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Jhon Kleeves su l'omicidio Biagi e D'Antona


marita91
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Gli omicidi di Massimo d'Antona e Marco Biagi secondo John Kleeves

Agente 007: le rivendicazioni si sbagliano anche due volte

di John Kleeves, 20 maggio 2002

A suo tempo, io non credetti che Massimo D'Antona fosse stato ucciso per il
suo lavoro di consulente del ministro del Lavoro Treu. Come scrissi su La
Padania del 1 giugno 1999, per me si era trattato di un avvertimento di
tipo mafioso ordinato dagli USA e indirizzato in primis al presidente del
Consiglio, che guarda caso si chiamava Massimo D'Alema, e poi a tutto
l'establishment politico italiano, che sembrava scosso dai feroci
bombardamenti della NATO in Jugoslavia e al tempo cercava (ricordate?) di
mediare una tregua che Washington vedeva come fumo negli occhi. Dopo,
infatti, in Italia di tregua ai bombardamenti non si parlò più, e senza che
nessuno nel trambusto se ne accorgesse. Nella mia interpretazione dunque la
rivendicazione delle Brigate Rosse era fasulla (come la stella a cinque
punte dei comunicati, perfettamente simmetrica mentre quella originale era
sbilenca); D'Antona era stato scelto giusto perché aveva un nome che
assomigliava a quell'altro; e i killer appartenevano a un qualche Servizio
Segreto di un qualche Stato, non necessariamente gli USA (l'Italia è piena
di agenti di Paesi tirapiedi degli USA, e che come quelli americani godono
dell'immunità assoluta, cioè della licenza di uccidere, di uccidere
italiani si intende: ci sono israeliani, turchi, inglesi, altri assortiti).
A conforto di questa tesi è venuto poi il fatto che gli autori del delitto
D'Antona a tuttoggi non sono stati scoperti. Difatti, se la tesi è esatta,
non lo devono essere; almeno non quelli giusti. Io temo che gli stessi
attori e la stessa dinamica abbiano operato nel caso dell'omicidio di Marco
Biagi. Occorreva creare un caso clamoroso e minaccioso, allo scopo di
bloccare un qualche cosa di vietato che invece si stava per verificare in
Italia: un attentato terroristico che servisse, come nel caso D'Antona, sia
per mandare il messaggio di tipo mafioso agli addetti ai lavori che per
creare il diversivo mediatico necessario per cambiare silenziosamente
rotta. Perché Biagi? Perché, dato che c'era già stato D'Antona, così si
creava con naturalezza l'episodio N. 2 della saga dei nuovi brigatisti
rossi, la saga dei fantomatici protettori degli operai che ogni tanto si
fanno vivi per ammazzare un consulente del ministero del Lavoro che loro
dicono di credere ostile alla causa. La cosa ha una sua verosimiglianza
suggestiva, è credibile e si attacca all'immaginazione della gente, e degli
investigatori. Così anche stavolta è stata fatta una rivendicazione a nome
delle BR - ma non più via volantino con infida stella a cinque punte, bensì
via e-mail - e addirittura, acciocché non ci fossero dubbi sul fatto che si
trattava dell'episodio N. 2, è stata adoperata per l'omicidio la stessa
pistola, che evidentemente era disponibile, non era stata buttata via così
come fa qualunque assassino (magari perché si trattava dell'arma di
ordinanza di un agente ).

L'omicidio ha indubbiamente creato un diversivo totale. [...]

