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La Costituzione Italiana nemica della piccola impresa


Affus
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In Italia c’è un grande paradosso: siamo il paese del mondo con il più alto tasso d’imprenditori, ma anche uno di quelli in cui è più difficile fare impresa. Per aprire un’officina meccanica ci vogliono circa 70 permessi e ci sono 22 autorità che controllano. Una legislazione ed una regolamentazione pletoriche e frastagliate rendono difficilissima la nascita e la vita delle imprese. In qualche caso impossibile: se Bill Gates fosse nato in Italia, Microsoft non sarebbe mai nata, perché da noi non si può aprire un’impresa in un garage e se Guglielmo Marconi avesse avuto a che fare con le regole che governano oggi il sistema delle imprese sarebbe finito in galera.

Qual è la causa di questo? Le leggi non nascono mai da un’impostazione casuale, hanno sempre in fondo una radice culturale. All’origine c’è una visione negativa dell’uomo e un sospetto verso la sua iniziativa. Gli imprenditori, secondo questa cultura, sarebbero tutti ladri, evasori, sfruttatori, inquinatori, ecc. per natura. Prima della crisi, abbiamo letto e sentito per anni i guru dell’economia parlare di “anomalia italiana”, di “nanismo” e di “familismo” delle nostre imprese. È anche innegabile che la nostra Costituzione, come ha scritto in diversi interventi Alberto Quadrio Curzio, non sia proprio benevola nei confronti delle imprese, a cominciare dall’articolo 41, quello che Giulio Tremonti ha proposto di modificare. Ecco il testo completo: “L’iniziativa economica privata è libera. Essa non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da creare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”. In questo testo, anche a causa dell’epoca in cui è stato scritto (prima del boom economico), è evidente un sospetto verso chi intraprende.

La proposta di Tremonti va in altra direzione e parte dalla constatazione realistica che la iper-regolamentazione e la iper-burocratizzazione dell’economia sono un nodo gordiano che non si può sciogliere, ma solo tagliare, e quindi non serve una riforma, ma una rivoluzione. È la stessa idea che è alla base della proposta di legge “Norme per la tutela della libertà d’impresa. Statuto delle imprese” che ho proposto insieme ad altri 130 parlamentari, di cui diversi della minoranza ed è attualmente in fase avanzata di discussione nella Commissione Attività produttive.
Intende operare una doppia “rivoluzione copernicana”. In questo caso, si è scelto la strada di una legge di principi, in grado di prevalere sulle normative specifiche. La prima rivoluzione parte dal riconoscimento, in un’ottica di sussidiarietà, del valore dell’impresa a partire da una visione positiva dell’uomo e della sua iniziativa; pertanto, la si potrebbe sintetizzare col passaggio “dal sospetto alla fiducia”. La seconda prende in prestito una frase del ministro Sacconi all’assemblea di Confartigianato nel 2008 quando ha detto: «abbiamo sempre detto “quello che va bene alla Fiat va bene al paese”, è venuto il momento di dire che quello che va bene ai piccoli va bene al paese». E questo non per ideologia, ma per realismo: perché le grandi imprese sono lo 0,3 per cento del totale, le micro, piccole e medie sono il 99,7 per cento, ma le norme sono sempre state fatte su misura delle grandi imprese.

