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Intercettazioni, approvato il decreto


darkcloud
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Intercettazioni, approvato il decreto.

Ricevuta dalla Camera l'approvazione definitiva per il decreto in materia di intercettazioni illegali

Roma - È giunta oggi, dalla Camera dei Deputati, l'approvazione che apre la strada alla conversione in Legge del Decreto Legge in materia di intercettazioni, che aveva ricevuto il placet del Senato in ottobre dopo la revisione di alcuni articoli del testo presentato dal Consiglio dei Ministri, fra cui quello che riguarda la distruzione dei supporti relativi a intercettazioni illegali.

Proprio in seguito alle indagini su numerosi casi di intercettazioni condotte illegalmente, in quanto non autorizzate dall'autorità giudiziaria, era nata dal Governo la proposta di una normativa più severa: tra le prescrizioni contenute nel provvedimento, è previsto che spetti al GIP (Giudice per le Indagini Preliminari) il compito di disporre in tempi rapidi la distruzione delle intercettazioni raccolte illegalmente, mentre toccherà al Pubblico Ministero chiedere secretazione e custodia degli atti. La norma impone inoltre che si rediga un verbale "in cui si dà atto dell'avvenuta intercettazione o detenzione o acquisizione illecita dei documenti". Il documento deve inoltre dare evidenza "delle modalità e dei mezzi usati oltre che dei soggetti interessati", senza fare alcun riferimento al contenuto degli stessi atti, dati e documenti.

La detenzione consapevole di materiale legato ad intercettazioni illecite comporta il rischio di incorrere in una pena che può andare da sei mesi a quattro anni di reclusione (ma da uno a cinque anni per i pubblici ufficiali), mentre le testate giornalistiche che dovessero pubblicare questo tipo di materiale incorreranno in sanzioni pecuniarie, che potranno essere comminate "all'autore della pubblicazione, al direttore responsabile e all'editore, in solido tra loro". Quanto? "Una somma di denaro determinata in ragione di 50 centesimi per ogni copia stampata, ovvero da 50 mila a 1 milione di euro secondo l'entità del bacino di utenza ove la diffusione sia avvenuta con mezzo radiofonico televisivo o telematico". E comunque la cifra non potrà essere inferiore a 10mila euro.

"Oggi i cittadini possono essere più sereni", commenta il guardasigilli Clemente Mastella, che aggiunge: "A nessuno sarà possibile interferire in vicende personali che nulla hanno a che vedere con gli elementi investigativi". Il Ministro della Giustizia afferma che l'approvazione di questo decreto costituisce "un primo importante segnale dell'avvio di un percorso che vuole conciliare il sacrosanto interesse a ottenere risultati di giustizia con l'altrettanto fondamentale necessità di evitare la possibilità che chiunque si intrometta nella vita dei cittadini con mezzi illegali violandone i diritti fondamentali".

D.B. , da http://punto-informatico.it


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