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Ipocrisia sui bombardamenti in Libia


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Durante la guerra in Libia contro Muammar Gheddafi i cacciabombardieri italiani hanno compiuto migliaia di missioni e centinaia di bombardamenti. “Un’attività intensissima” che però è stata tenuta nascosta all’opinione pubblica “per questioni politiche”. A dirlo è lo stesso capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare, il generale Giuseppe Bernardis, che mercoledì ha presentato il libro edito dalla Rivista Aeronautica Missione Libia 2011. Il contributo dell’Aeronautica Militare”.

Un libro che, a un anno dalla fine dei combattimenti, si pone l’obiettivo di fare luce sul lavoro compiuto dall’aviazione militare italiana, senza i paletti imposti all’ora dal governo e dal politicamente corretto. Bernardis racconta che negli oltre sette mesi di guerra in Libia “è stata fatta un’attività intensissima, che è stata tenuta per lo più nascosta al padrone vero dell’Aeronautica Militare, che sono gli italiani, per particolari esigenze”. Il motivo è chiaro: “Non si voleva che si parlasse di questa missione perché c’era una situazione critica di politica interna”.

Il generale, però, rivendica “con orgoglio” l’attività dell’Aereonautica italiana. “L’unico rammarico che ho avuto – scrive Bernardis nella prefazione del libro – è quello di non aver potuto, durante l’operazione, fornire all’opinione pubblica un resoconto puntuale del nostro operato, per evitare ogni possibile strumentalizzazione”. Poi, parlando a braccio, il generale ha attaccato l’ipocrisia della politica italiana di fronte a determinati temi di politica estera: “A volte per questioni di politica interna si impedisce al Paese di svolgere al meglio il suo ruolo di politica estera, e questo non è possibile”. “Ci veniva detto – spiega ancora il generale – che c’erano dei motivi di opportunità, e noi chiaramente non abbiamo voluto rompere questo tabù che ci era stato imposto”. Proprio per questo motivo il libro sulla missione è uscito solo una anno dopo.

E così, dati alla mano, risulta che dal 19 marzo al 31 ottobre 2011 i caccia italiani della base di Trapani – F16, Eurofighter, Tornado, Amx e altri velivoli – hanno condotto circa 1.900 sortite, per un totale di più di 7.300 ore di volo. Da quando, il 26 aprile, il governo Berlusconi autorizzò le missioni di bombardamenti, ne sono state compiute 456 – tra 310 di “attacco al suolo contro obiettivi predeterminati” e 146 di “neutralizzazione delle difese aeree nemiche” – la prima delle quali appena due giorni dopo l’autorizzazione nell’area di Misurata.

In realtà pare che anche prima di quella data gli aerei italiani fossero pronti a bombardare.

Almeno da quanto emerse il 21 marzo da un’intervista rilasciata ai tg dal maggiore Nicola Scolari, appena rientrato da una missione sopra Bengasi. “È stata una missione di pattugliamento in cui eravamo pronti a reagire per sopprimere radar, ma ieri non abbiamo verificato presenza di radar nemici e così non abbiamo ritenuto di lanciare missili”, dichiarò il maggiore piacentino, scatenando subito una tempesta di polemiche. “Non può esserci un ‘tutta la guerra minuto per minuto’...”, tuonò l’allora ministro della Difesa Ignazio La Russa, invitando i militari a “limitare le informazioni” per motivi di “sicurezza”. Nel frattempo Scolari fu immediatamente rimandato al suo Stormo a Piacenza, dove comunque non ha avuto ulteriori ritorsioni per le sue dichiarazioni e ha proseguito la sua carriera. “Venne mandato via solo perché aveva fatto il suo lavoro”, ha detto Bernardis.

Ferdinando Calda
Fonte: www.rinascita.eu
29.11.2012


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AlbionDoesNotSingAnymore
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Nulla di nuovo per l'italietta eternamente Badogliana che serve il Badrone ''liberatore'' e i suoi interessi invece che se stessa.


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Matt-e-Tatty
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Post: 2484
 

Il generale, però, rivendica “con orgoglio” l’attività dell’Aereonautica italiana. “L’unico rammarico che ho avuto – scrive Bernardis nella prefazione del libro – è quello di non aver potuto, durante l’operazione, fornire all’opinione pubblica un resoconto puntuale del nostro operato, per evitare ogni possibile strumentalizzazione”. Poi, parlando a braccio, il generale ha attaccato l’ipocrisia della politica italiana di fronte a determinati temi di politica estera: “A volte per questioni di politica interna si impedisce al Paese di svolgere al meglio il suo ruolo di politica estera, e questo non è possibile”.

Stia tranquillo generale, i suoi sforzi ed il suo operato non saranno dimenticati dalle italiche genti. Senzaltro, tra qualche decennio verrà eretto un sacrario a sua memoria, come è successo per il suo celebre predecessore.
Impossibilitato a manifestarLe la mia commozzione di fronte alle sue recenti eroiche gesta, andrò a portare il mio tributo sul sacrario di Graziani pisciando sui preziosi marmi alla prima occasione in cui mi troverò a passare in zona... ma ricordi: trattasi di tributo dedicato anche alle sue gesta, lo senta come il mio modesto pensiero anche per lei.


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AlbionDoesNotSingAnymore
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Certo per paragonare Graziani che servi l'Italia nel bene e nel male a questi porci traditori servi dell'Italia antifascista colonizzata dalla NATO ci vuole molto coraggio.
La differenza è evidente e la malafede di chi manipola pure..
E i ''ribelli'' venuti dalle montagne somigliano tanto ai ''ribelli' di Misurata e Bengasi o almeno il badrone ''liberatore'' è lo stesso.


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