Alcuni esempi: la legge sulla privacy, e i relativi obblighi, sono gli stessi per Tim e Vodafone come per il negozio di videofonini; la legge sulla sicurezza del lavoro è uguale per la Thyssen come per il carrozziere; la legge sui rifiuti tratta un parrucchiere come un ospedale e un’industria di chimica pesante (per via delle lamette da barba e delle tinture). Il risultato è che i nostri piccoli imprenditori passano più tempo a fare carta che a fare il loro mestiere vero. L’idea dello Statuto delle imprese è di riconoscere diritti a chi finora ha avuto solo doveri. Quindi diritti verso lo Stato e le amministrazioni pubbliche, come la certezza della norma, il silenzio-assenso sistematico, la certificazione privata come sostituto del controllo pubblico, la divisione degli appalti in lotti, perché i piccoli possano accedere. Poi diritti speciali per le micro e piccole imprese e le nuove imprese (in questo è quasi la stessa proposta di Tremonti: per i primi tre anni di vita, far valere solo norme europee, codice civile e codice penale).
Ancora, diritti verso il fisco, come un limite alla tassazione complessiva che sia inferiore al 45% degli utili, il divieto a introdurre tasse calcolate sui costi o su altre imposte, forme semplificate di corresponsione delle tasse per le piccole imprese (in pratica una tassa unica sostitutiva di Irap, Ires, ecc.), la differenziazione della tassazione degli utili reinvestiti in capitale (umano, fisico e sociale), in innovazione e internazionalizzazione, e un maggior favore per le imprese che operano in rete. Lo Statuto introduce anche un’Agenzia delle micro e piccole imprese, una legge annuale per le MPI e una Commissione parlamentare speciale che abbia il potere di fare l’analisi preventiva dell’impatto delle nuove norme sulle micro, piccole e medie imprese e di prevedere oneri minori e tempi di adeguamenti più lunghi. Infine, prevede che le Regioni possano intervenire in merito, ma solo per concedere condizioni di maggior favore e che le norme in contrasto con lo Statuto siano automaticamente abrogate.

Le uscite di Berlusconi e Tremonti di questi giorni, nel quadro di una crisi che ha dimostrato il valore irrinunciabile dell’economia reale, a cui i giornali (a cominciare dal Corriere della Sera) hanno dato spazio come mai in passato, ma anche la coscienza dei nostri imprenditori del valore delle persone che collaborano con loro, hanno posto in cima all’agenda politica la necessità di operare una vera e grande liberalizzazione. La miglior risposta alla crisi, oltre che tener ferma la barra sui conti pubblici per non cadere nel baratro, è liberare le energie di quei milioni di persone che tutte le mattine “tirano su la cler” e costruiscono il Pil e l’occupazione. Perché per noi essere liberali non significa adorare il mercato (io non adoro il mercato come non adoro lo stato), ma creare un assetto in cui chi ha energie da spendere che vuole costruire il benessere del popolo con la sua libertà e la sua responsabilità possa farlo ed essere sostenuto e premiato.

Raffaello Vignali
lunedì 7 giugno 2010


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Ecco il testo completo: “L’iniziativa economica privata è libera. Essa non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da creare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”. In questo testo, anche a causa dell’epoca in cui è stato scritto (prima del boom economico), è evidente un sospetto verso chi intraprende.

Questa citazione dall'articolo qui sopra come altre parti dell'articolo mi sembrano delle bufale colossali !!


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Affus
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Ecco il testo completo: “L’iniziativa economica privata è libera. Essa non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da creare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”. In questo testo, anche a causa dell’epoca in cui è stato scritto (prima del boom economico), è evidente un sospetto verso chi intraprende.

Questa citazione dall'articolo qui sopra come altre parti dell'articolo mi sembrano delle bufale colossali !!

perche vorresti negare che la costituzione italiana è fondata sui lavoratori e sulla fiat ?


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stefanodandrea
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Affus, abbiamo idee molto diverse. Ma un conto sono le idee politiche, che possono essere diverse, un conto sono di dati (normativi: parliamo della Costituzione), che sono quelli che sono.
Stavolta hai preso una cantonata colossale. Non c'è bisogno, per uno che si dichiara di destra-destra, di accogliere le bufale di Tremonti.
Innanzi tutto "la Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme e applicazioni" (art. 35), quindi non soltanto il lavoro subordinato ma anche autonomo. "L'iniziativa economica privata è libera" (art. 41, 1° co.). La Repubbllica "... promuove e impone la trasformazione del latifondo e la ricostituzione delle unità produttive. aiuta la piccola e la media proprietà" (art. 44). "La Legge provvede - cioè il legislatore deve provvedere - alla tutela e allo sviluppo dell'artigianato" (art. 46). "La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina coordina e controlla l'esercizio del credito. Favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del paese".
La nostra Costituzione economica è meravigliosa. Se proprio lo vuoi sapere, essa fu scritta in gran parte, oltre che dall'economista marxista e comunista Antonio Pesenti, in particolare dall'economista Amintore Fanfani, che nel 1943 aveva scritto un "Trattato di economia corporativa" (cito a memoria, potrei aver di poco sbagliato il titolo, che comunque aveva ad oggetto l'economia corporativa)!
E' l'unione europea (utilizzo volutamente le lettere minuscole) che, sia pure silenziosamente, vuole la distruzione della piccola impresa (e in genere di chi produce a favore di chi fa intermediazione nel grande spazio libero del mercato europeo), e che il risparmio degli italiani vada ai grandi complessi produttivi tedeschi, francesi e statunitensi, anziché del nostro paese.


