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Il petardo di Bonanni


pietroancona
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Secondo copione tutto l'establiscement della oligarchia italiana si è radunata attorno a Raffaele Bonanni, vittima della contestazione di un gruppo di giovani durante la Festa del PD di Torino per stigmatizzare l'accaduto ed invocare un giro di vite poliziesco, addirittura una preventiva (?) repressione del dissenso. Lo stesso Bonanni, dopo una prima reazione abbastanza contenuta, ha aggiunto benzina al fuoco sostenendo che c'era l'intenzione di fargli del male. La studentessa che ha lanciato il petardo fumogeno è stata subito individuata, non so ancora se arrestata, e già i giornali sanno che "frequenta" il centro sociale "askatasuna" e presto ci diranno vita morte e miracoli della ragazza e dei suoi compagni di contestazione.

Ho visto la scena in tv. La cosa che mi ha maggiormente colpito è stata l'isterica gesticolazione di Enrico Letta, il suo braccio teso minacciosamente verso i giovani, la sua pesante ed irresponsabile affermazione: "Noi e voi non abbiamo niente in comune, voi con noi non c'entrate niente", una sorta di scomunica reiterata diverse volte contro giovani che potrebbero anche sbagliare ma non possono essere trattati come delinquenti da un dirigente politico di primo piano, dal vicesegretario nazionale del PD.

Letta ha anche redarguito la polizia contestandole di non avere saputo prevenire ed impedire la contestazione. Ha testualmente detto: "ci sono state assolute falle nel sistema della sicurezza da parte delle forze dell’ordine. Non essere in grado di gestire la situazione significa che qualcosa è sfuggita di mano: la situazione poteva trasformarsi in un dramma. Ritengo che siano stati compiuti reati gravi e spero che si analizzi fino in fondo per capire cosa è successo". Non credo che il lancio di un fumogeno sia "reato grave" e ritengo inquietante l'invito ad analizzare fino in fondo. E' un invito a schedare tutti? E se fossero già tutti schedati? Sono mai stati considerati "reati" gravi i lanci dei fumogeni durante le partite di calcio?

Si è subito parlato di Centri Sociali. I Centri Sociali sono i Rom della politica italiana. Criminalizzati e scacciati dalle loro sedi che magari dopo vengono concesse ai Centri Pound sono classificati come gli anarchici tra gli eversori. L'accusa di terrorismo nei loro confronti è sempre sulla punta della lingua della destra al potere. Sacconi ieri ha evocato appunto il terrorismo nel suo messaggio di solidarietà a Bonanni. Della repressione dei giovani dei centri sociali e degli squatters si sa molto poco perchè il loro isolamento politico è totale: la sinistra italiana si è sempre tenuta a distanza da questa esperienza che nasce dalla emarginazione sociale e che costituisce una risposta comunitaria spesso di grande interesse culturale. Sono rari i politici che frequentano i centri sociali e si occupano dei loro problemi. Spesso questi giovani non votano perchè non si aspettano niente dalla politica e dalle istituzioni democratiche. Si considerano paria, esclusi e alcuni di loro si autoescludono per sfiducia..

La contestazione di ieri è germinata dalla anomalia della situazione italiana in cui potenti confederazioni sindacali sono schierate con il padronato e sottoscrivono la sua agenda di spoliazione dei diritti dei lavoratori. In quale Paese del mondo i sindacati anzicchè dare miglioramenti ai loro rappresentati ne tolgono? Se mettete in fila tutti gli accordi stipulati dal 1992 a questa parte non c'è ne uno solo che dia qualcosa ai lavoratori. Venti anni di trattative nelle quali il padronato si è ripreso quello che era stato strappato dalle generazioni precedenti e dalla fase di normalità dell'Italia in cui i sindacati erano espressione dei lavoratori e tutelavano i loro diritti.
Ma questi sindacati, la Cisl e l'Uil in particolare, non si limitano a togliere diritti nelle trattative con le loro "controparti". Anche nel rapporto con il Governo e con il Parlamento si distinguono per una inquietante riforma del diritto del lavoro. In atto in Parlamento giace il cosidetto "collegato lavoro" che attacca l'art.18 . La legge Biagi che ha rovinato sei milioni di giovani precarizzandoli a vita ed è stata scritta dallo stesso Raffaele Bonanni che si vanta di esserne coautore assieme a Sacconi.

