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Italiani alla fame, poca carne e spesa al discount


dana74
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il monopolio del dissenso e delle lotte in mano ai politically correct e la società civile depositaria di tutto cioò che è moralmente giusto ECCO A QUALE SITUAZIONE HA PORTATO.
Quando si dice COLLABORAZIONISTI del potere

Italiani alla fame, poca carne e spesa al discount
Istat: nel 2013 spesa famiglie ai minimi da 10 anni

Milano - Meno carne, vestiti, scarpe e vacanze: i consumi delle famiglie italiane sono ai minimi da 10 anni. E' l'Istat che ancora una volta ricorda come la crisi economica stia erodendo sempre più incisivamente il tenore di vita degli italiani.Gli italiani ormai risparmiano su tutto: oltre a diminuire le quantita' ne risente la qualita' del cibo anche se la spesa alimentare nel 2013 resta sostanzialmente stabile passando da 468 a 461 euro al mese. L'Istat spiega che a stringere di piu' la cinghia sono gli operai con un reddito piu' basso e le coppie con figli.

Nel 2013, emerge dai dati, continua ad aumentare sia la quota di famiglie che ha ridotto la qualita' o la quantita' dei generi alimentari acquistati (dal 62,3% del 2012 al 65%), sia quella di famiglie che si rivolge all'hard discount (dal 12,3% al 14,4%).

A farsi notare e' la significativa diminuzione dell'acquisto di carne (-3,2%).
In calo anche la spesa per beni e servizi non alimentari (-2,7%) che si attesta su 1.898 euro mensili: continuano a diminuire le spese per abbigliamento e calzature (-8,9%), quelle per tempo libero e cultura (-5,6%) e quelle per comunicazioni (-3,5%). Nonostante il calo sia piu' marcato nel Nord (dal 4,8% si scende al 4,3%), e' nel Mezzogiorno che piu' frequentemente si cerca di ridurre tali spese: piu' di un quinto delle famiglie dichiara di aver diminuito, rispetto all'anno precedente, la quantita' di vestiti e scarpe acquistati e di essersi orientato verso prodotti di qualita' inferiore (contro un 17,2% osservato a livello nazionale).

Sempre nel Mezzogiorno, aumenta, dal 17% del 2012 al 18,8% del 2013, anche la quota di famiglie che li acquista al mercato (dal 13,6% al 15,6% a livello nazionale).

La quota di spesa per arredamenti, elettrodomestici e servizi per la casa si contrae ancora (dal 5,1% del 2011, scende al 4,8% del 2012 e al 4,6% del 2013), a seguito della diminuzione delle spese per elettrodomestici (lavastoviglie, lavatrice, frullatori, ferri da stiro, eccetera), per mobili e per personale domestico, in particolare quello per assistenza ad anziani e disabili.

La progressiva diminuzione caratterizza anche la spesa per il tempo libero e la cultura (la quota dal 4,2% del 2011 passa al 4,1% del 2012 e al 4% del 2013); le famiglie riducono soprattutto la spesa per praticare attivita' sportive e per l'acquisto di articoli sportivi, per cinema, teatro, giornali, riviste, libri, giocattoli, lotto e lotterie. In lieve diminuzione anche le spese per gli abbonamenti televisivi.

Nel 2013, a seguito della diminuzione del prezzo dei carburanti, diminuisce la quota di spesa destinata ai trasporti (pari al 14,2%) che, dopo l'aumento osservato nel 2012 (quando si era attestata al 14,5%), torna sui livelli del 2011; l'andamento e' piu' accentuato nel Nord (dal 15,3% al 14,7%) ed e' dovuto anche alla riduzione delle spese per la manutenzione e la custodia dei veicoli, per l'acquisto di automobili sia nuove sia usate e per i biglietti aerei.
Nel 2013, il 16,7% delle famiglie vive in un'abitazione presa in affitto (erano il 16,9% nel 2012 e il 18% nel 2011), sostenendo una spesa media mensile pari a 394 euro, variabile tra i 445 euro delle regioni del Centro e i 313 euro del Mezzogiorno.

Tra le famiglie che vivono in abitazioni di proprieta' (il 73,4%), il 16,6% paga un mutuo, quota pressoche' stabile rispetto all'anno precedente. Questa voce di bilancio (che interessa poco piu' di 3 milioni di famiglie), pur non essendo una spesa per consumi (configurandosi piuttosto come un investimento), rappresenta un'uscita consistente pari, in media, a 499 euro al mese, che sale a 510 euro nel Nord e a 533 euro nel Centro.

