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I misteri di casa Agnelli


Tao
 Tao
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“Una Nazione che non conserva il vincolo tra i suoi membri viventi ed i loro antenati è prossima a scomparire, così come intristisce l’albero cui sono state tagliate le radici. Ciò che eravamo ieri lo siamo ancora oggi.” (Heinrich Von Sybel)

Così Margherita riaprì gli armadi proibiti della Fiat

Roma 1 giugno (La Velina Azzurra) - La stampa italiana ha trattato subito con sufficienza la nuova battaglia interna che scuote gli Agnelli presentandola come una semplice lite di famiglia per l’eredità dell’Avvocato. L’impressione è che si tratti di ben altro. Margherita, figlia del defunto capo della dinastia e sua unica erede insieme alla madre Marella Caracciolo, ha aperto un giudizio in tribunale con la richiesta di ottenere un chiaro rendiconto dell’enorme patrimonio lasciato dal padre. La sua ostilità nei confronti del clan che controlla e gestisce l’ex impero Fiat è evidente da anni.

Si sa che Luca di Montezemolo, presidente di Fiat, Confindustria, Ferrari e altro, non si occupa affatto del gruppo. L’amministratore delegato Sergio Marchionne è totalmente immerso nell’opera di risanamento industriale.

Il potere finanziario è esercitato da alcuni vegliardi (come Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens) nel ruolo di consiglieri-educatori dei giovanissimi John-Jakob, Lapo e Ginevra). Dei figli di prime nozze di Margherita si può dire che stanno imparando a fare i manager, non di più. In realtà nessuno sa chi davvero sta pilotando le scelte di fondo della Fiat. Ecco la vera questione aperta da Margherita.

La figlia dell’Avvocato ha avuto 3 figli dal suo primo marito, il giornalista Alain Elkan, figlio dell’allora numero uno della comunità ebraica francese. Ed ora sostiene di combattere nell’interesse dei 5 figli di secondo letto, avuti dal successivo matrimonio con il banchiere di origine russa Serge de Palhen. Nel 2004, all’indomani della morte di Gianni quando la Fiat era -oppure sembrava- sul punto di morte, Margherita sollevò subito il problema e venne accontentata con una fetta immobiliare del patrimonio Fiat. Ma è da dubitare che in quella occasione ella abbia rinunciato effettivamente ad ogni altra pretesa, come sostengono Gabetti e Grande Stevens. L’impressione è che Margherita, sentendosi raggirata e defraudata, abbia deciso di attaccare di nuovo.

Continuano perciò le faide e i misteri della Fiat. L’odio evidente di Margherita Agnelli verso il gruppo di potere di cui fa parte il suo stesso primogenito John Elkan ci riporta al clima torbido che seguì l’atroce morte di suo fratello Edoardo, volato giù da un cavalcavia, probabilmente suicida. Edoardo Agnelli era l’erede “impossibile” dell’Avvocato, un ragazzo sensibile e infelice, che una perfida campagna di dicerie aveva tenuto lontano dai vertici del gruppo, screditato e isolato dal clan contro il quale adesso è scesa in campo la sorella Margherita. Il dato di fatto è che i due figli di Gianni Agnelli vennero entrambi tagliati fuori dalla guida dell’impero Fiat, uno bollato come drogato e come pazzo e l’altra perché considerata una specie di fattrice capace solo di fare figli. L’anziano Avvocato dette il suo consenso all’operazione indicando come suo erede i due giovanissimi fratelli Elkan. Sembra la trama di un grande complotto. E magari, lo è davvero.

Claudio Lanti
La Velina Azzurra N. 17 del 1.6. 2007
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