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Affus
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Affus, abbiamo idee molto diverse. Ma un conto sono le idee politiche, che possono essere diverse, un conto sono di dati (normativi: parliamo della Costituzione), che sono quelli che sono.
Stavolta hai preso una cantonata colossale. Non c'è bisogno, per uno che si dichiara di destra-destra, di accogliere le bufale di Tremonti.
Innanzi tutto "la Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme e applicazioni" (art. 35), quindi non soltanto il lavoro subordinato ma anche autonomo. "L'iniziativa economica privata è libera" (art. 41, 1° co.). La Repubbllica "... promuove e impone la trasformazione del latifondo e la ricostituzione delle unità produttive. aiuta la piccola e la media proprietà" (art. 44). "La Legge provvede - cioè il legislatore deve provvedere - alla tutela e allo sviluppo dell'artigianato" (art. 46). "La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina coordina e controlla l'esercizio del credito. Favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del paese".
La nostra Costituzione economica è meravigliosa. Se proprio lo vuoi sapere, essa fu scritta in gran parte, oltre che dall'economista marxista e comunista Antonio Pesenti, in particolare dall'economista Amintore Fanfani, che nel 1943 aveva scritto un "Trattato di economia corporativa" (cito a memoria, potrei aver di poco sbagliato il titolo, che comunque aveva ad oggetto l'economia corporativa)!
E' l'unione europea (utilizzo volutamente le lettere minuscole) che, sia pure silenziosamente, vuole la distruzione della piccola impresa (e in genere di chi produce a favore di chi fa intermediazione nel grande spazio libero del mercato europeo), e che il risparmio degli italiani vada ai grandi complessi produttivi tedeschi, francesi e statunitensi, anziché del nostro paese.

Caro Stefanoandrea ,il discorso sarebbe lungo e complesso e bisognerebbe infilarsi nel campo filosofico e poi del diritto e io non ho tempo di argomentare e documentarmi, però per farla breve ti riporto la costiuzione della destra radicale che , speriamo, diventi costituzione europea al piu presto .

NUOVA COSTITUZIONE DELLO STATO ITALIANO

( in nome di Dio e della Trinità Santissima , si da inizio alla Costituzione Italiana )

Art.1- LA COSTITUZIONE ITALIANA CHE E’ FONDATA SULLA GIUSTIZIA DEL DIRITTO NATURALE DELLE GENTI ( O RIVELATO ) E HA COME FINE IL BENE COMUNE , NON SI FONDA SU MAGGIORANZE O MINORANZE DI ASSEMBLEE DEMOCRATICHE ABITANTI IL SUOLO ITALIANO GEOGRAFICO , DOVE I RAGGRUPPAMENTI FAMIGLIARI CHE FORMANO L’OSSATURA DEL POPOLO HANNO LE STESSE TRADIZIONI , CULTURA, LINGUA, E L’UNICA RELIGIONE RIVELATA,VIVENDO ASSOCIATI SECONDO L’ORDINE CHE SI SONO DATI .

