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Il made in Italy nel mercato globale. Del sesso


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Trecentocinquanta escort moltiplicato seicento euro moltiplicato i procacciatori iniziali e gli utilizzatori finali non sono né un caso di malcostume né l'infezione di qualche mela marcia dentro un cesto di mele sane. Sono la prova provata di un sistema di corruzione economica, politica e morale che fa delle donne - e all'occorrenza anche degli uomini, nel caso di «utilizzatori» omosessuali come Angelo Balducci - una tangente come un'altra, del sesso un consumo a pagamento, della prostituzione un pozzo di sfruttamento. E' il sistema Tarantini venuto alla luce con il caso D'Addario, che il sistema Anemone & Co. venuto alla luce con le inchieste sulla «cricca della Ferratella» conferma e generalizza. Al punto che perfino Il Giornale - fin qui leader della controinformazione di governo basata sulla riduzione del sistema suddetto a intoccabile libertà di comportamento sessuale non spiabile dal buco della serratura - deve gettare la spugna e rassegnarsi a sbattere il mostro in prima pagina: un'altra crepa nella corte del Principe.

Il mostro ormai sappiamo com'è fatto. Ci sono gli imprenditori in cerca di appalti, e ci sono i funzionari della cricca disposti a darglieli, ma non gratis. Volano soldi, servigi, regalìe. Ma soprattutto donne: donne-tangenti, il nuovo distintivo della corruzione made in Italy. Servono a più usi. Prestazioni sessuali, ma anche marcature di status: un tocco di classe ai pranzi, alle cene, alle inaugurazioni. Anemone, Ballari e, sembra, altri imprenditori procurano e pagano, dai 500 ai 5000 euro secondo i casi e secondo le ragazze, De Santis e Della Giovanpaola usufruiscono, De Santis per centocinquanta volte per stare solo a quelle intercettate. Però più se ne sa, più il mostro si arricchisce di fattezze sinistre.

La prima. Sono russe, ucraine, venezuelane, cubane le ragazze del giro. Reclutate via Internet e ben piazzate, aggiungono le cronache, nel jet-set romano dei calciatori, dei politici, degli attori. Il lessico modaiolo però non faccia velo alla sostanza: che si chiamino escort o, come più caserecciamente le definiscono i loro patròn, «zoccole», che si contattino in Rete o a casa, che vestano firmato o taroccato, che frequentino calciatori o grigi funzionari, si tratta con ogni evidenza di un giro che avvicina pericolosamente la corruzione made in Italy alla tratta internazionale della prostituzione. Perdente nella globalizzazione economica e politica, l'Italia si guadagna così i suoi punti nel mercato globale del sesso, e non solo per i clienti che notoriamente fornisce in gran quantità ai «paradisi sessuali» raggiungibili low cost nel week end. Del resto, si capisce perché: «Queste russe parlano poco, non sbroccano e non fanno casino», parola di Simone Rossetti (già noto come l'organizzatore dei massaggi di Guido Bertolaso): altro che quelle rompiscatole delle italiane.

La seconda. Come di fronte alla scoperta del sistema Tarantini, così di fronte al sistema Anemone &Co non cessano le lamentazioni sulla privacy violata e sulla colpevole istigazione al voyeurismo delle intercettazioni, ritenute laterali o superflue ai fini dell'inchiesta: che c'entra il sesso con la corruzione, e perché sputtanare gli indagati mettendo in piazza i loro comportamenti sessuali? Ma qui non siamo di fronte ai messaggini d'amore di Anna Falchi a Stefano Ricucci. Qui la donna-tangente è il cardine del sistema di corruzione. Non solo. Gli utilizzatori finali della prostituzione, ce l'ha insegnato quel genio di Ghedini, non sono penalmente perseguibili. Ma i reclutatori sì, e gli sfruttatori anche, almeno fino al prossimo decreto sull'interpretazione corretta della legge.

Ida Dominijanni
Fonte: www.ilmanifesto.it
12.03.2010


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