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Il Manifesto in liquidazione: firmato il decreto


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 33516
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La notizia che tanti temevano alla fine è arrivata: è stato firmato il decreto di liquidazione del Manifesto. Ora le possibilità che lo storico quotidiano comunista non chiuda sono davvero al lumicino. Da tempo i conti del giornale erano pesantemente in perdita e ora si è arrivati al passo finale.

Quali scenari? Nei prossimi giorni arriverà il liquidatore nominato che valuterà i bilanci e deciderà cosa fare. Direzione e giornalisti, nel frattempo, stanno preparando un piano editoriale di salvataggio per garantire anche in questa fase la continuità delle pubblicazioni, anche se in forma ridotta.

Ma ovviamente non c'è alcuna garanzia che questo accada. La decisione sarà del liquidatore e dovrà essere presa dopo una attenta valutazione dello stato finanziario. Il che, dati i conti disastrati, non lascia spazio a molto ottimismo. Tuttavia i giornalisti sono decisi a non mollare e a lottare fino all'ultimo istante. Domani, stando a quanto filtra dalla redazione, ci dovrebbe essere una conferenza stampa con maggiori particolari su cosa è accaduto e sulle prospettive del Manifesto.

Fonte: http://www.globalist.it/
8.02.2012


Citazione
ComeDonkeyKong
Trusted Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 92
 

Il manifesto non ha più fondi per andare avanti, e l'incubo che più volte si era affacciato negli anni passati è oggi una realtà.
Tuttavia è sconcertante come, in particolare negli ultimi 5-6 anni, il manifesto non si sia reso conto di ciò che gli accadeva intorno, di come cambiavano le prospettive, e, soprattutto, di che tipo di esigenze avesse una buona parte dei lettori. Hanno deciso di mantenere una linea politica ed editoriale fallimentare, ingabbiandosi tra buonismo e luoghi comuni, e perdendo circa la metà dei lettori, proprio negli anni in cui più si sentiva il bisogno di una voce forte, di una posizione intransigente.
Dopo aver perso firme molto valide, come, ad esempio, Stefano Chiarini e Franco Carlini, non hanno saputo far altro che riciclare le sciocchezze promosse dai loro concorrenti più rozzi e famosi, timorosi di affrontare con il dovuto piglio critico il sistema, di proporre letture alternative delle realtà contemporanee, e dunque di affermare delle culture antagoniste.
Il risultato è che il manifesto si è ridotto a degno specchio di prc-pd: un fallimento primariamente culturale, indotto da scelte che portano a condividere i principi generali del liberismo, e a criticarne solo qualche epifenomeno, proprio in una fase storica in cui emergono in tutta la loro evidenza il fallimento e la ferocia intrinseca del liberismo stesso e le sue parentele con la catena di aggressioni neocoloniali che si succedono in questi anni.
Insomma, per usare metafore sportive, il manifesto ha fallito una serie di reti a porta vuota, o per stanchezza, o per incapacità totale, oppure per essersi accordato in precedenza con i suoi avversari sul risultato finale. In tutti i casi, non poteva che finire in questo modo, e la cosa che più mi dispiace è che la sorte del manifesto, che un tempo mi stava molto a cuore, mi lascia completamente indifferente. Non rimpiangerò neppure la parte del giornale dedicata alla cultura, dal momento che è - anch'essa - notevolmente decaduta negli ultimi anni.


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