Art.2- L’ASSOCIAZIONE DEI NUCLEI FAMILIARI, ESSENDO LA RADICE DELLA COSTITUZIONE SOCIALE DEL POPOLO,HA UNA SUA ESPRESSIONE PIU’ ALLARGATA ,PER GRADI SUPERIORI, IN UNA

FORMA DI STATO O DI GOVERNO INDICATA DA UN’ AUTORITA’ SUPERIORE CHE LE RAPPRESENTA TUTTE , AUTORITA’ CHE E’ SCELTA DAL POPOLO ATTRAVERSO LA VOTAZIONE DEI CAPI FAMIGLIA .

Art.3 – LA COSTITUZIONE ITALIANA NON RICONOSCE DIRITTI INVIOLABILI DELL’UOMO CHE SI OPPONESSERO AL DIRITTO NATURALE UNIVERSALE ,MA RICONOSCE SOLO QUEI DIRITTI GIA’ INSITI NELLA SUA NATURA*,DOVE NON ALBERGA NESSUNA LIBERTA’ ASSOLUTA E ANARCHICA ,NE’ RICONOSCE LIBERTA’INDIVIDUALI RISPETTO ALL’ORDINAMENTO SOCIALE E ALL’AUTORITA’ GARANTE SU ESSA COSTITUITA CHE LA RAPPRESENTA .IL DIRITTO DEI SINGOLI NON DEVE MAI INFICIARE IL DIRITTO DEI NUCLEI FAMILIARI E NATURALI LIBERAMENTE ASSOCIATI .

Art.4 - NON TUTTI I DIRITTI SONO UGUALI MA TUTTI GLI INDIVIDUI SONO UGUALI DAVANTI ALLA GIUSTIZIA DELLA LEGGE ,LA QUALE NON GUARDA IN FACCIA NE’ A UNA MAGGIORANZA ,NE’ A UNA MINORANZA, NE’ AL RICCO,NE’ AL POVERO ,NE’ A UNA LOBBY ECONOMICA ASSOCIATA ,MA TUTTI SONO UGUALI DAVANTI ALLA LEGGE CHE E’ SEMPRE UNA PROMANAZIONE TEMPORALE E PARTICOLARE DI UNA LEGGE UNIVERSALE . LA LEGGE ITALIANA E’ QUINDI UNA CODIFICAZIONE TEMPORALE DI NORME UNIVERSALI DEL CODICE UMANO,NON E’ LEGATA A NESSUN INTERESSE PARTICOLARE DI CLASSE ,NE’ ESPRESSIONE DI OPINIONI UMANE ,NE’ DI UN IDEOLOGIA FILOSOFICA O UTOPICA NE’ FRUTTO DI INTERESSI DI UNA CASTA .

Art. 4- LO STATO , CIOE’ L’AUTORITA’ CHE E’ LA PROMANAZIONE RAPPRESENTANTE MILIONI DI FAMIGLIE DI UN TERRITORIO GEOGRAFICO, PROMUOVE TUTTI QUEI SERVIZI CHE AIUTANO LE ATTIVITA’ DI LAVORO CREANDO LE CONDIZIONI E VALORIZZANDO LE CAPACITA’ DEI SOGGETTI, AIUTANDO LE FAMIGLIE IN TUTTO CIO’ CHE GLI E’ PERTINENTE ,NON RICONOSCENDO A NESSUNO PERO’ DEI DIRITTI SOCIALI ACQUISITI E INNATI ,ANZI UN SOGGETTO PERDE SUBITO LA SUA DIGNITA’ E UGUAGLIANZA DI TRATTAMENTO NON APPENA

DELINQUESSE E VIVESSE IN CONTRASTO CON LE LEGGI MORALI STABILITE PER TUTTI.

Art.5 – OGNI SINGOLO ,OGNI FAMIGLIA ,PROVVEDE A SE STESSA INSERENDOSI NEL TESSUTO SOCIALE CON IL LAVORO ,I GENITORI EDUCANDO LA PROLE AIUTANDOLA A DIVENTARE AUTONOMA PER LA CREAZIONE DI UN NUOVO NUCLEO FAMILIARE ,LO STATO PROMUOVENDO I SERVIZI . CHI NON COOPERA CON LA FORMAZIONE DELLA FAMIGLIA ,OFFRE IL PROPRIO CONTRIBUTO CON IL LAVORO SECONDO LE SUE CAPACITA’ E POSSIBILITA’ AL FINE DEL BENE COMUNE . MA GLI INDIVIDUI CHE, CRESCENDO, DIMOSTRANO UNA INNATA RIBELLIONE E FOSSERO DI GRAVE INTRALCIO ALLA VITA SOCIALE ,SU SEGNALAZIONE DEGLI STESSI GENITORI ,VANNO SEPARATI DALLA COMUITA’E, NEI CASI GRAVI, ELIMINATI .