Proprio ieri era riunito il Comitato Centrale della Fiom per decidere come fronteggiare un gravissimo attacco alle stessa fondamenta della coesione sociale: la deroga dal ccnl con la quale si apre la strada dell'abbassamento senza fine dei salari e della manipolazione dei diritti sanciti dai contratti. Bonanni attacca la Fiom, unica resistenza attiva contro questo piano di destabilizzazione sociale del padronato e la ingiuria come estremista e fondamentalista. Bonanni si schiera con la Marcegaglia e conduce con questa le danze verso una totale deregolation del lavoro. L'Italia viene riportata a prima della nascita del movimento operaio e del sindacato. L'obiettivo è renderla appetibile come la Tunisia e spostare una altra consistente fetta di Pil dal monte salari ai profitti ed alle rendite.

Lo scandalo italiano non è nel petardo della studentessa ma nello straripante potere della destra. E' anomalo che un sindacato non difenda i lavoratori ma sottoscrive accordi con il padronato che li danneggiano. E' anomalo un grande partito di opposizione che è anche partito della Confindustria e si contende i favori di questa con il partito al governo. E' anomalo in Paese in cui il Ministro alle Riforme e capo della Lega minaccia di sfiduciare il governo di cui fa parte e di organizzare una marcia su Roma di dieci milioni (sic) di padani. L'eversione non è rappresentata dalla studentessa e dai cartelloni diligentemente preparati dai giovani contestatori. L'eversione è nel sovversivismo delle classi dirigenti (per ripetere una frase notissima di Gramsci) e nella anomalia della opposizione che non rappresenta un blocco sociale diverso da quello che appoggia il governo. Venti milioni di lavoratori italiani non hanno rappresentanza politica in Parlamento. L'estremismo nasce dal vuoto lasciato dalla sinistra che diventa destra.

Pietro Ancona già membro dell'esecutivo della Cgil e consigliere del CNEL
Fonte: http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it
9.09.2010


Citazione
radisol
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 8261
 

Contestare qualcuno è legittimo, alla festa del Pd come in qualsiasi altro luogo. Se poi la festa si tiene in una piazza, libera e di tutti, lo è ancora di più. Se quel qualcuno è Bonanni, è giusto persino di impedirgli di parlare. Le prese di posizione che trovano spazio sui giornali e sui tg di ieri e oggi lasciano alquanto dubbiosi per le categorie che si utilizzano (attacco violento, squadrista, ritorno agli anni di piombo) e per le soluzioni (isoliamo i violenti, abbassiamo i toni). Non appena accade un fatto si apre il circo della politica, quello che foraggia i Bonanni e i Letta, quello dei salotti televisivi, quello del volemose bene.

Bonanni è il responsabile di quanto sta avvenendo nel nostro paese con la Fiat e più in generale nel mondo del lavoro. E’ la sponda certa per Confindustria e Governo su qualsiasi argomento. Il sindacato che rappresenta si permette di estromettere un altro sindacato dalla contrattazione e dalla rappresentanza nonostante abbia più iscritti del suo. Quelli come Bonanni sono tra i tanti responsabili delle condizioni di vita e di lavoro che vive la gente, rappresentando gli interessi di chi non ne ha bisogno a discapito di chi lavora.

Togliere la parola a qualcuno non è una cosa così fuori dal mondo, del resto a quanti è tolta parola (e dignità) tutti i giorni per le scelte dei vari Bonanni? I senza voce sono quelli (metalmeccanici o meno) che possono solo subire una vita di ricatti, che gente come “il nostro”, avvallano e perpetrano,. Zittirlo è legittimo punto e basta.

