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Il ‘Mea Culpa’ di Matteo Salvini


Rosanna
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Il ‘Mea Culpa’ di Matteo Salvini
Se il segretario della Lega vuole puntare sul rafforzamento di un partito che possa guardare a tutto il Paese, senza distinzioni geografiche, dovrà certamente aumentare le distanze che lo separano dall’ennesima idea di centro destra di Silvio Berlusconi. Altrimenti, che senso avrebbe parlare ancora di superamento della classica dicotomia destra-sinistra?
di Roberta Barone - 2 dicembre 2014

In Francia lo chiamano “il cugino italiano”, in Italia il “comunista padano”. Parliamo di Matteo Salvini, di una Lega che aspira ad assumere nuove sembianze e che sembra aver abbandonato i presupposti con la quale è stata originariamente battezzata. Non più la forza politica settentrionale che, come diverse volte è successo nel corso degli anni, spara a zero sui difetti meridionali, su mafia, corruzione e spreco per poi cadere nella stessa trappola che veniva denunciata (vedi il caso “Lega ladrona” sui finanziamenti pubblici).

Matteo Salvini, preparandosi a levare l’etichetta del Nord al partito di cui è Segretario, si guarda allo specchio e recita un ‘Mea Culpa’ a nome di tutta la Lega nei confronti di quel Sud troppe volte isolato e quasi sempre sottovalutato: “Cosa mi ha fatto cambiare idea sui meridionali? Sono i fatti, probabilmente il Sud lo conoscevo poco, ho fatto e abbiamo fatto degli errori”, sono le risposte di Salvini in un’intervista su Rtl, “Adesso sono stra-convinto che l’Italia o si salva tutta, da Nord a Sud, o non ce n’è per nessuno”. Il messaggio è chiaro: se si vuole quanto meno provare a regalare maggiori speranza a questo Paese, a risolvere problemi come la disoccupazione, l’immigrazione, l’uscita da questo modello di Europa, allora la strada da percorrere è solamente quella dell’unione. Una riunificazione- nella sua accezione politica- tra quel Nord federalista figlio di Bossi e quel Sud indipendentista che da sempre rivendica la sua autonomia dal Governo nazionale. Insomma una unione che, contrariamente a quanto si possa pensare, non ha assolutamente intenzione di cancellare la parola “indipendenza” dal suo vocabolario ma altresì quella di anteporre a tali problemi, questioni per adesso ben più grandi.

Se ci riferiamo, ad esempio, al progetto politico di uscire dall’Euro al fine di distruggere questa Europa delle banche e del rigore finanziario e di ricostruire una nuova Europa dei popoli sovrani, è chiaro che un passo del genere non potrà mai essere avanzato senza una compatta volontà e coesione interna. Sbaglia infatti chi, in questo passaggio, non ricollega la necessità di un superamento della vecchia “dicotomia destra-sinistra” tesa a sfondare le barriere dell’illusione democratica. E’ innegabile che proprio Matteo Salvini, lo stesso che ormai occupa gran parte dello spazio televisivo italiano e dei giornali nazionali, si sia fatto largamente apprezzare dalle masse per la presentazione di una nuova forma di fare politica. Una politica che, oltre a lievitare i suoi consensi nel bel mezzo di una evidente crisi interna del Movimento Stelle, ha rappresentato per molti la risposta (dura, certamente e per questo molto criticata dai mass media) alle troppe problematiche che attanagliano questo Paese (il caso Tor Sapienza, i rom, il razzismo “al contrario”, la crisi sempre più massacrante, l’uscita dall’Euro ecc..).

“Sull’Europa, e lo dico da europarlamentare, non sono assolutamente disposto a mediazioni, perché questa Europa è irriformabile così come è, è da abbattere e ricostruire da capo in maniera più trasparente e fondata sul lavoro, non sulle banche, sui vincoli”, continua a ribadire Salvini, “Su questo Berlusconi deve decidere, non può stare un giorno qui un giorno là”. A dover decidere però non è solo Berlusconi. Se Salvini vuole puntare sul rafforzamento di un partito che possa guardare a tutto il Paese, senza distinzioni geografiche (e abbracciare di conseguenza le linee politiche lepeniste), dovrà certamente aumentare le distanze che lo separano dall’ennesima idea di centro destra di Silvio Berlusconi. Altrimenti, che senso avrebbe parlare ancora di superamento della classica dicotomia destra-sinistra?

Mentre al Sud c’è chi, stretto da un cappio al collo, si aggrappa alla più facile soluzione politica che possa rispondere alle proprie esigenze, dall’altro c’è chi ancora aggrotta le sopracciglia dinnanzi il lento corteggiamento di Salvini. Di sicuro però questa eccessiva spettacolarizzazione che sembra aver colpito anche il “leader rivoluzionario” (basta vedere la nuova copertina di “Oggi” con protagonista un Salvini a petto nudo ed una cravatta verde al collo) non aiuta certamente a sperare in una reale alternativa che possa discostarsi dall’attuale metodo di fare politica.

http://www.lintellettualedissidente.it/italia-2/il-mea-culpa-di-matteo-salvini/


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Matt-e-Tatty
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Post: 2484
 

In Francia lo chiamano “il cugino italiano”,

Se un francese mi chiama cugino, gli spiego che per fortuna non siamo parenti e nemmeno lo diventeremo mai.
Anzi, non gli spiego niente, lo meno così divento il suo cugino cattivo e non mi vene più a trovare.

Se ci riferiamo, ad esempio, al progetto politico di uscire dall’Euro al fine di distruggere questa Europa delle banche e del rigore finanziario e di ricostruire una nuova Europa dei popoli sovrani...

“Sull’Europa, e lo dico da europarlamentare, non sono assolutamente disposto a mediazioni, perché questa Europa è irriformabile così come è, è da abbattere e ricostruire da capo

Secondo me abbiamo già dato, la abbattiamo e pietra sopra.


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Saysana
Honorable Member
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Post: 530
 

Il comunista padano?

Salvini e' nero come la pece.


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Matt-e-Tatty
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2484
 

Il comunista padano?

Salvini e' nero come la pece.

C'è chi usa questo temine per il PD...


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Primadellesabbie
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 5039
 

...Salvini e' nero come la pece.

Per i seguaci di Lombroso (spero non esistano): lo ho visto una volta alla tv e mi pare abbia una caratteristica che lo accomuna a...La Russa.

Guardatelo parlare, ha la parte superiore del viso immobile ed inespressiva, di modo che sembra che la bocca sia indipendente dal resto, vive e parla da sola.

Quando mi é capitato di vedere l'altro, parlare e accalorarsi, ho avuto la sensazione di provare la morbosità che, dicono, avesse Leonardo che seguiva di nascosto i malformati per vedere come si muovevano.


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