Art.6 – LO STATO ITALIANO SUL CUI TERRITORIO RISIEDE LA CHIESA CATTOLICA CHE HA UNA FUNZIONE MONDIALE ,E’ UNO STATO AUTONOMO E INDIPENDENTE NEL SUO GOVERNO ,MA SICCOME NON E’ AUTONOMO CIRCA LA SCELTA DEL BENE COMUNE NATURALE O RIVELATO , COLLABORA E PROMUOVE LA CHIESA CATTOLICA NELLA SUA MISSIONE UNIVERSALE NON INTERFERENDO SULLA SUA DOTTRINA E LA SUA AUTONOMIA .

Art.7- LO STATO ITALIANO PROVVEDE AL BENE COMUNE DEI CITTADINI SEGUENDO ED ATTUANDO IL DIRITTO NATURALE ,LA CHIESA SI OCCUPA DELLA SALVEZZA ,BASANDOSI AL SUO INTERNO SULL’EGUALITARISMO DEL VANGELO E DELLA FEDE. OGNI COMMISTIONE , FUSIONE ,SCAMBIO DI FINI ,COMPROMESSO DI UTOPIA POLITICA E DEVIAZIONE DAI FINI RECIPROCI DELLE DUE SOCIETA’E DI COOPERAZIONE A LORO ASSEGNATI, VANNO DURAMENTE PUNITI E IMPEDITI . L’UTOPIA SOSTITUITA AL DIRITTO DOVRA’ ESSERE DURAMENTE COLPITA NEI SUI RAPPRESENTATI E PROMOTORI .

Art.8 ­– LO STATO ITALIANO , UNO E INDIVISIBILE,RICONOSCE LE MINORANZE LINGUISTICHE ,LE GIUSTE AUTONOMIE LOCALI O FEDERATIVE ,LE SITUAZIONI GEOGRAFICHE PARTICOLARI E , PER I PROPRI BISOGNI ISTITUZIONALI , ESERCITA UN PRELIEVO MAI SUPERIORE AL 10% DEL REDDITO DEGLI EFFETTIVI GUADAGNI DEI CITTADINI E DELLE FAMIGLIE E, AFFINCHE’ LE FAMIGLIE NON CADANO VITTIME DELL’USURA , NAZIONALIZZA LE BANCHE , PROTEGGE I RISPARMI, EMETTE MONETA ,E ASSICURA A TUTTI I SERVIZI ESSENZIALI PUBBLICI COME LA SCUOLA,LE STRADE, I TRASPORTI ,COMUNICAZIONI , SANITA’PUBBLICA,ACQUA ,IGIENE PUBBLICA ,AZIENDE PUBBLICHE .

ART. 9 - LO STATO ITALIANO NEI GIUSTI LIMITI ACCOGLIE GLI STRANIERI DI QUALSIASI RAZZA AIUTANDOLI E INTEGRANDOLI NEL PROPRIO TESSUTO SOCIALE A PATTO CHE QUESTI ACCETTINO LE NOSTRE LEGGI ,LA NOSTRA LINGUA,LA NOSTRA RELIGIONE ,LE NOSTRE TRADIZIONI,LA NOSTRA CULTURA E SENZA QUESTE CONDIZIONI NECESSARIE , VEDRA’ LA LORO PRESENZA SOLO COME UNA MINACCIA ALLA PROPRIA IDENTITA’ E ALL’ORDINE SCELTO DALLE FAMIGLIE CHE LO STATO PROTEGGE .