Cosa doveva essere bloccato, messo da parte, dimenticato, qua in Italia? Io
credo, un dibattito pubblico sulle accuse portate dall'on. Bossi a
proposito dell'ennesimo indisturbato arrivo in Italia di una carretta del
mare carica di clandestini, la motonave Monica con 922 curdi a bordo. La
tempistica si adatta: la Monica fu scortata nel porto di Catania il lunedì
18 marzo alle 14.45, lo stesso pomeriggio l'on. Bossi fece una requisitoria
in merito in Parlamento, e la sera del giorno dopo martedì 19 alle ore
20.10 il prof. Marco Biagi veniva freddato. Bossi aveva certamente toccato
dei nervi scoperti vista la reazione immediata e furiosa alle sue accuse di
tutto l'establishment filoamericano del Paese, dalla CdL che è al governo
all'Ulivo e a Rifondazione che sono all'opposizione, dai vertici dei
sindacati ai vertici degli industriali, dalla Presidenza della Repubblica
al Vaticano. Gli esponenti o i portavoce di queste entità rilasciarono
tutti, nessuno escluso, smentite istantanee e super scandalizzate; il
ministro degli Esteri Scajola, che era in visita ufficiale a Washington,
non aspettò neanche di tornare ma si sentì in dovere di controbattere le
insinuazioni di Bossi all'istante, emettendo un comunicato da là dove si
trovava. Il tutto nel breve tempo fra l'intervento parlamentare di Bossi e
l'omicidio di Biagi, neanche 28 ore; poi tutto cessò. Cosa aveva detto
Bossi di tanto grave a proposito di quell'ennesimo massiccio sbarco di
clandestini? Questo: che i clandestini stanno arrivando in Italia nel
quadro di un complotto di altre nazioni contro l'Italia stessa (La mia
impressione è che l'arrivo sia frutto di combutte internazionali che
pretendono di distruggere la sovranità del nostro Paese, Resto del Carlino
del 19/3/2002, pag. 5), e che è coinvolta anche la Turchia (L'esecutivo si
sta muovendo male nel campo dell'immigrazione. Lo dimostra il fatto che
questa nave sia partita dieci giorni fa dalla parte turca di Cipro, fatto
che il governo sapeva benissimo ma non gli è bastato a fargli prendere
forti decisioni; idem, sempre pag. 5). Tutto qui, ma basta. Dietro queste
parole, di deduzione in deduzione, c'è la rivelazione di tutto lo sporco
piano USA per sovvertire i Balcani, piano che è fatto pagare quasi
interamente all'Italia, e sotto molti punti di vista, economico, umano,
sanitario. Ciò che Bossi ha detto l'ho scritto; ora procedo con la mia
interpretazione del tutto, che Bossi se vuole può smentire. Dire che dei
clandestini curdi stanno arrivando in Italia in base a un complotto
internazionale di cui fa parte la Turchia significa accusare la Turchia di
fare pulizia etnica dei suoi curdi col sistema di mandarli clandestini in
Italia, e accusare gli USA - gli unici che possono - di obbligare l'Italia
ad accettarli, cioè a fingere di non riuscire a bloccarli. Già abbiamo una
brutta nozione: che gli USA obbligano l'Italia a fare qualcosa che
evidentemente non vuole (collaborare all'estinzione del popolo curdo).
Allora possono: perché possono? Perché la resa del 1945 era incondizionata
e l'Italia diventava proprietà USA per sempre. Tutto cambia sulla scena
italiana: il Paese è prigioniero e chi si mette in mostra per far credere
il contrario - i partiti, i politici, le cariche istituzionali - è un
collaborazionista che fa un complotto a danno del suo stesso popolo.

[...]

