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Informazione Italiana: La Macchina che Produce il Nulla


xl_alfo_lx
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Informazione Italiana: La Macchina che Produce il Nulla

La cronaca di ieri ci consegna una serie di notizie che hanno un certo livello di rappresentazione sui media italiani. E’ interessante valutare la funzione (dis)informativa della stampa esaminando l’esposizione che le varie redazioni hanno deciso di dare alle notizie. E qui viene il bello.

Solo sull’Unità, ex giornale di partito, è possibile trovare con una certa facilità notizie sulle condanne richieste dai pubblici ministeri per i fatti della scuola Diaz durante il G8 di Genova. E’ giusto ricordare che una serie di funzionari di polizia sono accusati di aver fabbricato prove false per vendicarsi di una presunta sassaiola di cui non è stato possibile provare l’esistenza.
A me sembra un fatto grave. Se in una nazione la polizia è così degenerata da rendersi responsabile di atti di questo tipo, allora il problema è serio. Non stiamo parlando di violenza, quella è assolutamente ingiustificabile anche se, in certe situazioni, lo stress la rende comprensibile, ma di un piano preordinato messo in atto da decine di funzionari. Una vera e propria congiura. Incredibile.

Godono invece di ottima esposizione le solite malefatte degli immigrati. Ora scopriamo i moldavi in prima pagina qui, qui e qui. Molto evidente l’ennesima smentita di Berlusconi, a cui ormai tocca il soprannome di Incompreso, ben posizionato il Papa che impartisce lezioni di pace a Ebrei e Musulmani, segue Tremonti che piange miseria, ma promette di sovvertire il Principio di Conservazione, poi un po’ di doping nel Tour de France che ormai è come il panettone a Natale, non può mancare. Come contorno le immancabili tette. Katie Price, Avril Lavigne e le gemelline de La Stampa.

Su tutte le notizie, con esposizione mediatica da 11 settembre, svetta la crociata (a proposito di pace, come mai si chiama crociata e non stelladidavidata o mezzalunata?) del ministro Brunetta contro i falsi malati della pubblica amministrazione.
Brunetta dichiara guerra ai falsi malati, Brunetta: “Visita fiscale dopo un giorno di malattia”, Brunetta: visita fiscale anche dopo un giorno di malattia (a La Stampa si sono sprecati. Hanno aggiunto un “anche” al titolo di Repubblica e hanno fatto il titolone). Il tutto condito da foto del ministro con la faccia cattiva.

E proprio su quest’ultima notizia, quella che riceve maggiore esposizione e sulla quale si ricamerà per giorni che mi piacerebbe fare alcune considerazioni.
Nessuno si chiede chi dovrebbe pagare queste visite visto che costano intorno ai 30 euro ciascuna. Forse le risorse verranno “create” dal nulla dato che Tremonti sta lavorando per sconvolgere i principi fondanti della Fisica. Nessuno ha osservato che, attualmente, non esistono statistiche sugli esiti delle visite fiscali e sopratutto, nessuno ha messo in evidenza che la disposizione di cui si parla tanto in queste ore esiste già dal dicembre 2007.

I dirigenti delle strutture pubbliche sono altresì invitati a concludere, ai sensi dell’art. 15 della legge 7 agosto 1990, n. 241, accordi con le competenti strutture sanitarie, allo scopo di assicurare che ogni dipendente assente per ragioni di salute, venga sottoposto, nella stessa giornata, a visita fiscale. Si precisa altresì che ove la competente struttura sanitaria non sia nelle condizioni di assicurare, nella stessa giornata, la visita fiscale per ogni dipendente assente, le amministrazioni possono comunque concludere accordi, ai sensi dell’art. l7 della legge n. 241 del 1990 con altre strutture pubbliche, allo scopo di conseguire la necessaria valutazione sanitaria.

La realtà dei fatti è proprio che la disposizione esiste, è operativa, ma non viene applicata perché le visite costano, confermano la diagnosi del medico curante nella maggior parte dei casi e, soprattutto, non ci sono medici a sufficienza per farle tutte.

Quindi di cosa stiamo parlando? Quale sarebbe la novità e che informazione ci viene trasferita?

Verrebbe da chiedersi se dietro questo battage pubblicitario non ci sia l’ennesima caccia al consenso populistico o il tentativo di indebolire una categoria in vista dei rinnovi dei contratti di settore. Fatto sta che nessuno si è inventato nulla e che le cose sono esattamente come erano ieri.

Cosa dire della stampa, invece? Dal punto di vista fisico si conferma un interessante sistema di trasformazione. Pur consumando grandi risorse riesce a produrre il nulla. Un decadimento energetico senza dissipazione di calore. Un fenomeno metafisico sul quale non mi stancherò mai di indagare.

http://www.mentecritica.net/informazione-italiana-la-macchina-che-produce-il-nulla/cronache-italiane/mc/4596/


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