Art.10- LO STATO ITALIANO RICONOSCE UNA E UNA SOLA CONFESSIONE RELIGIOSA ,QUELLA CATTOLICA APOSTOLICA ROMANA E DISCONOSCE OGNI PARTITO , OGNI MOVIMENTO O FAZIONE CULTURALE CHE PORTI A VIOLARE SIA LE NORME MORALI IN GENERALE E SIA QUELLE CHE REGOLANO L’ASSOCIAZIONE E L’ISTITUZIONE FAMILIARE PARTICOLARE E PER QUESTO ISTITUISCE UN COMITATO DI MORALITA’ PUBBLICA COMPOSTA DA 13 SAGGI TERRITORIALI O DIPARTIMENTALI CHE SIANO ANZIANI ESPERTI DI MORALITA’ E TRATTINO I CASI PARTICOLARI DI CARATTERE SOCIALE, ADATTANDO LA NORMA UNIVERSALE AL CASO PARTICOLARE E ALLA TRADIZIONE PIU’ ANTICA .

Art.11- LO STATO ITALIANO NON RICONOSCE NESSUN VALORE GIURIDICO A QUALSIASI TRATTATO INTERNAZIONALE CHE NON RISPETTI I FONDAMENTI CULTURALI DEL POPOLO ITALIANO OPPURE CHE INFICI L’ORDINE GIURIDICO E ASSOCIATIVO DEL NOSTRO STATO CON LE SUE LEGGI BASATE SUL DIRITTO UNIVERSALE .

Art. 12 - LO STATO ITALIANO RIPUDIA LA GUERRA COME MEZZO DI RISOLUZIONE DEI PROBLEMI INTERNAZIONALI MA COOPERA CON LE PROPRIE FORZE ARMATE E FORZE DELL’ORDINE PUBBLICO

AD ADDESTRARE LE NAZIONI CHE NECESSITASSERO DI AIUTO E DI PACE PER IL CONTROLLO DEL TERRITORIO E IN CUI NON FOSSE GARANTITO L’ORDINE NAZIONALE E MONDIALE . QUINDI PRODUCE MEZZI SOFISTICATI DELLA TECNICA PER ATTUARE TALE CONTROLLO E PRESERVARE IVI LA PACE .

INOLTRE ESSO HA DEI SIMBOLI E DEI SEGNI LEGATI ALLA SUA SPECIFICA TRADIZIONE CHE LO INDENTIFICHINO IN MEZZO ALLE ALTRE NAZIONI .

Art. 13 – SONO PROIBITE , TUTTE E INDISTINTAMENTE ,LE MANIFESTAZIONI POLITICHE E SINDACALI AL DI FUORI DEI CORPI ISTITUZIONALI RICONOSCIUTI E ATTI A FAR CONOSCERE I PROPRI PROBLEMI DI QUALSIASI NATURA DELLE CATEGORIE SOCIALI E CHE AGISSERO AL DI FUORI E AL DI SOPRA DEI CORPI INTERMEDI CHE SONO NATI COME CINGHIA DI TRASMISSIONE DEI PROBLEMI E DISAGI DI OGNI CATEGORIA DI LAVORO . E’ QUINDI PROIBITA E PERSEGUITATA OGNI ORGANIZZAZIONE SEGRETA CHE ABBIA LE CARATTERISTICHE DI SETTA E DI AIUTO RECIPROCO O DI DOMINIO SULLA SOCIETA’ E LO STATO .

Art.14 - SONO AMMESSE SOL
O LE ASSEMBLEE E MANIFESTAZIONI CIVILI, RELIGIOSE, ECONOMICHE, MILITARI ,SPORTIVE , ARTISTICHE O SCOLASTICHE ISPIRATE AL BUON FUNZIONAMENTO DELLO STATO .