Ora sui motivi della contestazione non entriamo neanche nel merito parchè sono così tanti e chiari che ci sembra di offendere chi legge. Sui modi possiamo spendere qualche parola perché chiamati in causa più volte e nelle maniere più fantasiose. I centri sociali non sono un’entità fuori dal mondo, estromessa dalla quotidianità, con soldati pronti a combattere la prossima battaglia. Sono luoghi dove trovano spazio tutti, lavoratori, studenti o disoccupati che siano, e in quello spazio, non solo fisico, si confrontano ed esprimono le tensioni di questa società. A differenza dei partiti, i collettivi e le soggettività che trovano spazio nei centri sociali intendono la democrazia come una pratica di partecipazione diretta, senza mediatori, senza rappresentanze. I “democratici”intendono la democrazia come un insieme di regole e norme alle quali far sottostare i governati, estromettendosene ed elevandosi a rappresentanti di tutto e tutti. La politica per noi non è un posto di lavoro, non è una carriera alla cui aspirare, è un mezzo per mettere in pratica i bisogni collettivi che questo sistema nega con tutti i mezzi che ha disposizione. Così è normale che vadano anche i centri sociali a contestare Bonanni, perché essi sono la voce di quanti non ce l’hanno, e a differenza dei partiti, senza voler rappresentare nessuno, mettono in pratica quello che molti lavoratori avrebbero voluto fare ma che non possono fare, limitandosi a insultare Bonanni davanti alla televisione.

Altro che abbassare i toni, qui i toni sono da accendere al massimo volume! E’ semplice per politici, opinionisti e sindacalisti patinati fare i discorsi che abbiamo letto sui giornali che richiamano al confronto , alla pacatezza, a tante belle parole. Ci dicono anche che così si rischia di rispolverare la figura del nemico o non quella di semplice avversario. Certo per chi fa parte della stessa cricca è normale che chi schiaccia o collaborare a schiacciare sotto i piedi i tuoi diritti minimi sia solo un avversario, come in una partita a briscola. E se gli devi dire qualcosa, glielo devi dire con gentilezza e abbassando i toni. Per noi non è così, crediamo ancora che esistano le categorie dei nemici, e questo mondo ce lo dimostra giorno dopo giorno, e siccome non partecipiamo a un torneo di carte, ma la partita è la vita di tutti, indichiamo e avversiamo i nemici. Siamo di parte, e lottiamo per una parte sola di questa società: quella che lavora o non lavora, che è sottomessa a chi comanda e chi governa, quella delle fabbriche che chiudono e non sa come arrivare a fine mese. Padroni, proprietari, sindacalisti di mestiere, politici di professione, pennivendoli al soldo dei propri editori sanno far valere le loro ragioni molto bene!

Al resto delle considerazioni non diamo neanche spazio, il ritorno degli anni di piombo, la violenza estrema, lo squadrismo e tante altre parole le lasciamo al vento assieme a quelle tante altre che sentiamo in tv tutti i giorni. Avessimo mai sentito dire a Bersani parole del genere nei confronti degli squadristi veri, dei fascisti in doppiopetto, degli imprenditori delle varie cricche allora potremmo anche prenderle in considerazione.

centro sociale Askatasuna - Torino

http://www.csoaskatasuna.org/


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gelsomino
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Post: 93
 

"Bonanni se l'è cercata " direbbe un altissimo esponente delle istituzioni "democratiche", e gli è ancora andata troppo bene. 8)


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marcopa
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 8303
 

Non ho visto le immagini della contestazione a Bonanni, ho letto solo titoli di giornali che parlavano di fumogeno addosso al sindacalista. I toni sono pero' un po' gli stessi usati verso i contestatori di Schifani che, a quanto ho letto, non hanno tirato niente e contestavano un politico che qualcuno ritiene frequentare troppo disinvoltamente ambienti in odore di mafia. E su questo non c'e' solo qualche articolo di giornale, c'e' anche qualche libro ben documentato. Insomma si paventano violenze ma si criminalizza anche il fischio a un politico chiaccherato. Le chiacchere le porta via il vento..ma se si e' indifferenti anche davanti a sentenze come quella di Dell' Utri, Cuffaro e davanti a quello che e' scritto, non un "si dice", di Cosentino o Verdini, beh...


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