Le denunce di Bossi a proposito della motonave Monica minacciavano appunto
di essere l'innesco adatto a fare arrivare tali verità al grande pubblico.
E furono soffocate sul nascere, per non riprendere più, perché
l'avvertimento di stampo mafioso era stato recepito. Certo che qua in Italia
è facile. Pazienza per i tre-quattro giorni immediatamente successivi
all'omicidio Biagi, quando non c'era spazio per niente altro. Ma dopo
qualche protervo avrebbe potuto tornare sull'argomento, invece silenzio di
tomba. Da Bossi che io sappia non più una parola sui clandestini curdi e
meno che mai sui mandanti turchi. Chissà come andarono le cose quel giorno
21 dopo il delitto, quando Bossi ebbe quella scorta che prima aveva sempre
rifiutato: la chiese lui, o tornarono ad offrirgliela? I turchi si
abbandonarono anche all'irrisione: una decina di giorni dopo, accertato che
l'Italia era sempre la solita serva scimunita, da prendere solo a calci in
culo, comunicarono alle Agenzie del mondo che i loro Servizi
Segreti
avevano scoperto non una, ma altre quindici navi cariche di clandestini in
viaggio per l'Italia (Resto del Carlino del 30/3/2002, pag. 15). Una balla,
ma anche un messaggio per dire: Se continui a seccarmi, Italietta, io i
clandestini curdi te li mando a flotte, altro che la Monica. Qualcuno ha
ipotizzato un collegamento fra l'omicidio Biagi e il caso di Michele Landi,
l'esperto informatico trovato impiccato nella sua casa di Guidonia
Montecelio vicino Roma il 5/4/2002, un caso inizialmente annunciato come
suicidio ma poi dimostratosi di omicidio. Un collegamento non impensabile:
Landi, che aveva eseguito perizie nei casi D'Antona e Geri (un giovane
prima accusato dello stesso delitto D'Antona e poi risultato innocente),
era stato consultato anche per il caso Biagi, non solo, ma da qualche
giorno si stava vantando con gli amici di avere fatto una scoperta
importante, lamentandosi nel contempo di sentirsi spiato, seguito; potrebbe
ad esempio, si dice, aver scoperto da dove era stato inviato il messaggio
e-mail con la rivendicazione del delitto. Io credo proprio che sia
l'ipotesi esatta: Landi dovrebbe essere stato ucciso perché aveva scoperto
di dove era stato spedito quel messaggio. Fosse così saremmo nuovamente in
presenza di una rivendicazione malaccorta, che si tradisce: prima fanno una
falsa rivendicazione cartacea ma sbagliano la stella delle BR, poi allora
ne fanno una ultra tecnologica ma si fanno scoprire da dove la mandano. Un
doppio errore strano sì, ma con quel che di bizzarro che lo rende
credibile. Da dove potevano mai avere mandato quel messaggio? Era certo un
luogo che immediatamente aveva dato a Landi la sensazione di avere fatto
una scoperta grande, e pericolosa. Come si fosse trattato, che so, di...
un'Ambasciata. Di una grande, importante Ambasciata di Roma.

John Kleeves

http://it.groups.yahoo.com/group/SUBLIMEN/message/694


Citazione
dana74
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 14379
 

Kleeves è straordinario, infatti anche lui morto in circostanze misteriose, ovvero suicida in preda ad un raptus che lo portò ad uccidere la nipote (l'unica a stargli vicino e a condividere le sue pericolose tesi).Indagini chiuse sull'immediato.

Ricostruzione davvero anomala:

http://www.infooggi.it/articolo/rimini-la-mattanza-della-balestra-mistero-sullomicidio-suicidio-in-casa-anelli/5595/

l'alterco tra i due di cui nessuno sa niente, aveva già la balestra con se al momento del litigio..
La donna è stata trovata prima dal marito che dagli operatori del 115 che pare siano arrivati all'istante...tutto alle ore 13 succede...

Anelli sarebbe anche riuscito a scappare...ma chi ha dato la segnalazione al 115?

"Il dardo gli siconficca all'altezza del cuore uccidendolo immediatamente e, per il contraccolpo, l'arma sfonda il parabrezza."
e se il parabrezza si fosse sfondato perché il colpo partiva da fuori l'auto?

Sarebbe scappato dalla scena del delitto alle 13 e lo trovano alle 20.30, nei pressi di un santuario e circolo arci, un luogo non proprio isolato e non è passato nessuno prima?
E tante altre domande, non si dice nemmeno a che ora risulta il decesso.

Mah
http://bologna.repubblica.it/cronaca/2010/09/18/news/omicidio_suicidio_con_balestra_l_ispirazione_dalla_strage_di_erba-7198224/


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