Art.15 – TUTTI SONO TENUTI A IMPEGNARSI AL RETTO FUNZIONAMENTO DELLO STATO CHE HA COME FINE IL BENE COMUNE CON LEGGI DEL DIRITTO UNIVERSALE E CHI NON VUOLE PRATICARE L’UNICA RELIGIONE RICONOSCIUTA COME RIVELATA ,NON E’ OBBLIGATO ALLA FEDE CATTOLICA ED E’ LIBERO DA TALE IMPEGNO E PRATICA SOLO NELL’AMBITO DELLA PROPRIA COSCIENZA E DELLE PROPRIE MURA DOMESTICHE ,MA SUL PIANO SOCIALE E COMUNITARIO INCORRE IN GRAVE VIOLAZIONE , ANCHE CAPITALE , E SONO GIUDICATI DA APPOSITI TRIBUNALI POPOLARI ( DI CUI SOPRA ALL ‘ART.13 ) COSTITUITI SOLO DA ANZIANI ,CIVILI O INVALIDI DI GUERRA ,SE PROPAGANDA E FA ADEPTI PER UN'ALTRA RELIGIONE –

Art.16 – OGNUNO E’ RESPONSABILE DEI PROPRI ATTI COMPROVATI E TESTIMONIATI ,SALVO L’ADESIONE AD ASSOCIAZIONI ATTE A DELINQUERE ,PERCIO’ LO STATO TRAMITE L’ISTITUZIONE PENITENZIARIA NON E’ DEPUTATA A REDIMERE MA A PUNIRE E FAR ESPIARE LA COLPA COMMESSA TRAMITE LIMITAZIONE DELLA LIBERTA’ PERSONALE OPPURE OBBLIGANDO A UN LAVORO DI PUBBLICA UTILITA’SEMPRE NEL RISPETTO DELLA DIGNITA’ UMANA DI CHI DELINQUE . CHI DELINQUE CON ATTI CRIMINOSI ACCERTATI , PARTICOLARMENTE GRAVI, ANCHE SE “MALATO” O INVALIDO O MINORENNE , VIENE ELIMINATO CON PENA CAPITALE .

Art.17 LO STATO RICONOSCE COME UTILI E IDONEI QUEGLI ENTI CHE ABBIANO UNA FUNZIONE PUBBLICA UTILE , SOCIALE E MORALE ; LI FAVORISCE E LI PROTEGGE ,QUINDI PROMUOVE SOLO L’INFINITO E MOLTEPLICE PROGRESSO DELLA TECNICA E NON DELLA SCIENZA IDEOLOGICA PER UN PROGRESSO CIVILE ORDINATO UMANO E SOCIALE . OBBLIGA OGNI EDIFICIO E LUOGO PUBBLICO AD AVERE UN CROCIFISSO COME SIMBOLO DELLA LEGGE E DELLA DIVINITA’ DELLO STATO .

Art .18 - LO STATO VIETA L’INSEGNAMENTO DELLA FEDE RELIGIOSA NEI PROPRI ISTITUTI DI ISTRUZIONE E DI EDUCAZIONE ,MA OBBLIGA CON UN ORARIO MAGGIORITARIO ALL’INSEGNAMENTO DI ALCUNE MATERIE DEL DIRITTO MORALE NATURALE E RIVELATO O BIBLICO IN OGNI BRANCA DEL SAPERE ,DALL’IGIENE PUBBLICA ALLA MORALE STRADALE , PERCHE’ ALLA BASE DELLA PROPRIA CONVIVENZA E TRADIZIONE . QUINDI REPRIME E NON RICONOSCE COME MATERIE UMANE QUELLE SCIENZE CHE DISPREZZASSERO OGNI GIUSTA NORMA RITENENDOLA UN DIVIETO E UN LIMITE ALLA VITA UMANA E ALLA SANITA’ MENTALE . QUELLE SCIENZE CHE LE RIVALUTASSERO E NE SCOVASSERO OLTRE AI CONFLITTI INTERNI, GLI OSTACOLI ALLA MORALE NELLA MENTE DEL MALATO, SONO INVECE FAVORITE .