Nel 2013, la spesa media mensile per famiglia e' pari, in valori correnti, a 2.359 euro (-2,5% rispetto all'anno precedente). Anche in termini reali, la spesa e' diminuita tenendo conto dell'errore campionario (0,6%) e dell'inflazione (+1,2%). Si tratta dei livelli piu' bassi dal 2004, quando era di 2.381 euro.
8/7/2014

http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=106425&utm_medium=referral&utm_source=pulsenews


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pasquale50
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Dicaimo le cose come stanno..al Sud la crisi si sente eccome, ma al Nord e specialmente nel vecchio "ricco" Piemonte e Veneto, molte persone sono alla fame più totale..
Perchè ad esempio i prezzi degli alimentari (certo non tutti) nel sud Italia sono estremamente più bassi rispetto alle grandi città del Nord.

Ad esempio in Sicilia molte volte è facile trovare qualcuno in mezzo ai campi che raccoglie pomodori, peperoni.. per maggiare..un coltivatore se conosce le difficoltà di quelle famiglie chiude un occhio o spesso decide di lasciare una piccolissima parte del raccolto per i bisognosi..

Nelle città come Torino, Verona..Genova, i poveri possono solo guardare nei cassonetti, andare alla caritas oppure come capita di frequente cercare di rubare qualche busta di formaggio..
Insomma il paese è allo sfascio più totale mentre una volta (circa 20 fa) i poveri erano solo 3,5 Milioni oggi siamo oltre ai 7..e ad essere colpiti sono tutte le fasce di età


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DICKENS77
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Fortunato chi li ha 2300 euro al mese per poterli spendere!


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Eshin
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2300
😯

Chi - dove?


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dana74
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2300 euro all'ANNO forse


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uomospeciale
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In effetti è un vero e proprio DISASTRO, e se almeno nelle campagne in molti più o meno la scampano coltivandosi gli orti, tenendosi qualche gallina, riscaldandosi con stufe a legna, e rispolverando la pratica del baratto di generi alimentari con i vicini, nelle città va spesso molto peggio.
La situazione nelle sempre più povere e degradate periferie delle città dove la rete di amicizie e solidarietà tra vicini è quasi inesistente, sta diventando drammatica.

Per le persone a basso reddito in affitto è un'attimo scivolare nell'indigenza più totale, e bastano pochi mesi senza lavoro per ritrovarsi in pratica ad essere dei barboni......
Spesso basta anche solo una boletta troppo alta, una spesa imprevista, o una multa non pagata ad innescare la spirale che porta in pochi mesi all'indigenza.
E una volta che si è diventati dei senzatetto è quasi impossibile riuscire a rimettersi in piedi.

http://www.youtube.com/watch?v=Z5BmvEjGFco

http://www.youtube.com/watch?v=sFRqoHwOsFY

Anche la cosidetta "classe media" che fino a qualche anno fa si considerava al sicuro almeno dalla povertà, non lo è più.....
Se una volta perso il lavoro o chiusa la ditta in proprio si commette l'errore di non chiudere immediatamente la partita iva , ogni pendenza con il fisco, e ridurre drasticamente FIN DA SUBITO il proprio tenore di vita, si rischia di esaurire ogni risparmio nel giro di pochissimo tempo, ritrovandosi alla mensa dei poveri prima ancora di rendersene conto.

Io non capisco come facciano i vari politici e i vari banchieri responsabili di questo sfacelo a dormire la notte.....
Come fanno?
Persino chi non è responsabile o colpevole di nulla ma per sua fortuna sta "benino" vedendo certe scene spesso si sente in imbarazzo, quasi in "colpa" per il solo fatto di non dover rovistare nella spazzatura in cerca di cibo o di non dover dormire in macchina.....

Povera italia come ti hanno ridotta!

😥 😥


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helios
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Nelle città come Torino, Verona..Genova, i poveri possono solo guardare nei cassonetti, andare alla caritas oppure come capita di frequente cercare di rubare qualche busta di formaggio..

a Verona è ancora peggio. Le persone non possono nemmeno offrire pasti ai bisognosi che devono andare SOLO alla Caritas.
Se si viene sorpresi a dar da mangiare a qualcuno si hanno grane.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/23/verona-ordinanza-vieta-di-dare-da-mangiare-per-la-strada-a-senza-tetto-e-vagabondi/961799/

Di fatto viene bandita la solidarietà sotto qualsiasi aspetto con le conseguenze che vediamo in tutta la società.


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