Dopo aver destituito un Gheddafi che reclamava oro da altri e carta straccia da noi (si faceva pagare in azioni FIAT come contropartita per il petrolio), ecco che quasi riescono ad accordarsi su un governo di unità nazionale per tagliarci fuori dal business


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marcopa
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Post: 8306
 

da www.lecorvettedellelba.blogspot.it

I legami tra guerre e questione energetica sono strettissimi,

se vediamo quali sono state le ultime guerre (Libia,Iraq, Siria, Afghanistan, Yemen), se vediamo quali sono i paesi maggiori produttori e con maggiori risorse (Arabia s: Venezuela, Russia, USA, Qatar, Iran, Iraq, Nigeria),

capiamo al volo il nesso tra energia e guerre.

Nei primi anni 2000 su questo sono stati fatti in Italia anche alcuni convegni.

Allora, in occasione del referendum del 17 aprile, sarebbe utile partecipare alla campagna come gruppi impegnati contro le guerre, approfondire il tema, magari dedicare ad esso una giornata con iniziative diffuse in tutta Italia. Ognuno potrebbe affrontare il nesso alla maniera che preferisce, es. No guerra No Nato No Trivv----o dal punto di vista della nonviolenza.

Io cercherò di fare tutto questo, ma voglio mandare subito questa idea in giro anche senza aver formulato ancora proposte e aver individuato temi specifici, perché il tempo a disposizione non è molto.

Invio il messaggio anche ad alcuni amici della nonviolenza ricordando che questo nesso era ben chiaro a Nanni Salio, studioso della nonviolenza e di professione professore di fisica, scomparso recentemente.


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LinCad
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Chi ha deciso di schierare il Pd per l’astensione? Chi rappresenta?».

Non so cosa darei per saperlo!

😆 😆 😆


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MarioG
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3055
 

I legami tra guerre e questione energetica sono strettissimi,...

Giusto

capiamo al volo il nesso tra energia e guerre.

Massi', nessuno ne dubita, fin da quando l'energia erano gli schiavi.

Allora, in occasione del referendum del 17 aprile, sarebbe utile partecipare alla campagna come gruppi impegnati contro le guerre,

Eh, no, "allora" niente!

Ognuno potrebbe affrontare il nesso alla maniera che preferisce, es. No guerra No Nato No Trivv----o dal punto di vista della nonviolenza.

Massi', affrontiamolo come preferiamo!
Certo, se uno passa dal no Nato al no Trivv, puo' passare anche dal no Trivv al no cavatappi...

Qui si parla di estrarre un po' di gas che fortunatamente sta li' sottocosta (non bisogna dichiarare guerra a nessuno per prenderlo...), e si tira fuori il "no nato"!
Ma in che universo percettivo vivete?


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ilcomplottista
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Registrato: 2 anni fa
Post: 203
 

Mi sembra che ci sia molta disinformazione sull'argomento, perchè questo referendum non è per trivellare o meno, ma per far smettere l'estrazione in una trentina di giacimenti, una volta scaduta la concessione, e non all'esaurimento del giacimento.
E' il solito fumo negli occhi per la gente, ma il grande problema rimane, ed è quello delle centinaia di richieste che ha l'Italia per iniziare le ricerche da parte di compagnie straniere. L'assurdo è che secondo i dati ufficiali, nel nostro sottosuolo vi è complessivamente una quantità esigua, paragonabile al consumo dell'intera Svizzera per qualche mese. E allora - mi chiedo - perchè tutti vogliono trivellare in Italia? Sicuramente i dati ufficiali sono falsi, in modo tale che le compagnie petrolifere paghino quasi nulla per accaparrarsi una concessione che sulla carta rende poco e che impegnerà pochissimo nel pagamento delle royalties ai territori sopra ai giacimenti.
E il resto sono mazzette da distribuire a pioggia per i favori resi.
Ecco perchè c'è chi spera che non si raggiunga il quorum, per lasciare le cose come stanno. L'importante non è il referendum, ma smascherare chi diffonde dati così ridicoli ed esigui su quanto c'è nel nostro sottosuolo.


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marcopa
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 8306
 

Caro Mario, il nesso guerra/energia è davvero fortissimo.

Per esempio..., domani sono 5 anni dall' inizio dei bombardamenti francesi sulla Libia, ai quali sono seguiti quelli di tutta la Nato soprattutto partendo da aeroporti italiani.

" Una rivoluzione energetica è possibile e colpirebbe molti paesi guerrafondai."

Questa frase è assolutamente vera e dimostrabile, ovviamente secondo me. Ma penso che nessuno che conosca la questione energetica e la geopolitica potrebbe contestarla


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