Art. 19 – CHIUNQUE VUOLE PROPORSI ALLA GUIDA AMMINISTRATIVA DI UNA CITTA’ DICHIARA IL SUO NOME IN UN ALBO COMUNALE PUBBLICO CHE POTRA’ RACCOGLIERE NON PIU’ DI 13 NOMI , QUANDO IL NUMERO E’ IN ECCESSO SARA’ TIRATO A SORTE PER STABILIRE SOLO IL NUMERO DI 13 ELEGENDI . QUINDI I CAPIFAMIGLIA GLI DARANNO IL PROPRIO VOTO OGNI 5 ANNI . IL CAPO POI SCEGLIE I SUOI CONSIGLIERI IN PARTE TRA I VOTATI (50%) E IN PARTE TRA GLI AMICI .

Art. 20 - LO STATO STABILISCE CHE I GIORNI LAVORATIVI DELLA SETTIMANA SIANO SEI E IL SETTIMO SIA DI RIPOSO DAL LAVORO MATERIALE ,QUINDI STABILISCE ALTRE FESTE CELEBRATIVE DELLA PROPRIA TRADIZIONE SECONDO LA NECESSITA’ , STABILENDO DEROGHE PER QUEI LAVORI DI FINALITA’ PUBBLICA , UTILI E BENEFICI ALLA STESSA FESTIVITA’.

Art. 21 – LO STATO STABILISCE CHE HANNO DIRITTO DI VOTO A LIVELLO TERRITORIALE SOLO E SOLTANTO IL PADRE E LA MADRE IN OGNI NUCLEO FAMIGLIARE , INOLTRE ANCHE QUEI SOGGETTI

CHE DICHIARASSERO E ASSUMESSERO UNA PROPRIA SITUAZIONE SOCIALE DI PUBBLICA UTILITA’ PURCHE’ SEMPRE MINORITARI RISPETTO AI CAPI FAMIGLIA . E’ VIETATO INVECE IL VOTO ALLE RELIGIOSE E RELIGIOSI CHE ABBIANO SCELTO UN DIVERSO STATO SOCIALE LEGATO AL DIRITTO CANONICO ECCLESIALE . AI SACERDOTI E RELIGIOSI INOLTRE E’ VIETATO OGNI DISCORSO PRETTAMENTE POLITICO PUBBLICO MA NON DI GIUSTIZIA SUL PROPRIO STATO . QUESTI CAPI DI CITTA’ POI ELEGGERANNO 120 SENATORI CHE LEGIFERERANNO E QUESTI UN CAPO DELLO STATO .

Art. 22- I SENATORI ELEGGERANNO UN NUMERO DI 67+3 (=70) SAGGI ELETTI DAL CAPO DELLO STATO , SCELTI PER LO PIU’ TRA L’ORDINE GIUDIZIARIO MASCHILE E FEMMINILE CHE AVRANNO POTERE DI VIGILANZA SULL’ORDINE GIUDIZIARIO STESSO E NEL CODIFICARE LE PROPOSTE DI LEGGE .QUINDI IL CAPO DELLO STATO IN CARICA PER SEI ANNI SCEGLIERA’ TRA TUTTI GLI ELETTI VOTATI IL PROPRIO GOVERNO E I MINISTRI IDONEI AL POPOLO ITALIANO .


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Anonymous
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questa pseudo costituzione di destra assomiglia più ad un petegolezzo o più a megalomania ?

questa costituzione di destra promuove il familismo ? E il nepotismo ?


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Anonymous
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“L’iniziativa economica privata è libera. Essa non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da creare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”.

ECCO COSA SUCCEDE QUANDO NON SI OSSERVA QUESTA PARTE DELL'ART. 41 DELLA COSTITUZIONE QUÌ SOPRA RIPORTATO :

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=25196

Complimenti ai fanatici liberisti e capitalisti magari a scapito dell'altrui salute e vita...


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Affus
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questa pseudo costituzione di destra assomiglia più ad un petegolezzo o più a megalomania ?

questa costituzione di destra promuove il familismo ? E il nepotismo ?

promuove la giustizia sociale in generale,non quisquiglie sulla sicurezza del lavoro perche mira a salvare l'intera societa e non qualche vita umana in un determoanto settore che fa comodo alle idelogie .


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